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FEDE E RAGIONE CONTRO IL FANATISMO

Post n°18 pubblicato il 23 Agosto 2014 da giulio.stilla

FEDE E RAGIONE CONTRO IL FANATISMO

Dopo tre secoli di Civiltà illuministica e due mila anni di Cristianesimo, leggere sui Quotidiani d’Europa che nelle Democrazie Occidentali esistono “quinte colonne” intese a sostenere l’estremismo islamico e stragista del Califfato siriano-iracheno, è un fatto talmente riprovevole e disgustoso che dà delle vertigini e un senso fortissimo di smarrimento

Prova ne sia che in pieno Parlamento italiano non è mancato, in questi giorni, qualche Onorevole Deputato indotto da una preoccupante forma di follia a proferire parole di comprensione e di giustificazione delle azioni criminali degli jihadisti nella martoriata terra irachena.  Non ci sono motivi, dubbi o interrogativi che possono mitigare, sia pure alla lontana, simili manifestazioni di demenza allo stato puro, resa ancora più grave dal fatto che a soffrirne sarebbero persone che si fanno passare per intellettuali molto attenti  a difendere le ragioni della Democrazia in Italia.Questi fenomeni spaventano la coscienza civile e inorridiscono il mio animo, soprattutto quando nella mia mente compare l’immagine del povero reporter americano  che, come un agnello sacrificale, sta per essere sgozzato da una bestia assetata di sangue, armata di pugnale fendente, di maschera vile e forse di cultura europea, anzi britannica, perché nata e cresciuta nel cuore dell’ Inghilterra, la patria di John Locke,  Isaac Newton e Bertrand Russell, tre grandi fari della Civiltà dei Lumi e della Rivoluzione Scientifica.

Il primo, Locke,  autore  della famosa “LETTERA SULLA TOLLERANZA” del 1689, che ispirò a Voltaire il suo “Trattato sulla Tolleranza” e l’accorata preghiera “al Dio di tutti gli esseri, di tutti i mondi e di tutti i tempi”.

Il secondo, Newton, autore della famosa Legge della gravitazione universale e del Calcolo Infinitesimale,  indusse i suoi contemporanei a scrivere sulla sua tomba: “Sibi gratulentur mortales tale tantumque exstitisse humani generis decus” (Si rallegrino i mortali perché è esistito un tale e così grande onore del genere umano).

Il terzo, Bertrand Russell, noto per la sua grande opera logica e pensatore della filosofia del linguaggio, amava scrivere: “La causa fondamentale dei problemi è che nel mondo moderno gli stupidi sono sicuri di sé mentre gli intelligenti sono pieni di dubbi”.

Appunto, di “stupidi sicuri di sé” il mondo n’è popolato in abbondanza, tanto che non mancano in forma eclatante nemmeno nel Parlamento italiano, se solo si consideri che un certo Di Battista, deputato del M5S, continua a giustificare il terrorismo islamico, al di là di ogni umana follia. La vicenda che ci viene raccontata dai giornali sarebbe terribilmente comica ed esilarante, se non fosse perché fa riferimento alla spaventosa tragedia umanitaria messa in atto dal criminale fanatismo islamico, finalizzato al genocidio di tutti i cristiani e di tutti coloro che si rifiutano di credere nelle guerra santa.

Ma la cosa turpe ed abominevole è che questo cieco fanatismo non è solo prerogativa dei Paesi musulmani, come si è ritenuto fino a poco tempo fa. La disgrazia è che questo fanatismo, si scopre oggi, nasce e viene coltivato nelle capitali della vecchia Europa (Londra, Parigi, Milano, ecc.), come erba malefica che sta infestando i campi arati da millenni di Civiltà laica e cristiana.

E’ notizia di alcune settimane fa la espulsione dal territorio nazionale dell’Imam di San Donà di Piave, che ha invocato Allah, perché uccida tutti gli Ebrei. In questi giorni si scopre che la bestia, che ha sgozzato il povero giornalista americano, è nato e cresciuto a Londra da genitori di origine pachistana. Sembra, però, che questi fenomeni non siano episodi isolati, ma punte emerse di comunità di truci fanatici, che ripudiano le loro appartenenza nazionale di francese, inglese, italiana, ecc., per riconoscersi inseriti in una estesa rete sovranazionale di seguaci di Allah, sorretti da ingenti finanziamenti per combattere la loro guerra santa e usare il terrore per il terrore.

E’ una realtà che non bisogna sottovalutare, come avviene tuttora in Europa, che non è uno Stato con una politica estera unica e ben definita, un esercito militare unico e ben addestrato e una Potenza Economica tale da scoraggiare la pur minima intrapresa di certi stravaganti Califfati, capaci ormai di mettere in pericolo la nostra Civiltà e le nostre esistenze.

Bisogna plaudire agli Stati Uniti, i guardiani del mondo civilizzato, se noi possiamo guardare con compiacimento ed ottimismo al nostro immediato futuro, perché sono ancora loro, nonostante la recente politica estera ondivaga di Obama, ad alzare sacrosante barriere di difese di contro alle torme barbariche dei cosiddetti jihadisti dello Stato radicale islamico.

A livello individuale, ciascun di noi è chiamato dalla propria coscienza  a rispondere all’imperativo morale che ci impone di non nasconderci dietro accomodanti compromessi per ricercare forme di pacifismo ad ogni costo o strane posizioni di rassegnazioni pseudo-cristiane, votate al martirio e all’autodistruzione.  Bisogna reagire e con forza per gridare al mondo intero che abbiamo l’obbligo di impedire che Cristo sia messo ancora una volta  in croce. Io penso che, se ai tempi di Pilato ci fossero state organizzate forze militari cristiane, il Figlio di Dio non sarebbe stato condotto sul Golgota e sottoposto al martirio della Croce. Mi si potrà obiettare che il Sacro Mistero della Croce di Gesù rispondeva ad un progetto provvidenziale di riscatto dell’Umanità intera dalla condizione miserevole del peccato. Ma ormai la lezione l’avremmo dovuto imparare per non assistere , proprio nelle vesti dei Cristiani inermi, ai diversi genocidi ed olocausti che hanno periodicamente segnato con inaudita ferocia la storia dell’uomo.

Se nella Germania del 1933, alle prime restrizioni delle libertà civili e individuali da parte di una ideologia demoniaca, il cittadino tedesco in genere si fosse ribellato e avesse imboccato la strada della insurrezione, il mondo non avrebbe assistito impotente alle nefandezze del nazismo, alle atrocità della Seconda Guerra Mondiale e alla shoah degli Ebrei.

La stessa ipotesi è lecito fare per qualsiasi altra forma di tirannia socio-politica, che abbia conculcato le libertà fondamentali e i diritti naturali delle persone per tutto il Novecento, in ogni parte del Mondo, trucidando centinaia di milioni di uomini e disseminando per il pianeta caterve di cadaveri, che l’umanità di oggi preferisce seppellire nell’oblio.

Invece, No! Non è consentito a nessuno dimenticare non tanto per ridare dignità storica ed umana alle vittime e ai martiri dei carnefici di ogni tempo,  quanto piuttosto per prevenire le tragedie e gli orrori del passato, che possono sempre riproporsi, se noi tutti, a qualsiasi livello, individuale e collettivo, in ogni angolo della Terra,  ci attardiamo nel sonno della Ragione. La nostra “Intelligenza” è, come la “Fede”, un dono del Dio dell’Amore. Bisogna usarla, ne sono profondamente persuaso, per combattere il Male e il demoniaco fanatismo delle belve. Nessun uomo, nessuna pseudo-religione, nessun vivente si può permettere di tormentare e  uccidere altre creature in nome di Allah.

Il vero Dio è il Dio dell’Amore. “Deus caritas est”, amava ripetere Sua Santità Benedetto XVI. Ma il Dio dell’Amore ci impone di agire per lottare contro il Male nel Mondo, interpretando in questo senso e a mio personalissimo giudizio le parole che il MAESTRO rivolse a Pietro: “Tu es Petrus, et super hanc petram aedificabo ecclesiam meam, et portae inferi non praevalebunt adversus eam” ……….e le forze del male non prevarranno.

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