(scivolando) vers.3b
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Mille e un risveglio
e unghie sulle pietre rimaste
fra sangue e pelle intorno,
qui sullo stretto bordo
del burrone infinito tutt'intorno.
Serrati, stretti
scricchiolanti denti
crepe nel tuo muro di frammenti.
Solo del silenzio
non si può fare a meno.
Di tutto il resto occorre
l'abitudine a far senza.
I resti
d'anime bruciate lì in prigione,
di sogni murati dentro celle
di fetido, di putrido marcire.
Avanti allora
riempiti di niente,
e nutriti di nulla
per rimanere in piedi,
per una buona impressione
pupazzo giocattolo del mondo.
Cos'è la libertà,
tu mai l'hai conosciuta?
Ma sì, ce l'hai,
lo dicon tutti, no?
Dev'esser CERTO vero.
Ma sei troppo qualcosa,
o troppo intensa o dura,
o troppo sera o
intransigente sulla tua morale,
non negoziabile,
e quindi per voi
son sporca e impura.
Prigionieri in gabbie placcate,
vediamo luccicare le ricchezze
che non son nostre,
ma che dicon che apprezzan
il nostro rotolarci nel veleno
per divertire ed arricchiere loro.
Il boccone che paghi col tuo sangue
è cosparso di trappole e veleni,
ed i tuoi divertimenti, di mortali droghe.
E occhio a toccare i confini della gabbia,
noi non possiam vedere il vero cielo
o l'alto cosmo, ci è vietato!
E il sole che ci brucia è nucleare
la luna che ci illumina ha la spina.
Il vento che ci sfiora è generato
dalle grandi pale,
che voi avete creato.
Ma il vostro mondo finto ha tante crepe,
sapere e conoscenze distruttive
nascoste in giro, e lì disperse,
per allargare i fori del confine.
Son però anche esche, per cacciar via
quelli che già vorrebbero uscir fuori, soli.
Trovandovi le esche avvelenate.
Lotte di cadaveri sul campo
in battaglie per libertà di carta
e carburanti di cose ormai morte,
pezzi di pietra e terra ed un cannone,
una bomba ed una fossa per bandiere.
Lotte fra disastri nella mente,
quante vite bruciate fino all'osso
e quanta gente, lì ferma a guardar
senza far niente.
Senza dir verbo, senza far parola
perché questo non l'han detto alla scuola
dove ti dicon come vivere e pensare,
e cosa vedere, udire e dire
di ciò che han visto e udito per davvero.
Mentre gli automi della mente costruita
brutali schiacciavan, reprimendo
menti e ribelli corpi di protesta
tu ti facevi dire cosa è vero
da uno schermo o da una carta di giornale.
Tutto diviene un'isola e si stringe,
un livido cammino nella nebbia
e intorno è scuro,
e il nulla stringe la tua mano vuota.
Ora hai persino nostalgia
dei deboli obiettivi del passato illuso,
che sembravano parer contar qualcosa, un tempo
e nonostante fossero forzosi, quasi imposti
davano un finto senso d'uso
ai tuoi vani e solitari sforzi
sotto le urla d'altri
e sotto i loro comandi.
E ora che quel tutto hai rifiutato,
la caccia senza scampo a te è iniziata.
Ora che quel marcio hai rigettato
vomitando sangue, solitaria,
abbandonata per il tuo negare
d'appartener alla specie degli schiavi,
ti tocca, ora, gemere e crepare.
Ma non l'avranno vinta,
anche con la tua fine.
Anche il tuo final passo,
anche l'ultimo fiato, il tuo
sarà pur questo un colpo
per l'ultimo crollare del confine.
Aggrappata ad un burrone,
in mezzo al niente
senza vedere nulla
né davanti o intorno,
e col passato che slitta verso il niente,
stai scivolando
stai perdendo la presa
ma tu ringhi e snudi i denti ancora
perché lo sai, mai ci sarà una resa.
Inviato da: Blackbloods_Spawn
il 10/03/2015 alle 03:35
Inviato da: nino.monamour
il 06/03/2015 alle 22:51
Inviato da: Blackbloods_Spawn
il 16/07/2014 alle 07:22
Inviato da: Blackbloods_Spawn
il 16/07/2014 alle 07:22
Inviato da: viacon.me
il 15/06/2014 alle 12:57