Lo stramonio, Datura stramonium L., fa parte
della famiglia delle Solanacee.
Cresce in luoghi selvaggi, incolti e sabbiosi, nelle
regioni sub-tropicali e nei climi temperati, ed è diffuso
in America, Asia ed Europa. La sua origine è incerta e le sue
proprietà erano già conosciute dagli indigeni sia del Nuovo
che del Vecchio Mondo.
In Italia, questa specie si trova naturalizzata in tutte le
regioni, dalle pianure alle zone sub-montane, dove cresce
vicino ai ruderi e nei margini delle strade.E' molto coltivata
in Austria e nella penisola Balcanica.
Viene chiamato anche erba del diavolo ed erba delle
streghe per le sue proprietà narcotiche, sedative e,
soprattutto, allucinogene, utilizzate sia a scopo terapeutico
che nei rituali magico-spirituali dagli sciamani di molte tribù
Native Americane.
Contiene alcaloidi allucinogeni, scopolamina e atropina,
il cui uso sconsiderato è estremamente pericoloso in quanto
la dose attiva di alcaloidi allucinogeni è molto tossica.
Della pianta vengono mangiati i semi o i fiori, talvolta
utilizzati assieme alle foglie in forma di tisana.
In tempi antichi pozioni a base di stramonio venivano usati
per il indurre al suicidio o per indurre all'omicidio.
La morte, terribile, avveniva per paralisi della muscolatura
respiratoria. Praticamente si moriva soffocati!
Debitamente depurato e corretto con altri elementi, grazie
al suo contenuto di josciamina oltre che le già citate
atropina e scopolamina, ha delle proprietà medicamentose
utilissime: cura asma nervosa, epilessia, insonnia, pertosse,
nevralgie, isterismo. Sempre se i preparati sono eseguiti da
mani più che esperte!
Nel Medioevo era conosciuto con il nome di Stricnos
Maniacos ed era, insieme alla belladonna e alla mandragora,
una delle erbe preferite dagli stregoni.
Erba dagli influssi potentissimi aveva la capacità di far
credere agli uomini di tramutarsi in animali o di vedere
il proprio corpo assumere forme strane.
Perfino gli eroi dei poemi omerici soggiaciono agli incantesimi
prodotti da flitri di stramonio; filtri magici utilizzati dalla
maga Circe contenevano indubbiamente dello stramonio.
Come lo conteneva il nepenthes che Elena porge a Telemaco
alla mensa del re Menelao per fargli dimenticare la nostalgia
del padre.
Teofrasto e Plinio ne fanno una pianta a sè che produceva
nei pazienti gioia, buon umore, sogni dolci e piacevoli.
Il divinus afflatus, di cui parla Cicerone, delle sibille di Mileto,
di Tebe e di Delfo, era dovuto alle pozioni assidue di
stramonio.
E anche le estasi vaticinatrici delle grandi profetesse
dell'antichità si dice siano state provocate dai vapori
delle foglie di stramonio che bruciavano presso i tripodi.
Lo stramonio velenoso si riconosce dall'odore disgustoso
e repellente.
Inviato da: camnisi1943
il 02/04/2015 alle 13:01
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il 30/01/2015 alle 09:11
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il 24/01/2015 alle 09:28
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il 15/01/2015 alle 08:33
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il 15/12/2014 alle 08:47