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Un blog creato da igino.melotti il 04/11/2008

L'ATTENTATO A GEX

Essendo fermamente convinto che Corrado Gex fu vittima di un attentato, intendo pubblicare i punti più salienti della vicenda, nonché denunciare strani ammanchi ed occultazioni di alcuni importanti documenti e falsificazione di altri. A questo scopo, ogni settimana, pubblicherò un post corredato da documenti ufficiali e commenti esplicativi e, nell’ultimo, rivelerò le modalità con cui gli esecutori materiali agirono. I mandanti, invece, potrebbero essere individuati dalle autorità competenti, se decidessero di indagare a fondo su fatti e comportamenti a dir poco sospetti. Igino Melotti

 
 

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LETTERA APERTA AL SIG. CESARE BALBIS

Post n°79 pubblicato il 28 Aprile 2009 da igino.melotti

LETTERA APERTA AL SIG. CESARE BALBIS

c/o Avv. Claudio Soro

Via Monte Vodice, 6

11100 AOSTA

e p.c.

-          ALLA PROCURA DI MONDOVÌ

-          ALL’ON. ROBERTO NICCO

RACCOMANDATA A.R.

 

 

Egr. sig. Balbis,

siamo entrambi accomunati dalla passione del volo ma profondamente divisi per ciò che concerne il caso Gex: lei, da una parte, sostiene che si trattò di un incidente causato da un tremendo temporale che mise in difficoltà i due piloti, io, dall’altra, affermo con convinzione che la tragedia fu frutto di un subdolo attentato.

Mi consenta di dirle che la tesi che lei sostiene è un parto della sua fantasia, giacché tutti i testimoni oculari sono concordi nell’affermare che l’aereo volava sì basso, ma che il temporale era cessato poco prima.

Devo constatare comunque che a sostegno delle sue idee devono esserci delle forze di notevole influenza. Diversamente non si spiegherebbe il fatto che, dopo aver trasmesso un resoconto alla Procura di Mondovì, questa ha deciso, nel giro di due giorni, di archiviare per la seconda volta il caso, rendendosi complice della commissione presieduta dal gen. Bruno Alessandrini, costituita da elementi prezzolati ovvero affetti da stupidità congenita.

La commissione era stata incaricata dallo Stato di appurare i fatti, ma invece ha tenuto nascosta la verità occultando documenti cartacei di enorme rilevanza, come il libretto di manutenzione del Pilatus Porter, dal quale si potevano rilevare tutti gli interventi effettuati sul velivolo dalla nascita fino all’incidente e, quindi, la sua storia. Non solo, ma dalla medesima commissione sono stati stralciati dal tabulato gli ultimi trenta minuti delle comunicazioni radio intercorse tra Gex e i controllori di volo, come se si fosse voluto soffocare la voce del pilota, allo scopo di non tralasciar trapelare dal suo stato d’animo alcun indizio che potesse rivelare la realtà di ciò che stava accadendo.

Che la commissione fosse composta da persone incapaci e affette da stupidità congenita lo si capisce immediatamente da una lettura attenta dei verbali da loro redatti e sottoscritti, in cui per lo stesso incidente sono indicati date diverse, numero di morti differenti e scenari tra loro contrastanti.

Anche la Procura di Mondovì si è resa complice dell’operato della commissione, rischiando di essere ridicolizzata perché non si é neppure presa la briga di appurare a chi realmente appartenesse il velivolo incidentato. Cose del genere non accadono neppure nei Paesi del Terzo Mondo!

A questo punto, sig. Balbis, visto che le autorità hanno archiviato il caso senza averle posto alcuna domanda, mi consenta di farlo in loro vece, salva restando da parte sua la facoltà di non rispondere o di citarmi in giudizio.

Dal momento che la Procura di Mondovì brancola nel buio circa la proprietà del Pilatus Porter, perché non è intervenuto lei che, in qualità di direttore dell’Aer Aosta, non può essere all’oscuro di ciò, anche se per più di quarant’anni ha fatto credere a tutti che il velivolo appartenesse a detta società? Ha sostenuto ciò in tutti gli scritti ufficiali e ha avuto la spudoratezza di ribadirlo anche in un articolo pubblicato su “Gazzetta Matin”  del 1 settembre 2008 in cui affermava testualmente:

 

Il velivolo in questione, PILATUS PORTER immatricolato I-CONA, non era intestato all’Aero Club Valle d’Aosta ma all’Aer Aosta SpA, società fondata e diretta da Corrado Gex il quale, sono certo, con avveduta accortezza, scelse ed acquistò, dopo aver controllato tutti i documenti del velivolo ed averlo provato in volo per parecchie ore.

 

Ho usato il termine “spudoratezza” in quanto lei sapeva benissimo che con uno stratagemma ero riuscito a procurarmi i verbali originali dell’inchiesta sui quali sono indicati, oltre all’Aer Aosta, ben due altri soggetti quali proprietari del velivolo. Le chiedo a chi o a cosa possa giovare questa sua arroganza nel negare la verità di fronte a prove concrete. Si sente forse protetto da quel gruppo di omertosi che per quarant’anni hanno tenuto segregati i verbali, per celarli al popolo valdostano, ed ora che gli stessi sono di dominio pubblico sono riusciti in pochi giorni a fare archiviare il caso per la seconda volta?

Cosa volete nascondere? Forse il fatto che il velivolo apparteneva ai servizi segreti, come si può rilevare dalla sigla apposta da Gex sul piano di volo, o forse il fatto che il 18/03/1966 una delegazione di dirigenti dell’Aer Aosta firmò presso la direzione dell’aeroporto di Venezia Tessera un accordo con i servizi segreti, in base al quale il velivolo fu sottoposto il 25/03/1966 ad una revisione avente lo scopo di inserire a bordo degli strumenti elettronici sofisticati per lo spionaggio e riconsegnato all’Aer Aosta, che lo camuffò come aereo di sua proprietà? Quale la ragione di tale camuffamento? Quando si nascondono le cose lo si fa per compiere atti poco chiari, illeciti o illegali.

Non fu un caso che la prima missione del Pilatus Porter, quella di sorvolare nella rotta verso Le Castellet sia all’andata che al ritorno la strategica zona di Tolone, andò in fumo giacché i Francesi, accortisi della pericolosità dell’aereo, per la salvaguardia del proprio sistema difensivo, lo bloccarono a Cannes per un controllo, durante il quale fu minuziosamente ispezionato da cima a fondo. Da notare che la Francia era appena uscita dalla NATO e sarebbe stato quindi molto utile per gli Americani conoscere le nuove dislocazioni operate dai Francesi dopo la rottura. Il Pilatus Porter fu, tuttavia, rilasciato. Che i Francesi abbiano fatto buon viso a cattivo gioco e non abbiano messo in atto alcuna azione vendicativa?

 Per sua conoscenza, allego lettera inviata al Presidente del Consiglio Superiore della Magistratura.

 

Igino Melotti                                                                               Morgex, 27 aprile 2009

 
 
 
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