Post n°3 pubblicato il 13 Maggio 2007 da violarovere
Se il nome in qualche modo influenza il carattere di chi lo possiede, Iridio era proprio una persona speciale, aveva una fantasia particolare, o meglio... particolarmente incandescente. Ora purtroppo è cambiato, anzi si può dire che non sia più lui. Neanche nel nome... Tutto accadde a causa di uno strano annuncio: “Cercasi Clemenza...”
Suonano alla porta, apro e... - Hai visto? Ho sempre pensato che le leggende non siano del tutto inventate! Mi agita sul viso un giornale indicandomi qualcosa sulla pagina, ovviamente dimenticando che io non conosco la lingua in cui è scritto - la lingua della sua adorata.
Non mi lascia il tempo di aprir bocca. - La foresta maledetta esiste davvero! Lo guardo perplessa senza capire. - Ricordi quella leggenda che raccontava mia nonna, quella della foresta incantata che sottrae a chi vi si addentra la sua qualità principale? - Sì, ricordo, tu ti chiedevi qual era per te questa qualità. - No, io mi chiedevo se avevo una qualità! - puntualizza. - Va bene, e allora? - Allora credo che non sia solo una leggenda! Ascolta quest’annuncio: “Cercasi Clemenza smarrita presso Bosco Stregato...”. che, sempre viva nella memoria del nipote, continua a ricevere il quotidiano del suo paese d’origine |
Post n°2 pubblicato il 11 Maggio 2007 da violarovere
IRIDIO storia originale di violarovere (1) Uno strano annuncio C’ era una volta un amico, un carissimo amico, il mio: si chiamava Iridio. Sì, era un nome decisamente insolito, ma l’avevano chiamato così perché, poco prima che lui nascesse, suo nonno aveva trovato in giardino il frammento di un astro, un meteorite d’iridio, il prezioso metallo proveniente dal cosmo. Il bimbo, tanto desiderato dalla propria famiglia, fu atteso quindi come un dono del cielo. Stava per venire al mondo una piccola stella. Inoltre,quando nacque, aveva dei bellissimi colori: il viso bianco, le guance rosa, la boccuccia rossa, i capelli dorati e gli occhi... ebbene, gli occhi erano proprio un arcobaleno! L’azzurro cielo, secondo la luce, poteva diventare un prato verde o un campo di lavanda. Un’iride insomma.C’era anche un altro motivo per cui fu chiamato Iridio, forse meno poetico ma più... come dire?… più effettivamente luminoso: in quel paesino tanto lontano e arretrato era appena arrivata l’elettricità. Suo padre, entusiasta sostenitore del progresso, aveva voluto così celebrare l’avvenimento chiamandolo come il raro metallo usato per alimentare la nuova fiamma, la lampadina, foriera di un radioso futuro. |
Post n°1 pubblicato il 15 Aprile 2007 da violarovere
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Inviato da: terpix
il 13/10/2007 alle 13:57
Inviato da: Mario939
il 30/09/2007 alle 14:53
Inviato da: zialidia
il 20/08/2007 alle 19:25
Inviato da: zialidia
il 17/07/2007 alle 17:28
Inviato da: zialidia
il 23/06/2007 alle 18:57