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Spesso il male di vivere ho incontrato...

Post n°5 pubblicato il 10 Luglio 2005 da Amelie_Poulain
Foto di Amelie_Poulain

Sono passati cinque anni. Azumi torna a casa dopo essere stata così tanto tempo lontana dal suo paese natale e il suo primo pensiero è Kacchan, il suo amico del cuore, dal quale si è allontanata per un trasferimento di lavoro del padre. Adesso è il momento di quell'incontro sognato e voluto che si rivela inaspettatamente una delusione!
Kacchan la ingabbia coi silenzi, non è affettuoso, al contrario appare tremendamente lontano.
E poi la verità sussurrata dai compagni di classe: Kacchan è malato, ha una strana malattia che lo fa improvvisamente sparire e disperdersi..nel mondo.
Azumi parla più volte al suo amico, è convinta che riuscirà ad aiutarlo, a far sì che Kacchan non si disperda più come polvere al vento. Lei lo capisce, è forse l'unica a capirlo; crede fermamente che il suo affetto sarà la giusta ancora. Kacchan sembra per un attimo credere alle parole di Azumi, poi cede di nuovo alla sua debolezza... e via, le particelle del suo corpo si disgregano per perdersi nell’aria.
La piccola Azumi non può e non vuole seguirlo:
"Dovessi anche morire domani... sarebbe sempre meglio che vivere disperdendosi".
Promette però a se stessa che attenderà per sempre il suo amico.
Ma Azumi è giovane, c'è un mondo in agguato, un intero mondo da scoprire e la ragazza non può rinunciare al mondo per Kacchan. Una nuova vita si presenta sotto le sembianze di Fujieda, un ragazzo gentile che la apprezza per quello che è.

E Kacchan? Kacchan si materializza di volta in volta in paesi lontani e sono emblematici i personaggi che incontra, ognuno dei quali è un insegnamento di vita.


Hideji Oda è un autore giovane, abilissimo sia nella narrazione che nel personalissimo disegno: dettagli accurati, tratteggio fitto e dei personaggi che si distinguono dai classici manga in quanto caratterizzati dall’aspetto chiaramente orientale, diverso quindi dal solito connubio occhioni grandi e luccichii.
L’autore è sconosciuto ai più, io stessa che sono un’appassionata di fumetti giapponesi, l’ ho scoperto per caso tramite una sua seconda opera pubblicata qui in Italia: i due volumi dal titolo “Il mondo di Coo”.

La dispersione di Kacchan può essere intesa metaforicamente come quel senso di angoscia , di incapacità di vivere che ci allontana dal resto del mondo. È il sentirsi diversi, l’impossibilità di comunicare che relega in un limbo che non è vita, ma non è neanche morte.
Kacchan cerca delle risposte e, senza svelarvi il finale, vi dirò che quelle risposte non le troverà mai; scoprirà invece che spesso è più saggio agire piuttosto che isolarsi e crogiolarsi nei dubbi, scoprirà che il male di vivere si combatte semplicemente vivendo.

 
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