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Fare spazio ad alternative si può, cercare nuove strade mirate a sostenere la persona in un percorso di uscita da dipendenze e miglioramento sensibile della qualità di vita della stessa, frequentemente scossa da traumi e complessi, disordini, difficoltà relazionali. Si dovrà sempre però verificare da principio la serietà del servizio offerto. Pertanto, come avviene nella cura, non si può fare a meno di affidarsi a medici, specialisti psichiatri, educatori e a fig ure di riferimento di vario genere, molto preparati nel trattare il delicato tema della salute mentale, che non raramente lambisce anche l’ambiente famigliare. In un terreno solcato da pochi pedagogisti “illuminati” e in cui è facile imbattersi nelle promesse sedicenti di certe organizzazioni che hanno ben poco a che vedere con la sanità, il team multidisciplinare di professionisti dell’Istituto Nazionale di Pedagogia Familiare si erge come innovativo e intelligente baluardo legale e sociosanitario a tutela della salute mentale. Ricordando anche a chi non lo spera più, che “c’è sempre qualcosa che è possibile fare”, l’Istituto mette a disposizione una linea verde sempre attiva (Help Line) anche per semplice orientamento e risposta a quesiti, in una prima consulenza. Con un approccio che favorisce l’importanza delle relazioni interpersonali, la presa in carico da parte del progetto “Vivere senza psicofarmaci” mira a reintegrare a più livelli la persona nel tessuto sociale di appartenenza, lavorando per rinsaldare gli irrinunciabili vincoli affettivi, guardando al cuore di diritti e doveri di ciascuna persona. Encomiabile il l’area progettuale “Mai più un bambino…” perché siano trovati strumenti e metodi diversi, preferibili a contenzione e cura attraverso “blocchi chimici” su giovani menti che vanno educate alla libertà e allo stare insieme piuttosto che alla schiavitù e al pericolo di marginalità sociale e povertà. Questo senza sminuire l’incontro con le famiglie, che troppo spesso si sentono inermi e dispensate da ogni passo significativo e amoroso supporto alla persona ferita nella psiche, come può invece essere avviato tramite facilitatori e altre figure professionali.
V.F.
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