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LASCIATA AL CUORE
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QUANDO LA VITA
DIVENTA NOTTE

 

SAMAR



SAMAR
Sono sola a guardare,
a guardare il sole
passare nella mia vita
sbagliata, di bambina comprata, venduta.
Mio padre Abdul per il proprio onore
ha venduto il suo fiore,
fiore di gioventù morto di schiavitù.

Abdul tu che mastichi qat,
per quel vizio elegante hai venduto Samar.
Abdul hai saldato il tuo conto e lo sposo è contento,
ma di me che sarà.
Samar, dietro al chador. Samar, dietro al chador.

Vorrei solo volare,
inseguire la luna,
fuggire un sovrano
che sporca nasconde la ruvida mano.
Penso che un uomo
ha peccato con Dio
per piacere a sé stesso
per far prevalere un unico sesso.

Abdul tu che sei il padre mio,
compri ancora il tuo qat, e non pensi a Samar.
Abdul tu che ossequi la legge, rispetti l'amico,
ma di me che sarà
Samar, dietro al chador. Samar, dietro al chador

Samar nome di donna,
in silenzio ho voglia
però devo rispetto
e cedo il mio corpo al mio turno nel letto.
L'uomo chiede ed ottiene
e placa i suoi ardori,
l'uomo delle mie pene,
mentre ascolto soltanto sfregar le catene.

Abdul tra i chador dentro al suk,
hai incontrato due occhi, era forse Samar.
Abdul hai voltato lo sguardo sopra un bel jembiah,
lei non era Samar.
Samar, dietro al chador. Samar, dietro al chador

 

 

FIGLI SPECIALI




Figli speciali

La voglia eterna urlata in quel pianto,
gli occhi che brillano dentro l'incanto,
per quella vita che ha avuto il suo tempo
di essere viva anche per un momento.

L'odore del figlio che abbracci piano,
dentro ti sale un orgoglio strano,
il bene profondo è il tuo uragano
e mentre lui cresce lo tieni per mano.

Perché tutti i figli sono speciali,
ma alcuni sono eccezionali.
Dice qualcuno che non sono uguali,
ma vivono amori, amori normali.

L'hai visto perduto nelle pupille,
il buio nel cuore e una rabbia ribelle.
Vedere quel cielo ormai senza stelle,
sentire la vita traversare la pelle.

E non è vero che tutto è finito,
anzi al contrario tutto è cominciato,
tutto è più vero é più definito
ed ogni giorno è un bersaglio centrato.

Perché tutti i figli sono speciali,
ma alcuni sono eccezionali.
Dice qualcuno che non sono uguali
ma vivono amori, amori normali.

La vita ha valori che molti non sanno,
perché la sfiorano dentro l'inganno
per figli speciali che loro non hanno,
che insegnano a vivere, loro lo fanno.

Non è dottrina per fare clamore
è una autostrada che passa dal cuore,
dona alla vita un cielo migliore,
trasforma il dolore, in un mare d'amore.

 

PADRE




PADRE

Il volto scavato dagli anni passati
le rughe sul viso capelli imbiancati.
Hai aperto la porta
ed ho visto la strada
ho sentito la voce che racconta novelle
perdersi piano in un cielo di stelle.

Ed eri una forza, tu sei la mia forza
che come una morsa mi strige a te
e io stringo una mano che risponde stringendo
quell'amore eterno che non finirà.

Mi manchi ti penso.
Mi manchi ti cerco.

In ogni momento che guardo lassù
e vedo i tuoi occhi riflessi nel blù.
Portami ancora a guardare quel mare
pieno di storie da ricordare
e fermare gli anni almeno un istante
e vederti ancora come un gigante.

Ed eri una forza, tu sei la mia forza
che come una morsa mi strige a te
e io stringo una mano che risponde stringendo
quell'amore eterno che non finirà.

 

BAMBINI E DESTINI



BAMBINI E DESTINI
Il sole che abbraccia
le culle al mattino
e fa ricordare
le fiabe al bambino,
illumina un mondo
che dolce ti avvolge,
son le braccia accoglienti
di chi ti protegge.
Per una vita che nasce sicura,
la paura diventa avventura.
Per una vita che nasce sicura,
la paura diventa avventura.
La pioggia che cade
nei giorni più neri
rabbuia le menti
e devia i pensieri,
dilaga in un mondo
che sporco ti vizia,
son le braccia vogliose
di chi ti sevizia.
Per una vita che si fa dura,
l’avventura diventa paura.
Per una vita che si fa dura,
l’avventura diventa paura.
Il vento del dio
che muove le cose
porta il bene all’oblio
in genti bramose,
e soffia nel mondo
di gente distrutta,
son le braccia arraffanti
di chi ti sfrutta.
Per una vita votata allo scopo,
il gioco è in un cerchio di fuoco.
Per una vita votata allo scopo,
il gioco è in un cerchio di fuoco.
La nebbia che avvolge
i destini più tristi
porta il buio nel cuore
e rende egoisti,
offusca un mondo
di gente allo sbando
nutrita dal sangue
di contrabbando.
Per una vita durata uno sputo,
l’uomo diventa un rifiuto.
Per una vita durata uno sputo,
l’uomo diventa un rifiuto.
I bambini del mondo
son tutti tuo figlio
sono solo una vita
che aspetta consiglio,
sono occhi che guardano
pieni d’ingegno
sono gocce di brina
sul terzo millennio.
Per una vita che nasce sicura,
la paura diventa avventura.
Per una vita che nasce sicura,
la paura diventa avventura.

 

QUELL'ACCORDO IN DO

 


Quell’accordo in do

Chitarra la tua voce
questo suono che mi piace
e quell’accordo in do
suona lento piano un po’.
Ma che rabbia che mi fai….
come mai.
Io ti ascolto e tu mi sfidi
musica allegra e tu ci ridi
parole si quante ne vuoi
parlano un po’ anche di noi
e delle notti che ci dai….
e tu lo sai.
E… canterai la mia canzone
questa chitarra e ancora unione
canteremo insieme al sole
con la voglia di riuscire.
E… canterai questa canzone
la tua chitarra e ancora unione
canteremo in riva al mare
con la voglia di restare.
Ma la vita ci separa
e ho voglia di provare ancora
quel dolce accordo in do
io ti ascolto e tu mi sfidi
musica allegra e tu ci ridi….
come mai
E… canterai la mia canzone
questa chitarra e ancora unione
canteremo insieme al sole
con la voglia di riuscire.
E… canterai questa canzone
la tua chitarra e ancora unione
canteremo in riva al mare
con la voglia di restare.
perché lo possiamo fare.

 

 

ANNI DELLA VITA

Post n°71 pubblicato il 28 Ottobre 2008 da lutes
 
Tag: poesia


Anni della vita
E quaranta son passati,
tanti piano tanti forte,
strano quando li hai contati,
l'ho sentiti troppe volte.
La vita, ormai se li terrà,
vissuti come sono stati
e piano, piano li vedrà,
ingialliti ed abbandonati.
Ci sono tutte le mie storie
e gli stupidi miei errori
vecchi giochi, vecchie glorie,
donne frivole e gli amori.
Sono arrivato fino qui,
da qui devo ripartire
e non restare fermo lì,
da una parte a ricordare.
Si cambia l'orizzonte,
si salutano gli amici,
si cerca nuova gente
e giorni più felici.
Ma certe donne le vorrei,
le mie non ci sono più,
ma quelle come lei,
non ti portano che giù.
Donne, danno poco amore,
sempre pronte a dir di no,
sono loro le signore,
ma c'è chi può e chi non può.
E brillano le luci nella sera,
che finisce con stanchezza,
settimane di galera
e nemmeno una carezza.
Ballo e ballo al meglio,
vestito di felicità,
il cuore dorme e non lo sveglio,
così anche questa finirà.
Diciotto sono stati,
anni calmi e gioventù,
i tuoi non li ho contati,
quelli lì non ci son più.
Anni della vita,
che raccontano alla gente,
che hai giocato una partita
e non hai vinto niente.
Perdi tutto piano, piano,
hai perso già i momenti belli,
perdi un aeroplano,
perdi anche i capelli.
E chi torma sui suoi passi,
poche gioie nel suo mondo,
ripercorre tutti i sassi,
delle strade senza sfondo.
Amare è bene si l'amore,
amare la tua lei,
per non serbar rancore
e ritornar chi sei.

 
 
 

MISSIONE AFGHANISTAN

Post n°70 pubblicato il 20 Ottobre 2008 da lutes
 
Tag: poesia



Missione Afghanistan


Solo in mezzo al tuo destino
impasti polvere di rosso
hai urtato nel cammino
un oggetto come un sasso


hanno perso la memoria
i sentieri della seta
e tu bambino senza storia
piangi lacrime di creta


sull’elicottero vibrando
nel rumore dell’intruso
mi hai guardato implorando
con lo sguardo un po’ confuso


non c’è nessuna libertà
per chi non l’ha mai avuta
come questa falsa carità
dentro una guerra sconosciuta.


Hamed come è grande l’Hindu Kush
stai volando, puoi vederlo da quassù.


forse non ti scorderai
di questo volo, del tuo male
forse un giorno scoprirai
chi ti ha portato all’ospedale

Hamed, fosse stato solo questo
che mi ha portato fin quaggiù
ora mi sento già più onesto
non dimenticherò mai più.


Polvere e rabbia sono un aerosol
e lo respiro in ogni situazione
quegli uomini barbuti coi Pakol
mi guardano con indignazione.


Hamed, forse quello è il tuo papà
quello col kalashnikov in mano
sta per prendere le mira, sparerà
per il Jihad estremizzato letto nel Corano.


Hamed come è grande l’Hindu Kush
stai volando, puoi vederlo da quassù.


 
 
 

VOLEREI

Post n°69 pubblicato il 14 Ottobre 2008 da lutes
 
Tag: poesia

Volerei

La curvatura astratta della
terra

mi fa pensare a quanti posti
non ho visto

e allora partirei adesso col
pensiero e via da qui.

Volerei a Bangkok per
guardare gli occhi a mandorla.

Arriverei a Vladivostok per
vedere i russi

che aspettano l'Orient Express.
Poi volerei ancora via fino
ad Hiroshima

dove qualcuno ancora piange
quella bomba.

Salirei sulla coda
dell'ultimo "Enola-Gay"

per volare sulla Terra del
Fuoco.

Laggiù tra il Cile e
L'Argentina liberata,

ma senza Falkland.
E volando quanta terra e
quanto mare sotto a me

e quanto sporco e quanto
odio sotto a me.

E capire che questa sfera
bianca e blu

vive e respira come me,
fallisce e poi risorge.

Guarderei Rio con gli occhi
al depliant

sognando cosce nere e
libertà.

Poi farei un salto anche a
New York

per vedere il bianco e nero
degli americani,

che cantano Hollywood e
sognano Miami

ma che poi infondo
arrabattano come noi.

E tornerei sulla nostalgica
Europa

con l'Inghilterra della
nebbia e dei Pubs.

E la Francia de “le cidre” e
dei Croissant

e quest'Italia qui nel mezzo
tra l'Oriente e la realtà

s'arrangia e truffa, accetta
un po’ di tutto

e accontenta un po’ tutti,
ma sopratutto qui ognuno
pensa ai fatti suoi.

E tornare fermo in questi
posti che conosco

un po’ mi uccide, un po’ mi salva,
un po’ vedrai che volerò.

 
 
 

VACANZA

Post n°68 pubblicato il 03 Ottobre 2008 da lutes
 

E' VICINO A MARSA ALAM


LASCIO UN SALUTO A TUTTI I FREQUENTATORI DEL BLOG
SARO' DI RITORNO IL 12 OTTOBRE.
CIAO GIORGIO

 
 
 

OGNI TANTO

Post n°67 pubblicato il 28 Settembre 2008 da lutes
 
Tag: poesia

Ogni tanto

Felicità è quello che aspettiamo
e la vorremmo sempre insieme a noi
è bella e sconosciuta finché non ce l'abbiamo
ma in un attimo ritorniamo al poi.
E poi cosa faremo?
Ma poi cosa sarà?
E se poi non capiremo?
Cosa succederà?
Siamo pronti e preparati all'autodistruzione
siamo i classici animali tristi
ci sentiamo colpevoli, immaturi e in punizione
e diciamo sempre quel resisti.
Resisti che poi passerà!
Continua non sei ancora vinto!
Vedrai che il mondo cambierà!
E tu sarai più contento!
Ma il tarlo della tua insoddisfazione
continua a rodere il tuo fusto
distrugge la tua breve convinzione
e diventa sempre più robusto.
Allora sono un incapace!
Ci sono rimasto peggio!
Il tempo che mi dice?
Ma nemmeno un pareggio.
Demoni sono i tuoi ricordi
demoni sono i miei progetti
ma i miei sensi sono sordi
e non provo più gli effetti.
Amo, no non amo più!
Rido, no non ci so fare!
Guardo il sole, il viso in su
sento freddo e non tremare.
E dire che il tempo è gia passato
e sapere che anche quello che sarà
non potrà dirmi hai scordato
perchè tanto non potrà,
sparirmi la tua monotonia
annebbiarsi il godimento
dimenticarmi la follia
di quella storia e quel tormento.
Sono un tipo che il suo tempo
se lo vive intensamente
sono uno che in un lampo
non cancella la sua mente.
E chiamarla nostalgia
sarebbe forse troppo semplice
questa è solo una bugia
della tristezza brutta complice.

 
 
 

UN GIOCO SERIO

Post n°66 pubblicato il 24 Settembre 2008 da lutes
 
Tag: poesia

Un gioco serio

Scusami sai
tu non mi vai
viva la gente
che non da niente
abbracciami ancora
un idea mi sfiora.

Stai giocando con me.

Sei bella nel sole

sei senza parole
ti ho vista eri triste
ma il tuo cuore resiste
bambina di ieri
sai che pensieri.

Stai giocando con me.


Dammi la mano

andiamo lontano
dammi l'amore
e lascia il dolore
tu crescerai
e ti scorderai.

Stai giocando con me.


 
 
 

SCRIVERE? E' SOLO UN SOGNO

Post n°65 pubblicato il 17 Settembre 2008 da lutes
 
Tag: poesia

Scrivere? E’ solo un sogno.

 

Cullalo è il tuo sogno, la tua vita

ti da gioia ed illusione

la tua faccia preferita

è il piacere, l’emozione.

Siamo nati alla porta

del duemila già arrivato

sopra al piatto di una torta

che qualcuno ha già mangiato.

Siamo i figli del progresso,

consumismo e marijuana

e il pensiero sempre fisso

di alzare una sottana.

Siamo stupidi ed ignoranti

e qualcuno ne è contento

siamo un branco di arroganti

che contestano il cemento.

Siamo socialmente aperti

e uccidiamo le amicizie

siamo persi nei concerti

che ammucchiano sporcizie.

Siamo giovani nei campi

ma non da coltivare

quelli verdi meno ampi

dove si può giocare.

Siamo nati nelle ferie

di padri già arrivati

e facciamo cose serie

per sentirci più impegnati.

Perché ormai siamo cresciuti

e vorremmo si sapesse

che non siamo sordomuti

ma giovani promesse.

Ma piove e piove forte

sulle nostre situazioni

e sono sempre troppo corte

le soddisfazioni.

Questo mondo sta aspettando

di diventare nostro

lo prenderemo urlando

e scrivendo con l'inchiostro.

Ti ucciderò impazienza

che commise i nostri errori

ed userò prudenza

come i nostri predecessori.

E cullerò il mio sogno

per amarlo prima o poi

ma non ne avrò bisogno

per far meglio di voi.

DEDICATA AI GIOVANI DA UN EX GIOVANE...

 
 
 

AL BALLO MASCHERATO

Post n°64 pubblicato il 10 Settembre 2008 da lutes
 
Tag: poesia


Al ballo mascherato

Nessuno al ballo mascherato
e la vita cosa è
un locale tutto vuoto
al profumo di caffé.

Nessuno mi ha guardato
solo deserto e cielo
ma non mi ero accorto
di essere da solo.

Ci siamo abbandonati, da soli al mondo.
Ego profondo, ego profondo.

Nessuno al ballo mascherato
siamo teste senza faccia
come marmi del passato
siamo busti senza braccia.

Se siamo soli ognuno
giochiamo con la fantasia
ma poi sognamo che qualcuno
ci faccia compagnia.

Nessuno al ballo della vita
ognuno con se stesso
l’amicizia è gia finita
niente amore, solo sesso.

Ci siamo abbandonati, da soli al mondo.
Ego profondo, ego profondo.

Nessuno al ballo mascherato
in questa triste società
qualcuno si è pentito
ma non te lo dirà.

Se da soli è libertà
soli non stiamo mai
è più facile si sa
fuggire via dai guai.

E' solo un ballo mascherato
dove non ci son più ruoli
padre, madre, avvocato
siamo rimasti soli.

Ci siamo abbandonati, da soli al mondo.
Ego profondo, ego profondo.


 
 
 

HO SORRISO HO PIANTO

Post n°63 pubblicato il 05 Settembre 2008 da lutes
 
Tag: poesia

Ho sorriso ho pianto

Ho visto, ho visto
tanti alberi verdi e uccelli nel cielo
e ho sorriso.
Ho visto, ho visto
il sole cadere nel mare e la scia
e ho sorriso.
Ho visto, ho visto
un vecchio tenere un bambino per mano
e ho sorriso.
Ho visto, ho visto
due giovani amanti baciarsi
e ho sorriso.
Ho visto, ho visto
il grano nei campi e la falce cantare
e ho sorriso.
Ho visto, ho visto
un aereo titubante dondolare nel cielo
e ho sorriso.

Ho visto, ho visto, fammi ancora vedere.
Ho rivisto, ho rivisto
quegli alberi secchi e il cielo deserto
e ho pianto.
Ho rivisto, ho rivisto
quel sole annebbiato cadere nel fango
e ho pianto.
Ho rivisto, ho rivisto
quel vecchio picchiare un bambino
e ho pianto.
Ho rivisto, ho rivisto
quei giovani amanti divisi
e ho pianto.
Ho rivisto, ho rivisto
quel grano cadere dentro al rumore
e ho pianto.
Ho rivisto, ho rivisto
quell'aereo uccidere per una bandiera
e ho pianto.

Ho visto, ho visto, ma adesso portami via.

 
 
 

E' BELLO ANCHE L'INVERNO

Post n°62 pubblicato il 01 Settembre 2008 da lutes
 
Tag: poesia




E' bello anche l'inverno

Gelano i fili d'erba
nelle notti di tramontana
e inizia il turno invernale.
Sopra questa terra acerba
che accoglie pigra i sementi
piove l'umore cattivo del cielo.

E il primo cinghiale è caduto
sotto i colpi della doppietta
nel sangue sgorgato dal cuore.
Accogliamo invidiosi il saluto
del vento caldo del sud
che torna a lambire il deserto.

E i focarili in campagna
si accendono pallidi e parlano
e il loro calore è la vita.
E’ il tempo deciso per la castagna
che salta nel fuoco e nel vino
e le guance arrossate sorridono.

E' il vivere che abbiamo dimenticato
che continua a insegnarci
che tutto può dare allegria.
E noi cosa abbiamo imparato
dai ritmi frenetici di questo progresso
solo pillole e letti veloci.

Potremmo accontentarci di vivere
come un nonno, forse più saggio
e l'inverno, la vita profumerebbero ancora.
Perché continuiamo ad invadere
spazzi che non sono nostri
e tutto trabocca sopra di noi.

Non sappiamo più cosa sia
la vita modesta di un secolo fa
ora siamo dei geni a cui tutto è permesso.
Qualcuno ha provato a dire è pazzia
ma non vogliamo saperlo
dovremo provarlo sulla nostra pelle.

 
 
 

IL GIUSTIZIERE

Post n°61 pubblicato il 26 Agosto 2008 da lutes
 
Tag: poesia



Il giustiziere

Sesso, sesso
ero al tuo processo,
ecco qua la tua sentenza
sindrome da immunodeficienza.

Dopo tanta libertà
non è più bella la realtà,
promiscuità e prostituzione
paura e ribellione,
siringa e dipendenza
condannati all'astinenza.

Scorre il sangue nelle aorte
sangue nero della morte.
Uomo tu che cerchi un maschio
stai correndo un grosso rischio,
odia gli omosessuali
questo male senza uguali.
Vuole le buone maniere
il maledetto giustiziere.

C'era la paura della peste
e cadevano le teste,
c'è la paura d'A.I.D.S.
e ci facciamo le promesse.
Uomini come gli animali
sperduti a leccarsi i loro mali,
imbarazzati come dei bambini
che inerti aspettano i destini,
che forse non si possono cambiare
che nessuno potrà mai fermare.

E attendiamo il nostro turno
per partire per l'inferno,
per sapere che ci aspetta
arrivati sulla vetta.
E’ la vita che ci allena
a sopportare ogni sua pena
per poi farci rassegnare
alla morte che gli pare.

Propongo un componimento un pò vecchio (ero un ragazzo) ma purtroppo sempre maledettamente attuale (anche se per i media non fa sensazione).
Un saluto a tutti amici miei Giorgio

 
 
 

ISOLA

Post n°60 pubblicato il 19 Agosto 2008 da lutes
 
Tag: poesia



ISOLA

Tradimento, brutta educazione,
ma non vedi cosa sanno fare
persi dentro la televisione.
In questo mondo tutto piglia, piglia,
non c'è più nemmeno la famiglia.

Ascoltare, vivere, decidere,
parole futili, spesso inutili,
piene di una sana ipocrisia.
Poi riflettere, è meglio smettere
e decidere di andare via.

Vado a vivere su un'isola,
quella persa su una nuvola,
dentro al mare, sotto al sole.
Per non sentire più rumore

….e diventare neri, neri, neri, neri, neri…

E non è facile decidere,
ti restano sempre certe remore,
poi guardi il cielo tra le nuvole,
in tasca al mondo e alle sue regole.
Per riuscire a respirare ancora.

Mi piacerebbe raccontare,
cari nipoti l'uomo è intelligente,
dirgli che siamo una bella compagnia.
Ma non sarei davvero coerente
e quindi preferisco andare via.

Vado a vivere su un'isola,
quella persa su una nuvola,
dentro al mare, sotto al sole.
Per non sentire più rumore

….e diventare neri, neri, neri, neri, neri…

Vado a vivere su un'isola,
quella persa su una nuvola,
dentro al mare, sotto al sole.
Per non sentire più rumore

….e diventare neri, neri, neri, neri, neri…

 
 
 

AMANDOCI

Post n°59 pubblicato il 13 Agosto 2008 da lutes
 
Tag: poesia


AMANDOCI
Una strada, una curva,
un'altra curva, è la vita mia.
Tutta un tornante, emozionante,
stringo il volante
e guardo convinto davanti a me.
La notte nera senza una stella
all'improvviso molto bella.
Sei la mia luce, dolce sorridi
a bassa voce mi tieni in piedi.

Amando, amandoci.
Amando, amandoci.

Correre in due, correre forte,
per evitare le strade strette
e le foto delle macchinette.
Tutto è importante, emozionante
stringo il volante
e arrivo ansimando insieme a te.

Amando, amandoci.
Amando, amandoci.

La vita è l'attimo che non devo perdere,
è il tuo respiro e le tue mani.
Sono gli aeroplani che vanno via
dentro le nuvole nell'anima mia,
proprio come te, dentro di me,
tutta un tornante, emozionante,
stringo il volante
e arrivo ansimando insieme a te.

Amando, amandoci.
Amando, amandoci.

 
 
 

CANTO ALL'AMORE TRADITO

Post n°58 pubblicato il 11 Agosto 2008 da lutes
 
Tag: poesia

VOGLIO METTERE QUESTE PAROLE UN PO' PERSONALI, PER SOLIDARIETA', PERCHE' IL DOLORE DELL'AMORE E DEI SENTIMENTI SONO DI TUTTI, QUANDO QUALCOSA NON VA COME VORREMMO, CERTE VOLTE LA PRIMA REAZIONE E' UNA ESPLOSIONE DI RABBIA, PROPRIO COME QUESTA. PER QUALCHE AMICA CHE SOFFRE. CIAO A TUTTI GIORGIO

PER RABBIA


Se tu mi ascoltassi adesso

mentre canto io per te, io per me.

E dico che è stato uno stupido gioco,

ed è rimasto ben poco e rimarrà ben poco.

Un letto disfatto e due ore passate

mi hai fatto divertire, ma non era amore,

soltanto uno stupido errore.


Ma tu sei una maledetta, maledetta, maledetta,

sai vivere meglio di me, maledetta, maledetta,

sai vivere da civetta, maledetta, maledetta.


E questa rabbia che senti nella mia voce

non è il mio amore che soffre per te,

ma il rancore perché tu soffri meno di me.


Perchè tu sei maledetta, maledetta, maledetta.

E sai vivere bene, maledetta, maledetta,

prendi solo quello che ti conviene,

maledetta, maledetta.


E pensi soltanto per te.

 
 
 

L'abisso negli occhi

Post n°57 pubblicato il 01 Agosto 2008 da lutes
 
Tag: canzone

Dopo la sentenza della Cassazione che ha convalidato le accuse contro la Franzoni, e in attesa della risoluzione di altri casi di omicidi dettati da momenti di follia incontrollabile, propongo questo video della mia nuova canzone che affronta il tema. La canzone è ancora in bozza attende anche i vostri consigli.



Commentate, commentate, commentate. GRAZIE Giorgio

 
 
 

Io l'avevo detto

Post n°56 pubblicato il 31 Luglio 2008 da lutes
 

Estratto dal sito ANSA









IN CELLA IL SUPER RICERCATO KARADZIC
L'ex
leader serbo-bosniaco è stato bloccato a Belgrado dopo
lunga latitanza.
Era irriconoscibile grazie a una fitta barba
bianca, baffi e capelli
lunghi. Viveva facendo il medico di
periferia.

Per catturarlo ci
sono voluti 13 anni. E, prima di vedere a processo l'ex leader dei
serbi di Bosnia bisognerà attendere ancora qualche mese.

Estratto dalla canzone DALLE CENERI ROSSE

"E forte il vento dell'ambizione,
é tornato a far male.

Saran puniti, i figli cattivi,
del generale. (Milosevic)

Il padrone ha suonato i tamburi,
la terra trema,
e la vita si piega

nel suono di una sirena."



 
 
 

FILO BIANCO

Post n°55 pubblicato il 30 Luglio 2008 da lutes
 



AUDIO FILO BIANCO

FILO BIANCO

Passi sui tuoi capelli bianchi
un filo di colore
e nascondi la tua età.
Perché lo specchio torna agli occhi,
quegli occhi dei vent'anni sfumati di lillà.
Una donna,
che tu non vuoi vedere,
persa dentro a un filo di pensieri
e di momenti vissuti solo per metà.

E' la tua pelle bianca, che non è stanca
e non ti lascia andare via.
E tu la ascolterai quando si drizzerà
per l'emozione, per la fantasia.

Sei viva sai, sei tutto il mondo tu,
sei gli occhi miei, sei ancora gioventù.

E i tuoi capelli bianchi lasciali brillare
in fondo dietro al mare tu vedrai
che non finisce l'orizzonte.
No, non finisce mai.

Prendi la tua borsa,
prendi le tue scarpe nuove.
Buttati nel vento che spinge fino al mare,
con gli occhi chiusi tu potrai vedere,
con le mani aperte tu potrai sognare
e riempirti ancora il cuore.

Riempirti ancora il cuore.

Sei viva sai, sei tutto il mondo tu
sei gli occhi miei, sei ancora gioventù.

E i tuoi capelli bianchi lasciali brillare
in fondo dietro al mare tu vedrai
che non finisce l'orizzonte.
No, non finisce mai.

 
 
 

Figli speciali

Post n°54 pubblicato il 28 Luglio 2008 da lutes
 
Tag: canzone

Certe volte incrociando uno sguardo, puoi percepire una storia, certe altre puoi non capire...



Allora guardiamoci dentro...

 
 
 

UNA STRANA RAGAZZA

Post n°53 pubblicato il 28 Luglio 2008 da lutes
 
Tag: poesia




Una strana ragazza

Nella notte vidi la prima luna
e le stelle in cielo ad una ad una,
era tutto strano intorno a me
strade deserte ed un silenzio che…

Pensieri strani e voglia di vivere,
mi ricordo una ragazza da ridere,
di una storia che parlava di lucciole,
dai suoi occhi cadevano gocciole.

Io che sognavo soltanto lei
non ascoltavo i pensieri suoi
e un gioco stupido era per me
dovevo vincere per dimostrare che…

Tante lucciole io catturai
ma lei era triste e le domandai.
Allora disse “no non si può
uccidere lucciole per divertirsi un po”.

Alzando un canto verso il mattino
invitò tutti a starle vicino.
Che storia buffa è questa qua
è nella testa da tanti anni fa.

Ormai non la ricordo più
che strana amica di gioventù.
Ma una cosa questa la so,
aveva un cuore e lo dimostrò.

 
 
 

QUALCHE GIORNO DI STOP

Post n°52 pubblicato il 24 Luglio 2008 da lutes
 

Ciao a tutti, Vi lascio il racconto sotto da digerire... Tornerò lunedì. Lascio un saluto a tutti i visitatori ed agli amici. Buon Week End. Con affetto Giorgio

 
 
 
 
 

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L'ODORE DELLA PACE



L'ODORE DELLA PACE

Quando son partito mi ricordo dissi: "ciao" America,
fiero ed invincibile, ho nel cuore l'America.
Sento già lontani i rumori di New York
e le luci di Manhattan nei pensieri porterò.
Mi hanno detto che la gloria vale più dei miei vent'anni,
che la pace sulla terra si protegge con le armi.

Ti ho cercato per salvarmi, via la mente dalle armi
Vi ho cercati per salvarmi, via le mani dalle armi

Mi hanno detto che obbedire e' un dovere di soldato
ma ci sparano con armi, che noi stessi gli abbiam dato.
Sento sibili paurosi, lacerare la foschia,
un proiettile nel cuore, ma la vita era la mia.
Porterete alla mia gente la medaglia alla memoria,
liberando la coscienza dal giudizio della storia, America

Ti ho cercato per salvarmi, via la mente dalle armi
Vi ho cercati per salvarmi, via le mani dalle armi

Quando son tornato a nessuno ho detto ciao, America.
come fossi nuvola, volo sopra l'America.
La bandiera a stelle e strisce i miei occhi non vedranno,
però voglio che si sappia che ho capito il loro inganno.
Se poi ci sarà la pace, questa avrà uno strano odore,
con le armi, per i soldi, e patriottico dolore, America

Ti ho cercato per salvarmi, via la mente dalle armi
Vi ho cercati per salvarmi, via le mani dalle armi

Ti ho cercato per salvarmi, via la mente dalle armi
Vi ho cercati per salvarmi, via le mani dalle armi

 

FIGLIA DEL DESERTO


Figlia del deserto
Sparano all'orizzonte,
sparano quei cannoni,
sparano nella fronte
di tutte le nazioni.
Hai lasciato quella terra,
hai lasciato la tua vita,
hai lasciato quella guerra
per poter farla finita.

Hai lasciato tutto ormai,
hai lasciato tutto ormai

Ma che ricordi hai
della tua gioventù,
diciott'anni , donna ormai,
ma il sorriso non c'è più,
muoiono le persone,
muoiono le speranze,
muoiono sul nascere
tutte le alleanze.
cadono le bombe,
cadono i soldati,
cadono nelle tombe,
uomini assassinati.
Li' non cambia mai,
fiamme rosse, fumo nero
sparano i mortai,
sembra tutto un cimitero.
E la pace e' un'utopia
e la pace e’ nella testa,
e la pace e' una follia,
una debole protesta.

Hai lasciato tutto ormai,
hai lasciato tutto ormai

C'è chi cerca di ingrandirsi,
c'è chi cerca la difesa,
c'è chi cerca di arricchirsi
e chi muore senza offesa.
Una guerra d'interessi,
cosi', senza pietà.
Strani accordi e compromessi,
chissà quando finirà.
Cadono le difese,
cadono nell'oblio,
cadono le chiese,
uomini senza Dio.
Dentro alla città,
del Dio di tre dottrine,
si respira la viltà,
di stragi e di rovine.
Il fratello e' una minaccia,
il fratello di prigione,
il fratello senza faccia,
di diversa religione.

Hai lasciato tutto ormai,
hai lasciato tutto ormai

Figlia del deserto,
dimentica il passato,
dimentica chi eri,
dimentica chi e' stato.
Ma quando alzi lo sguardo
e guardi verso oriente,
la' c’é ancora la tua terra,
la' c'e' ancora la tua gente.
Cadono i valori,
cadono di sdegno,
cadono nei cuori,
uomini senza regno.

 

L'IDOLO DI PIETRA


L'IDOLO DI PIETRA

E cadevano le foglie
come un vuoto
mi lasciarono nell’anima,
respiro di stagione che muore
e si porta via
i tramonti senza vento
che allietavano le sere
di settembre.
Ed il vento soffia ancora
ma non credere
che si fermi all’orizzonte,
lui scavalca i monti
e invade nuove terre
e si porta dietro
i semi della vita,
altri fiori coglierai
con le tue dita.

E sulla collina,
un rudere, che strano,
come idolo di pietra,
guarda il vento
che passa e va lontano.

E cadevano le foglie,
come spesso cade
il mito e la leggenda,
sensazione di illusione
e di incertezza,
che imprigiona
la tua mente nei suoi rami,
ti fa illudere che il sogno
è il tuo domani.
Ed il tempo scorre ancora,
sotto al ponte
tra il futuro ed il passato,
tra il possibile
e quello che è già stato,
più trascorre
e più ti accorgi che lo ami,
vuoi fermarlo
ma ti sfugge tra le mani.

E sulla collina,
un rudere, che strano,
come idolo di pietra,
guarda il vento
che passa e va lontano.

Ed il vento
ti prenderà per mano

Ed il vento
ti porterà lontano

 

DALLE CENERI ROSSE


DALLE CENERI ROSSE
Brilla dentro a grandi occhi,
una stilla di luce,
davanti a specchi
affacciati sul mondo
e profonda matrice,
che riprendono tristi esperienze,
di paura e dolore,
di semplici comparse
confuse tra confini e bandiere,
che un partigiano zelante
portò oltre il muro,
uccidendo l'orgoglio
di zingari senza futuro.
Lunghe file di vecchi trattori,
e sopra persone grigie,
coi volti uccisi ed i sogni perduti
nelle valige.
Come le aquile nere
scacciate dai lupi rossi,
portano stretti tra i denti e nei cuori
rancori repressi.
Quei bambini quei vecchi
quei giovani slavi,
orizzonte impazzito,
sporcato, e solcato da navi.

Bella la vita dell'uomo,
che cerca la vita nell'uomo,
che trova la vita,
nella vita dell'uomo.

Chi ha unito genti diverse,
ignorando la razza e l'etnia,
costringendoli a pensare
una sola filosofia.
Ha innescato una miccia
che un giorno e' brillata di luce,
dopo il muro ora esplode una guerra
che a morte conduce.
E i popoli vecchi signori dell'Europa unita,
in un bagno di sangue
han visto, fallire la vita.
E finito lo scempio, alla dignità,
immolata sui Balcani,
restan foto sgualcite di navi,
stracolme di mani.
E le mani degli avvoltoi,
organizzati in gran fiera,
che per loro, signori del mondo,
é una vera miniera.
Dopo la tempesta tutto sembra finito,
dalle ceneri rosse é riemerso,
il fantasma di Tito.

Bella la vita dell'uomo,
che cerca la vita nell'uomo,
che trova la vita,
nella vita dell'uomo.

E forte il vento dell'ambizione,
é tornato a far male.
Saran puniti, i figli cattivi,
del generale.
Il padrone ha suonato i tamburi,
la terra trema,e la vita si piega
nel suono di una sirena.
Bambini tremanti,
ammassati alle sbarre,
e insigni assassini che tramano,
dietro le guerre.

Bella la vita dell'uomo,
che cerca la vita nell'uomo,
che trova la vita,
nella vita dell'uomo.

Bella la vita dell'uomo,
che cerca la vita nell'uomo,
che trova la vita,
nella vita dell'uomo.

 

TESTO L'ABISSO NEGLI OCCHI

 

L'abisso negli occhi

Stanno parlando e quell'immagine
indugia senza fretta
su una periferia, una scuola
una casa maledetta.
Gente che si ferma,
nel punto illuminato
e cerca di parlare
e dire cosa è stato.
Mentre le domande volano
per chi potrà giovarne
trapassano le carni
di chi non sa che farne.
Di chi non sa che farne.
Di chi non sa che farne.

Cerco di conoscere l'abisso,
oltre il confine di un riflesso
che è passato come un lampo,
in quegli occhi senza tempo.
Come una ruga di dolore,
che dagli occhi arriva al cuore,
che annerisce quel destino,
fumo sporco dal camino.

Un delirio che ha infranto
lo specchio dello stagno
e avvolge la mia mente
nella tela del suo ragno.
Se ci fosse una ragione,
anche fosse la più estrema
perché adesso la mia voce,
la mia voce trema, trema di dolore,
per quella rabbia sorda
che vede indifferenza
e stringe la sua corda.
E stringe la sua corda.
E stringe la sua corda.

Cerco di conoscere l'abisso,
oltre il confine di un riflesso
che è passato come un lampo,
in quegli occhi senza tempo.
Come una ruga di dolore,
che dagli occhi arriva al cuore,
che annerisce quel destino,
fumo sporco dal camino.

 

 

 

 

 
 

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