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Conoscenza immediata e "mente originaria"

Post n°18 pubblicato il 18 Febbraio 2015 da GreenLyrics
 

Max Planck scrive che la base di tutta la fisica moderna è costituita da due principi:

1)esiste un mondo reale esterno e indipendente da noi

2) questo mondo non può essere immediatamente conosciuto

Questi due principi sono alla base di ogni scienza e la filosofia li ha presi molto sul serio, inserendoli nei suoi discorsi e pensieri circa l'ontologia e la gnoseologia dell'origine e dell'essere. La loro conferma o negazione ha arrovellato i più grandi pensatori e scienziati della nostra storia. Soffermandoci sulle parole scelte da Plank, il "Noi" rispetto a cui il mondo esterno risulta essere indipendente, è da intendersi quasi come una sorta di "conoscenza immediata" che la scienza e la filosofia che è alla base di tale sapere attribuiscono alla "mente" umana.

Il filosofo Immanuel Kant ha definito invece l'esatto contrario, affermando che il mondo esterno non possa essere immediatamente conosciuto da una mente delineata secondo tali caratteristiche. Tuttavia è basandosi su un fondamento della manifestazione originaria del mondo (che si può intendere anche con mente originaria) che il sapere filosofico e scientifico possono proporre la costruzione di un "ponte" che offra la possibilità di affermare l'esistenza di un mondo reale esterno alla mente. Quest'ultima è quindi da intendersi come un oggetto particolare, perchè ha al di fuori di sè un mondo.

Seguendo questa prospettiva filosofico-scientifica il mondo reale che è esterno e indipendente rispetto alla mente (inteso quindi come un oggetto particolare che non è sempre "conoscibile" dalla mente stessa), è come se - in qualche misura - non fosse né esterno né indipendente rispetto alla mente originaria. Quest'ultima è infatti il simbolo della conoscenza immediata dal mondo e degli enti in esso presenti, ed è fondamentale e autentica in quanto espressione della dimensione "fenomenologica" del sapere.

L'opposizione fra "mente", "particolare" e mondo esterno si inserisce nella riflessione legata al concetto di mente originaria, non come evidenza che non da margine di discussione, ma come un problema che si tratta di risolvere. O magari la cui risoluzione implica la negazione di ogni mondo esterno - la negazione che l'idealismo ha teorizzato in modo radicale.

Se rimaniamo all'interno della prospettiva espressa da Planck, proprio perchè il mondo esterno non immediatamente conosciuto è possibile dire che il mondo "feomenologicamente presente" si mostra come risultato di un'attività originaria e sensibile dell'organismo umano dei primordi. Quest'ultimo per sopravvivere applica al "caos originario" una struttura originaria che possa dare un "senso" alla "presenza" fenomenologica. In questo discorso si deve pensare che il concetto di "caos originario" è uno dei modi di intendere il mondo esterno, ed è indipendente rispetto al "noi" perchè il suo essere è un "caos". Solo la sensibilità primitiva dell'uomo può assumerne e iscriverne il significato in una struttura originaria. E se ho inteso bene la questione quest'ultima è la struttura neurofisiologica che condizione e che definisce la funzionabilità della mente, affinchè la "presenza fenomenologica" che è contenuto della mente possa avere un senso. Gli stessi uomini di sapere Friederich Nietzche ed Ernst Mach ci hanno parlato a lungo di questa tematica.

Il "caos originario" è un modo di intendere il mondo esterno alla "mente particolare". Ma è sul fondamento della mente originaria che si può proporre di costruire le caratteristiche particolari della "mente" che può far da ponte per affermare l'esistenza del "caos".

Il ragionamento finora esplicitato mostra che:

1) Il condizionamento della mente da parte delle funzioni cerebrali superiori ed inferiori (o di una struttura originaria che possa unificarle) è a fondamento della mente che sia intesa in termini di "particolare".

2) Questo fondamento si inserisce in una prospettiva statistico-probabilistica.

3) Accanto a questo fondamento si trova la "mente originaria", vale a dire la manifestazione originaria del mondo che definisce la mente un oggetto slegato dal particolare in quanto entità dai confini aperti.

La mente è il luogo in cui è possibile la manifestazione, la presentazione, la riflessione e l'unione dei contenuti che appartengono sia al mondo scientifico che fenomenologico.

In lei forme di pensiero, di azione e di affettività (evidenti o latenti) prendono vita e definiscono l'evoluzione creativa - o inespressiva - che si lascia percepire all'animo umano.

 

LH

 

 
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