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10 aprile 2008 - 09:10
L'altra casta
Le allegre finanze del
sindacato, un libro denuncia: la sola Cgil ha un giro d'affari valutato
in un miliardo di euro. I delegati delle tre centrali sindacali sono
700 mila, sei volte più dei carabinieri
«Fatturati
miliardari. Bilanci segreti. Uno sterminato patrimonio immobiliare. E
organici colossali, con migliaia di dipendenti pagati dallo Stato. I
sindacati italiani sono una macchina di potere e di denaro. Temuta
perfino dai partiti»: così esordisce la denuncia scottante di Stefano
Livadiotti, firma de L'espresso, che da oltre venti anni si occupa di
economia e di politica con inchieste, interviste e reportage.
I
permessi dei rappresentanti sindacali equivalgono a un milione di
giornate lavorative al mese e costano al sistema-paese un miliardo e
854 milioni di euro l’anno, ricorda Livadiotti, che mette il coltello
nella piaga di una profonda crisi di legittimità - evidentessima nella
vicenda Alitalia - che, a causa dello strapotere (e dell'arroganza,
dice Livadiotti) delle tre grandi centrali confederali, rischia di
cancellare i meriti storici del sindacato tutto. Solo un italiano su
venti - secondo alcuni recenti sondaggi - si sente pienamente
rappresentato dalle sigle sindacali e meno di uno su dieci dichiara di
averne fiducia. Dalle ceneri dell'immagine del sindacalista come di uno
che si preoccupa in primo luogo degli interessi dei lavoratori, emerge una casta iperburocratizzata, autoreferenziale e spesso connivente con le aziende stesse.
«La
maggiore risorsa economica di Cgil, Cisl e Uil ("I tre porcellini",
come ama chiamarli in privato il vice premier Massimo D'Alema) - scrive
Livadiotti - sono le quote pagate ogni anno dagli iscritti: in media
l'1 per cento della paga-base; di meno per i pensionati, che danno un
contributo intorno ai 30-40 euro all'anno». Se a questo si aggiungo le
proprietà immobiliari, lo strapotere dei Caf, la forza lavoro gratuita
a disposizione del sindacato e la diffusa convinzione che chi prende la
tessera faccia carriera, è facile capire come il sindacato non goda più
di grandi simpatie presso i lavoratori stessi.
«La Cisl ha
conquistato la seconda carica dello Stato con Franco Marini alla
presidenza del Senato - scrive ancora Livadiotti -. La Cgil s'è
accaparrata la terza con Fausto Bertinotti sullo scranno più alto di
Montecitorio. In Italia il sindacato è un buon trampolino di lancio».
«I sindacati dei lavoratori sono sotto accusa - ribadisce Bernardo
Giorgio Mattarella -. Si rimprovera loro di coprire comportamenti
fraudolenti, come gli scioperi formalmente mascherati da malattie
collettive; di opporsi a misure che comportano sacrifici nell'immediato
e benefici maggiori nel lungo termine, come la ristrutturazione di
imprese in crisi; di tutelare interessi parziali a danno di quelli
generali». Insomma: denunce populistiche e demagogiche o allarme reale?
A voi la parola. (Libero News)
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