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Post n°121 pubblicato il 06 Settembre 2005 da Grilcantino

Scrive bene, Andrea Nicoli.
 
Tranne quando copia.
 
Correttezza vorrebbe citare la fonte (la Musa, ispiratrice, saprebbe troppo di lancistico...).
 
Epperchè va sotto il suo lusinghiero standard, quando copia?
 
Perchè (incipit del suo articolo di pag. 46, corrente numero di Automobilismo) dice che la Mercedes R è come una mansarda.
 
Solo che così la definisce, la mansarda:
 
ampia, pratica, dal soffitto spiovente.
 
Ampia & pratica proprio no, se ha il soffitto spiovente.
 
Perchè i nostri nonni, nelle mansarde, ci mettevano cose, non persone.
 
Le cose non cozzano, quando e si si alzano, la mattina.
 
E non protestano se fa troppo freddo o caldo.
 
Perchè la mansarda, se ha il soffitto spiovente, non è nè ampia nè pratica.
 
Non l' avesse, il soffitto spiovente, sarebbe sempre troppo fredda d' inverno (chiedere a Prezzolini, nella Grande Mela) e troppo calda d' estate, ma almeno sarebbe a prova di bernoccolo.
 
Solo, non si chiamerebbe mansarda.
 
Si chiamerebbe attico.
 
Che poi, mansarda o attico, non reggono il parallelismo con una vetturona alta un metro e sessantacinque.
 
Dunque, arduo paragonare la Mercedes R ad un mansarda, così come è.
 
La prossima volta andrà meglio, gentile Nicoli.
 
Magari citando la fonte, qui sotto (sempre possibile difendersi con : mica l' avevo letto...).
 
O seppur non citando, meglio metabolizzando.
 
Cordialmente
 
Claudio Trezzani (qui sotto, ci tengo...)
 
----- Original Message -----
Sent: Saturday, June 04, 2005 10:14 AM
Subject: Case & Auto

Quest' anno il numero di mortgages accesi negli States è sceso del 10,5%, segnale premonitore di futuri possibili scoppi della bolla speculativa.
 
Visito intanto una mansarda ristrutturata: settimo piano, 75 mq.
 
E oblò piuttosto che finestre, e altezza d'uomo circoscritta ad una esigua strisciolina centrale (non più di 25 mq).
 
Mi dice l'immobiliarista: la quotazione di mercato al mq è uguale, se non superiore a quella dell' appartamento di sotto.
 
Che gode della stessa vista (e con balconi, e con ben altre finestre), che i 75 mq li ha tutti calpestabili senza rischio di craniate (o di risvegli notturni dal letto  direttamente al pronto soccorso).
 
Le mode, nella bolla.
 
Come quella dei SUV, nelle auto.
 
E quanto sono "calpestabili" i mq degli ibridi su 4 ruote?
 
Non certo in lunghezza: nessun accenno di cab forward, e se la ruota di scorta è esterna, è come la lunghezza fosse minore di 25 cm.
 
Non certo in altezza: il Fuori Tutto longitudinale è ridimensionato dalla maggiore distanza da terra del pianale, rispetto alle berline.
 
Non certo in larghezza: passaruote e predelline sottraggono sensibile porzione alla disponibilità di spazio trasversale interna.
 
E il dispendio energetico?
 
Altro aspetto in comune con le mansarde: come il loro essere calde d'estate e fredde d'inverno rende necessario un sovradimensionamento dell' impianto di climatizzazione, così linee non certo ...acciughesche e generose "messe a terra" di caucciù fanno salire il costo alla pompa.
 
E per portarsele a casa, i TAN bassi danno l'illusione dell' abbordabilità (e conosco gente che ha stipulato mutui ipotecari per comprare il camper, ma almeno lì lo spazio c'è...).
 
Bolla, insomma.
 
E quando scoppierà su quattro ruote non sarà una questione di minusvalenza immobiliare.
 
Semplicemente, indurrà i Sopraelevati (ecco, altra analogia...) del 4 X 4 a rimeditare i versi petrarcheschi:
 
poco vedete [dagli oblò, dai vetri oscurati, ndr], e parvi vedere molto.
 
Cordialmente
 
Claudio Trezzani

 
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Matic, come eravamo

Post n°120 pubblicato il 14 Agosto 2005 da Grilcantino

Torna la Matic, quindici anni dopo, a Stoccarda.
 
Sulla E, con il tremila.
 
A benzina erano cento ottantotto, a gasolio, cento quaranta tre.
 
E sembravano già tanti, e c' avevano come contraltare una coppia che oggi non fa paura nemmeno a un duemila ti di ì.
 
Ed i rapporti assisititi erano 4, o 5, in luogo degli attuali 7.
 
E consumava pure di più, quella d' allora, a dispetto del fatto che pesasse di più, dell' attuale.
 
Vero progresso, specularmente visibile a Maranello.
 
Quindici anni fa, tra un tortello e l' altro, la potenza scendeva sino alla quota collinare di 155.
 
La 2000 aspirata, non l' avessero mai concepita.
 
O la turbo, duecento cavalli, ma a lottare con i camion a 2000 giri, se Giorgio Schon sapeva leggere il Veglia Borletti.
 
La 300o piuttosto, se 308 è garanzia di possente fluidità.
 
Eccolo, il vero progresso:
 
si va di più, consumando proporzionalmente meno.
 
O anche assolutamente meno.
 
Per quest' ultimo avverbio, pregasi purtuttavia attenersi a carrozzerie a misura d' efficienza.
 
Basse, a voler precisare redditizi coefficienti di forma.
 
Cordialmente
Claudio Trezzani
 

 
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pantere & ronzini

Post n°119 pubblicato il 09 Agosto 2005 da Grilcantino

159 + 1:
 
secondo Gente Motori i 160 cavalli del millenove a benzina della nuova media di Arese sono ronzini.
 
Mica un problema intrinseco:
 
è un gioiellino, ma gravato di una massa opprimente.
 
Ahinoi, conosco il fenomeno:
 
il peccato originale era della 155, l' Alfetta/Giulietta essendone immuni.
 
E quello che temo è:
 
non venga montato sugli esemplari che andranno ad equipaggiare le Volanti.
 
Del resto, si è sempre pescato in basso, nelle commesse pubbliche.
 
Non con la Giulia: erano 1600, mentre gl' italiani optavano per lo più per il 1300.
 
Con l' Alfetta, quasi:
 
non proprio 1600, ma 1800 (i Carabinieri) si, anche quando comparve il 2000 (e la Guardia di Finanza l' adottò).
 
E l' accorata perorazione ora è:
 
almeno il 2200 (e ci ha pure la fasatura variabile, per far rimpiangere un pochetto meno la spinta dei TD, ai bassi).
 
Perchè pantere, non ronzini, han d' essere.
 
Cordialmente
Claudio Trezzani
 

 
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la regola del 3

Post n°118 pubblicato il 06 Agosto 2005 da Grilcantino

Wolfsburg e Stoccarda pari sono, nel dispari:
 
tremila euro in meno - ad esatta parità di potenza - se nei condotti scorre benzina anzichè gasolio.
 
A Monaco la situazione è più sfaccettata, ma furono loro ad iniziare con centomila lire in più per passare dai centosessanta all' ora ai centotrenta.
 
Nonostante che - negli anni settanta - s' ammiccava: hanno meno pezzi, meno roba che si può rompere.
 
Unica attuale eccezione alla regola del 3, la cabriolet della Città del Lupo:
 
costa lo stesso, con i 163 cavalli "alti" o "bassi".
 
E' il marketing a trascendere la matematica:
 
s' hanno da vincere le resistenze di quelli che : sentirò odore, da aperta; avvertirò fastidiosi ticchettii, al semaforo?.
 
Sottigliezze teutoniche, comunque.
 
Con quelli di Wolfsburg e Monaco ancora aggrappati alla tela, se parliamo d' aperte.
 
Dicotomia tela/lamiera che vorrei s' agitasse anche per la Casa del Gianduiotto.
 
Suggerisco riguardarsi i disegni di Bertone del 1994, al proposito.
 
La chiamò Racer e si proponeva d' essere una Punto Coupè.
 
Con senno e motorini elettrici di poi - ne scoperchiassero il tetto in lamiera - perchè non dare una erede bi/uso alla 850 sport?
 
Cordialmente
Claudio Trezzani
 

 
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Fulvia, come eravamo

Post n°117 pubblicato il 25 Luglio 2005 da Grilcantino

Benedetti i collezionisti.
 
Benedetto uno, in particolare.
 
Colui che ora viaggia in Lybra, ma m' ha dato accesso alla Fulvia.
 
Nel suo garage, accanto alla Lybra.
 
Ma non in ruote, in carta.
 
Sbiadita carta del ' 71, con su impressa la prova della Fulvia.
 
Rivivere il battesimo del volante, è stato tutt' uno.
 
La Fulvia di mio padre, con i suoi rapporti rallistici.
 
Della serie: tutti giri/arrosto appena rosolato/ruggito e carburatori.
 
Ma tempi niente male, sullo zero/cento.
 
Dodici virgola otto per mille e sessanta chili, alla faccia delle compatte d' oggidì.
 
Certo, stendiamo un velo indulgente sugli otto con un litro a centoquaranta.
 
O sui 100 DB 100 a centrosessanta.
 
Ma più di questo, lo spaccato d' un epoca.
 
Nella quale Comfort si scriveva ancora Conforto (quasi fosse alpinico cordiale).
 
O il "rilascio" dell' acceleratore era virgolettato, diamo tecnicismo al tecnicismo.
 
Oppure ancora i tempi in salita si rilevavano a Tuscolo di Grottoferrata, polstrada compiacente.
 
Siamo migliorati, da allora?
 
Non così velocemente come supponevano gli avi.
 
Basta scorrere gl' inserzionisti:
 
Daf: cosa aspettate a liberarvi dalla schiavitù della frizione?
 
Borletti: tra cinque anni, tutti con il condizionatore.
 
E poi, la pubblicità del residuo epidermico di spuma:
 
chi ha naso, beve Dreher.
 
Abbiamo naso, oggi?
 
Allora, per l' ergonomia in abitacolo, ci s' appoggiava all' Istituto di Medicina Dello Sport.
 
Che stabiliva: l 'italiano medio oggi s' attesta sull' uno e settantadue.
 
Ci si è o no adeguati - al padiglione - alla lievitata altezza, o si è esorbitato dall' attualizzata misura statistica?
 
Si è esorbitato, si.
 
Perchè viviamo nell' era dell ' Aria Sopra La Testa.
 
Sia anche dentro, nutro fondati sospetti.
 
Cordialmente
Claudio Trezzani
 

 
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