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Post N° 13

Post n°13 pubblicato il 04 Dicembre 2005 da malcom44
Foto di malcom44

La bambina si accorse del vecchio appena l’autobus che l’aveva portata fin lì, a due passi da casa, rumorosamente ripartì lasciando dietro di se fumo ed acre odore di freni.
Le macchine sfrecciavano indifferenti alla vita. Dall’altra parte della strada il vecchio stava seduto su una panchina abbracciando un’enorme giara, di colore nero antracite, posta di fianco a lui.
Il vecchio sembrava sofferente, disperato.; il vento faceva vorticare i suoi lunghi capelli come spighe di grano al vento. Guardando meglio si accorse che quella chioma canuta era resa dorata dai riflessi del sole. I suoi occhi sembrarono risplendere come i loro sguardi si incrociarono.
Mentre attraversava la via sulle strisce bianche, saltellando attenta a non toccare il nero asfalto, ripensò alle parole della compagna del padre: “ Tu non devi aver paura della gente. Sei nata brutta e quel calcio di cavallo in bocca non ha provocato più danni di quelli di madre natura”.
Pensava spesso a quelle parole alle quali non riusciva a dare un senso: l’unica cosa che capiva era il silenzio del padre.
Ci pensava spesso quando le sue amiche raccontavano delle raccomandazioni fatte al mattino mentre si caricava la cartella di libri impossibili da portare e merendine noiose. Lei quelle raccomandazioni non le aveva mai sentite. Solo una lontana zia una sera, tenendola sulle gambe, le disse “Attenta agli occhi dell’odio”. Lei rispose che li vedeva tutte le sere prima di spengere la luce. Sua zia non disse nulla, vide solo che piangeva mentre la metteva a terra.
Giunta vicino al vecchio si meravigliò di trovarlo ancora seduto lì. Il suo aspetto, da vicino, era ancora più livido, ed i suoi vestiti sembravano puliti seppure dimessi.
“Cosa c’è nel vaso” chiese la fanciulla tirando su col naso.
Il vecchio la guardò come si guarda uno specchio; si aggiusto la chioma alla meglio.
“Devo lasciartela figliola”, abbassò lo sguardo alle cicche che incorniciavano la panchina, “nnon sono riuscito nella mia missione”.
“La bambina con un sobbalzo si mise a sedere vicino all’anfora accarezzandola.
“Cosa contiene?”
“I giudizi degli uomini”, fece il vecchio con fare serio, “avrei dovuto metterli tutti qui dentro perché non ce ne fossero più in giro a fare del male”.
“pensi che io ci potrò riuscire?”
“No”.
Il vecchio si mise a respirare più intensamente l’aria che vibrava tutto intorno come suoni. La bambina vide il traffico rallentare, gli guardi assenti delle persone al volante come attraverso una lente di ingrandimento. Le sembrò di percepire i pensieri.
“La natura”, riprese il vecchio alzandosi, “la natura figliola non è buona ne crudele nello scegliere. Puoi credere al caso come puoi credere al disegno della notte dei tempi. Gli estremi si attraggono. L’unica cosa che devo dirti ancora è che non devi credere di esser sola. “

http://www.artinvest2000.com/marcello_mascellani.htm

 
 
 
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