« FEDELTA'FARE FINTA »

STATO ATTORE

Post n°804 pubblicato il 20 Luglio 2014 da giusedoria0

Lo Stato è un primo attore sul palcoscenico dell’economia. Dovrebbe esserlo a pieno titolo per la dimensione dei suoi interventi; in tutti i Paesi (anche in quelli in cui la spesa pubblica ha un peso minore) non ha eguali in nessun altro singolo attore. Dovrebbe esserlo per la insostituibilità della sua azione: senza di esso non funzionerebbe il mercato e molti beni che la comunità desidera non verrebbero prodotti. Dovrebbe esserlo per l’influenza della sua azione sul ritmo, inteso come qualità e quantità, della crescita dell’economia. Lo Stato dovrebbe essere perciò un protagonista insostituibile della vita economica, in quanto ben piantato in mezzo alla scena, ma non dovrebbe strafare, non dovrebbe superare i limiti oltre i quali la sua presenza diventa ingombrante ed intralcia il funzionamento dell’economia, anziché facilitarlo. Quando le regole però diventano moltissime e si occupano dei minimi aspetti della vita economica, si riducono le libertà di scelta degli operatori così come, quando queste regole sono applicate in modo contraddittorio, a seconda di chi le applica, riducono la certezza degli operatori. C’è  troppo Stato quando le sue funzioni vengono estese e portano alla lievitazione della spesa pubblica in rapporto al totale del reddito dell’intero sistema economico con due conseguenze negative. La prima è che una grande fetta delle risorse finisce per essere intermediata dallo Stato; ciò vuol dire che una grande parte della domanda e dell’offerta dipendono dalle decisioni prese dallo Stato, anziché dai singoli cittadini. La seconda conseguenza è che per pagare queste spese lo Stato deve mettere tasse ed imposte elevate. Già di per sé un livello alto delle tasse rappresenta un robusto disincentivo all’attività economica. Inoltre, quando lo Stato deve raccogliere un grande gettito è obbligato a introdurre molte imposte, anche quelle più ingombranti e discorsive; fa fatica allora ad adoperare il cesello e deve intervenire con l’ascia. Il passato non si può cambiare. Bisogna, per vedere che cosa conviene fare, muovere un passo avanti o uno indietro, calcolare i vantaggi e gli svantaggi ed agire di conseguenza, per non pensare che “ l’età dei cavalieri è finita” e che è arrivata l’età dei sofisti, degli economisti, dei calcolatori… E la gloria dell’Europa è estinta per sempre”. 

Condividi e segnala Condividi e segnala - permalink - Segnala abuso
 
La URL per il Trackback di questo messaggio è:
https://blog.libero.it/GIUSDO/trackback.php?msg=12896323

I blog che hanno inviato un Trackback a questo messaggio:
 
Nessun Trackback
 
Commenti al Post:
Nessun Commento
 
 
 
 

Tag

 

Archivio messaggi

 
 << Maggio 2024 >> 
 
LuMaMeGiVeSaDo
 
    1 2 3 4 5
6 7 8 9 10 11 12
13 14 15 16 17 18 19
20 21 22 23 24 25 26
27 28 29 30 31    
 
 

Cerca in questo Blog

  Trova
 

FACEBOOK

 
 

I miei Blog Amici

Citazioni nei Blog Amici: 1
 

Ultime visite al Blog

vesevo3karma580giuseppedoria2010and.poddajaneaire.misciagnaemacecmichelafornaciariadriana.crocelucia.dacida.acidogiusedoria0YOSURRcasalauracilento
 

Chi può scrivere sul blog

Solo l'autore può pubblicare messaggi in questo Blog e tutti gli utenti registrati possono pubblicare commenti.
 
RSS (Really simple syndication) Feed Atom
 
 
 
 

© Italiaonline S.p.A. 2024Direzione e coordinamento di Libero Acquisition S.á r.l.P. IVA 03970540963