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Gli americani riscrivono la storia della Doria

Post n°111 pubblicato il 26 Luglio 2006 da fregonaboys

Secondo la tv Pbs la responsabilità del naufragio del 1956 non fu del comandante Piero Calamai ma del cargo svedese Stockholm NEW YORK -

Cinquanta anni dopo i fatti l'autorevole televisione americana Pbs riscrive la storia dell'Andrea Doria, l'ammiraglia della flotta italiana affondata nel 1956 a New York. Il comandante Piero Calamai era innocente.

La responsabilità di quell'incidente, con la morte di 47 passeggeri, la distruzione della più avanzata nave da crociera dell'epoca oltre che la fine della carriera di uno dei migliori uomini della flotta mercantile italiana, va addossata infatti, al cargo svedese Stockholm ed al suo inesperto terzo comandante, Carstens-Johannens. Questi, ancora vivo, continua a negare e ad addossare la colpa agli italiani.
In un documentario che verrà messo in onda il 26 luglio, all'indomani dell'anniveresario, la Pbs stabilisce che fu invece l'incapacità di Carstens di leggere correttamente il radar a provocare la tragedia.
A questo vanno aggiunti una serie di errori di minore entità (anche da parte della Doria) che, singolarmente, non avrebbero certo portato allo speronamento, ma che sommati alle imperizie svedesi hanno provocato l'ultima epica sciagura del mare. «Sulla base delle informazioni reperibili», afferma la televisione americana, «sembra chiaro che l'unica spiegazione per il disastro è che Carstens-Johannsen lesse male il radar e pensò di averlo programmato su una scala di 15 miglia mentre era in realtà di cinque». Di qui la manovra errata, basata sull'assunto che la nave italiana sia molto più lontana della realtà. Intanto Calamai, dopo aver avvistato il cargo sul suo radar, decide di girare alla larga virando a sinistra.

Ma anche lo Stockholm vira nella stessa direzione, e quando Calamai decide una manovra nella stessa direzione nella speranza di evitare l'impatto all'ultimo momento non fa che esporre all'urto della rompighiaccio il fianco dell'Andrea Doria. LA STORIA - Le polemiche sull'incidente iniziarono immediatamene dopo, nonostante l'accordo extragiudiziale tra le assicurazioni delle compagnie marittime coinvolte. A rinfocolarle il primo dei libri dedicati alla tragedia: «Collosion Course», di Melvin Moscow, tutto a favore della parte svedese. La ricostruzione della Pbs si basa sull'archivio di un ingegnere navale, John Carrothers, che per anni si è dedicato alla questione prima di morire nel 1991.
Le sue carte (centinaia di migliaia di pagine che includono le perizie dei processi e i reconti delle autopsie delle vittime) sono state studiate prima da un professore di scienza nautica dell'Us Merchant Marine Academy, Robert Meurn, poi da un ricercatore dello stesso istituto, David Bright. Proprio Bright, nel documentario che andrà in onda il 26 luglio, spiega: «tra le due navi era l'Andrea Doria quella che si trovava sulla giusta rotta». Inoltre «il terzo comandante svedese pensava di essere su delle frequenze radar diverse da quelle effettive, e se si considera questa elemento tutti gli altri vanno a incastrarsi perfettamente».
Si trattava, poi, di un «errore facile da commettere, specialmente per un giovane inesperto, perchè le scale del radar non erano iluminate, all'epoca». Bright salva anche i progettisti della motonave italiana, criticati perchè l'Andrea Doria era stata presentata come inaffondabile ed invece finì a picco. «Quello che rende l'Andrea Doria un gioielllo è proprio che è riuscita a stare a galla 11 ore con quello squarcio nella fiancata».

fonte: www.corriere.it

 
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