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Cannavaro vince il Pallone d'Oro

Post n°141 pubblicato il 17 Novembre 2006 da fregonaboys

immagineSarà premiato il 27 novembre. Battuto Buffon. A Madrid è stato smascherato il fotografo che stava preparando il servizio
Ve lo ricordate il faccione da scugnizzo di Fabio Cannavaro, il nostro capitano, mentre nella notte infinita e dolcissima di Berlino sollevava al cielo la Coppa del mondo? Una scena simile si ripeterà la sera del 27 novembre, negli studi di Tf1, il primo canale francese, quando il direttore di France Football gli consegnerà il Pallone d’oro 2006. Ora è ufficiale. Lo ha vinto un italiano, lo ha vinto Cannavaro, allo sprint su Gigi Buffon. Sono stati gli spagnoli, segugi formidabili, a rovinare la festa ai francesi, che volevano tenere nascosta il più possibile la notizia. Invece a Madrid è stato smascherato il fotografo che stava preparando il servizio pronto a uscire sul numero del 28 novembre diFrance Football.
Così adesso non è più un segreto. Cannavaro è il quarto italiano dopo Gianni Rivera, Paolo Rossi e Roberto Baggio ed è il terzo difensore nella storia del premio, il secondo da quando sono stati ammessi gli extracomunitari che giocano in Europa. Prima di lui lo hanno vinto Franz Beckenbauer, due volte (’72 e ’76) e Matthias Sammer nel ’96.
Dieci anni dopo, Parigi incoronerà questo italiano che ha collezionato centocinque presenze in nazionale e non ha nessuna intenzione di mollare la maglia azzurra. Nel momento in cui Totti e Nesta fanno un passo indietro, ci consola l’amore di Cannavaro per i colori azzurri. Lui, insieme con Buffon, Gattuso, Zambrotta e tutti gli altri, ha portato l’Italia sul tetto del mondo, l’ha aiutata a superare l’emergenza di Calciopoli e a restituire a tutti noi un briciolo di fiducia nel pallone.

Ma il favore, in qualche modo, gli è stato ricambiato. Perché l’impressione è che sia stato scelto Cannavaro come simbolo di una squadra che non ha mollato un istante ed è arrivata in fondo perché aveva qualcosa più degli altri: l’anima. In Germania non eravamo i più forti, ma i più coraggiosi, tenaci, determinati. Per Cannavaro è un momento d’oro. Era andato alla Juventus perché all’Inter non avvertiva fiducia. È andato alla Juventus perché in carriera non aveva mai vinto lo scudetto. Ed è ancora a zero, i due conquistati a Torino sono stati cancellati dalla giustizia sportiva. Fabio li sente suoi e lo ripete in continuazione, ma sa che nella pratica non è così.
Forse anche per questo ha scelto Madrid; forse anche per questo motivo non ha accettato, come Del Piero e Nedved, di scendere in serie B. Niente scudetti, per ora, ma un Pallone d’oro. A Bergamo, nel dopo partita, si schermiva con chi lo tampinava cercando di strappargli una frase sull’argomento. E ieri, per fronteggiare l’assalto dei cronisti di mezza Europa, ha staccato in fretta i cellulari e affidato il suo pensiero al sito ufficiale del Real Madrid: «Vincere sarebbe emozionante. Un sogno che diventa realtà».
L’annuncio ufficiale arriverà il 27 novembre, il giorno stesso della premiazione. A Parigi, in casa del nemico, lo accompagnerà il suo presidente, Ramon Calderon, ma è come se ci fossero i compagni di quella impagabile avventura e chi l’Italia l’ha seguita palpitando dal primo all’ultimo giorno del Mondiale tedesco.
Buffon è destinato al secondo posto. La maledizione dei portieri. Uno solo ha vinto il Pallone d’oro: Jashin nel 1963. Thierry Henry, il più pericoloso non solo sul prato dell’Olympiastadion di Berlino, dovrebbe essere arrivato terzo. Ma in queste sfide conta vincere. Ha vinto Cannavaro. Lui dopo Ronaldo, Nedved, Shevchenko e Ronaldinho. Roba da sballo. Ma sarà proprio vero?
Alessandro Bocci - www.corriere.it

 
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