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« QUALCOSA SVENTOLA LONTANOIL SENSO DEL PUDORE »

BUONGIORNO PRESIDENTE

Post n°7 pubblicato il 22 Maggio 2009 da cram1977

 

Buongiorno presidente

 

 

La situazione per la compagnia aerea di bandiera stava diventando critica. Il tricolore non avrebbe più contrassegnato gli aerei e il fallimento era vicino. I sindacati dei piloti e degli assistenti di volo, protestavano vivacemente, ma nessuno sapeva ancora l’esito della vicenda. Ogni giorno, una notizia nuova, ma il governo aveva l’asso nella manica. Una cordata, una bella cordata tra imprenditori, pensò Emma, mentre si trovava tra una fila e l’altra di posti come ogni giorno. Viaggiava da anni, lo stipendio, in fondo, non era male, ma sotto i piedi per quasi tutta la settimana, c’era un vuoto di molte centinaia di metri. A casa suo figlio l’attendeva, aveva cinque anni, sperava di poter stare con lui tutto il giorno quella domenica, salvo imprevisti. Imprevisti.

Tutti dovranno assumersi le proprie responsabilità, proprio tutti, non possiamo esser solo noi a rimetterci. In fondo è anche una questione di dignità.

  • buongiorno presidente - disse l’amministratore delegato della compagnia.

  • oh, che sorpresa! Pensavo giusto a te - rispose il presidente del consiglio. - Sai una cosa? Credo che i vari imprenditori siano d’accordo, in fondo non potevano mica rifiutare la nostra offerta, sarebbero degli stolti

  • no certo - rispose l’amministratore delegato – però mi preoccupano i sindacati, pensi che riusciranno ad accettare le nostre condizioni? –

  • il presidente del consiglio rise – ma credi forse se quattro zucconi possano rovinare tutto? Accetteranno una decurtazione di stipendio e taceranno, fidati.

  • Mmh, va bene, e la compagnia d’oltralpe?

  • Diciamo che gli accordi anche con loro verranno rispettati, un buon pacchetto coi fiocchi attende anche loro, non resteranno delusi.

  • Tutti contenti no? Certo CARO AMICO…

Emma atterrava alle 18,30. Guardava la gente che scendeva, prendeva i bagagli, parlava, rideva, si accalcava verso l’uscita. Ognuno con la propria storia e le proprie vicissitudini, e col proprio lavoro. Avrebbero rimesso i piedi per terra e si sarebbero diretti chissà dove. Lei no, lei era pronta per un altro viaggio. Lontano. No, non potevano trattarli così, i dirigenti e gli amministratori avrebbero accettato le loro condizioni, avrebbero capito che le loro rinunce servivano a qualcosa, in fondo E, se delle istituzioni come il Governo sono intervenute, sarà solo per il nostro interesse, o no?

Proprio il giorno dopo, due deputati, proposero un emendamento alla legge finanziaria in cui si chiedeva l’eliminazione di ogni respondabilitò per gli amministratori che col loro operato avessero prodotto il dissesto dei conti delle grandi aziende in crisi. Quando uscirono dall’aula, furono avvicinati da alcuni giornalisti.

  • perché questo emendamento? Fu la domanda.

  • Perché lo chiedete a noi? Noi siamo solo degli esecutori di un ordine superiore ISTITUZIONALE..

 
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