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La libertà di stampa e il senso civico

Post n°5 pubblicato il 11 Gennaio 2015 da GreenLyrics
 

La libertà di stampa è da sempre in stretto dialogo (e rapporto) con la libertà umana.

Gli ultimi avvenimenti che tutti noi abbiamo vissuto, seppur con diverse tonalità emotive e di compartecipazione al dolore che sta mettendo a ferro e fuoco Parigi e i suoi centri limitrofi, ne sono un'autentica dimostrazione pratica.

L'ideologia se si afferma - o meglio vorrebbe cercare di essere - una corrente libera di idee che mantengono fra sè un legame vigile, non può prendere lo scettro della scena sociopolitica, scegliendo di diventare un'egemonia assolutizzante. Il rischio è di investire violentemente la totalità sociale, rendendola succube delle sue massime e intimidazioni.

Ovviamente quanto detto ha una natura mutevole, a seconda del luogo e delle consuetudini su cui diverse società basano il proprio sistema di tolleranza verso la diversità. Mostrando un'apertura variabile ai diritti dell'alterità; da intendersi anche come libertà di espressione.

Se la parola è alienata rischia di corrompere, perdendo così il suo essere vera, mordace, diretta e graffiante; all'occorrenza. In un clima sociale dove regna una latente "decadenza semantica" e dove ognuno fa del suo meglio per pensare a sè, o addirittura cercare di non pensare più a nulla che riguardi quanto "esterno", la liberta autentica fatica a di-mostrarsi.

Del resto basta pensare ai luoghi o alle realtà sociali dove i rapporti sono davvero liberi, e dove l'esperienza del singolo essere vivente ha la possibilità di essere plastica, in "divenire".

Oggigiorno non tutti sono consapevoli che le Istituzioni esistono per avere un ruolo chiaro, presente, tangibile nel momento in cui le si chiama (direttamente o meno) in causa. Eppure noi tutti siamo (potenzialmente) essere liberi e politici. Siamo invitati a prendere il nostro posto nella società anche con il nostro operato e il linguaggio (inteso come veicolo di trasmissione o trasmissibilità possibile di significati), che ci da prova del nostro essere liberi.

La collettività di persone, di opinioni e di saperi è fondamentale per sviluppare un senso di collaborazione. L'essere frammentati non porta a molto, se non a sentirsi più soli, meno amati e meno "simili" all'alterità che pur sempre ci avvolge. Il collaborare aiuta a riconoscere la differenza e l'autorità. La prima richiede una ripartizione dei compiti, mentre l'autorità assume la sua immagine potente perchè una comunità di esseri liberi accetta meglio le regole che le sono imposte dall'alto. Poichè ne è l'artefice, e la garante assoluta.

Per questi e altri motivi l'ordine politico è in sincoronia con la nascita della società umana.

L'ordine politico è una questione importante che l'individuo vive nella propria quotidianità. Il fatto che ne si possa essere consapevoli in modo variabile, riguarda anche la percezione che si ha di sè e del mondo circostante. Per non parlare dell'ambiente complesso in cui si cresce.

Immaginiamo pure che l'interdipendenza fra i sistemi 'ordine politico' e 'società' potesse determinare un'espansione dei diritti e dei doveri di ognuno, e pertanto una ragionata organizzazione delle forme di partecipazione e responsabilità civica. Bhè, molto probabilmente la vita civica sarebbe più equilibrata, meno scissa da quello che pezzi di carta autenticata e decreti legge dicono di essere, rispetto alla realtà "vissuta" da ciascuno di noi.

La partecipazione attiva di ciascuno alla vita è un diritto e un dovere, e noi ne siamo fautori.

Si deve capire l'estrema importanza racchiusa nel conoscere diverse forme politiche, con la pratica di interrogarsi personalmente su cosa è davvero bianco o nero, individuando e descrivendo le molteplici tonalità di grigio che possono esistere; e (ci) parlano sempre di sè.

Come avrebbe detto Aristotele, la partecipazione sociale "non è soltanto per vivere insieme, ma per vivere bene insieme", anche di fronte alle discordanti esperienze compartite in vita. Molti cambiamenti e decisioni (apparentemente di poco conto) possono costruire e rafforzare i paradigmi di una società di diritto, così come altrettanti possono dapprima distruggerne i fondamenti, ostacolandone poi il ricordo e la diffusione nella nostra storia.

Dove si sceglie di essere? anzi per meglio dire di STARE, di rimanere per meglio CAPIRE ed accettare che non si può avere senza prima DARE, e non si può imparare senza prima DIRE.

 

LH

 
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