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Il diritto di vita e di morte 1

Post n°41 pubblicato il 09 Agosto 2007 da Giubizza
 

Ritornando alle mie meditazioni in tema di aborto, continuo a rimanere davvero perplesso pensando alla sveltezza con cui i sostenitori di tale pratica hanno liquidato la questione della natura non umana dell’embrione umano senza alcuna argomentazione scientificamente valida.
Ciò che a prima vista mi viene da notare è il solito stile che caratterizza ogni azione, provvedimento, propaganda o altro che si propone di dare alle donne nuovi diritti, nuovi privilegi, nuove prerogative e nuovi poteri, nonché nuove libertà e nuove difese. Nessuna importanza assume il fatto che tali diritti, privilegi e altro trovino corrispettivi contrappesi in doveri e responsabilità, né che siano garantiti in qualche maniera anche agli uomini, né che siano sostenuti da argomentazioni valide e approfondite, da documentazioni ben ferrate o altro ancora. Né tantomeno che urtino diritti e libertà altrui. No, basta fare delle affermazioni, basta gridare che l’assenza di tali azioni e provvedimenti costituisce in qualche modo una forma di sottomissione e oppressione del sesso femminile, una schiavizzazione delle donne. Questo basta perché semplici affermazioni assurgano al rango di “prove scientifiche”.
Eppure la questione dell’aborto legale rientra a mio umile parere in due principi fondamentali. Quello della coerenza nei rispetti della natura umana e quello della prudenza nella salvaguardia della salute umana.

Umano e non umano
Il primo principio riguarda la definizione di cosa è umano e cosa non lo è. Datosi che nei sistemi giuridici occidentali la salvaguardia giuridica della vita umana è pressoché il criterio basilare e che tutto ciò che è umano va tutelato dalla legge e considerato soggetto di diritto e quindi titolare di diritti e oggetto di protezione legislativa, la legge non può permettersi di legalizzare alcuna forma di omicidio. Nessun attentato a una vita considerata umana può essere appoggiato dalla legge. Si è vero che in alcuni paesi vige l’eutanasia legale e la pena di morte, ma questo secondo me è un altro discorso. Una vita umana innocente e capace di assolvere certe funzioni o che si prevede che potrà assolverle, non può essere legalmente soppressa. Ecco quindi che per l’aborto serve una legittimazione ideologica qual è il concetto della non umanità dell’embrione umano.
Ma è col secondo criterio che l’abortismo non riesce a trovare opportune legittimazioni. Il principio della prudenza nella salvaguardia della salute umana vuole che nessuna pratica, nessun provvedimento e nessuna azione possa trovare appoggio legale senza che prima se ne sia dimostrata l’innocuità verso la salute degli esseri umani. Questo è il principio che viene sbandierato dagli oppositori degli OGM, spesso gli stessi abortisti. Eppure se ben guardiamo l’aborto a mio parere non rispetta questo principio. Come ho detto prima non mi pare che le argomentazioni riguardo la non umanità dell’embrione umano possano considerarsi vere e proprie prove scientifiche. Quindi la legalizzazione dell’aborto attenta alla salute di probabili esseri umani, di enti la cui non umanità non è stata affatto dimostrata. Ecco che l’aborto legale non rispetta il principio prudenziale nella salvaguardia della salute umana.

L’essenza genetica umana
Ma qui si pone un problema: cosa è umano e cosa non lo è? Se chiediamo a chiunque da cosa dipenda la natura umana, l’essenza dell’umanità, credo che ben pochi possano definirlo con chiarezza. Qualsiasi criterio arbitrario utilizziamo ha dei punti deboli. Se prendiamo in considerazione la forma umana, l’avere due braccia, due gambe etc, non credo possa costituire un valido “candidato” per costituire la base della natura umana. Così l’intelligenza e la capacità di ragionare che forse consentirebbe a ben pochi di potersi definire umani…
Ma anche l’uso della parola non credo sia un requisito basilare della natura umana, seppure una caratteristica molto importante. In realtà tutto ciò che viene citato rappresenta solo il visibile, ciò che ci consente di identificare un essere umano. Sono caratteri derivati da qualcosa da cui essi in un certo modo si manifestano. Sono la forma non la sostanza della natura umana. E allo stesso tempo sono dei mezzi, degli strumenti, delle strategie adottate dalla nostra specie per tramandarsi e continuare la propria esistenza.
Ma la forma umana, che sia quella fisica che l’insieme di attitudini e predisposizioni psichiche, scaturiscono da un certo assetto genetico. Come si sa da parecchio tempo, il DNA è alla base della vita, è l’essenza della vita. Un certo assetto genetico è la base di una data forma di vita. Quindi l’assetto genetico umano è alla base dell’essere umano. E parrebbe che questo fatto vada ben oltre una mera combinazione di geni, in quanto il numero e i tipi di geni di una specie non differiscono di molto da quelli di un’altra anche molto diversa e distante dalla sua linea evolutiva. Il DNA, il genoma, si tramanda, tende a duplicarsi e espandersi e a incrociarsi. È una spinta allo stesso tempo “tipografica” e “connessionista” quella genetica. Tende a modellare il mondo costruendo se stesso e allo stesso tempo a comunicare continuamente con se stesso.
È ovvio che questa spinta incontri moltissimi ostacoli e che per essere sostenuta abbia bisogno di determinate circostanze, ma parrebbe questa la spinta prioritaria. Non parlo del singolo gene “egoista”, ma dell’assetto genetico globale di una certa forma di vita. C’è però una differenza tra continuità genetica e incrocio genetico. La continuità genetica è data dalla duplicazione del genoma e dalla corrispettiva duplicazione cellulare. In un essere pluricellulare la continuità genetica può essere garantita dalla cosiddetta partenogenesi, cioè il parto per autofecondazione, o dall’autoclonazione. Molti organismi attuano questo tipo di riproduzione, per esempio la patata, ma anche molti insetti. La clonazione dà luogo a individui identici all’organismo madre. Essa non dà luogo incrocio genetico, quindi non dà luogo a una vera e propria specie nel senso di insieme di individui geneticamente compatibili e pertanto incrociabili tra loro geneticamente, come un insieme di forme di vita che comunicano geneticamente. Senza la riproduzione sessuata vi è solo continuità di forme di vita individuali che non confluiscono in un insieme genetico comunicante che è la specie. Ciò che garantisce l’incrocio, l’unione, la costituzione delle forme di vita in vere e proprie specie viventi, è la riproduzione sessuata, è l’incrocio genetico che essa garantisce. Vi sono altri tipi di comunicazione e incroci genetici che non corrispondono però al momento riproduttivo, come in molti organismi primitivi, per esempio, ma la riproduzione sessuata costituisce allo stesso tempo il momento riproduttivo, e quindi la continuità, e l’incrocio genetico della gran parte degli organismi pluricellulari. In molti organismi pluricellulari viene così costituito un secondo sesso, quello maschile, che assolve il compito dell’incrocio e dell’unità genetica.
Nelle specie a riproduzione sessuata come quella umana, la riproduzione prende avvio dalla fecondazione dell’ovulo da parte dello spermatozoo. In questo istante accade qualcosa di fondamentale, non vorrei sembrare esagerato, ma si tratta a mio parere un cambiamento radicale nell’intera storia dell’universo. Si, perché da due cellule che contengono frammenti di DNA di due organismi adulti quali sono i gameti maschili e femminili, si viene a costituire un nuovo patrimonio genetico che prima non esisteva, un nuovo individuo geneticamente completo e irripetibile. Un patrimonio genetico atto a costruire la forma psicofisica di un essere umano completo. Un patrimonio genetico destinato e rimanere più o meno intatto per tutta la vita del nuovo individuo.
Il patrimonio genetico è un ottimo candidato per stabilire l’esistenza di un nuovo essere umano. Eppure non è stato mai preso in debita considerazione. Perché?

L’equilibrio tra il Sole e la Luna
Quando mi sono occupato di storia sociale, storia della filosofia, storia delle religioni e così via, ho trovato che parecchie dottrine religiose, cristianesimo e cattolicesimo in primis, affermano che al momento del concepimento vi sia un ente (dio, spirito, principio vitale o come lo chiamano) che “insuffla” la vita nella prima entità che sorge dalla fecondazione. Ora in passato le idee sul meccanismo della fecondazione erano alquanto confuse, non si conosceva la genetica, la citologia non c’era ancora e non si sapeva certo che l’unità fondamentale della vita è la cellula. E in effetti esseri unicellulari siamo subito dopo la fecondazione, quando le due metà del patrimonio genetico derivanti dai gameti maschile e femminile si fondo formando un nuovo patrimonio genetico.
Ora mi viene da notare la grande valenza simbolica che gli antichi davano a questo fenomeno a loro di certo sconosciuto. Eppure per migliaia di anni e per svariate popolazioni, da quel che mi risulta, la vita umana è sempre iniziata da ben prima che noi nascessimo. Finché eravamo nella pancia di mamma non eravamo visti come agglomerati di cellule che miracolosamente e per magia diventano esseri umani una volta staccato il cordone ombelicale o per altri vari stravaganti fenomeni della natura, tipo onde cerebrali e roba varia.
No, per gli antichi vi era un principio che si insinuava nel nuovo essere, un principio vitale e attivo, una sorta di “fuoco” vitale che si aggiungeva alla materia, all’acqua e alla terra per dare vita a un nuovo essere.
E qui mi sovviene la bipartizione ancestrale che molti popoli tribali, come i celti per esempio, sostenevano come fondamento della realtà cosmica. Un principio attivo, il fuoco e l’aria, lo spirito, il logos, l’azione, il verbo, e un principio passivo, l’acqua e la terra, la materia, il freddo. Un principio quindi denominato “maschile” e un altro denominato “femminile”. No, non chiedetemi perché tutto ciò che è attivo, caldo, focoso sia definito “maschile” e tutto ciò che è passivo, inerme e languido sia definito “femminile”. Non saprei dirlo con precisione. Posso farmi l’idea che datosi che nella gran parte dei mammiferi uomo compreso il maschio penetra per fecondare e la femmine viene penetrata per farsi fecondare tutto nasca da qui, ma sinceramente davvero non ne sono del tutto convinto, la mia è solo un’ipotesi. Diamo quindi per un dato di fatto che per convenzione il maschile è il principio vitale attivo e fattivo e il femminile costituisce invece il supporto vitale passivo e “inerme”.
È ovvio che sotto questa accezione non si vuol dire che i maschi siano del tutto “maschili”, cioè siano costituiti solo dai principi “maschili” e le femmine del tutto “femminili”. In realtà i popoli e le filosofie stessi che hanno elaborato questo tipo di bipartizione asseriscono che gli esseri umani sono costituiti da entrambe le tipologie di principi. Solo che in ogni creatura possono prevalere o quelli di un tipo o quelli di un altro caratterizzando la creatura stessa. Pertanto è ovvio che i maschi sono creature a prevalenza maschile e le femmine a prevalenza femminile.

Personaggi e simboli solari e lunari
Quindi sin dall’antichità vi sono stati popoli e culture che hanno simboleggiato in modi diversi questi duplici principi. All’inizio come forze della natura, sono poi divenuti veri e propri personaggi divini. Vi sono così state epoche in cui prevalevano divinità solari e guerriere succedute da epoche in cui prevalevano divinità lunari. Ovvero divinità o religioni prevalentemente solari o prevalentemente lunari. Globalmente, nell’immaginario simbolico fondato su questa bipartizione del cosmo, i principi solari sono quelli dell’azione, della vita, della guerra. Da soli i principi solari porterebbero la vita a bruciarsi in un immensa calderone di iperattività, di un’aggressione totale, di uno stato di guerreggiamento e violenza dovuti all’ipervitalità di queste spinte solari. Viceversa i principi lunari porterebbero al gelo, alla non vita, alla morte per apatia, al non dare né generare vita. Il miscelamento di queste forze quindi darebbe le giuste spinte all’agire umano.

Cristianesimo e laicismo
Nel cristianesimo troviamo la figura del dio padre, che parrebbe un principio solare in quanto maschile. Già Nietzsche, però, sottolineò come il cristianesimo in fondo non fosse una dottrina poi tanto virile in quanto presenta sotto molti aspetti la prevalenza di caratteri femminei. Nietzsche aveva notato come molti elementi di tale religione siano piuttosto femminei e ben poco solari. Come la concezione del dio dei deboli, ma anche il concetto di fede come abbandono a un altro, un protettore che ti dona qualcosa in cambio della tua fedeltà. Oppure il concetto di “credere” e quindi un certo rifiuto della logica e della giusta forza di affrontare la realtà e ciò che è davvero conoscibile da ciò che è inconoscibile, tappando un po’ i buchi della conoscenza con la fede. Mentre invece l’ateismo e il nichilismo possono essere visti come molto virili in quanto consistono nel rifiuto di quel dono e di quell’alea protettiva e nella volontà di affrontare il mondo e la vita senza le spalle coperte, nell’assumersi in pieno le proprie responsabilità e fare uso delle proprie forze, nella voglia di essere padroni del proprio destino. Magari se non in senso individuale (cosa certo molto più difficile) in senso collettivo. Del resto come altro si spiega che la maggior parte delle persone più ferventi nella fede siano proprio di sesso femminile? La “logica” del “così è stato detto, così è stato ordinato e quindi così deve essere ed è!” e non la logica del continuo indagare, nel continuo domandarsi e chiedersi perché. Per non parlare poi del culto di Maria vergine, principio femminile cristiano per antonomasia.
Ciò vuol dire in effetti che il cristianesimo si presenta una dottrina equilibrata sotto questo punto di vista, in quanto ben miscela solarità con lunarità, maschilità con femminilità. Ma come tutte le dottrine ha subito il destino di essere stata fortemente attaccata e corrosa nei suoi punti deboli dall’avanzare della scienza.
I progressi scientifici, tecnici e culturali che si verificarono a cavallo del 18° e 19° secolo minarono le basi delle religioni tradizionali gettando nuova luce sulla natura del mondo e dell’Uomo oltre che sul modo di pensare della gente. Si diffusero così dottrine e teorie laiche e laiciste (http://it.wikipedia.org/wiki/Laicismo; http://it.wikipedia.org/wiki/Laicit%C3%A0; http://www.transumanisti.it/riccardocampa/laicismo.htm; http://www.homolaicus.com/teoria/laicismo/index.htm) che diffusero o l’idea che gli ideali umani dovessero essere ancorati si a principi di ordine etico e morale, ma non comandati da divinità, bensì facenti capo alla ragione umana e al buon vivere, oppure che ogni individuo dovesse essere lasciato libero da ogni tipo di condizionamento sociale, culturale e ideologico e di fare le sue scelte liberamente in campo morale.

 
 
 

Il diritto di vita e di morte 2

Post n°40 pubblicato il 09 Agosto 2007 da Giubizza
 

Dal laicismo al femminismo
Il laicismo ha però prestato il fianco a molti sviamenti di stampo ben poco laico. Ciò può essere dovuto a vari motivi. Potrebbe essere che come tutti i movimenti culturali si presta a mutamenti, revisioni, distorsioni. Del resto anche le dottrine cosiddette “forti” come l’islam e il cristianesimo non sono state immuni da “eresie”. Anzi forse l’orientamento dottrinario che ha caratterizzato e tuttora caratterizza queste religioni potrebbe essere non altro che l’eresia che ha prevalso su tutte.
Un’altra spiegazione è che il laicismo sia una sorta di neutralismo dottrinario che lascerebbe un vuoto di valori che può essere facilmente riempito da tendenze dottrinarie più “faziose”.
In ogni caso gli esempi di sviamenti più o meno leggeri o più o meno pesanti che ci sono stati nel corso della storia dalla linea di un’autentica laicità possono essere parecchi, come per esempio il culto della dea Ragione da parte di Robespierre, ma anche molte correnti positiviste. Lo stesso marxismo secondo molti altro non è che una sorta di cristianesimo “laico”, ossia svuotato del contenuto divino.
Ma lo sviamento forse più grave lo si è avuto negli ultimi decenni da parte del femminismo. Questo si pretende laico, ma in realtà non è altro che il culto della femminilità. La fine dell’era delle esplorazioni, l’avanzare della tecnica che ha reso i lavori di forza fisica piuttosto marginali, l’innalzamento del tenore di vita nei paesi occidentali e molti altri fenomeni che hanno caratterizzato la società del secondo dopoguerra, in particolare in occidente, hanno reso “vincenti” e prevalenti i valori lunari e femminei. Non c’è più bisogno di coraggio, anzi il coraggio è deleterio. Non c’è più bisogno di spirito guerriero, anzi si vuole la pace. Tutto questo, che magari potrebbe non avere di per sé valenza negativa, ma anzi piuttosto positiva, ha però contribuito alla cosiddetta “femminilizzazione” della società. E ovviamente degli individui che ne fanno parte.
Sembrerebbe il trionfo dei principi lunari, della non vita e soprattutto questo trionfo si riflette sul culto della donna, la quale diviene una nuova divinità in terra, a cui spetta l’autorità di stabilire il bene e il male, il bello e il brutto, il giusto e l’ingiusto. Anche la denatalità che affligge l’occidente sembrerebbe rispecchiare il principio della non vita, della morte per freddo, per spegnimento, per apatia e non per guerra, violenza, furore e aggressività. Un specie di castrazione sociale progressiva che porta prima all’invecchiamento e allo svilimento e poi alla morte per estinzione. Un’estinzione causata da spegnimento della vitalità.
Certo parrebbe che i motivi della denatalità siano di ordine economico. Il sistema occidentale è alquanto “saturo”, vecchio, intasato. E infatti sono proprio le epoche più critiche quelle più “lunari”. Basti pensare al periodo storico che precede e succede la caduta dell’Impero Romano, uno dei periodi più nefasti della storia e in cui imperversavano, non solo guerra, pestilenze, barbarie e cose del genere, ma anche fenomeni come il monachesimo, l’ascetismo e l’eremitismo che comportano l’astensione ai rapporti carnali e quindi la non proliferazione.
Però c’è anche da dire che per fare pochi figli sarebbe bastato e basterebbe una buona campagna e una capillare e facile diffusione di metodi anticoncezionali, se proprio la cosiddetta “castità” oggi è troppo di peso. Ma l’introduzione di altri tipi di “rimedi” come in primis l’aborto, comportano il fine sfacciato di dare alla donna il potere di vita o di morte, nonché, non essendo stato prevista la corrispettiva piena libertà al riconoscimento paterno, anche il destino genitoriale degli uomini.

La colpa di essere uomini
Viviamo in un’epoca in cui alle donne tutto è dovuto. La donna ha preso il posto del vecchio dio cristiano ed è assurta al rango di divinità. Il genere femminile come genere sacro, il culto della femminilità, vera o costruita che sia. La dea madre (http://giubizza.blogspot.com/2007/06/la-dea-madre.html). Tutte le rivendicazioni delle donne sono indiscutibili, mentre se degli uomini osano alzare la testa allora si dà il via a reazioni isteriche (http://www.libero-news.it/libero/LF_showArticle.jsp?edition=&topic=4896&idarticle=86054182) e quasi non meritano di essere chiamati uomini.
Il femminismo imperversa nell’aria e influenza il vivere sociale, le norme di vita, le leggi, le sentenze dei giudici, l’orientamento della scienza e della medicina. Il mondo è a misura di donna, essa è il parametro entro cui tutto deve rientrare. Le donne entrano in posti tradizionalmente maschili e invece di adeguarvisi come norme civili vorrebbero, dettano legge dal primo giorno. Ogni posto deve conformarsi alle aspettative dell’essere donna e nulla che trasgredisce questo viene accettato di buon grado. Tutto ciò che sono e che fanno le donne va bene, tutto ciò che sono e che fanno gli uomini va male. E questo indipendentemente da cosa sono e cosa fanno, in quanto lo stesso modo di essere. Esiste una differenza radicale di giudizio tra il modo di essere uomini e quello di essere donne. Per “modo di essere” o più semplicemente “modalità” e che consiste in tutto quell’insieme di “caratteristiche” come l’essere, il presentarsi, il fare, il dire, il sentire, il percepire, il cogliere, il porsi con se stessi e col mondo di quegli esseri oggi quasi tanto disprezzati quali sono i maschi umani. Ho notato che molti movimenti maschili propongono una rivisitazione e rivalutazione di un modello “tradizionale” di maschio, un modello che io ho la sensazione che si rifaccia un po’ agli uomini come erano negli anni ’50 o giù di lì. Anche perché prima di allora, se scaviamo indietro nel tempo e giungiamo fino a secoli or sono, credo che sul modo di essere uomini possiamo averne solo dei vaghi sentori in base alle testimonianze storiche lasciateci. Possiamo solo presumere che magari l’uomo tipo degli anni ’50 del XX secolo corrisponda allo stesso uomo tipo del maschio romano dell’antichità. Quindi si tratta piuttosto di modelli idealizzati più che reali. Ma anche il modo di essere dell’antica Roma possiamo solo idealizzarlo e magari invece era alquanto diverso da come ce lo immaginiamo noi adesso. Lungi da me affermare che gli uomini non siano fatti in un certo modo per natura e altrettanto le donne, ciò che intendo dire è che non penso si possa negare che sotto molti aspetti e per molti uomini e donne fosse la società che definiamo “patriarcale” a imporre e stabilire quale doveva essere il modo di essere.
Io credo che, per come è la situazione odierna, non ci sarà mai un modo di essere maschio che vada bene, perché qualsiasi stile, modalità, atteggiamento o comportamento che gli uomini scelgono per sé (uso il verbo “scegliere” per semplicità ma forse il tutto sarebbe da ricondursi nel modo di formare se stessi e farsi formare) andrà sempre male per la semplice ragione che sono uomini. Questo mentre gli stessi stili, atteggiamenti, comportamenti e modi di essere scelti dalle donne andranno sempre bene perché donne.
La questione per me non consiste nel modo di essere ma di chi si presenta con quel modo di essere, chi lo stabilisce, chi lo valuta e per chi lo si sceglie.
Pertanto io noto che:
1. il modo di essere delle donne va sempre bene per i più. Se volessimo per semplicità ricondurre tutte le modalità, gli stili, i comportamenti, le propensioni, le tendenze, gli atteggiamenti e così via nelle sole due categorie "maschile" e "femminile" troviamo che se una donna sceglia una modalità "femminile" viene apprezzata dai più perché mantiene, conserva e valorizza la sua femminilità. Se invece attua una modalità "virile" è vista come una "pionera", una innovatrice, una trasgressiva che travalica gli schemi e le convenzioni.
2. il modo di essere degli uomini invece va sempre male perché se un uomo sceglie una modalità maschile è visto come un "maschilista" tradizionalista, retrogrado e grezzo. Se invece attua un modo di essere "femminile" allora è disprezzato dai più perché è visto come effemminato, ridicolo, incongruente, eccetera eccetera.
Altro punto è chi stabilisce e valuta i vari modi di essere e di fare e per chi si "attuano" tali modalità. E qui io noto che:
1. le donne stabiliscono e gestiscono loro e per loro il proprio modo di essere e di fare e soprattutto lo valutano loro senza dover tener conto dei giudizi maschili. Gli uomini che le giudicano male sono visti in cagnesco come degli idioti.
2. gli uomini invece devono “scegliere” una certa modalità di essere e di fare imposta dalle donne e per le donne e soggetta ai loro giudizi. Giudizi che saranno per lo più negativi in quanto qualsiasi modo di essere e di fare non si addice più a nessun uomo in fin dei conti. Anzi le stesse donne che li giudicano bene sono viste spesso male dalle più e dai più... Io credo che uno dei nodi fondamentali per il movimento maschile sia proprio rivendicare la piena libertà degli uomini di essere e di fare come meglio loro aggrada, come loro vogliono e per loro stessi e senza dover dar conto del giudizio né degli altri uomini, né tantomeno delle donne.
Nel momento in cui un movimento maschile volesse stabilire anch'esso un modo di essere per gli uomini non farebbe che aggravare la situazione mettendo gli uomini tra il loro incudine e il martello del femminismo. È questo lo stesso meccanismo che attuano coloro che vogliono conservare o "rivalutare" vecchi e nuovi doveri maschili in un'epoca che rinnega agli uomini i loro diritti e riconosce alle donne diritti supplementari senza attribuire alcun particolare dovere. Così facendo si aggrava la situation.

Valori e tradizioni
Alcuni movimenti maschili fanno ricondurre la Questione Maschile (QM) in una questione di fede e tradizione. A parte l’ovvia e legittima piena libertà individuale di scegliere quali valori condividere, vorrei avanzare delle mie personalissime obiezioni riguardo l’uso della religione a sostegno della QM:
1. se tornassimo al medio evo ci credo che il femminismo verrebbe sconfitto. Ma la sfida della QM non è invece sconfiggerlo in un contesto moderno? Non è superarlo invece di tornare indietro?
2. avrei forti dubbi riguardo il fatto che il cristianesimo sia davvero poi tanto virile. Questo per le stesse perplessità sopra esposte e avanzate già più di un secolo fa da pensatori come Nietzsche;
3. la religione si fonda su ordini e personaggi simbolici, che hanno sicuramente assolto dei compiti più o meno buoni o più o meno cattivi, ma ora che abbiamo raggiunto un certo grado di consapevolezza credo sarebbe meglio affrontare le cose nell’ottica più realistica che io ritengo sia quella laica. In definitiva direi che la carta della religione, così come secondo alcuni quella del "maschilismo" (anche se dipende da cosa si intende con questa parola: http://giubizza.blogspot.com/2007/06/maschilismo.html; http://it.wikipedia.org/wiki/Maschilismo), è assolutamente bruciata e persa in partenza. Purtroppo io ho la netta sensazione che alcuni movimenti maschili più che occuparsi di difendere i maschi e volere giustizia in una società iniqua, puntino più a rivalutare e scavare vecchi miti e valori che non poco contrastano con l’attuale contesto in cui viviamo.

Il dono
Oltre alla saggia frase “Non esistono uomini impotenti ma donne incapaci” la grande Coco Chanel (http://it.wikipedia.org/wiki/Coco_Chanel) affermò anche un’altra grande verità, cioè che l’essenza maschile consiste nel dono. Si, è vero che la maschilità consiste nel donare se stessi e sacrificarsi, ma etimologicamente il dono è un atto di libera scelta individuale, altrimenti è un’estorsione, una tassa sulla maschilità. Pertanto mai come in questo campo, pur essendo forse il nocciolo duro della maschilità, vale il principio della libera scelta. Se un uomo viene allevato con la concezione di dover donare, se viene costretto da leggi, procedure e formalità varie e concedere questo dono, la stessa natura del dono è del tutto traviata. Quindi niente costrizioni né condizionamenti di sorta. È l’individuo che sceglie se, quando, come, cosa e quanto donare in piena libertà. Ovviamente questo però varrà anche per le donne, seppure è questo un discorso che è a loro più estraneo. Ma comunque la libertà va rispettata anche nei giudizi, ammirando chi dona intelligentemente (magari non solo alle donne), rispettando chi non vuole donare un bel niente, perché è una scelta comunque da rispettare, e criticando aspramente chi dona in maniera inconsulta perché sciupa così un qualcosa di prezioso per l’Umanità. Da tenere ovviamente conto che nell’attuale contesto conviene donare il meno possibile, soprattutto alle donne, in quanto già fin troppo favorite e privilegiati a fronte di uomini già fin troppo sobbarcati di oneri e doveri di sorta. Pertanto i doni del terzo tipo, quelli fatti in maniera inconsulta, sono probabilmente la maggioranza, se non addirittura la quasi totalità o addirittura la totalità.

Recuperare i principi solari o sapere usare quelli lunari?
Cosa fare per contrastare questa tendenza? Buona cosa può essere la rivendicazione e la denuncia. Denunciare i soprusi commessi in nome del femminismo imperante, rivendicare i propri diritti di essere uomini e un mondo non a sola misura femminile.
Buona cosa può essere altresì il recupero dei principi solari, della vita, dell’azione. Saper rivalutare e riscoprire questi principi in piena libertà può essere d’aiuto a guardare in faccia alla dea madre imperante e non sottomettersi ad essa. La logica non è pedanteria, ma una visione coerente del mondo. La forza fisica non è forza “bruta” ma forza “pura”! Forza e vigore sia psichico che fisico sono la base fondamentale della solarità e non cose di cui vergognarsi, ma da andare fieri.
Ma anche saper utilizzare i principi lunari, imparare a gestirli e farli propri insieme a quelli solari non sarebbe male per poter essere completi e coscienti di cosa affrontare.
Insomma per contrastare questo andamento sociale squilibrato odierno bisogna saper essere allo stesso tempo equilibrati ma anche opporre una forza “squilibrata” in senso inverso. Saper ripagare con la stessa moneta, ma anche ristabilire un giusto equilibrio. Bisogna essere coraggiosi, energici e fregarsene dei giudizi isterici del pensiero prevalente. Bisogna saper essere tutto, ma soprattutto se stessi, sapere essere liberi di essere come si vuole senza tener conto a nessuno che non a se stessi. Essere completi e consapevoli. Avere un buon equilibrio interiore tra il Sole e la Luna. Insomma imparare a essere uomini in quanto maschi, in quanto noi stessi e non in base a un modo di essere e di fare che gli altri si aspettano da noi. Perché possiamo essere uomini anche senza “fare” gli uomini, anzi, oggi più che mai dovremo imparare a fare meno ed essere di più. Essere come piace a noi e non come ci viene imposto da chicchessia e fare ciò che ci va di fare senza sentirci in obbligo verso nessuno, soprattutto verso le donne che men che mai meritano il nostro essere e agire da uomini.
 
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Postato da Giubizza su Il blog di Giubizza il 8/09/2007 11:11:00 AM

 
 
 

Violenza domestica

Post n°39 pubblicato il 08 Agosto 2007 da Giubizza

Dati sulle violenze domestiche non diffusi dai media

di Sam & Bunny Sewell

(Disponibile testo originale in inglese)

Traduzione dal testo originale a cura della dott.ssa Ilaria Sorrentino, consulente economico-aziendale
Stiamo inviando questo rapporto a quelle persone ed enti che si occupano di violenze domestiche nella speranza di poter correggere un serio equivoco su tale tematica.
Vogliamo render noto innanzitutto che siamo stati tra i soci fondatori della locale associazione per la tutela contro gli abusi. Lavoriamo da più di dieci anni per eliminare la violenza domestica. Siamo tra i membri del "Century Club", coloro che contribuiscono con più di 100$ all'associazione locale per la tutela delle donne, e sosteniamo i servizi che esse forniscono alle vittime.
Il movimento per la tutela delle donne è gravemente disinformato circa le cause e gli scopi del problema delle violenze domestiche.
Tale disinformazione sul tema delle violenze domestiche è estesa al punto che i tribunali, i tutori della legge, e altri enti pubblici stanno attualmente realizzando programmi basati sulla propaganda femminista piuttosto che su responsabili studi scientifici.
Quello che segue è un sunto della ricerca sulle violenze domestiche. Per favore, aiutateci a far pervenire al pubblico questa importante ricerca.

Il punto di vista femminista sulle violenze domestiche contro gli studi scientifici
Uno dei miti maggiormente diffusi nella nostra società è che le violenze domestiche sono qualcosa che gli uomini infliggono alle donne. Una ricerca scientifica avente solide basi rivela che in realtà le violenze domestiche sono qualcosa che le donne infliggono agli uomini più frequentemente di quanto gli uomini non facciano alle donne. Mentre è vero che gli uomini sono responsabili della maggior parte delle violenze fuori dalle pareti domestiche, le donne risultano essere quelle che istigano la maggioranza delle violenze domestiche e che feriscono gli uomini più frequentemente e gravemente.
Il Laboratorio di Ricerche sulla Famiglia dell'Università del New Hampshire, su concessione dell'Istituto Nazionale di Igiene Mentale, ha recentemente ultimato l'ultimo di tre studi nazionali sulle violenze domestiche. I primi due studi rivelano risultati simili all'ultimo.
Chiunque desideri una copia dell'ultimo studio può ordinarla tramite l'Università del New Hampshire (chiedere il documento V55). I tabulati e la documentazione degli studi del 1975 e del 1985 sono disponibili presso il Consorzio Interuniversitario di Ricerca Socio-Politica dell'Università del Michigan. I dati originali sono disponibili anche su CD-ROM presso la Sociometrics, Inc. di Palo Alto, CA.

I risultati nella categoria "lesioni gravi" vengono riportati di seguito:

22 mogli su 1000 affermano di aver subito lesioni gravi da parte del marito
59 mogli su 1000 affermano di aver inflitto lesioni gravi al marito
32 mariti su 1000 affermano di aver subito lesioni gravi da parte delle mogli
18 mariti su 1000 affermano di aver inflitto lesioni gravi alla moglie
20 coppie di mariti e mogli su 1000 affermano che la moglie ha subito lesioni gravi
44 coppie di mariti e mogli su 1000 affermano che il marito ha subito lesioni gravi

Esistono dozzine di altri studi che rivelano scoperte simili. Per esempio: le donne sono tre volte più portate a fare uso di armi nelle violenze domestiche. Le donne provocano la maggior parte degli incidenti di violenza domestica. Le donne commettono la maggior parte degli abusi su bambini e su anziani. Le madri picchiano i figli maschi più frequentemente e gravemente di quanto non picchino le femmine. L'82% della gente ha avuto la sua prima esperienza di violenza per opera della madre. Le donne commettono la maggior parte degli infanticidi. Le donne commettono il 40% degli omicidi e la maggior parte delle vittime adulte sono uomini. Le donne commettono il 50% degli uxoricidi.
Molti non sanno a chi credere nell'ambito del dibattito sulle violenze domestiche. Da un lato ci sono i sostenitori e le femministe delle associazioni per la tutela delle donne che si basano sulle statistiche giuridiche. Dall'altro, ci sono gli esperti di scienze sociali che si basano su studi che abbiano basi scientifiche. Sfortunatamente, i risultati degli studi scientifici non ricevono l'attenzione dei media. La stampa americana sembra maggiormente interessata alla correttezza politica piuttosto che all'accuratezza scientifica. Perciò la percezione del pubblico, e la percezione di molti ben intenzionati attivisti contro la violenza domestica, viene radicalmente deviata rispetto alla più bilanciata informazione degli esperti di scienze sociali.
La tipica reazione delle femministe delle associazioni per la tutela contro gli abusi rispetto ai risultati degli studi scientifici è di avere un gravissimo atteggiamento di chiusura mentale. D'altro canto però, il personale delle associazioni per la tutela contro gli abusi che non ha accettato il punto di vista delle femministe è grato a chi gli fornisce informazioni sulle violenze domestiche che gli permettano di implementare programmi razionali per la prevenzione, l'intervento e il trattamento degli aggressori e delle loro vittime.
Non abbiamo potuto trovare studi che mettano a confronto l'efficacia di programmi scientificamente basati e programmi basati su politiche femministe. Comunque, siamo pronti a scommettere che i programmi scientificamente basati sono più efficaci dei programmi guidati dalla propaganda femminista.

La violenza domestica in altri paesi
Riteniamo sia importante notare che in molti paesi sono stati condotti lo stesso tipo di studi. La verifica transculturale dimostra che le donne sono più violente degli uomini in ambito domestico. Quando un comportamento riceve verifica transculturale significa che esso è parte della natura umana piuttosto che il risultato di condizionanti culturali. Le donne sono più spesso autrici di violenze domestiche in tutte le culture studiate. Ciò porta molti esperti alla conclusione che ci sia qualcosa di biologico sulle donne violente in ambienti familiari. I ricercatori stanno ora esaminando il ruolo del "dominio territoriale" come fattore della mancanza di considerazione delle donne per la differenza di taglia: le donne vedono la casa come il proprio territorio.
Come molte altre specie sul pianeta, noi umani siamo portati ad ignorare la differente statura quando ci troviamo in conflitto sul nostro territorio. Così, i risultati scientifici che rivelano la violenza delle donne americane non sono circoscrivibili alla cultura americana, e non indicano una speciale patologia caratteristica delle donne americane. In tutto il mondo, le donne sono più violente degli uomini in ambiente domestico.
Uno dei più importanti ricercatori in questo campo è Susan Steinmetz, Ph.D. Ecco la lista degli studi su altre culture che la Steinmetz ha condotto:
Una comparazione transculturale dell'abuso coniugale. Journal of Sociology, e Social Welfare, 8, 404-414. Coppie sposate da 9 culture diverse. .1: Finlandia, n=44; .2: Porto Rico, n=82; .3: Honduras inglese (tutto), n=231; .4: Honduras inglese di lingua spagnola, n=103; .5: Honduras inglese, creolo, n=79; .6: Honduras inglese, caraibico, n=37; .7: USA, n=94; .8: Canada, n=52; .9: Israele (tutto), n=127; .10: Israele Kibbutz, n=63; .11: Israele, città, n=64.
Di seguito un sommario dei più recenti e significativi studi reperiti sulle violenze domestiche in Canada. Ci sono state due ondate di reperimento di dati: la prima nel 1990 e la seconda nel 1992.
Questo studio è stato realizzato dalla "dott.ssa" Reena Sommer, Ph.D., un ricercatore associato con il Manitoba Centre for Health Policy and Evaluation. Enfatizziamo il "dott.ssa" per richiamare l'attenzione sul fatto che gli studi scientifici sulle violenze domestiche sono dominati da ricercatori donna.

Violenze perpetrate da donne e da uomini in percentuale del campione:

Violenze minori
lancio di un oggetto:  % donne = 23.6 % uomini = 15.8
tentativo di lanciare un oggetto: % donne = 14.9 % uomini = 7.3
lancio di un oggetto contro il partner: % donne = 16.2 % uomini = 4.6
spinte o prese violente: % donne = 19.8 % uomini = 17.2

Violenze gravi
schiaffi, pugni, calci: % donne = 15.8 % uomini = 7.3
uso di armi: % donne = 3.1 % uomini = 0.9

Un servizio sulle coppie di Calgary in Canada ha riscontrato che la percentuale delle violenze gravi dei mariti sulle mogli era del 4.8%, mentre la percentuale delle violenze gravi delle mogli sui mariti era del 10%. Brinkerhoff & Lupri, Canadian Journal of Sociology, 13:4 (1989).
I sostenitori e le femministe delle associazioni per la tutela contro gli abusi hanno gravemente distorto l'immagine delle violenze domestiche e producono deliberatamente statistiche fraudolente e disinformazione. Anche quando citano statistiche che hanno basi veritiere, essi fanno un cattivo uso dell'informazione. Ecco un esempio: una delle statistiche citata più spesso dai sostenitori delle associazioni per la tutela contro gli abusi è che una donna ogni 15 secondi è vittima di violenze domestiche. Questa statistica viene dedotta da una buona ricerca che fu pubblicata nel Journal of Marriage and Family, una rispettata rivista tecnica per i terapeuti del matrimonio e della famiglia. I sostenitori dell'Associazione per la tutela contro gli abusi arrivarono a questa deduzione usando una delle conclusioni dello studio, cioè: 1.8 milioni di donne all'anno sono vittime di aggressioni da parte del marito o del fidanzato. Ciò che i sostenitori dell'Associazione per la tutela contro gli abusi ignorano sempre è un'altra scoperta dello stesso studio, cioè: 2 milioni di uomini all'anno sono vittime di aggressioni da parte della moglie o della fidanzata, che tradotto significa che un uomo ogni 14 secondi è vittima di violenze domestiche. Questo è uno degli inganni largamente praticati dai sostenitori dell'Associazione per la tutela contro gli abusi. L'establishment della stampa americana contribuisce a quest'inganno ed è anch'essa colpevole di esacerbare il problema delle violenze domestiche diffondendo delle false diagnosi.
Di solito sono le donne che avviano gli episodi di violenza domestica (picchiano per prime), e picchiano più frequentemente, così come usano le armi tre volte più spesso degli uomini. Questa combinazione di atti violenti significa che gli sforzi per trovare una soluzione al problema delle violenze domestiche devono essere necessariamente focalizzati sugli attori femminili. Dobbiamo riconoscere che le donne sono violente, e abbiamo bisogno di programmi educativi nazionali che enfatizzino il ruolo delle donne come aggressori. Altri studi mostrano che gli uomini stanno diventando meno violenti mentre le donne diventano più violente. Educare gli uomini sembra stia funzionando. Educare le donne ad essere meno violente dovrebbe essere ora il compito principale dei programmi di educazione pubblica.
Ogni programma contro la violenza domestica che accetti il paradigma "uomo che abusa - donna vittima" è basato su di una falsa premessa. Questo tipo di programmi contro la violenza domestica attualmente servono a perpetuare il problema degli abusi domestici.
Citiamo da un libro sul tema di McNeely, R.L. e Robinson-Simpson, G. (1987) "The Truth about Domestic Violence: A Falsely Framed Issue": "Mentre numerosi studi mostrano che gli uomini sono vittime di violenze domestiche almeno quanto le donne, sia il pubblico laico che molti professionisti considerano la mancanza di una distinzione di sesso nelle percentuali di aggressioni fisiche tra partners ancora sorprendente, se non inattendibile, basandosi sullo stereotipo che gli uomini sono aggressivi e le donne sono esclusivamente vittime."
Ecco un'eccezione al solito boicottaggio dei media delle storie sulla violenza domestica con basi scientifiche:
The Washington Times, 13 gennaio 1994 - Section A, Joyce Price
Murray A. Straus, un sociologo e codirettore per il Laboratorio di Ricerca sulla Famiglia all'Università del New Hampshire, accusa le "donne del movimento per la tutela delle donne" di negare che le donne abusino fisicamente dei mariti, degli ex-mariti e dei fidanzati, o di perpetrare tali abusi.
"Esiste questa finzione nei movimenti per la tutela contro gli abusi: che in tutti i casi è lui, non lei" ad essere responsabile delle aggressioni domestiche, Mr. Straus ha detto in una recente intervista.
Mr. Straus afferma che almeno 30 studi sulle violenze domestiche -inclusi alcuni condotti da egli stesso - hanno mostrato che entrambi i sessi sono ugualmente imputabili. Ma alcune di queste ricerche, come un recente servizio nazionale canadese, "hanno escluso dati sulle donne che abusavano degli uomini... perché politicamente imbarazzanti". Donne e uomini "sono quasi identici" in termini di frequenza di attacchi quali schiaffi, spinte e calci, ha dichiarato Mr. Straus. Usando informazioni su coppie sposate ottenute da 2994 donne nel National Family Violence Survey, Mr. Straus ha rilevato una percentuale di aggressioni da parte di mogli del 124 per 1000 coppie, rispetto a 122 per 1000 aggressioni da parte dei mariti.
La percentuale di lesioni su minori da parte di mogli era 78 per 1000 coppie, e la percentuale di lesioni su minori da parte dei mariti era 72 per 1000. Riguardo alla categoria delle lesioni gravi, ha affermato Mr. Straus, la percentuale delle lesioni da parte delle mogli era 46 per 1000 coppie, e da parte dei mariti 50 per 1000.
"Nessuna differenza è statisticamente differente," ha scritto Mr. Straus nella rivista Issues in Definition and Measurement. "Dato che queste percentuali sono basate esclusivamente su informazioni fornite da intervistate donne, la quasi eguaglianza nella percentuale di aggressioni non può essere attribuita ad una parzialità di genere nel rispondere." (fine della citazione).
Il commento del dott. Straus non rispecchia il National Family Violence Survey del 1995. Comunque, parte dei compiti del movimento femminista è far apparire gli uomini quanto più cattivi possibile. Il modo di considerare le violenze domestiche delle femministe è parte del problema. Il boicottaggio da parte dei media di notizie su studi scientifici è parte del problema. Il contributo della scienza ci dà speranza per una soluzione.

Ti invitiamo a fare la tua parte per diffondere queste importanti informazioni nella tua comunità.
Grazie per l'attenzione prestata a questo importante messaggio.

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Postato da Giubizza su Il blog di Giubizza il 8/08/2007 10:19:00 AM

 
 
 

Alcune osservazioni

Post n°38 pubblicato il 07 Agosto 2007 da Giubizza

Sentenze

Circa un mese fa la Cassazione aveva stabilito che il classico "vaffa" non costituisce più reato, perché entrato nel linguaggio comune (eccezione per il caso che sia rivolto a pubblico ufficiale); nella fattispecie un uomo l'aveva proferito all'indirizzo di un altro uomo.
Dal TG di ieri apprendo che la Cassazione ha ritenuto che la frase "mi fai schifo" integra l'ingiuria; nella fattispecie un uomo l'aveva detta ad una donna.
Quadra?


Discriminazioni

Sì, quadra.
Queste asimmetrie si verificherebbero in un società dove l'aristocrazia esistente celebrasse se stessa come tale in modo palese, esplicito e formalizzato. Patrizi e plebei: due classi ben individuate in cui quella superiore ricorda apertamente all'inferiore l'esistenza della barriera che le separa e quindi la motivazione dei trattamenti privilegiati.
In quella condizione il privilegio, la diversità stridente di trattamento sarebbero la regola. Frutti di una pianta.
Nel nostro caso invece l'esistenza dell'aristocrazia è assolutamente negata, e con sdegno. E da dove mai verranno questi frutti? Dalla medesima pianta.
I frutti cadono perché c'è la pianta. Invisibile. Come la gravità e tutte le altre forze.
Vedendo l'invisibile i conti (e le loro dame...) tornano.


Nuovi principi giuridici

Sarebbe davvero interessante contare quanti nuovi principi giuridici sono scaturiti dalle sentenze della cassazione rispetto alla differenza sessuale, ossia quando a contrapporsi e' un uomo contro una donna.
Ho come la sensazione che non vi sia paragone e che quasi mai e' stato introdotto un nuovo principio quando questo avrebbe finito per dare ragione a lui.
 
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Postato da Giubizza su Il blog di Giubizza il 8/07/2007 11:52:00 AM

 
 
 

Dal marxismo virile alle crocerossine odierne

Post n°37 pubblicato il 06 Agosto 2007 da Giubizza

Uno dei "meriti" del femminismo è indubbiamente quello di avere contribuito ad avvelenare lo spirito combattente della sinistra marxista.
Dalla prevalenza della marxista come risoluzione delle maggiori problematiche della società odierna si è passati a una falsa alternativa fatta da sinistre e sinistrine effeminate, uterine e con spirito che va dall'isterica contestazione fine a se stessa alla "tenerezza" del volontariato dettato da un pensiero da crocerossina. Da una dottrina austera, virile, combattiva a un insieme eterogeneo di saltimbanchi ripieni di valori e pseudo valori mollicci e caritatevoli.
non per niente tra marxisti (quelli veri) e le femministe non correva buon sangue. I primi accusavano giustamente le seconde di essere delle "signore borghesi" atte a conservare e tramandare i privilegi borghesi e di voler scindere la classe operaia in maschi e femmine, in due formazioni senza alcuna prospettiva né futuro. Le femministe invece accusavano i marxisti di essere dei "maschilisti" col solito vezzo battagliero "tipico" dei maschi.
Ebbene, tra i due litiganti il terzo (il capitalismo e la borghesia) a quanto pare ha goduto. Di certo una marmaglia indistinta di uomini soli, depressi, repressi o incazzati e donne altrettanto sole, depresse, represse (dal potere e non certo dagli uomini) e incazzate e "caricate" dai falsi miti e da illusori e dannosi privilegi femminili, possono nuocere molto meno di un proletariato fiero, cosciente e incazzato, nonché guidato da un ben preciso piano di battaglia con tanto di strategia e di tattica contro la società borghese.
Così da quel modello sociale abbastanza concreto caratterizzato sulla lotta di classe e fondato su presupposti socio-economici ben precisi facenti capo a una reale posizione sociale dei vari soggetti, si è passati a una sorta di favoletta di un genere portatore di "bene" come quello femminile (sic!) contro un genere portato di "male" come quello maschile (risic!).
E dalla prospettiva rivoluzionaria che altro non è che uso della forza disciplinato dalla logica della teoria (l'arma della critica e la critica della armi) si è giunti a una dicotomia tra il culto dell'insurrezione isterica e fine a se stessa e un vago e alquanto inconsistente "spirito di solidarietà" sociale ("iperfallicismo" contro "defallicismo" o semplice isteria e volubilità uterina?).
Da una politica fatta di teorie, ideali, piani e scopi, si è passati a una politica personalizzata fatta di intrallazzi, spicciolerie e inciuci vari (Schopenhauer docet!), e da dibattiti politici fatti con argomentazioni si è passati a un'alternanza tra un politicamente corretto e una nevrastenica sisaccusa delle parti in campo.
Del resto il capitalismo le ha sempre escogitate tutte pur di sviare la rabbia popolare fuori dai binari dello scontro di classe. Sono stati così creati dei "nemici" del popolo di vario tipo, come le nazioni "barbare", gli ebrei, i finanzieri, le ideologie, gli stati canaglia, il terrorismo internazionale e, perché no? i maschi! Non c'è limite alla fantasia.
Magari quando gli uomini finiranno di guardare il mondo con gli occhi delle donne allora vedremo finalmente la rimonta della Politica contro la "politica". Quindi non perdiamo la speranza e soprattutto incrociamo... le dita!

 
 
 

Prodotti in serie

Post n°36 pubblicato il 04 Agosto 2007 da Giubizza

Lo so che mi attirerò la nomina di misogino, che generalizzo, e bla bla bla, per ciò che sto per dire, ma credetemi care femminucce, se io vi critico è perché vi voglio troppo bene.
Ma vi rendete conto di quanto le donne di oggi siano diventate scontate, banali, vuote e standardizzate? Si parla di uomini in crisi di valori, uomini in crisi di identità, uomini in crisi finanziaria (ah no, questi ci sono sempre stati…) eccetera. Ma io noto come le donne oggi siano sempre incostanti, infelici, inconcludenti, depresse, perennemente in analisi, con crisi premestruali, post partum e di vario genere (che spesso generano anche qualche “problemino” all’incolumità dei minori…) e, soprattutto, fatte in serie. Si perché se ne conosci una è come averne conosciute, non dico tutte, ma un buon 80% (forse anche un 90%...). e questo in tutto! Nel modo di parlare, di porsi, di fare sesso, di atteggiarsi (su qeusto sono delle vere e proprie champion…). Ma ciò che più colpisce delle femmine di oggi è il pressoché totale appiattimento del pensiero: dicono tutte le stesse cose!
Non ci credete? Provate a chiedere a un certo numero di ragazze cosa ne pensa del sesso (giusto per fare un esempio). Cosa vi dirà? “Il sesso è una bella cosa, ma devo farla quando me la sento e non posso essere forzata” (ma no!). E qual è la prima cosa che guardano in un uomo? “Gli occhi, ovviamente!” (ma vah!). Tutto qui! Ma ciò che colpisce è il fatto che queste non sono opinioni, sono degli assiomi, delle ovvietà che solo per una pigrizia generale vengono spacciate per “opinioni”.
Certo io ancora non ho incontrato persone, di sesso maschile o femminile che siano, che affermino di voler essere legate a un letto e sodomizzate dalla mattina alla sera senza il loro consenso. Né ho mai avuto il piacere di conoscere qualche tizio o qualche tizia che, senza guardare negli occhi le persone che incontra, alza loro magli o camice per guardare l’ombelico.
Io non saprei adesso se sia questa società a frivolizzare e appiattire le donne o se invece siano le donne ad appiattire e frivolizzare la società. O se magari c’è una vera e propria interazione. Ma sta di fatto che il pensiero odierno ha perso parecchio in spessore e profondità. I luoghi comuni sono assurti non di rado al rango di “scienza” e le banalità spopolano.
E cosa è oggi la femminilità? Se parlate con un certo numero di persone vi accorgerete come oggi questa parola indichi solo una mera operazione di cosmesi e travestimento. Femminilità è il trucco, il mascara, il fondotinta, il rossetto, il rimmel, i tacchi a spillo, fili interdentali tra le natiche (quasi quasi rimpiango i vecchi slip merlettati…) che solo per un accordo intercorso tra media e case di moda vengono chiamati “perizomi” e tanta “profondità” di vagin… ehm di spirito.
Ma il tutto ha una sua logica: se un edificio perde la sua struttura, la sua consistenza e le sue basi, allora per “conservarlo” lo si “abbellisce” in varie maniere per non dare a vedere che quell’edificio non c’è più! Ed ecco che al posto di quello che una volta era un vero edificio abbiamo solo una grezza e grottesca scenografia di cartapesta…


Postato da Giubizza su
Il blog di Giubizza il 8/04/2007 12:21:00 PM

 
 
 

Società "maschilista"

Post n°35 pubblicato il 26 Luglio 2007 da Giubizza

UOMO, Musa dell’arte femminile:
 
 
 
 
 
DONNA, musa ispiratrice dell'arte maschile:
 
Tanto gentile e tanto onesta pare
La donna mia quand'ella altrui saluta,
ch'ogne lingua devèn tremando muta,
 e li occhi no l'ardiscon di guardare.  
 
Ella si va, sentendosi laudare,
benignamente d'umiltà vestuta;
e par che sia una cosa venutada
cielo in terra a miracol mostrare.  
 
Mostrarsi sì piacente a chi la mira,
che dà per li occhi una dolcezza al core,
che 'ntender no la può chi non la prova:  
e par che de la sua labbia si mova 
uno spirito soave pien d'amore,
che va dicendo a l'anima:"Sospira".
 
Dante Alighieri
 
Che dire? Due espressioni artistiche che mostrano quanto la nostra società sia "maschilista" e "misogina".

 
 
 
 
 
 
 

Fame nel mondo

Post n°32 pubblicato il 22 Luglio 2007 da Giubizza

Centomila persone muoiono di fame ogni giorno!

“La scorsa settimana (Novembre 2006) il report annuale della FAO (Food and Agriculture Organization è l'Organizzazione delle Nazioni Unite per l'alimentazione e l'agricoltura la cui missione è elevare i livelli nutrizionali, incrementare la produttività agricola, migliorare la condizione delle popolazioni rurali e contribuire alla crescita dell’economia mondiale) ha messo in luce un tremendo scandalo: aumenta la fame nel mondo nonostante le possibilità tecnologiche di poterla eliminare per intero. Si stimano ogni giorno 854 milioni di persone denutrite, mentre altre 100.000, invece, muoiono di fame o di cause a essa legate. Si stima altresì che ogni 5 secondi un bambino con meno di dieci anni da qualche parte nel mondo muoia di fame.
Questo avviene in un pianeta abbondante di risorse dato che la FAO stessa sostiene che il nostro pianeta potrebbe facilmente soddisfare le esigenze alimentari del doppio della popolazione attuale che è di circa 6 miliardi”. Conclusione: la fame non è una fatalità, ma un danno causato.
Oggi per la prima volta nella storia la fame può essere veramente sradicata grazie al fantastico sviluppo dei mezzi di produzione nel settore agricolo e quindi il fatto che un bambino oggi muore di fame, mentre noi stiamo scrivendo, da qualche parte nel mondo, va considerato come un barbaro assassinio!
Le cause di questo massacro orrendo che avviene nella più totale indifferenza sono molte e molto complesse ma la causa principale rimane il debito estero dei paesi del terzo mondo. Tutto il denaro che tali paesi potrebbero guadagnare esportando cotone, caffè o altre risorse naturali va direttamente a “servire il debito” ossia in pagamento a grandi banche finanziatrici azzerando il capitale per investimenti che potrebbero permettere a detti paesi di divenire auto sufficienti nella produzione alimentare (per es: nel 2003 gli aiuti internazionali ricevuti da 122 paesi in via di sviluppo contavano per 54 miliardi di dollari; il rimborso del debito dai paesi in via di sviluppo ai paesi donatori è stato di circa 436 miliardi di dollari) (Il 1 maggio 2007, il Venezuela estingue il debito con il Fondo Monetario Internazionale e la Banca Mondiale. Anticipando di cinque anni l'estinzione della cifra dovuta agli organismi finanziari internazionali, le casse della repubblica bolivariana hanno risparmiato almeno 8 milioni di dollari Usa di interessi e aperto un ciclo storico politico nuovo. Adesso rimane un altro obiettivo: la costituzione del Banco del Sur assieme a altri paesi latino-americani).
Oltre all’indebitamento sono da annoverarsi come cause anche le politiche agricole delle nazioni industrializzate come l’Europa e gli Usa che grazie ai loro 349 miliardi di sussidi annuali a questi paesi, continuano a delocalizzare (dumping, Il “dumping” è un termine usato nella letteratura economica per indicare una situazione dove, come risultato di aiuti pubblici (sussidi), un prodotto è venduto, su un dato mercato e in un tempo preciso, ad un prezzo così basso per cui i produttori locali difficilmente possono competere con esso. Ad es., una buona parte dei vestiti usati indossati dagli africani e' di provenienza europea o nordamericana. Sono i vestiti usati poco e in buone condizioni, dismessi da brave persone che si sono prese la briga di non mandarli in discarica.Questi vestiti si chiamano "mivumba" e si dice che un terzo degli africani li usi. L'arrivo dei mivumba ha messo fuori mercato la maggior parte delle industrie tessili e di abbigliamento africane, incapaci di competere con la merce regalata.) la produzione di cibo in Africa dove è possibile comprare frutta italiana, francese o portoghese alla metà o a un terzo del prezzo dello stesso prodotto sul mercato locale.
(Sul finire degli anni ’60 le multinazionali occidentali cominciano a smantellare i propri stabilimenti nei paesi di origine e a trasferire la produzione in zone del mondo dove il processo produttivo è meno costoso. Si trasferiscono in zone con legislazioni di gran lunga più permissive per quanto concerne la manodopera e l’ambiente. I paesi poveri iniziano addirittura a competere tra di loro attirati dalla possibilità di miglioramento del livello di vita del proprio paese, e cominciano a modificare le proprie norme sugli investimenti e a offrire agevolazioni fiscali incentivati altresì dai “miraggi” delle grandi banche finanziatrici. Purtroppo nella maggior parte dei casi, però, la delocalizzazione è avvenuta attraverso il subappalto, che consiste nell’affidare la produzione, o una parte di essa, a imprese terze. Ciò consente di ridurre i rischi connessi ai singoli mercati (sconvolgimenti politici, catastrofi naturali) e spostare la produzione da un paese all’altro a seconda delle convenienze. Così, se in un paese il costo del lavoro aumenta in seguito alle richieste dei lavoratori, non si fa altro che affidare la stessa produzione ad una fabbrica che accetta di produrre lo stesso bene a tempi più brevi e a costi minori. Le ditte subappaltate aumentano volume ed orario di lavoro con metodi poco ortodossi, trascurano le norme di sicurezza e sfruttano i lavoratori più malleabili come donne e bambini. Il metodo del subappalto è talmente usato tra le multinazionali che ormai quasi tutte queste società non possiedono più stabilimenti produttivi, limitandosi ad essere proprietarie di un marchio e del suo sfruttamento commerciale e ad appaltare tutto il lavoro, lavandosene le mani... )
In questo modo l’agricoltore africano finisce per lavorare con la sua famiglia quindici ore al giorno sotto il sole cocente senza la minima possibilità di raggiungere un reddito sufficiente a coprire le esigenze basilari della sua famiglia e nonostante ciò, molte persone in Italia, con l’ipocrisia loro congenita, si meravigliano del perché milioni di giovani africani, talvolta intere famiglie, cercano di raggiungere con le zattere le vicine isole europee come le Canarie o la Sicilia. Molti annegano in mare o raggiungono i lidi sperati in uno stato pietoso.”

Tratto dall’intervista di Radio Vaticana a Jean Ziegler autore del”L’Impero della Vergogna”, Marco Troppa Editore, Maggio 2006. Traduzione, note e commenti in corsivo di Marco DE BERARDINIS.
Perugia, 1 maggio 2007
Apparso su CIAOEUROPA Anno XVI n.7 15 Giugno 2007


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Postato da Giubizza su Il blog di Giubizza il 7/22/2007

 
 
 

Articoli di Marco De Berardinis sull'Antropocrazia

Post n°31 pubblicato il 20 Luglio 2007 da Giubizza

Articoli di Marco De Berardinis ull'antropocrazia:
http://www.antropocrazia.com/percorsi_antropocratici/news-Marco/all.php
http://www.antropocrazia.com/percorsi_antropocratici/news-Marco/view.php?id=15  
http://www.antropocrazia.com/percorsi_antropocratici/news-Marco/view.php?id=14
http://www.antropocrazia.com/percorsi_antropocratici/news-Marco/view.php?id=13

Un altro video che potrebbe essere interessante:
http://video.etleboro.com/?vid=000283

Uno spaccato sui giovani
http://www.antropocrazia.com/percorsi_antropocratici/news-Marco/view.php?id=15
La notizia del possibile intervento dell’esercito nel napoletano e le considerazioni del ministro dell’interno Giuliano Amato: ''La criminalità deriva dall'inquinamento della vita economica, del mondo degli affari, da una violazione continua della legge e su questi temi l'esercito può fare poco'' ci sono giunte inaspettate.
Domanda: Chi è che inquina questa vita economica e chi non fa controllare le violazioni continue della legge?!? Il Presidente del Consiglio Romano Prodi ha sottolineato di essere contrario a un uso forte dell’esercito. Se il Governo vuole risolvere questa situazione dovrebbe ragionare nel modo seguente: come facciamo a sottrarre la gioventù alla camorra ? e dopo pensare di riportare la dovuta tranquillità alla città di Napoli.Ogni forza politica deve iniziare a pensare alla gioventù. Deve concentrarsi sulla gioventu’. Deve pensare esclusivamente alla gioventù. I giovani laureati in giurisprudenza devono fare 2 anni di apprendistato gratuito, salve dovute eccezioni nel territorio, presso uno studio di avvocati per aver accesso alla loro professione. Segue un esame le cui modalità ricalcano un oltraggio alla persona. Funziona allo stesso modo per i laureandi in economia e commercio. Questi 2 anni sono sentiti dalla maggior parte di loro come una perdita di tempo e come uno sfruttamento della propria persona. Evitiamo di gridare contro quel mostro chiamato SSIS e che garantisce l’accesso alla professione di insegnante. Entrare nella scuola è un vortice da cui non si esce. Basterebbe una semplice iscrizione a un albo per queste 3 categorie senza passare per stranezze esclusivamente italiane e lasciare al libero mercato la selezione. Il controllo statale sulle professioni oltre a causare ingiustizia sociale è la fonte primaria per scoraggiare le proprie vocazioni. Gli imprenditori sanno bene queste cose e molti vanno anche all’estero pur di non dover sottostare ai vincoli burocratici imposti dallo Stato. Nelle grandi città ho conosciuto giovani ingegneri che preferiscono fare i baristi perché per 100 euro in più, non conviene stare 8 ore davanti a un computer! Tuttavia chi sta peggio di tutti sono i giovani operai che vedono da una parte la concorrenza impari della forza lavorativa straniera e dall’altra la precarietà , il nuovo mostro. L’operaio non è una persona, è un prodotto, il suo lavoro viene visto come un prodotto. Deve lavorare per sopravvivere ! Non pensano di avere dei diritti. Il loro lavoro non è tutelato. Di tutta questa situazione, se si è donna, il problema si drammatizza di più perché la donna, oltre a essere più sensibile per natura, è anche più fragile. La sua reazione quindi, è quella doversi mascolinizzare perché le sue energie naturali verrebbero mozzate sul nascere e il loro modo di comportarsi, dall’uso ricorrente dei pantaloni, all’imitazione degli atteggiamenti maschili, ne è il triste risultato.In questa situazione, non dovrebbe meravigliare che la diffusione di alcol e droga siano all’ordine del giorno o che persone a cui viene impedito di programmarsi un futuro, si rincorrano per le strade o spendano quel poco che hanno nelle macchinette nei bar o su internet (videopoker). Molto si potrebbe dire ancora, però le illusioni devono cadere.L’introduzione del reddito di cittadinanza o credito sociale, permetterebbe di vivere più dignitosamente certe situazioni, ma oggi esiste solo la visione economica, la visione economica è più importante della dignità umana.Prendendo a paragone la nota storia, Davide per uccidere Golia, lo inganna. Affrontarlo direttamente è assolutamente inutile, data lo sbilanciamento delle forze in gioco.Così per rimediare a questa situazione, è necessario iniziare a pensare alla distribuzione dei prodotti, e non a lottare per questi diritti, i fallimenti sindacali sono all’ordine del giorno.Gli scritti di G.N. Bellia, sono sprazzi di luce nel buio della visione economica che si concentra solo sulla produzione (il cui indice riflesso è il PIL che tanto preoccupa i governi!).Il reddito di cittadinanza, ossia denaro emesso a favore di tutti i cittadini, che siano occupati o meno, da nascita a morte, permette al lavoratore il poter contrattare il proprio lavoro, perché lo libera dal bisogno di sopravvivere. Questa è la via corretta. L’altra, quella di riacquistare i diritti, è la fasulla e impotente e i fatti lo hanno dimostrato e continueranno a dimostrare.
 
Marco De Berardinis
Apparso su CIAOEUROPA Anno XVI n.7 15 Giugno 2007
 

Antropocrazia e globalizzazione
http://www.antropocrazia.com/percorsi_antropocratici/news-Marco/view.php?id=14  
In ogni luogo d’incontro del nostro paese, bar, circolo culturale o altro, può accadere di intrattenere le conversazioni più svariate sui temi più impensabili, ma quando si parla di Globalizzazione, sono davvero poche le persone, vecchie o giovani che siano, uomini o donne, adolescenti, ragazzine che non vengono per nulla magnetizzate da quello che sembra il tema di questo tempo, chiamando ciascuno di loro, ad avere un opinione in proposito, favorevole o sfavorevole che sia. Dinanzi ai benefici che può portare in campo economico, ad es. la fine della povertà, altresì gli svantaggi sono altrettanto evidenti, fine dell’economia locale, trasferimento di ricchezza agli azionisti delle multinazionali che li spenderanno altrove e mai si sognerebbero di reinvestirli dove sono stati prelevati, fino al sottomettere la dignità umana al servizio del profitto. Durante il filmato “Corporation” di Jennifer Abbott, Mark Achbar, Canada 2003, una scena mi colpì in maniera significativa: dei no global protestavano davanti alla casa dell’amministratore delegato di una multinazionale, colpevole secondo loro, di recare gravi danni all’ambiente. Intervistato, l’amministratore disse più o meno, queste parole: “Il loro problema è che non hanno potere di cambiare il mondo, che io ho più potere di tutti quelli messi insieme! Vorrebbero salvare l’ambiente ma non possono farci nulla ! ”.L’amministratore delegato aveva ragione, il destino del mondo è nelle mani di pochi mentre tutti gli altri possono limitarsi solamente a sperare in un mondo migliore. A chi si sente No Global, tali fatti vengono considerati totalmente abominevoli per il suo essere e in totale contrasto con i suoi aneliti più profondi. Facciamo una breve analisi identificando gli aspetti ricorrenti del no global.Il No Global è un tipo di persona che sente profondamente il legame con l’ambiente, con la giustizia, con la libertà, non sente limiti di età, adora la collaborazione e l’amicizia e non accetta, a differenza del resto della popolazione, immotivatamente l’autorità esterna ed è per questo motivo che le aziende autogestite hanno avuto successo esclusivamente in comunità che radunavano persone di questo tipo, mentre in tutti gli altri casi, basta guardare la gestione delle cooperative, una serie di leggi e vincoli non sono solo necessarie ma assolutamente vitali. Il no global si sente altresì avulso ai valori borghesi di questa società dove si inserisce a mala pena perché non concepisce le distinzioni in classi sociali. Infine sottolineiamo che il no global si sente cittadino del mondo, estraneo all’elemento nazionale ed è per questo motivo che istintivamente odia la politica anglo-americana essenzialmente basata sul nazionalismo. Per natura è portato non tanto a aiutare gli sfortunati o i poveri ma a considerare tutti gli esseri viventi uguali, con uguali diritti e identiche possibilità, fatto che lo orienta verso dottrine marxiste o comuniste ormai superate dalla realtà dei fatti.Questa categoria di persone porta una ricchezza interiore straordinaria che se non opportunamente indirizzata, crea quelle ribellioni che i fatti di Genova di qualche anno or sono, altro non sono che un primo disperato segnale di sofferenza insopportabile verso un sistema che asserve la dignità dell’uomo alla logica del profitto.Il No Global è il portatore dell’antropocrazia, ossia di un modello sociale basato sulla realtà e sull’uomo e non su ideologie o denaro. Questo è un punto su cui invito a riflettere.Ad esempio, se esistesse una democrazia informatica e i cittadini potessero votare le loro leggi, il problema dell’amministratore prepotente e altezzoso, che fa solo danno, sarebbe risolto. Ma mentre gran parte della popolazione non si fida degli altri, di come voterebbero, e vuole che il sistema continui così, perché inconsciamente non vuole assumersi le conseguenze delle sue azioni, il no global invece sa che sceglierà bene e che si sentirà appagato per aver contribuito a aiutare il mondo e la società, società che vuole libera da dogmatismi e preconcetti.Mi sento di consigliare a chi si sente interiormente no global e non a chi finge di esserlo e sono invero in tanti, i libri di N. Bellia La Via D’Uscita e Logica e Attuazione Dell’ Antropocrazia, liberamente scaricabili alla pagina www.bellia.com. Altri libri A. Villella, Una Via Sociale, Quale capitalismo?, Metafisica della MonetaConsigliamo vivamente la lettura di questi scritti anche a tutti quei no global che tentano la via sovversiva per illustrare dove andrebbero coinvogliate le forze e non in sterili e isteriche manifestazioni di massa dove si sfoga la propria frustrazione ma non si riesce a estrarre dalle tante proteste una sola proposta, perché la rivoluzione è innanzitutto una rivoluzione di pensiero, con una società concepita a misura d’uomo ossia capace di poter fargli esplicare la sua creatività e il suo talento (lavoro vocazionale), come mette più volte in risalto in modi diversi l’autore citato.
 
Marco DE BERARDINIS
Apparso su CIAOEUROPA Anno XVI n.8 15 Luglio 2007

Il lavoro vocazionale
http://www.antropocrazia.com/percorsi_antropocratici/news-Marco/view.php?id=13  
“L'ideale per una sana vita giuridica è che il numero delle leggi, in quanto di necessità limitatrici della libertà dei Singoli, sia ridotto allo stretto necessario. Pertanto i criteri informatori della attuale attività parlamentare vanno riveduti, altrimenti la sovrabbondanza legislativa diviene una «massima ingiustizia».”(tratto da La Via d’Uscita liberamente scaricabile da www.bellia.com)In un paese dove non ci sono regole sul lavoro, dove dappertutto si trovano immigrati che vengono trattati come merce a basso costo, il cui esito sarà una futura società violentissima (i figli che hanno visto i proprio padri sfruttati, saranno mine esplosive come ricordano i ghetti di new York, New Orleans e Los Angeles) e come i fatti già ad oggi di Brescia sembrano accennare…in più sottraendo lavoro ai giovani locali…manca la giustizia sociale e soprattutto una legislazione che la garantisca! Il lavoro non è più tutelato, i contratti a progetto assorbono le forze costruttive del lavoratore, i contratti a ore con cui i vari enti statali e parastatali si trovano a assumere i nuovi venuti, ci ricordano in veste nuova, un resuscitato “feudalesimo”…La mancanza di poter contrarre mutui, o peggio di non poterli pagare senza l’aiuto dei genitori, l’assenza di nuove imprese giovanili che nonostante gli sforzi impressionanti delle regioni con fondi agevolati ma con restrizioni burocratiche che ne mostrano i limiti organizzativi: questo enorme numero di leggi rende estremamente difficile ogni iniziativa in campo economico con conseguente aggravio dei costi e quindi dei prezzi tralasciando l’impatto psicologico quando a qualcuno viene in mente di aprire una nuova attività…In questo paese dove la riforma burocratica è d’obbligo, laddove abbiamo una legislazione dove i testi sono in continuo aumento, le leggi in continua modifica, tanto che il cittadino, sempre più perduto, ricorre all’avvocato solo in casi di disperazione, ci sembra che la cultura abbia dimenticato due parole : semplicità e sintesi e aggiungiamo anche il buon senso. L’antropocrazia è un progetto sociale che tenta di soddisfare le esigenze più profonde dell’essere umano: il diritto alla vita e la libera creatività.Per diritto alla vita si intende la possibilità di dare a ogni essere umano il necessario per una dignitosa sopravvivenza (reddito di cittadinanza). La Dottrina Sociale della Chiesa parla di credito sociale o reddito di cittadinanza, come un diritto dovuto per due ragioni: come diritto alla condivisone delle risorse naturali (oggi i profitti vanno esclusivamente ai possessori di capitale, di solito le multinazionali) e come eredità delle invenzioni umane. Chi inventa può godere dei propri diritti sull’invenzione (diritti d'autore, brevetti, marchi registrati, segreti industriali ed altro) e disporre di lasciare i suoi diritti a qualcuno o a qualche associazione o azienda che ne aveva il contratto fino a 30 anni dopo la sua morte, dopo di che i diritti dovrebbero sacrosantamente passare alla comunità. Infatti ciascuno può stampare un vangelo o un libro di un autore di 100 anni e non pagarne i diritti d’autore.Una debita digressione, la legge del 1998 che estende il diritto d'autore di altri 20 anni è nota come il "Mickey Mouse Copyright Extension Act" perché uno dei principali sponsor della legge fu la Walt Disney. La Disney capì che il diritto d'autore su Topolino stava per scadere, e questo è qualcosa che voleva assolutamente evitare, perché quel diritto d'autore è fonte di esorbitanti introiti. Senza questa legge, oggi tutti potrebbero usare l’immagine di Topolino per fare fumetti o quant’altro la loro creatività suggerisce.Torniamo in tema: Chi gode oggi delle invenzioni del telefono, dell’automobile? Chi gode delle invenzioni di Guglielmo Marconi? Di Nicolai Tesla? E le invenzioni delle macchine automatiche che espellono sempre più i lavoratori? Nella dottrina del “credito sociale” ciascuno di noi, nessuno escluso, in base a questi 2 motivi, ossia avere diritto a essere possessore delle risorse naturali in quanto nato in questo mondo (diritto alla Vita) e erede delle invenzioni umane, è un “capitalista” e quindi ha diritto a un reddito di cittadinanza !Per libera creatività si intende la possibilità di dare a ogni essere umano l’ambiente più opportuno per estrinsecare le proprie attitudini vocazionali.Scriveva Ezra Pound: “So per esperienza che si può vivere infinitamente meglio con poco denaro e molto tempo libero che non con più denaro e meno tempo. Il tempo non è denaro, il tempo è quasi tutto il resto. ... L'ozio è tempo libero liberato dall'ansia.”In presenza del reddito di cittadinanza, la gente si orienterà verso un lavoro vocazionale, oggi accessibile a pochi, un giorno possibile a tutti.
 
Marco De Berardinis
Apparso su ARS VIVENDI, n° 6 ANNO II FEBBRAIO 2007

 
 
 

Giovenale contro le donne 1

Post n°30 pubblicato il 18 Luglio 2007 da Giubizza

http://bacheca.lett.unisi.it/master/valentina/livello%20A/Modulo%20letterario/BELTRAMI%20MENCACCI%20Folder/giovenale.pdf
 
GIOVENALE

Contro le donne

(Satira VI)

a cura di Franco Bellandi

Credo proprio che Pudicizia abbia soggiornato in terra ai giorni del regno di Saturno e a lungo si sia lasciata vedere, allorché una fredda spelonca offriva una modesta dimora e racchiudeva insieme sotto la stessa ombra il focolare e il Lare e il bestiame e i padroni, allorché la moglie montanara preparava un rozzo giaciglio con fronde e paglia e con le pelli delle belve dei dintorni, certo non simile a tè, o Cinzia, ne a tè, a cui gli splendidi occhi turbò la morte d'un passero, ma pronta ad offrire ai robusti figli le mammelle da succhiare e spesso più scarmigliata del marito che rutta rigurgitando il suo pasto di ghiande. Certo allora, quando il mondo era appena nato e giovane era il cielo, ben diversamente vivevano gli uomini, che - sbucati da una fenditura delle querce o plasmati col fango - non ebbero genitori umani. Molte tracce dell'antica (Pudicizia) forse (o alcune almeno) si saranno mantenute ancora sotto il regno di Giove, ma certo quando a Giove non era ancora spuntata la barba, quando ancora non c'erano i Greci pronti a giurare sul capo... altrui, allorché nessuno aveva da temere ladri per i suoi cavoli e le frutta e perciò si viveva senza chiudere l'orto. Ma poi, a poco a poco, Astrea cominciò a ritirarsi presso gli dei superni in compagnia di Pudicizia e le due sorelle finirono per fuggire insieme dal mondo. E usanza invalsa da assai gran tempo, o Postumo, quella di sconquassare il letto altrui e farsi beffe del Genio del sacro talamo nuziale. Ogni altro delitto fece spuntare in seguito l'età del ferro: ma già l'età d'argento vide i primi adulteri.

E tuttavia, coi tempi che corrono, tu prepari il contratto il patto nuziale e la cerimonia di fidanzamento e già ti fai acconciare i capelli da un maestro parrucchiere e forse hai già messo al dito della futura sposa l'anello che ti impegna? Certamente tu eri sano di mente: prendi moglie, o Postumo? Dimmi da quale Tisifone, da quali serpi sei sconvolto. Puoi sopportare una qualsivoglia padrona, quando al mondo ci son tante corde per impiccarsi, quando i si spalancano nel vuoto alte e vertiginose finestre, quando ti si offre nelle vicinanze il ponte Emilio? oppure, se fra le tante possibili proprio nessuna forma di suicidio ti piace, non ritieni forse meglio far dormire con tè un ragazzino? Un ragazzino che di notte non imbastisce litigi, non pretende regalini di sorta per il solo fatto di giacersi lì con tè, nè si lamenta che tu risparmi i tuoi fianchi e non ansimi secondo i suoi ordini.

Ma a Ursidio piace la legge Giulia: medita di riconoscere, sollevandolo in braccio, un dolce erede, anche se questo comporterà la rinuncia alle grasse tortore, alle triglie barbate, alle lusinghe interessate del mercato. C'è cosa che ti sentiresti di escludere se qualcuna si sposa con Ursidio? Se colui che un tempo è stato il più famigerato fra gli adulteri già è in atto di porgere lo stolido capo al cappio del matrimonio, lui che tante volte, come in scena Latino sul punto di essere ucciso, per salvarsi si nascose in una cesta? E che dire del fatto che ha anche il coraggio di cercare una moglie dai costumi all'antica? o medici, praticategli un salasso! ehi, tu, bei tomo: prosternati adorante sulla soglia del tempio capitolino e offri in sacrificio a Giunone una giovenca dalle corna indorate, se mai ti sarà toccata in sorte una sposa dalla bocca non contaminata ( tanto poche ormai sono le donne degne di toccare le bende di Cerere, le donne dei cui baci non abbia paura lo stesso padre!): su, appendi una corona alla porta e stendi fìtti festoni di edera attraverso la soglia! Un solo uomo basta a Iberina ma più alla svelta otterresti da lei che si accontentasse di un solo occhio! Eppure gode di gran fama una tale che vive in campagna, nel podere paterno. Viva a Gabii così come ha vissuto in campagna, viva così a Fidene ed io faccio tanto di cappello al campicello paterno!

E tuttavia chi può affermare con sicurezza che non abbia fatto proprio nulla sui monti o nelle spelonche? a tal segno sono invecchiati Giove e Marte? Sotto i portici ti si può forse indicare una donna che corrisponda degnamente alle tue richieste? o forse il teatro in tutti i suoi settori possiede la donna che tu possa fare oggetto di un amore scevro da preoccupazioni e di lì scegliere per tè? Quando con movenze effeminate Battilo danza la pantomima di Leda, Tuccia non domina più gli stimoli del basso ventre, Apula emette guaiti come nell'amplesso, all'improvviso e con un lungo gemito; Timele, invece, sta a guardare tutta intenta: Timele appetto a quelli inesperta... apprende! Ma altre, quando ogni anno i sipari chiusi in deposito giacciono a riposo e — una volta vuoto e chiuso il teatro - solo i fori risuonano di voci, e dalla fine dei ludi Plebei all'inizio dei ludi Megalesi manca ancora un bei po' di tempo, afflitte stringono fra le mani, palpeggiandoli, la maschera e il tirso e le... mutandine di Accio. Urbico nella farsa finale dell'atellana eccita il riso con i gesti di Autonoe: è questi che Elia ama, nella sua povertà. Ma per queste altre è a suon di soldoni che si scioglie la fibbia di castità dell'attore di commedia, vi sono poi di quelle che rendono impossibile a Crisogono di cantare, Ispulla si gode un tragico: o ti aspettavi forse che amassero Quintiliano? Tu accogli in casa una sposa da cui sarà reso padre il citaredo Echione o Glafìro o Ambrosio, flautista del coro. Innalziamo lunghi palchi negli stretti vicoli, si adornino gli stipiti e la porta di grandi corone d'alloro, perché a tè, o Lentulo, dalla sua culla a baldacchino, intarsiata di tartaruga, il nobile pargoletto rammenti, riproducendone esattamente le fattezze, Eurialo il mirmillone! Sposa di un senatore, Eppia ha seguito una squadra di gladiatori sino a Faro, al NiIo e alle famigerate mura di Lago, spingendo persino Canopo a condannare scandalizzata la mostruosa immoralità di Roma. Immemore della casa, dello sposo e della sorella, essa nulla concesse all'amor di patria, e sciagurata abbandonò i figli in pianto e – cosa ancora più degna di stupore - i giochi e Paride! Ma sebbene, fanciulletta, avesse dormito in mezzo allo sfarzo fra le piume del nido paterno, in una culla adorna di ricami, seppe sprezzare i pericoli del mare (già da un bei pezzo aveva mostrato disprezzo per il suo buon nome, la cui perdita, del resto, tra le morbide poltrone dei salotti è considerata cosa da nulla). E dunque sopportò con animo fermo i flutti del Tirreno e il lungirisonante Ionio, sebbene per tanti mari diversi dovesse passare. Se c'è una ragione giusta e onorevole per affrontare un pericolo, sono preda del timore e si raggelano nel pavido petto, ne sono in grado di reggersi sui tremolanti piedi: ma piena forza d'animo esibiscono quando c'è da osare qualche vergognoso misfatto. Se è su ordine del marito, è duro imbarcarsi; allora sì che la stiva emana un fetore insopportabile e vortica il sommo cielo attorno a loro: ma colei che va dietro all'amante, non ha problemi di stomaco! Quella di colpo inonda di vomito il marito, questa fra i marinai e prende la sua razione di cibo e passeggia su e giù per la nave e prova un vero godimento nel palpeggiare le ruvide gomene.

Eppure, per qual mai bellezza s'infiammò, da qual fulgore di gioventù fu conquistata Eppia? che mai ha veduto che valesse la pena di sentirsi chiamare la «gladiatora»? in effetti il suo Sergetto già aveva cominciato a radersi la gola e a sperare nel congedo per via delle ferite riportate al braccio; per non parlare delle numerose deformità visibili sul suo volto, come, per esempio, proprio in mezzo al naso un enorme bozzolo sfregato dall'elmo e il fastidioso malanno per cui uno dei suoi delicati occhietti colava di continuo. Ma era un gladiatore: ed è questo che li rende altrettanti Giacinti; questo ella antepose ai figli e alla patria, questo alla sorella e al marito. E il ferro quel che amano. Questo medesimo Sergio - una volta ricevuto il bastone del congedo - di colpo sarebbe cominciato a sembrarle tale e quale a Veientone! Ma tu ti curi di quel che è avvenuto in una casa privata, di quel che ha fatto un'Eppia? Volgi il tuo sguardo ai rivali degli dei, senti quel che ha dovuto sopportare Claudio! Quando sua moglie si accorgeva che il marito stava infine dormendo, sfrontata al punto di anteporre al talamo del Palatino un pagliericcio, da indossare nella notte un mantello con ampio cappuccio, l'Augusta meretrice lo lasciava, uscendo accompagnata da una sola ancella. Ed ecco, con una bionda parrucca a celare i neri capelli, entra nel caldo lupanare riparato da una vecchia tenda e nella stanzetta tenuta vuota apposta per lèi; e a quel punto nuda, con i capezzoli indorati, si offre ai clienti sotto lo pseudonimo di Licisca," e fa mostra del ventre che tè portò, o nobile Britannico. Accoglie con moine chiunque entra e chiede il prezzo delle sue prestazioni e giacendo senza interruzione assorbe in sé il seme di tutti. Infine, quando il lenone ormai congeda le sue ragazze, afflitta s'allontana e, non potendo ottenere di più, almeno strappa il permesso di chiudere la sua stanza per ultima, ancora in fiamme per la tensione dell'eccitata vulva e, spossata dai maschi ma non ancora sazia, si ritira e con le guance oscenamente luride, insozzata dal fumo della lucerna, porta l'odore del lupanare al talamo imperiale.

[Dovrei forse parlare dell'ippomane e delle formule magiche e del filtro fatto bollire e somministrato al figliastro? Più gravi colpe commettono spinte inesorabilmente dall'istinto imperioso del loro sesso e la libidine è solo il minore dei loro peccati]

«Ma come mai Cesennia è sposa irreprensibile, a sentire lo stesso marito?» Gli ha portato in dote un milione di sesterzi. A così alto prezzo egli è ben disposto a definirla pudica; non è che sia emaciato a causa dei dardi di Venere o che avvampi d'amore al tocco della sua torcia: è dal gruzzolo che sono accese le fiaccole, dalla dote provengono le frecce. La libertà si compra. Sotto gli occhi del marito può far cenni d'intesa e rispondere ai bigliettini d'amore dei corteggiatori: è vedova la donna ricca che si è sposata con un uomo avido di soldi!

«Perché Sertorio arde di passione per Bibula?» In verità, se vai infondo alla cosa, non è la moglie che ama, ma soltanto la sua bella faccia. Fa solo che le vengano tre rughe e la sua pelle si inaridisca e s'afflosci, le si iscuriscano i denti e gli occhi le si facciano più piccoli: «Fa' fagotto - le farà i dire da un suo liberto - e vattene fuori. Ormai ci hai stufato e poi ti soffi il naso di continuo. Vattene alla svelta e marsh! E’ in arrivo un'altra che ha il naso ben asciutto». Nel frattempo, però, è lei che, al calduccio, fa la regina ed esige dal marito pastori e pecore di Canosa e olmi di Falerno (suvvia... che sarà mai tutto ciò?!), tutti i giovani schiavi, interi stabilimenti servili, e tutto quel che manca in casa ma il vicino possiede, «si compri»! E a dicembre, quando ormai Giasone fattosi mercante è bloccato... alla vista e la bianca bancarella si leva come un ostacolo di fronte ai suoi marinai equipaggiati d'armi e bagagli, ella acquista e si fa portare a casa grandi vasi di cristallo e ancora più grandi vasi di murra, e poi il diamante più celebre e divenuto ancor più prezioso per aver ornato il dito di Berenice. Il barbaro Agrippa lo regalò un tempo all'incestuosa sorella perché lo sfoggiasse, là nella terra dove i sovrani celebrano le loro festività coi piedi scalzi e un'antica clemenza risparmia i porci, consentendo loro di invecchiare.

«Ma davvero nessuna trovi che t’appaia degna pur fra.così grandi schiere?» Sia pur bella, aggraziata, ricca, feconda, possa pur disporre in bella mostra sotto il suo porticato avi vetusti, sia più casta di qualunque fra le Sabine che un tempo, coi crini scarmigliati, seppero metter fine alla guerra (uccello raro sulla faccia della terra e davvero in tutto simile a un cigno nero!), chi potrà mai sopportare una moglie in cui si assommano tutte le qualità? Preferisco, sì, preferisco Venustina a tè, o Cornelia, madre dei Gracchi, se tu insieme con le tue grandi virtù mi porti il tuo gran cipiglio e mi metti nel conto della dote anche i trionfi della tua famiglia.

Riprenditi il tuo Annibale, te ne prego, e Siface sconfitto nel suo accampamento e con tutta la tua Cartagine trasloca di qui. «Pietà, ti scongiuro, o Peana, e tu, o dea, deponi le frecce; nessuna colpa hanno i fanciulli, trafiggete piuttosto la madre!» Così grida Anfione, ma Peana tende il suo arco. E dunque Niobe fece il funerale alle schiere dei suoi figli e al loro stesso padre, per essersi ritenuta più nobile della stirpe di Latona e pure più feconda della scrofa bianca. Quale serietà, del resto, quale bellezza può valer tanto da sentirtela metter sul conto ogni momento?

Persino da un bene raro ed eccezionale come questo non deriva alcun piacere, tutte le volte che in lei, guastata dalla superbia dell'animo, si trova più aloe che miele. Chi è soggiogato a tal punto dalla moglie da non averne ribrezzo e fastidio almeno per sette ore al giorno, anche se a parole la leva al cielo? Taluni difetti sono certo modesti, e tuttavia risultano intollerabili per i mariti.

Cosa c'è di più disgustoso del fatto che nessuna si reputa bella a meno che da Etrusca non si sia trasformata in Grecula, da Sulmonese in Ateniese verace? Tutto in greco e alla greca! [benché sia più vergognoso per le nostre donne ignorare il Latino] E’ in questa lingua che esprimono i loro tremori, in questa lingua danno sfogo alla loro ira, alle loro gioie, alle ansie, in questa riversano tutti i segreti palpiti dell'animo. Che dir di più? a letto ci vanno in greco! e si concedano tali vezzi alle ragazzine: ma tu, anche tu che senti battere alla porta gli ottantasei anni, ancora in greco...? in una vecchietta non suona pudica questa lingua! Ogni volta che ti lasci sfuggire quel lascivo intercalare «Vita e anima!», tu usi in mezzo alla folla parole lasciate or ora sotto le coltri. «Ma quale inguine non sarebbe in grado di eccitare una voce insinuante e lasciva?... ha le dita!!» E, tuttavia, per farti afflosciare tutte le penne: per quanto tu.possa pronunciare queste parole con più mollèzza di Emo e Carpoforo, la tua faccia presenta il conto esatto dei tuoi anni.

Se non sei in grado di amare colei che con regolare contratto di fidanzamento ti è promessa e congiunta, davvero non c'è nessun motivo per concludere le nozze, ne c'è ragione di sprecare la cena e i pasticcini che si usa regalare ai convitati a stomaco pieno al termine della cerimonia, ne il dono che si fa per la prima notte, quando da un sontuoso vassoio l'immagine del Dacico e del Germanico manda bagliori dalle monete d'oro che recano inciso il suo nome. Se, invece, sei per naturale ingenuità conciliante con la tua sposa e di una sola donna è schiavo il tuo animo, abbassa il capo col collo pronto a portare il giogo. Non ne troverai una sola che abbia pietà di chi l'ama. Anche se brucia d'amore essa stessa, prova godimento nell'infliggere tormenti a chi l'ama e nello spogliarlo. Perciò quanto più uno sarà marito ammodo e desiderabile, tanto meno gli gioverà una moglie.

Non potrai mai più fare un regalo senza il consenso della sposa, mai più effettuare una vendita se essa si oppone, niente più si potrà acquistare se lei non vorrà. Sarà lei a stabilire i tuoi affetti; si chiuda la porta in faccia a quel tuo amico ormai in là cogli anni, di cui la tua porta aveva veduto la barba. E mentre ruffiani e lanisti hanno facoltà di redigere il testamento come vogliono, e lo stesso diritto spetta ai gladiatori, tu più di un rivale sarai costretto a designare come erede sotto dettatura di lei. «Infliggi la pena della croce a questo schiavo!» «Ma per quale delitto lo schiavo s'è meritato questo supplizio? Chi si presenta come testimone? chi l'ha denunziato? Sta' a sentire: quando si tratta di mettere a morte un essere umano, non c'è mai esitazione che basti». «O sciocco, e che, forse, uno schiavo è un essere umano? Ammettiamo che non abbia fatto nulla, sia pure così: questa è la mia volontà, cosi io comando, sia il mio volere la sola ragione». Cosi essa domina sul marito. Ma ben presto abandona questo regno e cambia di casa e calpesta il velo da sposa; ma anche di là se ne vola via e torna sulle tracce del talamo sprezzato.

Lascia le porte poco prima adornate, i tendoni ancora montati e i rami che, sulla soglia, ancora non hanno perso il verde. Così cresce il numero, così si totalizzano otto mariti in cinque autunni, impresa degna davvero di essere registrata nell'iscrizione sepolcrale.

Non c’è da sperare concordia familiare finchè è in vita tua suocera. E’ lei che le insegna a godersi le spoglie del marito riducendolo sul lastrico, lei che le insegna a rispondere ai bigliettini che il seduttore le invia senza usare espressioni goffe o troppo esplicite, è lei che inganna i custodi, oppure li piega al suo volere col denaro. Poi, pur in stato di perfetta salute, manda a chiamare Archigene e scalcia sotto le coltri troppo pesanti. Nel frattempo, l'amante se ne sta ben nascosto e rimpiattato e, impaziente dell'indugio, senza fiatare si manovra il prepuzio. Non ti aspetterai mica che la madre le trasmetta costumi onesti e diversi da quelli che sono i suoi? Ma poi... è anche un affare vantaggioso per una vecchia spudorata far venire su spudorata anche la figliola!

Quasi non c'è processo in cui non sia una donna ad aver messo in moto l'azione legale. Manilla avanza l'accusa, se non è lei l'accusata. Approntano da sole e stendono in bella forma gli atti, pronte a dettare a Gelso l'esordio e i punti salienti dell'argomentazione.

Chi ignora le tuniche da ginnastica (ma in porpora tiria!) e l'unguento per atlete? o chi non. ha veduto le ferite inferte al palo? con incessanti colpi di bastone essa lo incava, lo provoca con lo scudo ed esegue tutte le mosse previste, matrona degna in tutto e per tutto della tromba dei giochi di Flora, a meno che non nutra in quel suo ardito petto qualche progetto di maggior respiro e non si prepari per l'arena vera e propria! Quale pudore può mai mostrare una donna con l'elmo in testa, che rifugge dal suo sesso? Ama il vigore fisico: e tuttavia si guarderebbe bene dal voler diventare uomo, e a ragione giacché... che piccola cosa è il piacere di noi maschi! Che figura, se si facesse un'asta delle cose di tua moglie: il cinturone di cuoio e i bracciali, l'elmo crestato e mezza gambiera per la sinistra! oppure, se deciderà di dedicarsi a un differente tipo di combattimento, che felicità per tè quando la tua giovane sposa metterà in vendita gli schinieri! Eppure sono proprio queste le donne che sudano ad avere indosso una veste sottile, a cui persino un velo di seta brucia le delicate bellezze! Osserva con che sbuffi esegue a puntino i colpi che le sono stati insegnati e quanto sia pesante l'elmo sotto il quale si piega, quanto larga e di che spessa scorza sia la fascia che le recinge i polpacci e fatti una bella risata quando, deposte le armi, prende il suo pitale a navicella per orinare! Ditemi voi, donne discendenti da Lepido o da Metello cieco o da Fabio Gurgite, quale donna di gladiatore ha indossato mai tali vesti? quando ansima davanti al palo la moglie di Asilo? Il letto in cui giace una moglie è sempre teatro di liti e di reciproci insulti: vi si dorme pochissimo. Ma soprattutto allora è intollerabile per lo sposo, allora è più feroce di una tigre cui abbian strappato i cuccioli, quando simula i singhiozzi, avendo sulla coscienza una colpa segreta, o se la prende con i paggetti del marito o s'inventa una sua concubina per poter piangere a dirotto, con un fiume di lacrime sempre pronte al loro posto di guardia ad aspettare soltanto l'ordine di colare nei modi da lei voluti. Tu lo credi amore, tu bruco, ti compiaci di tè stesso e con la tua boccuccia asciughi il suo pianto: eppure che belle lettere e quanti bigliettini potresti leggere se ti si dischiudessero gli scrigni dell'adultera che si mostra tanto gelosa! Ma eccola a letto fra le braccia di uno schiavo o di un cavaliere. «O Quintiliano, suggerisci tu, ti prego, suggerisci a questo punto qualche attenuante». «Non saprei proprio. Dilla tu stessa!» «Avevamo convenuto un tempo - dice - che tu potessi fare quel che volevi, ma che anch'io potessi concedermi qualche diversivo. Puoi strillare e arrovesciare mare e cielo, anch'io sono un essere umano!» Nulla al mondo è più sfrontato di loro quando sono còlte in flagrante: traggono, ira e coraggio dal loro stesso delitto.

Ma vuoi sapere da dove o da qual fonte scaturiscano queste mostruosità? Un tempo l'umile condizione di vita assicurava la castità delle donne Latine ne permettevano ai vizi di contaminare le piccole dimore la fatica e la brevità del sonno e le mani sciupate e indurite dalla lana etrusca e la vicinanza di Annibale alla città e i mariti di guardia sulla torre Collina. Adesso subiamo i danni di una pace troppo lunga; più crudele della guerra, il lusso è piombato su di noi e vendica il mondo da noi sottomesso. Non manca un solo delitto o misfatto dettato dalla libidine dacché è svanita la Povertà romana. E da allora che presero a rovesciarsi su questi nostri colli e Sibari e Rodi e Mileto e Tarante, adorna di corone e sfacciata e madida di vino. Per primo l'osceno denaro ha introdotto i costumi stranieri e le molli ricchezze hanno fiaccato le generazioni col lusso vergognoso. Di che mai si fa scrupolo la libidine esaltata dall'ebbrezza? Non conosce più la differenza fra inguine e bocca colei che, ormai a metà della notte, prende a morsi ostriche enormi, quando spumeggiano i profumi riversati a profusione nel Falerno non annacquato, quando si beve dal vaso a forma di conchiglia, quando ormai per via del capogiro il soffitto se ne va a spasso e si solleva la tavola, mentre le lucerne si raddoppiano di numero. Coraggio, su, abbi ancora dei dubbi sul senso della smorfia con cui Maura sibilando aspira l'aria, quando passa accanto al vecchio altare di Pudicizia, sul senso delle parole che Tullia, la sua sorellina di latte, rivolge alla famigerata Maura. La notte proprio qui fanno fermare le loro lettighe, proprio qui vogliono orinare e mondano dei loro lunghi zampilli la statua della dea e a turno si cavalcano e si agitano al lume vigile della luna, poi se ne tornano alle loro case: e tu al nuovo giorno, mentre ti rechi a far visita ai tuoi importanti amici, calpesti l'urina di tua moglie!

Ben noti sono i riti segreti in onore della dea Bona, quando il flauto eccita i lombi e, stravolte insieme dal suono del corno e dal vino, queste menadi di Priapo si scatenano, e fanno roteare le chiome e lanciano ululati. O che smisurata frenesia d'amplesso allora nelle loro menti, come diventa la voce quando palpita in loro la libidine, che immenso fiume di vino puro e vecchio scorre a bagnare le loro gambe! Saufeia sfida le ragazze del bordello, messa in posta una corona, e vince il premio della gara di ancheggiamento, ma poi essa stessa resta in contemplazione adorante dell'ondeggiare di Medullina che dimena i fianchi: la palma della vittoria è divisa equamente fra le due matrone, il valore risulta proporzionale alla nobiltà di nascita. Non c'è atto che ivi si fìngerà per gioco, ma tutto avverrà per davvero, sì che si potrebbe infiammare d'eccitazione il figlio stesso di Laomedonte, ormai raggelato dall'età avanzata, e Nestore con tutta la sua ernia.

A quel punto la foia non sopporta più indugio, allora la femmina si mostra veramente per quel che è, e all'unisono un grido riecheggia da tutti gli angoli dell'antro: «ormai è lecito, si dia accesso ai maschi!» Se l'amante è a letto che sonnecchia, ella fa ordinare al giovane di incappucciarsi nel mantello e di venire in tutta fretta; se proprio non si trova, si da l'assalto agli schiavi; se non c'è da sperare negli schiavi, si fa venire - magari anche preso a nolo - l'acquaiolo; se questi si deve cercarlo e intanto, mancano gli uomini ella non ha nessuno scrupolo a stendersi con chiappe sono un asinello.

E almeno gli antichi riti e le pubbliche cerimonie sisvolgessero al riparo da queste degenerazioni! ma tutti i Mauri e gli Indiani sanno che razza di suonatrice di cetra sia , stata quella che introdusse il suo pene - più grosso del rotolo coi due libri dell'Anticatone di Cesare - là donde fugge perfino il topo consapevole di avere i testicoli, e dove c'è ordine di velare ogni pittura che rappresenti figure dell'altro sesso. Eppure allora chi mai fra gli uomini soleva disprezzare la divinità o chi aveva mai osato farsi beffe della coppa di Numa e del suo nero catino e dei fragili piatti fabbricati sul monte Vaticano? Ma ora a quali altari non si presenta un Clodio?

[Sento il consiglio che da tempo voi, vecchi amici, mi date: «metti il catenaccio, tienila chiusa!» Ma chi farà la guardia ai guardiani stessi? La sa lunga la moglie e proprio da loro comincia.]

E ormai la stessa libidine,accomuna le donne di più alta condizione e le piu umili, e non è migliore quella che batte a piedi il nero selciato di colei che, in lettiga, si fa portare in spalla dagli spilungoni di Siria.

 
 
 

Giovenale contro le donne 2

Post n°29 pubblicato il 18 Luglio 2007 da Giubizza

Per poter assistere ai giochi, Ogulnia prende in affìtto la veste, prende in affìtto la scorta, la portantina, il guanciale, le amiche, la nutrice e una biondina cui affidare commissioni. Lei stessa poi fa dono ai levigati atleti di tutto quel che resta dell'argenteria paterna e degli ultimi avanzi del vasellame. Molte donne dispongono di un esiguo patrimonio, ma nessuna ha riguardo per la propria modesta condizione o si commisura secondo il metro dato e imposto dalla povertà stessa. Almeno gli uomini qualche volta a ciò che è utile pensano in anticipo e taluni, seguendo l'esempio istruttivo della formica, una buona volta son presi dalla paura del freddo e della fame: ma la donna prodiga non s'accorge affatto che il suo patrimonio sta andando alla malora. E come se nella cassa ormai a secco i soldi, rigenerandosi, potessero ripullulare e sempre si potesse attingere da un mucchio intatto, mai e poi mai fanno il conto di quanto costano i loro piaceri. In ogni casa in cui viva ed eserciti un professionista di oscenità, che con la tremula destra fa promessa di qualunque cosa, le troverai tutte svergognate e simili a cinedi. A costoro consentono di profanare i cibi e di accostarsi alla santa mensa e si limitano a far lavare quei bicchieri che, invece, andrebbero fatti a pezzi, dal momento che vi ha bevuto Colocinta o una Chelidon con la barba.

Più pura, dunque, e più sana della tua dimora è quella del lanista, nella cui squadra Psillo ha l'ordine di tenersi ben alla larga da Euhoplio. E che dire del fatto che lì, addirittura, le reti non si mescolano con la tunica infame e che colui che suole combattere nudo non ripone nello stesso stanzino lo spallaccio e il tridente con cui attacca l'avversario? Il recesso più remoto della palestra è ricettacolo di questi esseri e anche in carcere a loro è riservato un ceppo particolare. Ma tua moglie mette in comune il bicchiere fra te e questa gente con cui si rifiuterebbe di assaggiare del vino di Alba e di Sorrento la bionda prostituta che batte presso le rovine di un sepolcro!

E seguendo i loro consigli che convolano a nozze e tutto d'un tratto si separano, è a costoro che riserbano i languori dell'animo e quel che c'è di serio nella loro vita, è sotto il loro magistero che apprendono a muovere con arte le natiche e i fianchi, e tutte le altre prodezze che son note al loro maestro. E tuttavia non sempre si dovrà prestar loro credito: fa più larghi gli occhi col nerofumo, si fa notare con le vesti color zafferano e porta sui capelli la reticella, ma è un adultero! Tanto più sospetto ti sia, quanto più effeminata sarà la sua voce e quanto più spesso la destra si appoggerà sui teneri lombi: questi a letto sarà valentissimo! è 1ì che Taide, dopo la rappresentazione, si spoglia della sua maschera e appare il versatile Trifallo! «Ma di chi ti fai beffa? ad altri riserva questa farsa! Facciamo una scommessa: io sostengo che tu sei un uomo a tutti gli effetti. Lo affermo, sì: sei disposto ad ammetterlo? o il palco del carnefice deve convocare le ancelle?

Conosco i vostri consigli e tutti i vostri ammonimenti, o vecchi amici miei: "metti il catenaccio, tienila chiusa! " .Ma chi farà la guardia ai guardiani stessi, che ora appunto a questo prezzo tacciono delle infedeltà della lasciva donna? La colpa commessa in comune si tace. Furba, lo capisce bene la moglie e proprio da loro comincia».

Vi sono di quelle cui piacciono gli imbelli eunuchi e i loro baci sempre molli e il fatto che non c'è da temere la noia della barba e che non c'è alcun bisogno di pozioni abortive. E tuttavia è un piacere che può anche essere supremo, qualora si provveda ad affidare i loro inguini ai medici già nella piena maturità della calda giovinezza, quando già il loro pube è nero di pelo. Perciò è con danno del solo barbiere che Eliodoro asporta i testicoli, dopo averli aspettati e lasciati crescere fino al momento giusto, quando finalmente hanno raggiunto il peso di due libbre. Sono i giovani schiavi dei mercanti ad essere afflitti da una vera e miserevole mutilazione, a provare vergogna del sacchettino e del cece a loro lasciati. Ma l'eunuco reso tale dalla padrona, allorché entra nei bagni, si nota da lontano e attira lo sguardo di tutti e senza dubbio sfida il custode della vigna e dell'orto. Dorma pure costui con la padrona, ma tu, o Postumo, bada bene di non affidare a un simile eunuco il tuo Bromio, che già si fa duro e già mostra bisogno del barbiere.

Se poi la donna prova godimento nel..canto, non regge la fìbbia di alcuno che venda la sua voce ai pretori. Sempre, tiene fra le mani gli strumenti musicali, fìtte fìtte luccicano le gemme su tutta la superficie in testuggine della cetra, le corde sono sfiorate una dopo l'altra dal vibrante plettro, quello stesso con cui si esibiva il tenero Edimele: questo plettro essa impugna, in questo trova conforto e a l'amato plettro dispensa i suoi baci. Una poi della stirpe dei Lamia e del nome di Elio con offerte di farro e di vino chiedeva a Giano e a Vesta se Polllione avesse da sperare nella corona di quercia ai giochi Capitolini e potesse prometterla alla sua lira. Che avrebbe potuto fare di più se il marito fosse stato a letto malato, che cosa se i medici si fossero mostrati senza speranza sulla sorte del suo fìglioletto?

Si pose ben dritta davanti all'altare ne considerò vergognoso velare il proprio capo per una cetra, ripetè con scrupolo la formula sacra che le veniva suggerita secondo il rito e di colpo impallidì, quando all'agnella fu squarciato il ventre.

Dimmi adesso, tè ne prego, dimmi, o antichissimo fra gli dei, tu dai risposta a costoro, o padre Giano? avete gran tempo da perdere in cielo; a quanto vedo, da voi non c'è proprio nulla da fare. Questa ti consulta a proposito di commedianti, quella invece ti vorrà raccomandare un tragico: finirà che all'aruspice verranno le vene varicose! Ma si dedichi al canto piuttosto che a percorrere a volo tutta quanta la città, sfrontata e capace di tener testa agli assembramenti di soli maschi e di stare in conversazione coi generali in alta montura, alla presenza del marito, a fronte alta e seni asciutti! Questa stessa donna sa quel che succede in tutto quanto il mondo, sa che cosa fanno i Seri e i Traci, conosce i segreti traffici fra la matrigna e il figliastro giovinetto, chi fa l'amore, chi va per la maggiore come amante; essa ti saprà dire chi ha messo incinta una che è vedova e in che mese, di ogni donna ti dirà con precisione con quali parole e quante posizioni sa far l'amore. E lei la prima a vedere la cometa che incombe minacciosa sulla testa dei re d'Armenia e di Partia, è lei che raccoglie alle porte della città le voci e le dicerie appena arrivate, e talune se le inventa; che il Nifate ha invaso gli abitati, che in quella regione tutti i campi sono sommersi da un immane diluvio, che le città vacillano, la terra sprofonda, lei lo racconta in qualunque crocicchio, a chiunque incontra. E tuttavia tale vizio non è più intollerabile di quello della donna che è solita farsi trascinare davanti i vicini di umile condizione e li fa massacrare a cinghiate, insensibile a ogni loro supplica. Infatti se i suoi profondi sonni sono interrotti da qualche latrato, «portate qui alla svelta le verghe» grida e con quelle da ordine che si colpisca prima il padrone, poi il cane. Ma terribile ad incontrarsi, orrendamente tetra in volto, è di notte che lei si reca ai bagni, è di notte che da ordine che si metta in marcia l'esercito del bagno con le sue salmerie di vasetti, il suo godimento è sudare in mezzo a una gran confusione, dopo aver spossato coi pesanti attrezzi ginnici le braccia che ora pendono fiacche, dopo che il furbo massaggiatore le ha premuto le dita sul clitoride e ha fatto risuonare ben bene alla signora la parte alta delle cosce. Nel frattempo, i convitati infelici sono oppressi dal sonno e dalla fame. Finalmente ella giunge, un tantinello arrossata in volto, con una sete da scolarsi tutto quanto il barilotto di vino, della capacità di un'intera urna, che le viene sistemato accanto ai piedi; prima di mangiare, ne tracanna un primo e, subito dopo, un secondo sestario che renderà rabbioso il suo appetito, poiché - una volta lavate le viscere - il vino fa la via alla rovescia e fuoriesce a colpire il suolo. Sui marmi scorrono veloci rivoli di vino, il catino d'oro manda odore di Falerno; proprio come un lungo serpente caduto in un profondo vaso, ella beve e vomita. Naturalmente il marito ha la nausea e tiene a freno la bile coprendosi gli occhi.

Tuttavia ancora più insopportabile è quella che, non appena prende posto a tavola, fa l'elogio di Virgilio, mostra indulgenza per Elissa in punto di morte, fa paralleli e confronti fra i poeti, sospende su un piatto della bilancia Marone e sull'altro Omero. Si ritirano in buon ordine i grammatici, si dichiaran vinti i retori, tace tutta la folla dei commensali, non farà motto ne avvocato ne banditore e neppure... un'altra donna: tanta è la massa delle parole che da lei si rovescia! tante bacinelle e campanelli - si direbbe - risuonano percossi all'unisono! no, proprio non c'è bisogno che nessuno sforzi trombe e bronzi: da sola ella sarà in grado di portar soccorso alla luna in eclissi. Il saggio impone un limite anche alle attività onorevoli; ma colei che troppo smania di apparire dotta e faconda, dovrebbe poi fino a mezza gamba tirar su la tunica, sacrificare un porco a Silvano, accedere ai bagni al prezzo di un quadrante. Speriamo che la matrona che ti sta sdraiata accanto a tavola non possieda un suo proprio stile oratorio, che non sappia scagliare un tortuoso entimema in stile ben tornito, che non colga infallibilmente ogni riferimento erudito nei testi ma di quel che legge sui libri qualcosa almeno non lo capisca. Detesto la donna che consulta e sfoglia il Manuale di Palemone, rispettando in ogni caso le leggi e le regole della grammatica, e che, nella sua mania per le anticaglie erudite, si rammenta versi a me ignoti e questioni indegne dell'attenzione degli uomini. Corregga pure gli strafalcioni dell'amica un pò rozza: ma sia concesso al marito di macchiarsi di un solecismo!

Non c'è niente che non permetta a se stessa una donna, niente che reputi vergognoso, una volta che si sia adornata il collo di verdi gemme e si sia attaccate alle orecchie delle perle così pesanti da sforzarne i lobi. [Non c'è nulla di più insopportabile di una donna ricca.] Ma prima di quel momento il suo volto - spettacolo orribile e ridicolo al tempo stesso - è rigonfio di uno spesso strato di mollica o esala il lezzo delle unte pomate di Poppea ed è qui che restano invischiate le labbra dell'infelice marito (ma dall'amante ci vanno con la pelle ben detersa: quando mai desidera apparire bella in casa sua? è per gli amanti che si comprano le essenze profumate, è per costoro che si acquista tutto quello che voi, o macilenti Indiani, qui ci inviate). Ecco, finalmente disvela il suo volto e rimuove il primo strato di intonaco, comincia a essere riconoscibile, e si umetta con quel latte emolliente per avere il quale certamente si farebbe accompagnare da una mandria di asinelle anche se fosse mandata in esilio al polo iperboreo. Ma quel viso che viene sommerso e poi deterso con tanti differenti cosmetici e riceve maschere di farina cotta e umida, lo si dovrà definire un viso o una... piaga? Vale davvero la pena di conoscere fino in fondo cosa fanno e combinano durante tutta la giornata! Se la notte il marito ha dormito voltandole le spalle, è la fine per la segretaria, gli addetti al guardaroba debbono abbassare la tunica, lo schiavo Liburno è accusato di esser arrivato in ritardo ed è costretto a pagare lui il fio per il sonno altrui; l'uno sente spezzarsi addosso le bacchette di canna, l'altro diventa rosso sotto i colpi dello staffile, quest'altro per le cinghiate; vi sono di quelle che pagano uno stipendio annuale al boia! Ordina di colpire e nel frattempo si unge la faccia; ascolta le amiche od osserva con attenzione l'ampio orlo dorato di una veste ricamata e intanto botte! Controlla le righe del lungo registro delle spese del giorno e intanto botte! finché essa - quando gli aguzzini non ce la fanno più - considerando ormai conclusa l'inchiesta, non urla con terribile voce tonante «Fuori!» L'amministrazione della casa non è più mite di quella della corte di un tiranno di Sicilia! Se poi ha fissato un appuntamento e più del solito desidera essere elegante e ha fretta perché già è attesa nel parco oppure al tempio di Iside la ruffiana, ecco che acconcia la sua chioma la sventurata Psecade, essa stessa coi capelli strappati, le spalle nude e il seno scoperto. «Perché questo ricciolo è più alto degli altri?» e subito lo scudiscio punisce il crimine, il delitto del capello fuori posto. Ma cosa ha commesso Psecade? che colpa ha la povera ragazza se il tuo naso non ti è mai piaciuto? Un'altra schiava a sinistra distende le tue chiome e le pettina e le dispone in boccoli a raggiera. Fa parte della commissione che deve deliberare una schiava già appartenuta alla madre, ora trasferita ai lavori di filatura, dopo aver cessato per limiti d'età di lavorare con le forcine; il primo parere che si ascolta sarà il suo, dopo di lei aranno .il loro voto quelle che le sono inferiori per età e competenza, proprio come se fosse in gioco l'onore o la vita: tanta è la preoccupazione del farsi belle! Con tanti ordini di riccioli opprime il suo capo, e ancora con tante impalcature di supporto riesce a soprelevarlo che a vederla di faccia ti sembrerà un'Andromaca; ma di dietro è più piccola, la si potrebbe prendere per un'altra. E dimmi un po' tu, se ha avuto in sorte dalla natura una corporatura esile e minuta e - senza il soccorso dei coturni sembra più bassa di una bimba pigmea e per un bacio deve alzarsi leggera sulla punta dei piedi! Nel frattempo mai si preoccuperà del marito e si guarderà bene dal far anche solo un cenno alle spese con cui lo manda in rovina. Vive come fosse una vicina del suo sposo, da questo fatto soltanto a lui più legata, che detesta i suoi amici e i suoi schiavi, e costituisce un fardello pesante per il suo bilancio. Ecco fa il suo ingresso il coro della furibonda Bellona e della Madre degli Dei e un imponente eunuco, figura che incute religioso timore nei suoi osceni seguaci, che in un passato ormai lontano, impugnando un coccio, si recise i rammolliti genitali: a lui cedono il passo l'arrochita schiera e i suonatori di timpano, a lui le guance plebee riveste una tiara frigia. Con voce tonante impone di temere ravvicinarsi di settembre e dell'Austro, a meno che la donna non si sia preventivamente purificata per mezzo di cento uova e non gli abbia regalato vecchie vesti color pampino secco, affinchè ogni pericolo che, improvviso e tremendo, incombe sulla sua testa si scarichi sulle tuniche e in un colpo solo tutta l'annata sia liberata dal male. In inverno ..scenderà nel fiume spezzandone la crosta di ghiacciò, tre volte s'immergerà nel Tevere di primo mattino e proprio in mezzo ai flutti vorticosi bagnerà il titubante capo, poi nuda e tremante percorrerà tutto il campo di Tarquinio il Superbo, strisciando sulle ginocchia sanguinanti; se lo imporrà la bianca Io, si recherà fino ai confini estremi d'Egitto e ne riporterà 'acqua attinta nella torrida Meroe, per poterne aspergere il tempio di Iside che sorge proprio accanto all'antico ovile. Crede, infatti, di ricevere personali avvertimenti dalla voce della dea stessa. Ecco lo spirito e la mente con cui gli dei in piena notte dovrebbero mettersi a colloquiare! così si guadagna i massimi e più alti onori costui che - circondato da un branco di ammantati di lino, da un branco di teste rasate - in veste di Anubi corre veloce fra la folla, facendosi beffe del suo lutto. E lui che intercede per ottenere il perdono tutte le volte che la sposa non si astiene dall'amplesso nei giorni consacrati alla castità e una grave punizione sarebbe dovuta per aver essa violato il letto coniugale: di fatti la serpe d'argento è stata vista in atto di muovere la testa. Ma è grazie al pianto di lui e alle sue preghiere biascicate con arte che Osiride - per la verità corrotto anche da un'oca grassa e da una sottile focaccia - non può rifiutare il perdono alla colpevole. Non appena quegli ha sgombrato il terreno, ecco che, messo da parte il suo cestello con il fieno, un'Ebrea tutta tremante con fare misterioso ti chiede l'elemosina all'orecchio, interprete delle leggi di Gerusalemme e grande sacerdotessa dell'albero e intermediaria fedele dell'alto dei cieli.

Anche a costei si riempie la mano, ma con minor spesa; per pochi spiccioli, infatti, gli Ebrei ti vendono tutti i sogni che vuoi. L'aruspice di Armenia o di Commagene – palpeggiato il polmone di una colomba ancora calda - ti garantisce un amante in tenera età o il magnifico testamento di un ricco signore senza figli; scruterà minuziosamente anche petti di pollo, viscere di cagnolino e, talora, anche di fanciullo; commetterà colpe che egli stesso potrebbe presentarsi a denunciare.

Maggiore tuttavia sarà la fiducia accordata ai Caldei: qualunque cosa dirà l'astrologo, crederanno che provenga rivelata dalla fonte di Ammone (poiché a Delti gli oracoli sono in pensione e il genere umano è condannato all'ignoranza tenebrosa del futuro). Ma il più accreditato fra costoro è quegli che più volte fu mandato in esilio, colui che con la sua amicizia e i suoi oroscopi a pagamento provocò la morte del grande Cittadino che suscitava la paura di Otone.

Di qui la fiducia nella sua scienza: se la sua destra e anche la sua sinistra hanno risuonato delle catene, se per lungo tempo è rimasto imprigionato nel carcere militare. Nessun astrologo che sia andato esente da condanne sarà considerato abitato dal genio, ma solo chi ha sfiorato la pena di morte, chi a mala pena se l'è cavata con la relegazione in una delle Cicladi e infine è riuscito a ritornare dalla piccola Serifo.

E lui che consulta sulla morte che si fa troppo attendere della madre malata di itterizia, ma prima ancora sul tuo decesso, la tua cara Tanaquilla, e gli chiede quando mai potrà celebrare le esequie della sorella e degli zii, se l'amante - invéce - sia destinato a vivere anche dopo la sua morte: che mai di meglio, infatti, potrebbero concederle i numi? E questa, almeno, ignora le sventure minacciate dal cupo astro di Saturno, ignora in congiunzione con quale stella Venere si mostri propizia, quale mese si annunzi economicamente rovinoso, quale periodo, invece, favorevole al guadagno: ma bada bene di evitare anche il semplice incontro con quella donna nelle cui mani scorgi un calendario astrologico ormai logorato dall'uso come un’appiccicosa palla d'ambra, che non consulta nessuno e, anzi, ormai viene essa stessa consultata dagli altri, che, quando il marito si mette in marcia verso gli accampamenti militari o verso la patria, ricuserà di partire insieme con lui, se la trattengono i calcoli desunti da Trasillo Quando ha deciso di farsi portare in lettiga fino al primo miliario, l'ora esatta della partenza la ricava dal manuale; se le prude l'angolino dell'occhio troppo sfregato, chiede il collirio solo dopo aver consultato l'oroscopo; anche se è a letto ammalata, non c'è ora che le sembri più adatta all'assunzione di cibo che quella che le prescrive Petosiride. Se è di condizione modesta, se ne andrà avanti e indietro ai lati delle mète del circo ed estrarrà le sorti e porgerà la fronte e la mano all'indovino che le chiede di far schioccare più volte le labbra. Alle ricche, invece, darà i suoi responsi un augure della Frigia e, fatto venire a nolo appositamente di là, un esperto degli astri e del cielo e un qualche aruspice in là con gli anni, che provvede per incarico pubblico al sotterramento dei fulmini.

Il destino della plebea si trova nel Circo e sui Bastioni. Colei che esibisce sul nudo collo una lunga collana d'oro chiede il responso davanti alle torri di legno e alle colonne dei delfini per sapere se debba lasciare l'oste e sposarsi col commerciante di vesti.

Costoro, tuttavia, ancora affrontano il rischio del parto e sopportano tutte le fatiche dell'allevamento, costrette dalla loro condizione; invece sui letti dorati non giace quasi più una puerpera. Così efficaci sono le arti e le pozioni di colei che rende sterili le donne e per denaro s'incarica di uccidere degli esseri umani nel ventre della madre. Rallegrati, sventurato, e con le tue stesse mani porgile a bere qualsiasi intruglio; infatti, se fosse disposta a lasciarsi gonfiare il ventre e a tormentarlo con gli scaldanti figli, risulteresti probabilmente padre di un Etiope, e ben presto questo tuo erede di tutt'altro colore, che tu dovresti ben evitare di incontrare con lo sguardo di primo mattino, riempirebbe del suo nome tutto il tuo testamento. Non sto poi a parlare dei trovatelli fatti passare per fìgli legittimi e di come, raccolti presso le immonde latrine, spesso essi procurano illusoria gioia ai mariti, ingannando le loro aspettative: spesso di là son tratti i Pontefici, i Salii destinati a portare l nome degli Scauri sulla loro falsa persona. Sta ritta la Fortuna maliziosa, nella notte, sorridendo ai nudi fanciulli; questi riscalda avvolgendoli completamente nelle pieghe del suo manto, poi li porge alle grandi casate e prepara per sé una farsa tutta segreta; questi essa ama, per costoro si espone e sempre li spinge avanti come suoi pupilli. Questi offre formule magiche, quest'altro vende filtri di Tessaglia, con cui possa sconvolgere la mente del marito e sculacciarlo ben bene a colpi di ciabatta. La ragione del tuo delirare è questa, questa la ragione della nebbia che avvolge il tuo cervello e ti fa dimenticare tutto ciò che hai appena fatto. Tuttavia questo si potrebbe ancora tollerare, se tu non cominciassi anche a dare in escandescenze come quello zio di Nerone a cui Cesonia fece trangugiare tutta intera l'escrescenza frontale di un puledrino ancora incerto sui garretti. Quale donna non vorrà imitare la moglie dell'imperatore? Tutto il mondo ardeva fra le fiamme e, spezzati i cardini, si schiantava rovinosamente proprio come se Giunone avesse fatto impazzire suo marito.

Dunque sarà da considerarsi meno rovinoso il boleto di Agrippina, dato che esso provocò l'arresto del cuore di un solo uomo e per di più vecchio e fece discendere... al cielo il suo capo tremolante con le labbra colanti lunghi fili di bava: ma questa pozione esige ferro e fuoco, questa pozione fa mettere alla tortura, essa fa a pezzi i senatori insieme ai cavalieri. Tanto ci costa il parto di una cavalla, tanto una sola avvelenatrice! Hanno in odio i figli della «concubina»; nessuno si opponga, nessuno lo vieti: ormai è considerato lecito uccidere il figliastro. Ma voi io tengo ad avvertire, o pupilli dotati di un patrimonio cospicuo, badate a salvaguardare la vostra vita e non vi fidate di alcun cibo che vi venga imbandito: i pasticcini ribollono lividi di veleno materno. Assaggi qualcuno prima di voi tutto quel che vi propina colei che vi ha messo al mondo, e sia il pedagogo, pur tutto Impaurito, a bere prima di voi nella vostra coppa.

Naturalmente si dirà che siamo noi ad inventarci questi eccessi, facendo indossare alla satira l'alto coturno, e che valicando i limiti e le norme stabilite dai predecessori deliriamo, invasati da Bacco, declamando con slancio degno di Sofocle un carme sublime, che nulla ha a che vedere coi monti dei Rutuli e col cielo del Lazio: magari dicessimo il falso! Ma Ponzia proclama: «Sono colpévole, lo confesso, ho approntato l'aconito per i miei bimbi, non si può smentire quel che è lampante; e il misfatto l'ho portato a compimento io con le mie mani». Tu due fanciulli in una sola cena hai fatto fuori, o ferocissima vipera? tu due fanciulli? «Sette, se sette ne avessi avuti». Crediamo dunque a tutto quel che i tragici ci raccontano sulla torva donna di Colchide e su Procne; non ho nulla da obiettare.

Anche quelle donne ai loro tempi osarono perpetrare orribili mostruosità, ma almeno non lo fecero per soldi. Minore stupore è dovuto ai misfatti più orrendi, quando è l'ira che porta al delitto questo sesso ed esse, col fegato avvampato dalla rabbia, si lasciano andare a precipizio, come massi che si staccano dalle vette, a cui vien meno il monte e sul ripido pendio cede la fiancata. Ma non riesco a sopportare colei che fa i suoi calcoli e a mente fredda commette un delitto enorme. A teatro osservano attente Alcesti che si sostituisce al destino di morte dello sposo ma, se fosse loro concesso uno scambio simile, vorrebbero salvare la vita della loro cagnetta con la morte del marito! T'imbatterai al mattino in molte Belidi ed Erifili; non c'è quartiere che non abbia la sua Clitemnestra. Questa è la sola differenza, che la celebre Tindaride impugnava con le due mani una bipenne rozza e inetta, mentre al giorno d'oggi si sbriga la questione con un minuscolo polmone di rospo; ma si è pronti a ricorrere anche al ferro, se l'Atride ha preso le sue precauzioni bevendo l'antidoto del re del Ponto, tre volte sconfìtto.

 
 
 

Auto blu

Post n°28 pubblicato il 17 Luglio 2007 da Giubizza

From: giancarlo stefani
To: lettere.carlino@ilcarlino.net ; segreteria@ilgiornale.it ; espresso@espressoedit.it ; lettere@lastampa.it ; Lettere@corriere.it ; ildirettore@ilfoglio.it ; lettere@unita.it
Sent: Tuesday, July 17, 2007 8:41 PM
Subject: re:sperperi vari
Caro Direttore, sono venuto a conoscenza che le auto blu costano quasi 10 miliardi e non capisco come un governo di Sn elevi le pensioni minime di ben 30 euro,cifra che risolve tutti i problemi degli anziani ma che viene letteralmente divorata dagli aumenti in corso dei servizi; è una vergogna. Ai lavoratori si tenta di rapinare anche il tfr ed allungarli la vita lavorativa dal momento che per gli sprechi dei ns politici non ci sono soldi per mandarli in pensione nel vecchio regime. I Parlamentari però mantengono i logoranti 35 mesi per una pensioncina di 3500 euro mentre i militari, i dipendenti della banca d'Italia e altri intoccabili si garantiscono pensioni d'oro con pochi anni e contributi figurativi. La vergogna più grande poi è questa che nessuno di voi giornalisti, sia di Ds che di Sn si azzarda a dire che in Europa solo noi italioti e la Grecia non riconoscono un'indennità di disoccupazione.
Ma quanto ci costerebbe riconoscere a tutti ,dico a tutti cittadini italiani, una dignità istituendo quest'indennità di disoccupazione per allinearci all'Europa? 10 , 20, 30 miliardi? Guarda caso sono proprio quelli che vengono sperperati da una classe politica in auto blu con superstipendidi ,super contributi figurativi,superimborsi di varia natura, costi per enti inutili come le province o numero di assessori, superprotezione per scorte di facciata, appalti gonfiati per lavori di stato, ecc. ecc. Tutto questo succede alla faccia dei ns. grandi politici che si ergono anche come grandi costituzionalisti e si dimenticano spudoratamente di quei poveri cittadini che da disoccupati, giovani 30nni e 50nni e presto 60nni, sono costretti a rivolgersi agli enti di beneficenza per sopravvivere. Tutto questo perchè questi cittadini che hanno perso la loro dignità non rappresentano alcun bacino di voti; anche i sindacati si guardano bene dal difenderli.
Vergogna! Vergogna
Distinti saluti
g.stefani


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Postato da Giubizza su Il blog di Giubizza il 7/17/2007 07:52:00 PM

 
 
 

FICLESC

Post n°27 pubblicato il 16 Luglio 2007 da Giubizza

Sabato 30 giugno e Domenica 1 luglio 2007 scorsi c'è stato il primo incontro nazionale con tutti quelli che, armati di buona volontà, vogliono cambiare le cose attraverso l'introduzione di monete locali non portatrici di debito.

All'incontro erano presenti ben 40 persone da tutta italia e con estrazioni sociali diverse.

 In merito alle due esperienze praticate sul territorio di Roma e Napoli (Ecoroma e Scec) stiamo progettualizzando un coordinamento nazionale per introdurre delle monete locali ma esistono delle divergenze a carattere tecnico.

Purtroppo il sistema giuridico ci permette esclusivamente di interagire attraverso lo strumento dello "Sconto Mercantile".

Infatti le esperienze di Roma e soprattutto di Napoli hanno avuto interessanti sviluppi in merito.

In sostanza si tratta di uno sconto di economia solidale e locale che cammina all'interno del circuito di un'associazione di liberi cittadini.

O meglio, l'esercente che lo riceve lo può, anche lui, far circolare questo sconto come strumento econometrico per le sue necessità.

 Poiché le discussioni sono molte e l'obiettivo è quello di creare una politica comune e replicabile per eventuali nuovi associazioni, ho sentito l'esigenza di affidarmi alla sua esperienza per avere dei consigli e delle delucidazioni in merito.

 Sostengo a pieno il pensiero del reddito di cittadinanza e quello della fiscalizzazione sulla massa monetaria, quindi avrei voglia di discutere con lei su come introdurre questi principi attraverso lo strumento dello sconto che cammina che di per se già sostiene il peso del condizionamento dell'euro a causa dei costi fissi delle attività.

Il primo passo è metà dell'opera.

Ernesto

Il  problema monetario è vitale a livello mondiale.

Se le emissioni monetarie avessero seguito le leggi dell’etica e del diritto, ci troveremmo di fronte ad un capolavoro di ineguagliabile utilità.

Nel mondo, a fianco dei beni reali, in continua produzione, sono state create grandi masse monetarie godenti la fiducia di intere comunità, e contemporaneamente sono stati formati i prezzi dei prodotti del mercato.

Con ciò ha potuto progredire lo sviluppo economico mondiale che, senza denaro, non aveva  altra possibilità che quella del baratto.

Per chi ignora la truffa del signoraggio il sistema monetario appare altamente positivo ed indispensabile per il proseguimento della vita sulla terra.

Noi sappiamo che le emissioni monetarie creano dal nulla valore (e questo sarebbe l’aspetto positivo), ma lo creano a favore di banche private che lo concedono in prestito dietro interessi che mai potranno essere estinti.

Teoricamente la soluzione del problema è molto semplice e consiste nel far sapere della truffa ai Cittadini, detentori della Sovranità Monetaria.

In pratica però la cosa diventa pressoché impossibile a causa del monopolio dell’informazione da parte  della lobby delle banche di emissione.

A mio avviso non resta altra strada che quella della comunicazione interpersonale, prevalentemente via Internet, con fornitura ai cittadini di dati semplici e chiari, circa la pericolosità dell’attuale situazione di signoraggio nei confronti della prosecuzione dello sviluppo positivo della vita sulla terra.

Se la informazione interpersonale venisse praticata con serietà e costanza, con la conseguente crescita esponenziale, in tempi non eccessivamente lunghi, si potrebbe conseguire l’obiettivo.

Molto lavoro è stato già fatto in tal senso.

La via delle monete locali, pur apprezzabile e feconda di qualche risultato positivo, non potrà mai sostituire l’azione di informazione generale, di cui sopra.

Se finora le cose sono andate a rilento è perché si è affrontato il problema dal lato accademico e non da quello del comune sentire.

Bisogna cristallizzare delle formule efficaci e costanti, capaci di colpire l’interesse dei cittadini ed attecchire permanentemente nelle loro Coscienze.

Tutto il lavoro teorico svolto finora va considerato come facente parte della ricerca preliminare per il conseguimento di quelle certezze da trasmettere ai Cittadini.

Ora possiamo dire che tale ricerca possa considerarsi conclusa e quindi è necessario passare al martellamento delle comunicazioni interpersonali, con la creazione anche di volantini dai contenuti estremamente sintetici e di immediata presa emotiva.

In tale lavoro occorre rinunziare ad ogni personalismo e mettersi umilmente al servizio della Causa.

Io mi sforzerò di lavorare in tal senso.

Molto lavoro è contenuto nella mia pagina www.bellia.com .

Recentemente sono stato contattato dal gruppo di Amici di Beppe Grillo che hanno promesso di venirmi a trovare per coordinare le nostre azioni nella direzione che ci interessa.

Qualora ti fosse possibile potresti venire a trovarmi a Tarquinia per un approfondito scambio di idee e l’avvio di una eventuale collaborazione.

Alla presente allego due planimetrie per raggiungermi dall’Aurelia.

Nicolò Giuseppe Bellia

FEDERAZIONE ITALIANA

 COMITATI LOCALI

 EMISSIONE SCONTI DI CITTADINANZA

 

Raccoglie le esperienze dei Comitati già operanti e li fornisce ai Comitati in via di costituzione.

 

*   *   *

 

SCONTI DI CITTADINANZA

 

Sono emessi annualmente su richiesta ed ordine degli Associati.

Sono accettati dai Negozi Convenzionati Locali della Federazione Nazionale.

 

 

SCOPO FINALE

 

Arrivare, prima possibile, all'Emissione Monetaria Diretta per il Reddito di Cittadinanza Universale ( Progetto Antropocratico www.bellia.com )

 

 

INFORMAZIONI ASSOCIATI

 

Sono fornite dai Comitati via Internet, direttamente o presso recapiti.

Riguardano anche l'elenco dei Negozi Convenzionati con elenco prodotti ed iniziative estemporanee.

 

 

NEGOZI CONVENZIONATI

 

Concordano coi Comitati la percentuale di sconto.

Comunicano l'eleco dei Grossisti da coinvolgere nella Convenzione di Sconto in modo da rendere spendibili, presso di essi, dai Negozianti gli sconti incassati.

 

GROSSISTI CONVENZIONATI

 

Costituiscono l'inizio della catena dei benefici di sconto degli Associati.

 

*   *   *

 

Un abbraccio, Nicolò

 
 
 

Arcipelagomoneta

Post n°26 pubblicato il 15 Luglio 2007 da Giubizza

Nella convinzione che la definitiva eliminazione della povertà si avrà con l’Emissione Monetaria Diretta per il Reddito di Cittadinanza Universale e per le Spese Pubbliche, in attesa della necessaria maturazione della volontà sociale per la Riforma dello Stato, ci si avvia sulla strada della creazione di Moneta Complementare di Cittadinanza, emessa per conto e a favore dei Partecipanti, usufruendo della disponibilità di Negozi Convenzionati ad accettare tale moneta.

Tale Moneta ha, da un lato, la finalità di alleviare il disagio economico dei Partecipanti e dall’altro l’attivazione di una Riflessione Sociale che dovrà portare alla Riforma dello Stato per l’Emissione Monetaria Diretta.

Arcipelagomoneta si prefigge di favorire la diffusione sull’intero territorio nazionale delle esperienze positive che hanno avuto già inizio, fornendo le necessarie informazioni preliminari, nonché il materiale tipografico e documentale necessario.

L’iniziativa si materializza con la fornitura mensile ai Partecipanti di Moneta Complementare di Cittadinanza, nella misura di 200 Europunti.

Il costo di stampa e di gestione è determinato con sola finalità di rimborso dei costi.

Arcipelagomoneta fornisce via Internet ai Partecipanti informazioni generali per una approfondita presa di Coscienza Sociale Antropocratica, e in particolare sui Negozianti di zona che aderiscono e sui loro prodotti, nonché sulla percentuale di accettazione della moneta complementare.

Occorre far comprendere che il solo beneficio economico immediato dei Partecipanti, in un ambiente sociale sempre più povero, a causa del signoraggio, può alla lunga inflazionarsi e quindi perdere di efficacia se non si arriva il più presto possibile alla Istituzione dell’Emissione Monetaria Diretta per il Reddito di Cittadinanza Universale e per  le Spese Pubbliche.

Va tenuto presente che l’iniziativa deve partire dalla volontà dei Partecipanti e non da strutture ed associazioni economiche esistenti, facilmente condizionabili dal Potere Bancario, che interverrà pesantemente quando percepirà la possibilità che si arrivi all’Emissione Monetaria Diretta, cioè alla fine del signoraggio..

Il Potere Bancario può condizionare tutto tranne le sane Coscienze Umane ed è su queste che dobbiamo puntare.

Nicolò Giuseppe Bellia

Tarquinia, 13 luglio 2007

 

 
 
 

Moneta locale possibile

Post n°25 pubblicato il 14 Luglio 2007 da Giubizza

http://www.ilconsapevole.it:80/articolo.php?id=8366

L’eco-consorzio bio-regionalistico Marche-Eque ha avviato un progetto di moneta locale per favorire un “economia equa, solidale e sostenibile”.
Il progetto ruota attorno a tre figure: l’utente finale, ossia il consumatore, l’attore di filiera ossia l’esercente, chi ha un attività o una ditta, le associazioni ossia gli enti o associazioni beneficiarie che, scelte dall’utente finale, ricevono dagli esercenti una percentuale del denaro speso dall’utente finale presso di loro.
Le tre figure accedono al circuito moneta locale tramite la compilazione del modulo corrispondente che da diritto a ricevere la tessera che viene letta dai POS (lettori di smart-card ) forniti in dotazione agli attori di filiera, ossia gli esercenti.
Scopo del Consorzio è incentivare la produzione ecologica di beni e servizi che coprono esclusivamente comparti economici come: architettura e bioedilizia, alimentazione naturale, medicina bio-etica, cosmetica e abbigliamento bio, bio-politica e informazione trasparente, energie rinnovabili, agricoltura biodinamica, eco-turismo e bio-agriturismo, eco-villaggi, artigianato artistico, formazione nelle eco-produzioni.
Quindi i responsabili del progetto “moneta locale” sono tenuti a scegliere con cura sia gli “attori di filiera”, ossia gli esercenti i cui beni e servizi devono rientrare nei comparti economici citati sopra che le associazioni, di solito un ente beneficiario anch’esso in linea con gli obiettivi portati avanti dal Progetto.
 Il Consorzio ha stipulato altresì accordi con un gruppo di banche che gestiscono le transazioni monetarie nei relativi conti correnti appositamente aperti e che forniscono questa carta di credito (tessera a microcircuito) che può essere ricaricata di volta in volta.
Quando l’utente finale usa questa tessera, entra in un circuito che non solo gli garantisce uno sconto sui beni che acquista, ma anche la possibilità di fare beneficenza.
Facciamo un esempio, faccio la spesa e voglio esagerare, mi piacciono i prodotti biologici e spendo 100 euro. In realtà il negozio affiliato , quando mostro la tessera, mi garantirà uno sconto, diciamo del 5%, quindi pagherò 95 euro. Ora l’esercente o attore di filiera, quando ha firmato il modulo per entrare a far parte del progetto Moneta Locale, oltre a indicare la percentuale di sconto sui beni venduti con la tessera a microcircuito (in questo caso il 5%), avrà deciso anche la percentuale devoluta alle associazioni locali scelta dall’utente. Quindi supponendo che io ho scelto come ente beneficiario un associazione per le arti applicate, e l’esercente ha indicato una percentuale di dono pari al 2%, questa associazione riceverà 1.9 euro, ossia il 2% dei miei 95 euro. Si immagini questo meccanismo quando la spesa è per un pannello solare o una casa ecologica (con isolamento termo-acustico, termo-camini, ecc…) e quindi la possibilità alle associazioni non solo di auto-sostenersi o di incrementare le iniziative quanto appunto di divenire esse stesse utenti finali e quindi re-immettere nel circuito il denaro ricevuto.
L’esperimento è stato scritto in modo da illustrare i concetti principali in quanto un’analisi approfondita esula dai propositi di questo scritto, scritto che consigliamo vivamente ai movimenti sovversivi per illustrare dove andrebbero convogliate le loro forze altresì impiegate in isteriche e sterili manifestazioni di massa dove accanto alla propria frustrazione, non si riesce a estrarre dalle tante proteste una sola proposta. Colgo altresì l’occasione per ribadire che una nuova concezione del denaro si sta affacciando nel mondo e che potrà risolverci non pochi problemi, denaro il cui fine non è più il consumo sfrenato, ma quello critico, eco-compatibile e in aggiunta, solidale. Sono altresì i primi segni di un cambiamento strutturale del modo di vivere dell’umanità, segni ancora non molto visibili, ma che lasciano ampio margine alla speranza di un futuro migliore di quello che si prospetterebbe alla stessa umanità se si insiste sulla linea adottata nell’ultimo secolo da chi muove le redini del capitalismo più sfrenato.

Marco De Berardinis

 
 
 

Sul Signoraggio

Post n°24 pubblicato il 13 Luglio 2007 da Giubizza

www.bellia.com

Tre secoli di signoraggio hanno dimostrato inequivocabilmente che è possibile creare denaro dal nulla.

Chi ha messo in atto questa pratica  lo ha fatto a proprio vantaggio, con la connivenza dei politici, a carico dei Cittadini produttori dei beni acquistabili con il denaro.

E’ da ingenui pensare che chi ha conseguito il potere monetario da tre secoli, possa essere convinto a rinunziare a questo privilegio, di fatto acquisito.

E’ altrettanto da ingenui pensare che vi possa essere qualche forza politica che voglia creare l’Emissione Monetaria Diretta a favore dei cittadini, rinunziando per sempre a chiedere prestiti alle Banche Centrali.

Infatti l’immenso potere finanziario acquisito dalla lobby monetaria è in grado di fermare qualunque forza ad essa avversa.

Vi è un solo modo perché il beneficio dell’Emissione Monetaria vada ai Cittadini e non più alle banche: quello della Presa di Coscienza di tale problema da parte della maggioranza dei Cittadini di uno Stato.

La continuazione della pratica del signoraggio crea nel mondo miseria e sofferenza; occorre aiutare i Cittadini a collegare questa loro situazione dolorosa alla ingiusta pratica del signoraggio, affinché maturino una cosciente volontà politica di modifica.

Se la maggioranza dei Cittadini di uno Stato crea un governo finalizzato alla istituzione dell’Emissione Monetaria Diretta per il Reddito di Cittadinanza Universale e le Spese Pubbliche, si avvierà quella condizione di benessere sociale da tutti giustamente agognata.

Noi  viviamo in un mondo dove la produzione, sia agricola sia industriale, supera le capacità mondiali di consumo e pertanto, il problema non nasce dal lato della produzione ma da quello della corretta distribuzione dei beni, e l’unico modo sensato per pervenire ad una giusta convivenza umana è quello di stabilire che il primo diritto dei Cittadini è quello di disporre di quanto necessario alla sopravvivenza materiale.

Ciò è ottenibile attraverso l’Emissione Monetaria Diretta per il Reddito di Cittadinanza Universale e le Spese Pubbliche.

Dobbiamo tutti toglierci l’illusione che la soluzione di questo immenso problema possa pervenirci come dono dall’esterno, ma dobbiamo conquistarla coscientemente ed impegnarci a comunicarla a più Cittadini possibili.

Con l’Emissione di Monete Locali i Cittadini avranno un alleviamento delle sofferenze economiche dovute al dissanguamento monetario per pagare i debiti da signoraggio, e contemporaneamente potranno avviare nell’ambito delle varie associazioni, quella presa di Coscienza che dovrà portare alla costituzione di un governo finalizzato all’Emissione Monetaria Diretta per il Reddito di Cittadinanza Universale e per le Spese Pubbliche.

Con tale riforma sarà possibile risanare rapidamente tutte le ferite sociali del passato derivanti dalla pratica del signoraggio.

In particolare, finora ogni Cittadino è stato oppresso dalla paura della emarginazione economica ed è stato costretto a porre al centro della propria attenzione esclusivamente quanto derivante dalle proprie esigenze materiali, trascurando tutte le istanze derivanti dalla propria vita affettiva e culturale.

Con il Reddito di Cittadinanza Universale ciascun Cittadino potrà gestire la propria vita indirizzando l’attenzione a quelle parti della propria personalità che necessitano di maggiori cure.

 

Nicolò Giuseppe Bellia

Tarquinia, 12 luglio 2007

www.bellia.com

 
 
 

Discriminazioni "positive"

Post n°23 pubblicato il 11 Luglio 2007 da Giubizza

Una utente di Yahoo Answer (http://it.answers.yahoo.com/my/profile;_yl...7892922ca4915aa) mi ha autorizzato a pubblicare un messaggio privato che mi ha inviato:
 
Oggetto: emancipazione forzata esagerataMessaggio
 
Esempio di emancipazione sbagliata: in Olanda ci ritroviamo con una societa'totalmente femminilizzata nel peggrio modo. Non le donne piu'capaci, ma le donne "perche' son donne"sono state messe in posizioni strategiche. Questo sta andando avanti da una trentina d'anni. I risultati sono: un sistema totalmente femminilizzato nel senso che non piu'le prestazionii sono improtanti, ma lo sviluppo sociale-emotivo. Comunicare e'piu'importante che avere qualcosa da dire. Il modo di essere dei maschietti non viene piu'accettato ma frustrato. I risultati scolastici dei maschietti sono diminuiti drasticamete, a livello universitario non ci sono stati mai cosi'tanti ragazzi che hanno smesso prematurametne gli studi. Io sono per i pari diritti ma veramente PARI, a pari capacita', non a forza. Purtroppo ho orribili esperienze con donne che sempre piu´sono a livelli manageriali, il 65 per cento dove lavoro io, e non si riesce piu 'a lavorare bene. Vengono assunte troppe persone non perche'sono brave ma perche' sono emotivamente e socialmente"idonee o perche'fanno pena, per cui chi lavora veramente e'obbligato ad aiutare troppa gente non idonea, Se non li aiuti costantemente piangono e non si puo'andare avanti cosi'. Si parla di vera discriminazione maschile, e'successo anche a mio marito. Lui insegna, rifiuta di femminilizzare o maschilizzare, apprezza sia il monello che la bimba-bimba, basta che imparino. La direttrice non accetta e dopo 2 infarti e disturbo panico lo licenzia.
 
Dal Forum di Ermopoli invece altra chicca:

 
 
 

Inganni vecchi e nuovi

Post n°22 pubblicato il 08 Luglio 2007 da Giubizza
 

Perché la russia non era socialita:

http://www.international-communist-party.org/Italiano/Testi/Russia/PercheLa.htm

E guardate un po' quel colgione di Bertinotti:quel coglione di Bertinotti:

http://www.youtube.com/watch?v=6e2TFVKyvrQ

 
 
 
 
 

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Data di creazione: 18/05/2007
 

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