i fornelli di gio'
Ricette tipiche della cucina italiana e marchigiana in particolare - mens beata in corpore beato
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PREMESSA
Questo blog ,vuole riscoprire i sapori antichi della mia terra, le Marche, ricercando ricette ormai quasi dimenticate legate alle festività e ai periodi dell'anno, sono graditi critiche e consigli e, perchè no?, anche le vostre ricette... sempre che incontrino il mio gusto ;-)... buon appetito.
Ricordate che, per avere ottimi risultati, bisogna utilizzare ingredienti di ottima qualità.
Tutte le ricette riguardano piatti che sono solito cucinare, quindi, se avete dei dubbi, o volete dei chiarimenti, consigli per i prodotti commerciali, la loro reperibilità, etc etc... non avete che da contattarmi sulla mia mail: rising_sun@hotmail.it
Vi consiglio di visionare il post avvertenze e suggerimenti, anche i più smaliziati potrebbero trovare notizie interessanti...
Troverete anche una parte dedicata ai proverbi.
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PASTA ALL'UOVO FATTA A MANO
POST PUBBLICATI
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La crescia ( detta anche pizza ) cui (con i) grascelli o grasselli ( in Emilia si chiamano ciccioli)
Questa è una ricetta gustosissima che evoca antichi ricordi, era la tipica “vettovaglia” che portavamo sui torrenti all'apertura della pesca alla trota (alba dell'ultima domenica di febbraio) insieme al fiasco di vino e a generose dosi di cordiale... le trote dopo i primi momenti (leggi bicchieri...) non avevano più nulla da temere...
É una crescia che trovate anche da acquistare negli alimentari o nei forni... ma proprio non “c'azzecca” nulla con questa ricetta.
Ingredienti:
0,5 kg di farina tipo 0.
0,5 lt di acqua.
25 gr di lievito di birra.
2 salsicce fresche di puro suino.
250 gr di grascelli.
30 gr di lardo macinato.
Un cucchiaino colmo di sale.
I grascelli
I grascelli sono un sottoprodotto della lavorazione della sugna (grasso non fibroso posto nel ventre del maiale) dalla quale si ottiene lo strutto (per sapere come si fanno i grasselli).
Preparazione:
in una ciotola sciogliete il lievito nell'acqua calda ( ma non troppo, 40-45°C).
Mettete la farina in una terrina ben capace, unite l'acqua e il lievito, amalgamate bene il tutto e copritela con una coperta (plaid o qualcosa del genere) in modo che lieviti senza raffreddarsi.
Dopo 1-1,5 ore vedrete che la pasta è aumentata di volume (è lievitata), quindi mettetela sull'asse e lavoratela in modo che diventi elastica, sbriciolate la salsiccia e impastatela insieme al lardo, ai grascelli e al sale.
Lavorate bene la pasta in modo che il tutto si amalgami bene, stendetela con le mani per ottenere uno spessore di circa 1,5-2 cm posatela sulla teglia ove avrete messo in precedenza della carta da forno e fate lievitare in luogo caldo (io, in genere, la metto sopra il fornelli con sotto il forno che si si sta riscaldando (termostato a 200°C).
Quando la pasta sarà lievitata (30-60 min, il tempo dipende dalla temperatura ambiente), mettetela in forno (che ovviamente sarà arrivato in temperatura) per circa 30 min.
Si può usare come pane e imbottirla con della mortadella o, meglio ancora, con della buona coppa (di testa), che non deve essere quella magrissima e rossa, ma con parecchia cotica e "grigia").
Nota bene: non vi venisse in mente di non mettere quel pochino di lardo macinato, è quello che rende la crescia morbida e la fa mantenere per più giorni senza rinsecchirsi.
ante cottura cotta
PROVENIENZA GENTILI OSPITI
PROVERBIO 1
Fa'l pà n'puretto ié se slama l'forno.
traduzione letterale in italiano: quando fa il pane un povero (poveretto) gli si slama (frana) il forno.
Per capire il proverbio, bisogna andare indietro nel tempo quando il pane si faceva in casa e lo si portava a cuocere dal fornaio: i poveri avevano ben poche occasioni di farlo.
Significato traslato: è un proverbio un po' verghiano... per una volta che cerchi di alzare la testa, il mondo ti cade addosso.
PROVERBIO 2
Sta cui (con i) frati e zappa l'orto.
Per spiegare questo proverbio bisogna risalire al... medio evo, periodo storico in cui i latitanti erano ben felici di prestare la loro opera nei conventi (zona franca), al posto di essere incarcerati o peggio.
Significato traslato: c'è chi si adatta a tutto per il proprio tornaconto.
PROVERBIO 3
chi cia'l pà, n'cià i denti
traduzione letterale: chi ha il pane non ha i denti.
Significato traslato: molte volte chi ha una qualsivoglia fortuna non sa approfittarne.
PROVERBIO 4
chi sparte n'capa.
Traduzione letterale: chi fa le parti non sceglie.
Il significato è palese e si applica un po' a tutto, dalla divisione di una bistecca a quella di un terreno.
PROVERBIO 5
Fa cume i ceghi de Lureto... (ié ce vole n'soldo pe'ncumincià e du pe lassà n'dà)
Traduzione letterale: fa come i ciechi di Loreto... (gli ci vuole un soldo per cominciare e due per lasciar andare -smettere-)
É un proverbio che proviene da tempi lontani, quando il Santuario di Loreto era attorniato di ciechi (veri, ma, più probabilmente, fasulli) dediti all'accattonaggio che, per un soldo, si mettevano a cantare poi, una volta cominciato, non se la finivano più e bisognava dar loro il doppio per farli smettere.
Il significato traslato è più che ovvio... molte volte per far fare qualche cosa a qualcuno bisogna spingerlo... ma quando ha incominciato non si ferma più; basta vedere quello che succede a chi si avvicina sospettoso al pc... non se ne stacca più..
PROVERBIO 6
Quesso e gnente iè dà parente.
Traduzione letterale: questo e niente gli è parente (sono parenti).
il significato può essere esteso a parecchie situazioni, tanto per rimanere in tema... culinario... è l'esclamazione davanti a una porzione di cibo... misera
Inviato da: old_eagle
il 26/09/2012 alle 17:52
Inviato da: mauri
il 26/09/2012 alle 16:50
Inviato da: alba.chiara65
il 29/07/2012 alle 09:19
Inviato da: alba.chiara65
il 10/07/2012 alle 14:06
Inviato da: old_eagle
il 05/07/2012 alle 18:08