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Citazioni nei Blog Amici: 22
Ultimi Commenti
Anonimo il 26/02/08 alle 00:20 via WEB
Andrea Dice:
Febbraio 25, 2008 a 10:22 pm
SINDACATI PATRONATI
TRIPLICE
L’asso pigliatutto
La cosiddetta Triplice sindacale ha l’Italia nelle sue mani; o prima ancora, la CGIL, che governa il carrozzone dall’alto della sua preponderanza politica ed organizzativa, guidata dal potente Segretario Epifani: nel suo campo, un vero e proprio asso pigliatutto.
I sindacati hanno risorse superiori a quelle del Quirinale, grazie a fior di contributi pubblici ed alle tessere dei lavoratori, e dei poveri pensionati, che paradossalmente costituiscono la categoria più numerosa di iscritti, perché l’adesione viene acquisita (per usare un eufemismo) in maniera automatica, all’atto della domanda di quiescenza predisposta dal patronato di turno.
E’ stato già detto che i sindacati sono la rovina dell’Italia. Purtroppo, è una diagnosi pertinente, perché costoro costituiscono un deterrente nei confronti degli investimenti produttivi, soprattutto esteri, che preferiscono, secondo logica, lidi meno paralizzanti. Ciò, senza dire che sono fisiologicamente propensi ad interessarsi soltanto delle loro schiere operaie, sia pure minoritarie, e non dei milioni di disoccupati, per non dire degli stessi pensionati, ridotti al rango paziente e rassegnato di “parco buoi”.
Non è un caso che il suddetto Epifani abbia manifestato un evidente disappunto, quando Della Valle ed altri imprenditori hanno deciso di corrispondere un aumento ai propri dipendenti senza passare per il tramite sindacale, perché consapevoli che con le retribuzioni ed i costi di oggi è sempre più arduo arrivare alla fine del mese.
Cosa dobbiamo fare per liberarci di questo Segretario e del carrozzone che rappresenta in maniera così emblematica? E’ mai possibile che l’Italia, sempre meno “donna di province” e sempre più “bordello”, debba trascinarsi questa vergogna “usque ad aeternitatem”?
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Anonimo il 26/02/08 alle 00:16 via WEB
Rutelli e’ l’emblema del vecchio modo di fare politica: essere un “buon” oratore, avere una “bella” faccia, essere un ipocrita, tradire il mandato elettorale, non prendere decisioni, dire banalita’ mostruose.
Come sia possibile che gente di questo stampo sia ancora in politica nel 2007 e addirittura possa essere messo a capo di un partito, la dice lunga sulla situazione di arretratezza della politica italiana.
Prodi e compagnia hanno avuto il coraggio di candidarlo anche a primo ministro in passato e nominarlo vicepresidente del consigno nel presente (questo invece la dice lunga su chi sia veramente Prodi e lungimiranza di tutto il cosiddetto “centrosinistra”).
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Anonimo il 26/02/08 alle 00:15 via WEB
Un’alluvione di patronati
Chi volesse prendersi la briga di fare uno studio via internet sulla disponibilità italiana di sindacati e patronati rimarrebbe letteralmente sbalordito a fronte del numero di soggetti esistenti, al di là di ogni limite ragionevole. Ci sono quelli della cosiddetta triplice, degli altri sindacati nazionali, del movimento cattolico, degli artigiani, dei precari, e chi più ne ha, più ne metta. Spesso e volentieri, si tratta di organizzazioni in concorrenza diretta tra di loro, e sempre ben consolidate sul territorio, tanto da avere sedi in ogni provincia, e talvolta in parecchi centri meno importanti.
L’uomo della strada è indotto a ritenere che si tratti di cosa buona e giusta, perché la ragione d’essere di tutti costoro non può essere che quella di dare una mano al prossimo, e soprattutto a chi è privo di difese: primi fra tutti i pensionati, che guarda caso sono la categoria apparentemente più sindacalizzata, con milioni di iscritti alle varie sigle (in effetti, l’adesione viene raccolta in modo automatico quando si rivolgono al patronato per l’inoltro della domanda di pensione: in altri termini, molti non si accorgono nemmeno di avere firmato l’iscrizione, sostanzialmente a vita, perché non sanno, oltre al resto, di poterla disdire in ogni momento).
Una valutazione approssimativa permette di affermare che le sigle attive o presunte tali siano almeno 20 mila, generalmente ben fornite di sede, telefono, telefax, e-mail, e beninteso, di chi vi presta la propria opera, di norma a titolo oneroso. Il paradosso è che, soprattutto nell’industria, ma anche nel terziario, il rapporto fra iscritti e addetti è decisamente basso, e che in qualche caso limite i secondi possono essere addirittura in maggioranza rispetto ai primi!
A questo punto, di fronte all’impensabile alluvione di patronati e sindacati, è lecito chiedersi se sia giusto che costoro, oltre a fruire del supporto finanziario istituzionale, abbiano modo di vivere bene, e spesso improduttivamente, alle spalle di lavoratori e pensionati. Anzi, come è stato già rilevato, non è da escludere che i danni strategici siano superiori ai vantaggi: la straordinaria proliferazione dei sindacati ha fatto sì che l’Italia sia finita in coda alla graduatoria europea degli investimenti esteri, senza dire che gli aumenti salariali (talvolta beffardamente minimi come quelli per i pensionati) sono privi di valore se non vengano supportati dalla lotta agli aumenti dei prezzi e dell’inflazione.
Va aggiunto che questa brava gente, anche a fronte di legittime proteste come quella relativa alla permanenza della trattenuta ex ONPI ad oltre un trentennio dalla cancellazione dell’Opera (poca cosa per ciascuna pensione, ma pari a due milioni e mezzo di euro all’anno lucrati impunemente dagli Istituti, e loro tramite dallo Stato), sa rispondere solo con un’arrogante albagia, affermando che si tratta di quattro soldi (ma per un pensionato anche mezzo litro di latte è importante), ovvero, di mezzi finanziari destinati comunque all’assistenza degli anziani, mentre risulta che attraverso il Tesoro finiscono nel calderone dei bilanci regionali senza possibilità di controllo.
Per citare un altro esempio, cosa hanno fatto sindacati e patronati per prevenire od impedire lo scempio della 140/85, interpretata nell’ultima legge finanziaria in senso favorevole alle pretese incostituzionali dell’INPS nonostante centinaia di sentenze d’ogni ordine e grado, Cassazione compresa, che l’avevano visto regolarmente soccombere nelle vertenze legali con le benemerite categorie interessate, quali quelle di ex-combattenti, orfani di guerra, profughi e simili?
In tutta sintesi, più che un’alluvione, è una vergogna da non dimenticare: anzi, da mandare bene a mente in vista degli appuntamenti elettorali.
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addestrasinistri0 il 31/01/08 alle 11:13 via WEB
Speriamo che sia finita
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Anonimo il 25/01/08 alle 14:14 via WEB
Dove sono gli Italiani che vogliono Berlusca??????????? ma dove vivi!!!!!!!!! andiamo alle urne e ti faremo vedere quanti siamo......La situazione in questo periodo era talmente grave da rasentare la comicità....cmq a Prodi diciamo GRAZIE ci siamo "divertiti" troppo.
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FiorVita il 24/01/08 alle 21:26 via WEB
EVVIVA LIBERI FINALMENTE A CASA
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Anonimo il 23/01/08 alle 21:13 via WEB
"Seguiamo il governo di Prodi e vediamo se manterra' cio' che ha promesso"
è giunta l'ora di interrompere il cammino..
questo governo vegognoso (102 tra ministri e sottosegretari, tra i quali mastella e il pecoraio) deve giustamente andare a casa!
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Anonimo il 23/01/08 alle 21:10 via WEB
gli italiani sono così intelligenti che prrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrodi non lo vogliono più!
il ciccione è riuscito a far rimpiangere il berlusca!
via i democristiani dall'italia!
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Anonimo il 23/01/08 alle 17:10 via WEB
ma come fanno gli italiani a fidarsi di berlusca?ma dove sono gli italiani che lo pregano di tornare al governo ? in costa smeralda, tra le veline che invita alle sue feste ? come fanno gli italiani a fidarsi dei leghisti che ,vergogna davvero, vanno in parlamento per fare i pagliacci (sembrano macchiette che preparano i loro siparietti!) come goliardici ragazzi di ventanni?(forse non sanno fare altro!) Coraggio Prodi !Spero che gli italiani siano un pò più intelligenti.
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Anonimo il 22/01/08 alle 16:53 via WEB
sono d' accordo con yankeeDDL come può un ministro eletto dai cittadini far cadere il governo?????????????
nessun democratico vero può fare questo al suo popolo
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