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Nella seconda Repubblica tutti vonno esse presidentiCol quattordici de dicembre vonno fà 'na gran rivoluzione, pè volere de quarcheduno che credennose er Padreterno, ha inteso dà 'n'antra svorta alla nostra Costituzione, puntando sulla sfiducia che se poteva dà ar Governo.
Inzomma, tutti l'itajani cercaveno bene o male de capì, stà crisi politica che da più de un anno ce stà a tormentà si etiamDio, se sarebbe spenta come un cerino propio lì, ner Parlamento, indove la democrazzia se deve cimentà.
Ma troppe le strateggie e li marchingegni de 'sto pre voto che tanti padroni der vapore cianno ben vorzuto spiattellà, pè impapocchiacce, sarvognuno, quello ch'è già noto? 'stò busillise, puro Brighella ce lo potrebbe ariccontà.
Si putacaso, ner Legislativo c'è stato del mercimonio, Non er governo, se doveva sfiducià, ma er Parlamento si nun volemo che se trasformi nella casa der demonio e che la nostra democrazia esali in un urtimo lamento.
Annisconnenno stì fatti, volessero cojonà er Quirinale? Eh!, la fiducia l''hanno imbertata e si c'è un boicottaggio, quarsiasi tentativo de cambià er governo più non vale, perchè a la peggio s'ha d'annà a votà tutti ner seggio.
Un sillogismo pè prenne decisioni che sò presidenziali, ma questo ar cittadino benpenzante, nun je pare bello che Napolitano nun se debba consurtà p'evità li mali. Deciderà Lui che è il Presidente e non un re Travicello locurtogiovanni |
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