Creato da iogiocondamisteriosa il 26/09/2007

GIOCONDAMISTERY

la magia e il mistero dell'Anima e di ciò che ci circonda, pezzi di scrittura di altri viandanti che formano il sapere sconosciuto............LASCIO A VOI IL COMPITO DI ANDARE A CERCAE GLI AUTORI, AFFINCHE' ATTRAVERSO LA CURIOSITA' POSSIATE AMPLIARE IL VOSTO SAPERE. AGLI AUTORI CHIEDO VENIA SE NON RIPORTO I LORO SITI....SAREBBE FACILE PER CHI NON SA...FERMARSI AD UN SOLO CONTATTO, PERCIO'......DIVERTIAMOCI AD APPRENDERE, A CERCARE, A RICORDAE...CHI SIAMO E COSA DOBBIAMO FARE!!

 

 

« Giordano Bruno e la plur...Messaggio #60 »

VENEZIA.....LEGGENDE VERE...

Post n°58 pubblicato il 25 Marzo 2008 da iogiocondamisteriosa

Venezia per me, ancor prima di
visitarla da ragazzina, è sempre stata una città magica, intrigante,
misteriosa come le sue maschere e affascinante come i suoi palazzi e la sua
storia. Sicuramente unica, è una città che si presta come nessun’altra a storie
e leggende. Leggendo qua e là e parlando di fantasmi con i miei “connazionali”
inglesi (appassionati del genere tanto da farci intere trasmissioni televisive
sulla ricerca di questi ultimi nei vari castelli sparsi per le campagne), mi
sono imbattuta nella leggenda  di un fantasma veneziano un po’
particolare. Nella zona di Campo san Barnaba (
placemark di Google Earth), San_Barnaba.jpga poche decine di metri di
distanza si incontra calle delle Turchette (
placemark di Google Earth) che finisce sull’omonimo ponte. Il
nome  risale al 1428 quando delle prigioniere ottomane furono ospitate da
queste parti allo scopo di convertirle alla religione cristiana. Non era
raro, infatti, a quei tempi che molti Turchi ospiti della Serenissima si convertissero al
cristianesimo per convenienza. Anni dopo, in seguito alla famosa battaglia
di Lepanto vinta dal Doge Sebastiano Venier sui Turchi (1571), fra il bottino
di guerra conquistato dai Veneziani figurava un intero harem di cento
fanciulle. La maggioranza di queste ragazze si convertirono e in seguito
sposarono con dei Veneziani, taluni anche facoltosi. E’ in questo contesto che
si colloca la leggenda che sto per raccontarvi …
Tra le cento splendide fanciulle
giunte a Venezia quell’anno, una spiccava per bellezza ed intelligenza. Con i
suoi  capelli neri come l’ebano, sempre raccolti in una lunghissima
treccia, gli occhi scuri e profondi e la mente vivace, Selima aveva conquistato
molti cuori e si era garantita qualche vantaggio sulle altre. Essendo la più
giovane, riuscì a guadagnare un po’ di tempo prima di dover fare la propria
scelta e, nell’attesa, prese servizio in una delle case destinate ai turchi in
via di conversione; qui la ragazza conobbe il giovane mercante arabo Osman, il
quale non solo era bello, ma anche notevolmente ricco. I due ben presto si
innamorarono e Selima, felicissima di non doversi sposare per convenienza,
giurò  fedeltà al promesso sposo. L’unica condizione per le nozze era che
rimanessero a Venezia, cittadini-ospiti della Serenissima. Dal momento
che  tutta la famiglia del giovane era rimasta nello stato di origine, egli
chiese un permesso straordinario per poter comunicare personalmente le proprie
decisioni alla famiglia e, ottenuto il consenso, partì alla volta dell’Impero
Ottomano. Il viaggio tuttavia non andò come previsto e Selima passava invano le
sue giornate aspettando notizie del suo amato. Il tempo trascorreva inesorabile
e la fanciulla cominciava ormai a dubitare del ritorno di Osman nonostante si
ripetesse continuamente che il viaggio era lungo; ad un certo punto le si
affacciò il dubbio che l’avesse dimenticata ed infine, col perdurare del
silenzio, i suoi timori finirono per diventare certezze. Il giovane non tornò.
Essendo molto bella, a Selima non mancavano certo i corteggiatori, soprattutto
tra i giovani  Veneziani.
La giovane cercò nonostante tutto
di prendere tempo, sperando ancora segretamente nel ritorno del suo amore ma
alla fine, non volendo trascorrere la vita da sola, accettò la proposta di
matrimonio del figlio di un mercante veneziano della zona di San Barnaba e di
lì a poco si sposò. Erano trascorse solo poche settimane dalle nozze
quando Osman ritornò a Venezia. Alloggiò nella sua vecchia casa e corse in
cerca della sua fidanzata ma venne presto informato delle sue nozze col giovane
Veneziano. Il Turco non parlò con nessuno della sua delusione e della 
rabbia che provava e mandò a dire a Selima che avrebbe voluto rivederla
un’ultima volta. La ragazza all’inizio rifiutò l’invito, ma di fronte al suo
insistere cedette alla voglia di incontrarlo … in fondo Osman era rimasto
l’unico grande amore della sua vita. Si recò all’appuntamento con un bellissimo
abito chiaro, uscì di nascosto dalla casa dello sposo ma da quel momento in poi
nessuno ne ebbe più notizia. Tutti la cercarono in ogni casa, in ogni
calle e in ogni campiello della città ma Selima sembrava svanita nel nulla
assieme al bel mercante arabo. Il marito e i conoscenti, amareggiati e delusi,
pensarono che fossero fuggiti assieme. Invece la realtà era ben diversa …
l’uomo non sa perché si innamora; viene travolto da questo potente sentimento e
basta. A volte diventa ridicolo, a volte confuso, certe volte addirittura
pericoloso. Deve essere quello che accadde al giovane Arabo quando rivide
la ragazza del suo cuore. All’incontro Osman non riuscì ad accettare
l’idea di averla persa per sempre e, preso dalla rabbia e dalla gelosia, la
uccise. Non solo! Le tagliò la testa e la custodì in uno scrigno di legno
pregiato per potarla tenere per sempre con sé anche dopo aver lasciato di
nascosto la Laguna quella stessa notte.
Questa triste storia era stata
quasi dimenticata quando, diversi anni dopo, nella cantina della casa di
accoglienza per i convertiti ottomani, fu rinvenuto un cofanetto e ,all’interno,
la testa di una donna con una lunga treccia nera. Iniziarono subito le
ricerche  e da uno scavo nel pavimento emerse lo scheletro di una donna
con l’abito di Selima. Immediatamente fu chiaro che i due giovani arabi non
erano fuggiti insieme, ma che Osman, in preda alla gelosia, aveva ucciso la
ragazza.  Lo spirito dell’uccisa aveva però preso a perseguitarlo dovunque
lui andasse tanto che Osman, esasperato e impaurito, decise di riportare la
testa al suo posto. Tornò di nascosto a Venezia e ripose il cofanetto nella
cantina della casa di accoglienza dove aveva sepolto il corpo tanti anni prima.
Di lui non si ebbero più notizie per decenni ma una notte un barcaiolo, nelle
vicinanze di calle delle Turchette, vide nell’ombra, avvolto da un ampio
mantello, un uomo che gli faceva segno di avvicinarsi: quando il barcaiolo gli
fu davanti, il fantasma del turco si scostò il mantello e mostrò sotto braccio
la testa di una donna dalla lunga treccia nera. Prima che il poveretto potesse
riprendersi dallo spavento, Osman era già sparito.
Che dire, verità o leggenda ? Non
lo so ma se passate in una notte fredda e buia per Campo San Barnaba diretti
verso Calle delle Turchette, affrettate il passo su per il ponticello e se
qualcuno vi chiama, tirate diritto….

 
 
 
Vai alla Home Page del blog

FACEBOOK

 
 
 

AREA PERSONALE

 
 
 

TAG

 

ARCHIVIO MESSAGGI

 
 << Aprile 2024 >> 
 
LuMaMeGiVeSaDo
 
1 2 3 4 5 6 7
8 9 10 11 12 13 14
15 16 17 18 19 20 21
22 23 24 25 26 27 28
29 30          
 
 

ULTIME VISITE AL BLOG

ssassaroantisalefatamariegguargua2008scalino0vincentedgl14maini_robertoCarmine_Superioreleopardo30giuliocrugliano32hanna.sinkotoffanin.chiaracristina_cardellisiriox20lambrespa
 
Citazioni nei Blog Amici: 14
 

CERCA IN QUESTO BLOG

  Trova
 

 

ULTIMI COMMENTI

CHI PUÒ SCRIVERE SUL BLOG

Tutti gli utenti registrati possono pubblicare messaggi e commenti in questo Blog.
 
RSS (Really simple syndication) Feed Atom
 
 
 

© Italiaonline S.p.A. 2024Direzione e coordinamento di Libero Acquisition S.á r.l.P. IVA 03970540963