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Una X da disegnare, da indossare, da esporre sul balcone o sulla propria auto. Una X che vuol dire libertà: la libertà di scegliere. Una X che fa da logo a FammiScegliere, un'iniziativa che chiede che si faccia una buona legge sul testamento biologico
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VERITA'
Post n°30 pubblicato il 30 Settembre 2010 da nathanien
Cosa è la verità? La verità è unica e inequivocabile oppure esistono molte verità? E' verità quelle delle riviste patinate con calciatori e veline o quella degli operai che scioperano nelle piazze. In questi giorni sto leggendo un libro di TIziano Terzani: "La fine è il mio inizio", nel quale c'è un passaggio, tra i tanti che mi ha particolarmente colpito. Racconta quando lui da bambino veniva vestito di tutto punto la domenica per andare in centro a vedere i ricchi mangiare il gelato; a VEDERE, non a mangiare il gelato, perchè la sua famiglia di umili origini non poteva permettersi di comprare il gelato. Quei tempi sono lontani oramai e lui personalmente è riuscito ad uscire dalle sue umili origini, ma non ho potuto non fare analogie con la mia famiglia e il mondo che mi circonda. Ricordo i racconti dei miei nonni da piccoli, e quelli dei miei genitori da i piccoli e c'è sempre la stessa tematica ricorrente, FARE SACRIFICI. Se guardo la mia storia famigliare ricordo bene che è fatta di piccole e grandi rinunce; non che a me fosse negato il gelato, tuttaltro, ma rigurdandomi indietro rivedo sotto una luce nuova certi comportamenti dei miei genitori. Sicuramente oggi si vive un po' meglio, possiamo comprarci un'automobile, abbiamo guardaroba ben forniti, ma da quando sono divenato genitore a mia volta non so più cosa significhi andare a cena fuori ad esempio, oppure cosa sia un buon cinema e , ironia della sorte, quando usciamo il gelato per il bambino c'è sempre, ma noi preferiamo non mangiarlo, lanciandoci in frasi del tipo: "meglio di no, altrimenti ingrassiamo" Sembra di vivere meglio, ma sotto c'è la stessa lotta di sempre di arrivare alla fine del mese, che non è cambiata mai, da sempre. A fare da contraltare vediamo un altro paese che nuota nell'agiatezza, che può permettersi cio che vuole senza limitazioni, fatto da persone che sono di famiglia già agiate, ma fatto anche da persone che in un modo o in un altro sono riuscite a passare di là dalla barricata, molto spesso con la professionalità, ma altrettanto spesso con l'ingegno e un po' di furbizia, utilizzando doti più o meno consone al raggiungimento del proprio obiettivo. Quando mi è possibile cerco di conoscere la storia di certi personaggi per capire da dove venivano, che storie avevano, e spesso leggo della dubbia moralità che li circonda per aver raggiunto certi risultati. Ma cosa è la moralità, con quale metro si misura? E' giusta la moralità di chi "non c'è l'ha fatta" ma può andare a testa alta, o è giusta la moralità di chi c'è l'ha fatta e viaggia a testa alta comunque? Ecco il mio dubbio amletico sul concetto di verità. Chi ha la verità, l'operaio cassaintegrato che vede disgregarsi il suo mondo o il calciatore superpagato conteso dai vari club a suon di milioni? Conosco persone, sopratutto donne, che non si creano una famiglia non perchè non hanno le possibilità, ma proprio perchè non vogliono fare sacrifici, oppure cercano dichiaratamente l'uomo ricco perchè non vogliono ritrovarsi come le loro mamme a stirare in ciabatte con i bigodini in testa. Hanno torto o ragione? I soldi si dice non diano la felicità, ma noi viviamo in una società basata sul denaro e su i consumi, cosa si può insegnare ai propri figli per vivere al meglio in questa società? Ma soprattutto, cosa si può dire a una figlia che ti fa un discorso lucido e motivato come quello descritto sopra. Mi torna in mente un detto che dice pressapoco così: E' MEGLIO ESSERE TRISTI IN ROLLS ROYCE CHE FELICI IN CINQUECENTO Buona serata... |
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