Fettuccinari4 amici di corsa.... e altro |
WWW.FETTUCCINARI.IT - WWW.FETTUCCINARI.COM
QUADRIFOGLIO IMMOBILIARE
AS VILLADESANCTIS
VIDEO INTERESSANTI
AREA PERSONALE
CONTATTA L'AUTORE
Nickname: paologen
|
|
Sesso: M Età: 61 Prov: RM |
MENU
TAG
CERCA IN QUESTO BLOG
ULTIMI COMMENTI
CERCA IN QUESTO BLOG
Post n°416 pubblicato il 26 Aprile 2015 da msgemanuelee
Sensazioni sperimentate durante i lunghi percorsi di Matteo Simone Tra gli aneddoti raccontati dagli ultramaratoneti vi sono tante emozioni sperimentate correndo sia in solitudine stando con i propri pensieri, dolori, sofferenze, ma anche riuscire nei propri obiettivi; ed anche sensazioni sperimentate con amici o altri atleti incontrati durante i lunghi percorsi di gara. Interessanti sono gli aneddoti raccontati dagli ultramaratoneti. “Negli anni in cui ho vinto la Spartathlon un’anziana signora sul percorso mi ha donato un beneaugurante rametto di basilico. Se ci torno spero di ritrovare la signora.” “Alla fine del mio primo tentativo di ultratrail di 50km arrivai al traguardo 3 ore dopo il mio compagno e, quasi in lacrime per la troppa fatica provata gli dissi: “mai piu’!! asfalto tutta la vita!!”. …Poi l’anno successivo cominciai ad allenarmi per il Tor des Geants” “Ti posso raccontare di come la nostra testa sia importante in questo tipo di gare e di come basti poco per superare una crisi. Stavo partecipando alla mia prima 24h dopo una buona metà gara insorgono i primi problemi: stanchezza, fatica, ecc. Io ero andato con l'obbiettivo di fare almeno 220km. Ad un certo punto non volevo più quasi correre il mio assistente/allenatore mi ferma un attimo e trova le parole giuste riattiva in me la voglia di correre l'ultima ora di gara dovrei averla corsa più forte addirittura della prima, questo per dire che su questo tipo di gare ho ti fermi per veri problemi fisici altrimenti tutto il resto è superabile, chi ci riesce può arrivare a grandi cose.” “Quando ero ricoverato in ospedale, il mio vicino di letto, un signore di 81 anni, quando ha sentito perché stavo là, mi ha chiesto: Ma quanto ti hanno dato? E gli ho risposto niente, anzi avevo sostenuto una bella spesa per andare, mi ha detto che ero stato proprio scemo! E ci avevo pure rischiato a vita! Ed ero diventato un soggetto in quanto i dottori dell’ospedale di altri reparti, dopo che avevano sentito il mio caso, venivano a trovarmi e mi domandavo sorpresi di quello che avevo fatto. “ “Ormai è fatta. A 2km dalla fine si entra nel paese, spengo la frontale e la metto in tasca, ormai è fatta, 98km e corro ancora, sono appena passate le 4:00 del mattino, è ancora buio, ho vinto la scommessa col sole, arriverò prima io del suo sorgere. L’ultimo km è qualcosa che non si può descrivere, un misto di gioia, soddisfazione e sofferenza, penso ai tanti km fatti, al magnifico viaggio iniziato 5 mesi fa e che sta per terminare. Ultimi 400mt inizia la volata, ho un tizio davanti e non voglio mi rovini la foto dell’arrivo, lo supero a 200mt dal traguardo, passo sotto l’arco di arrivo, esausto ma soddisfatto! Alzo le braccia al cielo, ce l’ho fatta, contro il ginocchio, contro il piede, sono fiero di me mentre una ragazza mi mette la medaglia al collo e mi dice “bravo”! Dedico questo traguardo a mia moglie che mi ha sempre sostenuto, ai mie figli ai quali spero di aver insegnato che “volere è potere”, ai numerosi amici che mi hanno sempre incoraggiato e a me, bravo ad averci creduto fin dall’inizio. Molti mi chiedono se la rifarò, negli ultimi km mi ero ripromesso di non rifarla più, e anche dopo il traguardo non avevo cambiato idea, dal lunedì successivo invece i dolori iniziano a sparire ma nella mente resta il ricordo delle belle emozioni provate, ogni tanto mi vengono a trovare e credo e spero che queste rimangano per sempre dentro di me.” “Matteo non mi viene in mente nulla, avrei tante storie da raccontare, tante gare che lasciano il segno (positivamente parlando) ma aneddoti non me ne vengono in mente, nelle gare ultratrail incontri persone per vari km parli con loro, poi ci si lascia ad un ristoro, poi si continua il viaggio con altri amici, all’ultimo passatore prima incontrai la vincitrice di una 100 km del Sahara, stava attraversando una crisi pazzesca, l’ho incoraggiata a non mollare, a camminare che la crisi prima o poi passa, ed è passata, poi ho incontrato un ultra che aveva corso la settimana prima la nove colli e correva per defaticamento la 100 km del Passatore, invece intorno all’80° km sorpasso un podista, vedo che si mette in coda, gli dico vai avanti e lui mi risponde non ti preoccupare vai avanti tu che hai la luce, percepisco dall’accento che è un ciociaro, gli chiedo ma di dove sei ? e lui mi risponde, di Cassino ed io, allora sei Antonio Di Manno e lui con stupore mi risponde di si, e tu sei Marco Stravato allora? ci eravamo sempre scambiato delle battute su FB, ma non ci eravamo mai conosciuti di persona, così abbiamo condiviso molti km di quel Passatore, poi negli ultimi 5 km lui stava meglio ed ha accelerato.” “Ironman Klagenfurt 2013, per una serie di casualità ci siamo ritrovati ad un chilometro dalla fine io ed altri due compagni di squadra. Abbiamo finito la gara correndo abbracciati. Qualcosa di inimmaginabile.” “Tra i miei amici ce n’è uno; Sergio Narcisi, che ho dovuto convincere con molta fatica a fare la sua prima Roma Ostia con me. Dopo aver superata la prova, l’ho convinto a fare addirittura la Pistoia Abetone e ci sono riuscito. Da allora non ha più smesso di fare maratone e ultramaratone, molte più di me al ritmo persino di 30-40 l’anno. E pensare che mi dava del matto a me!” “Ho conosciuto un signore ultraottantenne che ha corso 41 edizioni del Passatore (su 42).” “La 100 km di Asolo e la 100 km delle Alpi hanno avuto una cosa in comune: la presenza di mucche! A Asolo eravamo circa 180 iscritti e dopo aver scalato il monte Grappa è iniziata la discesa per tornare indietro nella notte. Eravamo pochi e per molti km sono sceso da solo senza incontrare nessuno. Avevo la lampada frontale e a un certo punto mi è venuto il dubbio di aver sbagliato strada. Ho corso parecchi minuti con questo dubbio che si faceva sempre più insistente. Non sapevo davvero cosa fare, se tornare indietro (ma sarebbe stata salita) o se proseguire avendo fiducia che la strada fosse quella giusta. A un certo punto ho visto al lato della strada una mucca (che ho fotografato) e mi sono rivolto a lei a alta voce chiedendole “Ti prego mucca, dimmi se è la strada giusta! Durante la 100 km delle Alpi, come accennato prima, a causa di una scarsa preparazione e degli errori commessi nello scegliere l’abbigliamento ho dovuto iniziare a camminare molto presto, circa al 45esimo km (quindi con la prospettiva di camminare per più di mezza corsa). Verso il 55esimo mi sono trovato in mezzo a un gregge di mucche con dei campanacci che suonavano fortissimi. E’ stata una emozione molto grande sentire quel suono tanto che mi sono messo a piangere.” “Una cosa che ricordo con particolare piacere è stato il mio ritorno appena finito l’Ironman all’appartamento che avevo affittato a Klagenfurt, il cui ingresso era in corrispondenza di uno dei rifornimenti del percorso maratona: quando sono arrivato, tutti i volontari addetti ai rifornimenti si sono voltati verso di me tributandomi un lungo applauso, sebbene fossi un qualsiasi partecipante. Questo ci fa capire come è vissuto lo sport in altri Paesi.” “LA MIA VOGLIA DI RICERCA DEI MIEI LIMITI MI HA PORTATO A CORRERE UNA MEZZA MARATONA 41 GIORNI DOPO AVER PARTORITO MIA FIGLIA VICTORIA.” “In quasi cento gare di aneddoti ce ne sono tanti ma spero di trovare quello più interessante alla prossima.” “Ebbi improvvisamente una chiamata mentre gareggiavo, forse una chiamata di aiuto nascosta, io l’ho raccolta perché anch’io ne avevo bisogno, il dialogo che si è sviluppato tra noi è stata la medicina che ci ha portato al traguardo.” “Al momento non me ne viene in mente nessuno di particolare. Forse è carino menzionare che nel corso della seconda 100 miglia dopo poche ore di gara ho incontrato un amico, che l’anno prima si era dovuto ritirare, che stava correndo con il suo cagnolino Pepito, un Jack Russell e che poi abbiamo terminato la gara insieme con il suo ‘pazzo’ padrone.” “Aneddoti tanti. Allucinazioni in gara: scambiai un masso per un cana dopo trenta ore di corsa e rimasi ad aspettare fermo sotto un diluvio per 10 minuti aspettando che se ne andasse (Brazil135), Quando alla Nove Colli scambiai gli alberi x mostri che mi volevano mangiare.” “Nel 2007 vinsi il campionato italiano della 6h su strada e quando venne sancita la fine ufficiale della gara io mi trovavo nella zona opposta del circuito di gara rispetto all’arrivo (nelle gare a tempo accade) e mi sono ritrovato ad esultare nel nulla.” “La corsa mi ha insegnato che con impegno e sacrifici si possono realizzare i sogni; diverse volte mi è capitato di pensare che tutto era finito, con la mia forza di volonta sono riuscita a proseguire la gara e vincere; questa è la mia forza! La mia testa ha sempre fatto la differenza ho imparato a resistere a tener duro, e così ho realizzato i miei sogni.” “Ce ne sono molteplici ma l’incontro di notte con 2 atleti (un giapponese e un russo) alla Spartathlon è bello per far capire lo spirito delle ultramaratone, non capivano nulla mentre parlavamo 3 lingue completamente differenti eppure è come se fossimo in sintonia e stranamente le nostre parole sembravano della stessa frequenza e ci passavamo acqua o ci davamo l’incitamento giusto e lo abbiamo fatto per almeno 50 km.” Quello che rimane di importante nelle esperienze delle corse di lunga distanza in condizioni definite estreme, al di fuori del normale, sono le relazioni, le conoscenze, le scoperte che si fanno a contatto con gli altri che si trovano nella tua stessa situaizone che sperimenta le tue stesse difficoltà. |
Post n°415 pubblicato il 25 Aprile 2015 da msgemanuelee
La mia previsione per domani: Maratona di Londra 2015 di Orlando Pizzolato Alla resa dei conti, con tanti forti corridori in gara nessuno vorrà perdere, e l'aspetto stimolante della competizione deriva proprio dalla sfida per prevalere sull'avversario. Il clima, elemento che ha un'incidenza rilevante sull'efficienza fisica, è previsto favorevole per i corridori: possibilità di pioggia al 45%; vento di 14km/h; temperatura massima 12°. Questa è la mia previsione per la gara di domani, ma si tratta di un punto di vista limitato. Non credo che saranno solo questi maratoneti “a fare” la gara, e ci saranno altri corridori pronti a scompigliare i miei pronostici.
fonte: https://www.facebook.com/orlandopizzolato |
Post n°414 pubblicato il 24 Aprile 2015 da msgemanuelee
|
Post n°413 pubblicato il 24 Aprile 2015 da msgemanuelee
RAPPORTO ATLETA-ALLENATORE
Lo psicologo in campo con l’allenatore
Mi capita spesso di lavorare con atleti insoddisfatti del proprio livello di performance. Atleti che lamentano una generale incapacità a rimanere all’altezza delle loro aspettative. Un buon coach deve saper mantenere anche nei momenti più critici un saldo controllo della situazione in modo tale da rassicurare i propri atleti, valorizzandone l’impegno.
Nella mia esperienza quotidiana incontro numerosi atleti schiacciati dalle proprie aspettative. Parlando un giorno con un atleta tutto mi si è chiarito nella mente e da quel momento in molti altri casi mi sono ritrovato in questa situazione: “il mio allenatore pensa chiaramente che io non possa non fare questo risultato e se non lo faccio vuol dire che ho dei blocchi psicologici!”
Può darsi, ma in realtà provando ad entrare su questioni più tecniche (generalmente non lo faccio mai perchè non lo reputo il mio ambito di intervento), mi sono reso conto che i parametri tecnici su cui ci si basa non riflettono in nessun modo le aspettative circa il risultato finale. Così, proseguendo questo tipo di indagine con gli atleti mi sono trovato di fronte ad una prospettiva completamente ribaltata: non solo le aspettative degli atleti ma anche le aspettative degli allenatori devono essere motivo di riflessione in un percorso di preparazione mentale.
“Ma certo – mi sono detto – è proprio così!” . Il ragionamento “se fa questo in allenamento, non può non fare questo in gara” è un ragionamento solo apparentemente razionale. Perchè mai se un atleta sa correre per 20 minuti a una certa velocità deve saperne correre 10 al doppio della velocità? Questa frase è una comunicazione che in apparenza vuole rassicurare l’atleta ma che in realtà rassicura più che altro l’allenatore: lo mette “al riparo” da possibili fallimenti, proteggendolo dall’insicurezza di un risultato che in definitiva nessuno può prevedere. Riflettendoci un po’ meglio tutto è da leggere nel rapporto tra atleta ed allenatore. Anche l’allenatore come l’atleta è una persona che dedica il suo tempo per raggiungere un risultato utile per sè (quello di allenare il proprio atleta) e volere essere felice insieme al proprio atleta o alla propria squadra. Anche l’allenatore quindi nutrirà desideri e paure come l’atleta e anche l’allenatore è quindi esposto all’ansia di non essere all’altezza (come l’atleta). A volte basta fare attenzione alle parole o al modo di comunicare per raggiungere buoni risultati, altre volte basta qualche parola di troppo e la giusta tensione diventa pressione dura da sopportare.
È naturale quindi per un allenatore voler cercare un modo per rassicurarsi di fronte all’ignoto risultato che insieme al proprio atleta avrà o meno raggiunto e questo tipo di comunicazione ne è un esempio lampante. È tuttavia importante considerare che la comunicazione dell’allenatore assume molto spesso nella mente degli atleti un significato di “credenza”. Attraverso la persuasione verbale un allenatore può incidere notevolmente sul senso di auto-efficacia dei propri atleti (Bandura). Usare frasi come “se fai A non puoi non fare B” cela un “devi fare così” che esprime più un desiderio dell’allenatore che un obiettivo dell’atleta.
dr. Andrea Colombo, specialista della psicologia dello sport e consulente delle Fiamme Oro Atletica.
fonte: http://www.fiammeoroatletica.it/rapporto-atleta-allenatore/ |
Post n°412 pubblicato il 24 Aprile 2015 da msgemanuelee
Allenamenti settimana dal 27 aprile al 3 maggio 2015
Lunedi 27 aprile: 10x200min salita (non forza maxx) recupero souplesse al contrario, poi 2km di recupero quindi 4x500 rec. 2'di passo Martedì 28 aprile: Riposo oppure corsa lenta: 10 km Mercoledì 29 aprile: Ripetute corte alternate: 1x400m 1x800m recupero in corsa lenta pari al tempo dell'esecuzione effettuata, totale 8 blocchi Giovedi 30aprile: Riposo Venerdi 1 maggio: Corsa lenta 14 km Sabato 2 maggio: Riposo Domenica 3 maggio: 3km risc. 12 km (corsa a ritmo medio ovvero +20"/25" del ritmo gara 10.000mt), 3 km defaticanti. La presente tabella è relativa a preparazione di gare fino a 10Km, unitamente a quelle precedentemente pubblicate e dal titolo: "PREPARIAMO UN 10.000". |
Post n°411 pubblicato il 23 Aprile 2015 da msgemanuelee
|
Post n°410 pubblicato il 22 Aprile 2015 da msgemanuelee
|
Post n°409 pubblicato il 22 Aprile 2015 da msgemanuelee
|
Post n°408 pubblicato il 21 Aprile 2015 da msgemanuelee
INCONTRI DI CORSA
Su richiesta del nostro sponsor tecnico "Quadrifoglio Immobiliare" siete tutti invitati a partecipare indossando la divisa sociale e portando con voi la maglia tecnica a manica lunga (quella data in dotazione quest'anno) per poter fare delle foto pubblicitarie. Gli incontri sono aperti a tutti.
Quadrifoglio Immobiliare Re Di Roma email: rediroma@quadrifoglioimmobiliare.com Orari di apertura: Lunedì - Venerdì: 09:00 - 13:00 / 15:00 - 19:00 |
Post n°407 pubblicato il 21 Aprile 2015 da msgemanuelee
L’atleta infortunato
Matteo SIMONE
Psicologo, Psicoterapeuta
Come ritrovare la motivazione?
Modelli di riferimento, individuare altri atleti che hanno ripreso dopo un infortunio, dopo periodi di stop prolungati a causa di squalifiche doping, dopo gravi incidenti. L’atleta vincente riesce a trovare la determinazione, la calma, lo spirito di sacrificio per ricominciare dopo ogni stop prolungato, dopo ogni sconfitta.
Importanti sono la meitazione, la visualizzazione, il lavorare sull’autoefficacia.
Attraverso la meditazione la persona riesce ad aspettare i suoi tempi, i tempi occorrenti per il recupero, riesce a comprendere che tutto passa, tutto sorge e tutto muore, riesce a non reagire agli eventi spiacevoli, riesce a partire dal qui e ora e a programmare una formulazione del goal setting, un piano degli obiettivi graduali con una giusta scansione temporale.
Con la visualizzazione l’atleta infortunato può continuare ad eseguire un minimo di allenamento, può ricercare precedenti gesti atletici che gli hanno permesso di emergere, di ben figurare, di fare ottime prestazioni, può continuare a sperimentare le sensazioni occorrenti per continuare la carriera sportiva, può provare a visualizzare come sarà la sua ripresa all’attività sportiva e gradualmente può sperimentare come sarà in futuro la sua prestazione atletica, la sua performance.
La persona che avrà sviluppato un forte senso d’autoefficacia sceglie obiettivi più elevati, è più motivata, usa le proprie capacità con maggiore efficienza, è meno ansiosa, gestisce meglio i fallimenti, è più tenace e ottiene risultati più soddisfacenti di chi invece ha una percezione negativa delle proprie possibilità.
Le fasi della ripresa psicologia dell’atleta
La prima cosa da fare è partire dalle proprie sensazioni fisiche, corporee, sentirsi, fare una scansione corporea dalla sommità della testa e scendendo fino alle punta dei piedi. L’atleta può individuare le parti fragili, deboli, da potenziare.
L’atleta può individuare eventali criticità che lo abbiano portato all’infortunio, può valutare, studiare cosa può focalizzare la sua attenzione per evitare successivi infortuni.
L’atleta può definire un piano di ripresa, di ripartenza, sviluppare un piano per un’azione futura efficace può individuare le risorse occorrenti da pontenziare, sia personali che esterne, allenatore, fisioterapista, psicologo, medico.
Sviluppare risorse interne allo scopo di aiutare a stabilire un senso di efficacia e di possibilità per il Futuro, creare un suo Consigliere Interiore o un “Allenatore Interiore”, creare una “Squadra Interiore” di aiutanti o di sostenitori, ognuno in grado di apportare un’influenza positiva.
L’atleta può fissare obiettivi minimi di ripresa rispettando i tempi e le modalità occorrenti, senza fretta di riscattarsi o di dimostrare a qualcuno. Fissare obiettivi limitati, raggiungibili e progressivamente più ambiziosi è uno dei modi migliori per aumentare l’autoefficacia dell’atleta.
Persuasione verbale da parte di altri, dei quali si hanno fiducia e stima attraverso gli incoraggiamenti verbali che tendono a sottolineare gli elementi positivi di un gesto o una azione.
Matteo SIMONE Esperto in psicologia dello sport, nel trattamento dei traumi (EMDR) 380-4337230 - 21163@tiscali.it
fonte: http://www.psicologiadellosport.net/atleta.htm |
Post n°406 pubblicato il 21 Aprile 2015 da msgemanuelee
CHI CORRE SENZA PETTORALE DANNEGGIA ANCHE TE, DIGLI DI SMETTERE! L'abitudine di correre senza pettorale ormai sta diventando un fenomeno troppo diffuso. Purtroppo nelle gare domenicali di corsa su strada a cui sono stato presente negli ultimi tempi, ho notato un continuo incremento di podisti che pur di non attenersi ai regolamenti dei comitati organizzatori (regolamenti al 90% approvati dal Comitato Regionale Fidal Lazio), si intrufolano nelle gare nelle maniere più disparate, partecipando senza pettorale o con pettorali delle edizioni precedenti. Un fenomeno che il C.R. Lazio ha intenzione di combattere a favore dei comitati organizzatori e del buon costume sportivo.
Basti pensare che un atleta che utilizza questo metodo per gareggiare o semplicemente per fare qualche chilometro, danneggia non solo gli organizzatori ma in particolar modo chi ha pagato regolarmente un pettorale e magari si trova senza un ristoro oppure si trova a competere con atleti che non faranno mai classifica.
Questo pensiero sarà sicuramente uno dei punti da mettere a fuoco nel primo convegno dal titolo: regolamenti e norme delle corse su strada.
Il C.R: Lazio invita pertanto tutti gli atleti a non partecipare a gare di corsa su strada se non si è in possesso del regolare pettorale gara, al fine di evitare problemi ai comitati organizzatori, ai Giudici e a tutti gli atleti che si iscrivono regolarmente.
Confidando nella giusta correttezza sportiva invio saluti sportivi a tutti gli atleti del C.R. Lazio.
Fabio MARTELLI Presidente C.R. Lazio F.I.D.A.L. |
Post n°405 pubblicato il 20 Aprile 2015 da msgemanuelee
A Cerveteri il trionfo della disonestà e dell’improvvisazione
L’ultima edizione (2014) del triathlon su distanza sprint tenutosi a Cerveteri (RM) aveva lasciato dietro se strascichi polemici scaturiti da alcuni tempi “sospetti”, probabile conseguenza di “tagli” sui percorsi tanto nella frazione ciclistica quanto in quella podistica. Per la cronaca la vittoria in campo femminile è andata a Eva Wojcieszek Strojny (Tfitnesstriaevolution) davanti al duo Forhans Mignogna e Mele, mentre in campo maschile il più veloce è stato Fabrizio Venezia (Team Ladispoli Ciclismo) davanti a Marco Taloni (3 4 Fun) . fonte: http://www.triathlonmania.it/triathlon/a-cerveteri-il-trionfo-della-disonesta-e-dellimprovvisazione/
|
Post n°404 pubblicato il 20 Aprile 2015 da msgemanuelee
Con piacere pubblicchiamo l'articolo dell'amico psicologo: Matteo Simone
Psicologia e Sport: Resilienza: ricercare strategie creative di fronte alle difficoltà
La resilienza è la capacità di fronteggiare efficacemente gli eventi critici ed avversi sapendo riorganizzare positivamente la propria vita di fronte alle difficoltà, permette la ripresa dopo un evento traumatico, dopo un infortunio, dopo una sconfitta. In un’intervista a cura di Marisa Vicini fatta a Paolo Barbera emerge l’importanza dell’attività sportiva. A 17 anni esordisce nell’atletica leggera. Ha collezionato sei uscite internazionali - tra mondiali, europei e una Paralimpiade - che gli hanno portato due argenti e un oro. Ecco cosa ci racconta Paolo: “La mia indole positiva e ottimista mi ha consentito di superare il dolore sia psicologico sia fisico: il bruciore dell’occhio umano causticato è potente quanto quello di un forte mal di denti che non si attenua nemmeno con i farmaci e ogni trapianto, ogni operazione di chirurgia plastica sono stati molto dolorosi. Grazie a queste esperienze ho acquisito una grande capacità di resistenza e di pazienza.” Ed ancora l’importanza dello sport per andare avanti nella vita: “Lo sport mi ha anche dato molte gratificazioni personali: da un lato i risultati che ho ottenuto mi sono serviti da auto-incoraggiamento, dall’altro è aumentato il senso di stima e di apprezzamento che gli altri hanno avuto nei miei confronti. Ho avuto modo di viaggiare molto. È stata un’esperienza utile a fortificare il carattere.” Si definisce resilienza la capacità di resistere alle frustrazioni, agli stress, in generale alle difficoltà della vita. Fabrizio Macchi: “Non esiste una vera e propria ricetta per diventare campioni, ma esistono delle capacità che ognuno di noi possiede che concorrono per diventare campioni, bisogna trovarle. Ecco questo è il segreto: trovare dentro di noi la giusta strada, le giuste motivazioni per perseguire un obiettivo che ci porti ad essere campioni nella nostra vita. Nel mio caso la malattia ha avuto un ruolo fondamentale per trovare in me le motivazioni per riemergere e trovare la strada per costruirmi una seconda vita. Le doti sportive non te le regala nessuno. La mente poi fa la differenza. La mente la puoi allenare lavorando con tenacia e voglia di arrivare sempre più lontano, mettendosi in discussione per migliorare ogni nano secondo. Ex maratoneta, Salvo Campanella 40 anni, una moglie, due figli, è vivo per miracolo. Il 2 luglio del 2012 è precipitato da sette metri di altezza, nel cantiere dove lavorava. Racconta in un intervista riportata sulla rivista SuperAbile INAIL: «Cosa ho provato dopo l’incidente? Mi sono fatto una risata. Intanto sono rimasto vivo, e poi poteva andare peggio». Questa sua dichiarazione dimostra l’importanza della resilienza, infatti gli individui che dopo aver vissuto un evento negativo attivano un processo resiliente non rimangono “intrappolati” nel dolore ma risanano le ferite assumendosi il controllo della propria esistenza e riorganizzando la propria vita. Essere resilienti implica il percepire al tempo stesso il dolore e il coraggio, affrontando le difficoltà grazie alle proprie risorse personali, relazionali e contestuali. E il bilancio di questa esperienza di vita? «Il mio scopo principale non è diventare famoso, ma quello di fare da esempio. Per tirare fuori dalle prigioni domestiche altri ragazzi disabili dimostrando, con i fatti e non con le parole, che l’handicap sta solo nella tua testa e non nel tuo corpo. Come ha giustamente scritto mio nipote nella sua tesi di laurea: la disabilità è uno status mentale del normodotato». La persona resiliente possiede propensione a ricercare strategie creative di fronte alle difficoltà. La forza dell’uomo sta proprio li nel perseverare l’obiettivo fino in fondo. Le cose che rendono importanti la nostra vita sono amore, rispetto e dedizione, cosi si riesce ad essere orgogliosi di noi stessi realizzando i propri sogni”. Brunella, 46 anni, che nel 2006 ha subito l’amputazione della gamba sinistra racconta in un intervista riportata sulla rivista SuperAbile INAIL: Chiedevo non solo di poter camminare e guidare, ritrovando l’autonomia, ma anche di cavalcare nuovamente. Dal giorno in cui risale a cavallo, Brunella non si ferma più, inizia a partecipare a spettacoli equestri e a gare di monta western nella disciplina sportiva del reining (lavorare di redini), diventado nel 2010 campionessa regionale con i normodotati. Successivamente arriva sul gradino più alto del podio regionale nel dressage paralimpico, gara in cui cavallo e cavaliere compiono figure armoniose in uno spazio rettangolare. Vince l’argento Campionati italiani di para-dressage Anche la gamba destra è compromessa dalla malattia: «Non posso stare né troppo seduta, né troppo in piedi», aggiunge. Ogni tre mesi deve fare il day hospital, ma tutto questo non la blocca. Nel 2013 conosce Dario Naccari, tecnico della Nazionale di para-rowing, neonata sezione della Federazione italiana canottaggio presieduta da Giuseppe Abbagnale. L’Inail la sostiene nella messa a punto di una protesi particolare «per bilanciare la barca» e vince l’oro al Campionato italiano indoor con remo ergometro. «Una scommessa con me stessa. Bisogna essere prima campioni nella vita, poi sul campo. Il mio obiettivo è che un maggior numero di persone disabili possano accedere alle discipline sportive che amano. Perché anche quando c’è una disabilità – che ognuno deve gestirsi e non può far pesare ad altri – niente è perduto». Sergio Mazzei, Direttore dell’Istituto Gestalt e Body Work: “Evidentemente il senso della resilienza in buona sostanza equivale all’avere coraggio, all’insistere nel raggiungere il proprio scopo e dunque al non sottrarsi alla propria esperienza, qualunque essa sia, al non censurare o negare la propria verità, allo stare con il proprio dolore e impedimento, al tener duro anche se le circostanze sembrano insostenibili.” Bibliografia - La Rivista di Educazione Fisica, Scienze Motorie e Sport, Casa Editrice Spaggiari, Parma, Settembre 2013. - Moè A., Motivati si nasce o si diventa?, Laterza, Bari, 2011, 67. - Sielbert A., Il vantaggio della resilienza, come uscire più forti dalle difficoltà della vita. Edizioni AMRITA, Torino, 2008. - Simone M., Psicologia dello sport e non solo, Aracne editrice, Roma, 2011. - Psicologia dello sport e dell’esercizio fisico. Dal benessere alla prestazione ottimale, Sogno Edizioni, Genova, 2013. - O.R.A. Obiettivi, Risorse, Autoefficacia. Modello di intervento per raggiungere obiettivi nella vita e nello sport, Edizioni ARAS, Fano, 2013. - Sviluppare la Resilienza Per affrontare crisi, traumi,sconfitte nella vita e nello sport. MJM, Meda (MI), 2014. - SuperAbile INAIL, Il magazine per la disabilità, Roma, Agosto Settembre 2014, Numero 8-9.
|
Post n°403 pubblicato il 20 Aprile 2015 da paologen
|
Post n°402 pubblicato il 18 Aprile 2015 da msgemanuelee
Allenamenti settimana dal 20 al 26 aprile 2015
Lunedi 20 aprile: Riposo oppure a 45 minuti di scarico post gara Martedì 21 aprile: Corsa lenta 12 km e poi allunghi 10x100m Mercoledi 22 aprile: Ripetute medie 6x1km (3'53") rec. 2' minuti tra le serie di passo Giovedì 23 aprile:Riposo Venerdì 24 aprile: 3km risc 8km ritmo medio (4'20") 3km (5') Sabato 25 aprile: 45' corsa lenta (5'10") 20' stretching Domenica 26 aprile: 12km corsa a ritmo medio (4'25") |
Post n°401 pubblicato il 18 Aprile 2015 da msgemanuelee
STUDIO DI MASSOFISIOTERAPIA DEL DR. EMANUELE D'ANGIO'
Terapia manuale Ginnastica posturale kinesiotaping Massaggio sportivo Tecarterapia
Via Voghera 23, 00182, Roma - contatto: 339 38 89 708 mail: emanuele.dangio@yahoo.it
|
Post n°400 pubblicato il 18 Aprile 2015 da msgemanuelee
|
Post n°399 pubblicato il 16 Aprile 2015 da msgemanuelee
DECENNALE POLISPORTIVA E MINI MARATONA DOMENICA 10 MAGGIO 2015
|
Post n°398 pubblicato il 16 Aprile 2015 da msgemanuelee
INCONTRI DI CORSA
Da SABATO 9 MAGGIO 2015 riprendono gli "incontri di corsa" con i nostri istruttori Salvatore, Pietro e Giovanni dalle ore 9:00 alle ore 11:00 al PARCO DI VILLA DE SANCTIS: due ore dedicate alla teoria e alla pratica degli allenamenti per il running. Gli atleti della A.S.D. Villa De Sanctis sono pregati di indossare la divisa sociale. Gli incontri sono aperti a tutti. |
Post n°397 pubblicato il 16 Aprile 2015 da msgemanuelee
Alcune informazioni sui prossimi impegni per gli atleti dell'A.S.D. Villa De Sanctis: I pettorali si ritirano in segreteria sabato mattina dalle ore 11:00
|
INFO
MORRICONE: GABRIEL'S OBOE
BARRY TUCKWELL - HORN R. STRAUSS CONCERTO N. 1
I MIEI LINK PREFERITI
ASD VILLA DE SANCTIS
Invito rivolto ai nostri compagni di squadra: Se volete diventare anche voi membri dei Fettuccinari della AS Villadesanctis e così commentare le vostre gare o i vostri allenamenti nel blog, contattatemi per mail: p.gennarini@libero.it e vi abilito. Ciao a tutti
Inviato da: amandaclark82
il 30/12/2016 alle 16:21
Inviato da: dimariamonicaa
il 13/04/2016 alle 20:07
Inviato da: esternoluce
il 29/12/2015 alle 18:14
Inviato da: Lwiza
il 01/10/2015 alle 15:30
Inviato da: Jessy
il 01/10/2015 alle 15:30