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Post n°517 pubblicato il 10 Marzo 2024 da Giuseppe_TV
Tag: SPDC Un articolo dello Psichiatra Andrea Angelozzi pubblicato su Quotidianosanità.it il 4 marzo 2024. nel giro di poche settimane abbiamo avuto notizia che sono avvenuti 5 decessi per pazienti ricoverati nei Servizi Psichiatrici di diagnosi e cura in due ASL del Veneto. Al di là degli aspetti statistici, dove sappiamo che è difficile parlare di significatività quando si ha a che fare con basse incidenze, è un dato che deve destare attenzione, soprattutto tenendo conto che è difficile avere un quadro complessivo della situazione di tutte le ASL, dal momento che i giornali pubblicano la notizia talvolta e solo in presenza di un esposto dei familiari. Il dato inquietante è quello mostrato da una analisi aggiornata al 2023, elaborata dal servizio sanitario del Regno Unito, che mostra un preoccupante incremento negli anni, nonostante vari programmi attuati in quel Paese per prevenire e monitorare le problematiche fisiche nei pazienti. È stato ampiamente sottolineato come lo stigma nei confronti dei pazienti psichiatrici, ed una settorializzazione degli interventi solo sugli aspetti psichici, condizionino infatti una minore attenzione a questi problemi ed un minore accesso a diagnosi e cure. Contunua a leggere l'articolo su: SPDC significa Servizio Psichiatrico di Diagnosi e Cura, cioè i reparti psichiatrici degli ospedali.
Post n°516 pubblicato il 20 Febbraio 2024 da Giuseppe_TV
I primi ad aver provato imbarazzo saranno stati sicuramente i dipendenti dell’Ulss 7, fior fiore di psichiatri che lavorano senza sosta e che devono fare i conti con casi gravissimi, spesso ingestibili, che avrebbero bisogno di un ricovero urgente che non possiamo nemmeno permetterci. Professionisti che lavorano sotto organico, eroi moderni della sanità, che non meritavano una figura orrenda come quella imbastita dalla politica e dagli amministratori, che stavolta l’hanno veramente fatta grossa. Hanno fatto una figura terribile per la smania di apparire. Quanto accaduto durante la conferenza stampa, con i sindaci che sfilavano con la fascia tricolore dimostrando di non sapere dove trovarsi, a tagliare un nastro per una finta inaugurazione che ha fatto arrabbiare non poco il mondo che ruota attorno alla disabilità mentale è degno di finire a Striscia la Notizia e alle Iene. Come è stato possibile spacciare per inaugurazione di un centro di salute mentale, quello che è solo un punto di riferimento per ricette e somministrazioni farmacologiche per malati psichiatrici? Quello che è ben lontano da quello che i Lea dovrebbero garantire ai malati di mente. Qualcosa che è stato svuotato negli anni in barba ai numeri di diagnosi per disturbi psichiatrici in aumento, come i casi di autismo o bipolarismo. Qualcosa che conoscono bene mamme e papà dell’Alto Vicentino, a cui ad un certo punto, è mancato il terreno sotto i piedi, che hanno chiesto disperatamente aiuto in questi anni, che continuano a chiedere sostegno e forza per qulacosa che è capitato nelle loro vite e ad una certa età, dopo anni di convivenza con soggetti difficili da gestire, non ce la fanno più. Sindaci e belle statuine presenti alla farsa erano consapevoli del fatto che qualcuno, nel popoloso mondo della disabilità psichica, sarebbe insorto?
Post n°515 pubblicato il 05 Febbraio 2024 da Giuseppe_TV
“L’incremento dei salari per il personale che opera nelle strutture dell’area salute mentale, ottenuto con il rinnovo contrattuale, è un passaggio assolutamente giusto e dovuto. Ma rappresenta inevitabilmente un aggravio economico per le strutture stesse, già alle prese con costi di gestione crescenti e con appalti costruiti su tariffe mai aggiornate”. A dirlo le consigliere regionali del Partito Democratico Francesca Zottis e Chiara Luisetto che spiegano: “A fronte di questo riadeguamento, con aumenti del costo del lavoro pari a un’aliquota tra il 12% e il 14%, doveva e deve esserci un impegno politico per garantire in parallelo un riconoscimento economico in grado di permettere il mantenimento di quei servizi che sono essenziali per la comunità veneta. La Fenascop (Federazione Nazionale Strutture Comunitarie Psicoterapeutiche) denuncia una situazione in questo senso allarmante. Chiediamo dunque all’assessore Lanzarin di farsi carico immediatamente di questa situazione e di venire in quinta commissione a riferire. Ricordiamo che già durante la sessione di bilancio le realtà che rappresentano le cooperative sociali avevano denunciato più fronti in emergenza, dalle dipendenze alla salute mentale, avvertendo del rischio di crisi di questi servizi. Ora è necessario intervenire con forza, puntando all’aggiornamento delle rette”.
Post n°514 pubblicato il 01 Febbraio 2024 da Giuseppe_TV
Tag: Poesia Allegria
Nella vita che pochi Aprono su cui c è scritto Allegria Spalancata genera Sorrisi,risate e una sana Euforia. Dopo averla socchiusa si sta meglio e si affronta la vita con spirito positivo e rilassato. Lasciamola aperta perché vi è il segreto Di una vita migliore Piena di entusiasmo e allegria
P.B.
Post n°513 pubblicato il 31 Dicembre 2023 da Giuseppe_TV
Tag: Depressione, Solitudine Psichiatra Mencacci: "Giorni di bilanci, in bilico tra passato e futuro. E anche la biologia gioca un ruolo. La 'Winter blues' interessa il 5% della popolazione"
Post n°512 pubblicato il 19 Dicembre 2023 da Giuseppe_TV
Tag: Telefono Amico Telefono Amico Italia: "Dalle 10 del 24 fino alla mezzanotte del 26 dicembre i nostri volontari risponderanno h24 alle chiamate di chi si sente solo, sta male o ha qualche problema che lo tormenta e, a Natale, ha ancora più bisogno di una voce amica."
Post n°511 pubblicato il 01 Novembre 2023 da Giuseppe_TV
Dalla Settimana della Salute Mentale di Modena la presentazione del libro "Psichiatria da Protagonisti".
Post n°510 pubblicato il 24 Ottobre 2023 da Giuseppe_TV
Tag: Internet, Psicologia Partendo da due articoli de Il Fatto Quotidiano proviamo a capire come funzionano le due principali piattaforme di sostegno psicologico in Italia. Ecco cosa abbiamo trovato.
Post n°509 pubblicato il 15 Ottobre 2023 da Giuseppe_TV
Tag: Salute Mentale L'allarme della Società italiana di psichiatria: "Le diagnosi di disturbi mentali sono in continua crescita e colpiscono maggiormente giovani e fragili". Il ministro Schillaci: "La salute mentale è una priorità" Le diagnosi di disturbi mentali sono in continua crescita, con aumenti del 30% soprattutto nelle categorie più fragili e nei più giovani. La prevalenza di questi disturbi sta per superare quella delle patologie cardiovascolari. Depressione e altre malattie psichiche saranno le più diffuse nel mondo già prima del 2030, anno in cui l’Oms, aveva stimato il “sorpasso”. Numeri che valgono in Italia il 4% del prodotto interno lordo tra spese dirette e indirette. Senza contare la diminuzione dell’aspettativa di vita di 10 aschillacinni. La nuova pandemiaL’allarme della Società italiana di psichiatria è chiaro: “dopo la pandemia i sintomi depressivi nella popolazione generale sono quintuplicati e oggi si stima che li manifesti circa una persona su tre, tanto che si ipotizzano fino a 150 mila casi di depressione maggiore in più rispetto all’atteso, con conseguenze dirette su malattie oncologiche, cardiovascolari e polmonari. Depressione e ansia sono cresciute rispettivamente del 28 e 26% rispetto al periodo pre Covid a dimostrazione di come la pandemia sia stata sicuramente un acceleratore per lo sviluppo di queste problematiche” spiega Emi Bondi, presidente della Società italiana di psichiatria. A soffrire del maggior disagio mentale, oltre ai giovani, sono le donne, gli anziani o i ceti sociali più svantaggiati. Fra i disoccupati, per esempio, il rischio di depressione è triplo.
Post n°508 pubblicato il 14 Ottobre 2023 da Giuseppe_TV
Presentata a Viale Mazzini la ricerca "L'era del Disagio”, realizzata da INC Non Profit Lab con il patrocinio di RAI Per la Sostenibilità-ESG. Insonnia, ansia, depressione, apatia, attacchi di panico e disturbi dell'alimentazione: i principali problemi. Preoccupa la tendenza alle cure "fai da te” Leggi l'articolo cliccando il link seguente:
Post n°507 pubblicato il 14 Ottobre 2023 da Giuseppe_TV
Tag: Mass media, Salute Mentale Lettera dello Psichiatra Andrea Angelozzi pubblicata il 13 ottobre 2023 su quotidianosanita.it Il Ministro poi, come riporta puntualmente Quotidiano sanità ha confermato la sua attenzione, enumerando pazienti in trattamento e prestazioni fornite, consegnando una targa alla memoria di Barbara Capovani ed evidenziando che il Tavolo Ministeriale sulla Salute mentale insediato a maggio ha prodotto 30 audizioni; ha anche rassicurato economicamente e garantito che sarà consentito alle Regioni spendere già che rimane eventualmente dei 60 milioni complessivi nazionali, che erano stati stanziati ancora due anni or sono. Facciamo fatica a mettere insieme queste cifre con gli oltre 2 miliardi all’anno che sarebbero necessari per mettersi a livello della spesa minima necessaria… lo stanziamento era 1-2% di quanto servirebbe, ed i possibili avanzi sono decimali ... Sappiamo che la Grande Marcia era iniziata con un piccolo passo, il problema è che facciamo fatica a vedere gli altri.
Post n°506 pubblicato il 13 Ottobre 2023 da Giuseppe_TV
Tag: Salute Mentale Giornata mondiale della salute mentale, Fedez: «Le istituzioni pubbliche non investono sufficienti risorse»
Post n°505 pubblicato il 10 Ottobre 2023 da Giuseppe_TV
Tag: Salute Mentale Video pubblicato da MinisteroSalute il 10/10/2023
Post n°504 pubblicato il 10 Ottobre 2023 da Giuseppe_TV
Tag: Salute Mentale Rai. I "matti"… "matti" è una parola che non si sente più. Il perché ce l'ha spiegato Basaglia, lo psichiatra che, più di 40 anni fa, ci ha insegnato a restituire dignità ai malati psichici e a riconoscerli come persone a tutti gli effetti. Il riconoscimento dei loro diritti è stata una conquista di civiltà e la legge 180 sulla chiusura dei manicomi ha permesso di guardare con occhi diversi quei malati che prima erano considerati pericolosi socialmente, e quindi allontanati dalla società, emarginati e rinchiusi. In collegamento Francesco Vaia, Direttore Generale della Prevenzione Sanitaria Ministero della Salute.
Post n°503 pubblicato il 30 Settembre 2023 da Giuseppe_TV
Tag: Giovani, Salute Mentale quotidianosanita.it ha pubblicato questo articolo dell'Eurodeputata indipendente Maria Angela Danzi. l’Unione Europea sta facendo grandi passi avanti in tema di salute, in modo particolare la Commissione Europea che ha avviato un percorso normativo alla salute mentale, invitando gli Stati membri ad intervenire rapidamente per affrontare le sfide in questo campo. Si stima che più di 84 milioni di persone in Europa soffrano di salute mentale. Prima della pandemia 1 persona su 6 ne soffriva di problemi. Un lavoratore su 4 soffre di stress legato all’attività lavorativa e 600 miliardi di euro all'anno è il peso economico delle malattie mentali nell’Unione Europea. La Commissione Salute Pubblica del Parlamento Europeo sta lavorando ad una relazione d’iniziativa proprio su questo tema, evidenziando la necessità di identificare i gruppi più vulnerabili per prevenire e curare i problemi di salute mentale e garantire che l’azione europea abbia un impatto ampio ed efficace. Tra questi, i giovani sono indubbiamente alcuni tra i soggetti più esposti ai fattori di rischio: Il consumo di cannabis ad alta concentrazione di Thc, per esempio, aumenta il rischio di sviluppo di disturbi psicotici, schizofrenia che rappresenta la forma con esito cronico invalidante, aumenta i tassi di suicidio e ha un impatto negativo sulla loro capacità di agire e funzionare cognitivamente per raggiungere risultati accademici. Leggi tutto l'articolo cliccando il link seguente:
Post n°502 pubblicato il 04 Settembre 2023 da Giuseppe_TV
Tag: Depressione, Patente Depressione e patente auto, vediamo cosa bisogna fare e se e quando c’è il rischio che venga ritirato il permesso di guida. Quali sono i criteri di valutazione delle Commissioni, cosa potrebbe decidere, come influisce l’uso di determinati farmaci. Le persone che soffrono di depressione maggiore dovranno essere sottoposte a visita da una Commissione medica che dovrà valutare se le condizioni del paziente siano compatibili con la corretta circolazione stradale e la sicurezza. Nei casi più gravi di depressione, in particolare se si usano determinati farmaci, c’è il rischio concreto che la patente di guida venga ritirata. La Commissione medico legale darà particolare attenzione a questi aspetti:
Per la valutazione della depressione vengono valutati:
Per la patente A o B, si viene ritenuti idonei alla guida se non ci sono:
Si è idonei per un periodo non superiore ai due anni anche se non sono presenti effetti avversi di farmaci (pure in relazione ad altre patologie, come cardiopatie, malattie renali ed epatiche). Nella forma più grave (come la depressione maggiore), non si è idonei alla guida fino a quando non c’è una stabilizzazione delle condizioni. Se la depressione è ricorrente, non si è idonei. Depressione e patente auto: farmaciLa questione dei farmaci per la depressione è rilevante per ovvi motivi. Gli antidepressivi possono infatti ridurre la prontezza dei riflessi e indurre a volte sonnolenza. Soprattutto all’inizio del trattamento questi medicinali possono causare sedazione, difficoltà a concentrarsi, lieve disorientamento, visione offuscata... Leggi tutto l'articolo cliccando il link seguente:
Post n°501 pubblicato il 24 Agosto 2023 da Giuseppe_TV
Tag: Depressione
Post n°500 pubblicato il 30 Maggio 2023 da Giuseppe_TV
Tag: TSO Articolo di Gerardo Favaretto pubblicato il 30/5/2023 su www.quotidianosanita.it Gentile Direttore, Chi interviene, come faccio io ora, prende atto dello stato di un dibattito e sottolinea quelli che sono gli aspetti critici o deficitari dal punto di vista delle risorse, delle normative e della prevenzione della violenza. Fatti tragici ed incresciosi sollevano il tema del pregiudizio creando prontamente due schieramenti: chi lo ribadisce come il grande problema che condiziona la rappresentazione della malattia mentale intesa esclusivamente in termini stigmatizzanti come “pericolosa” e ritiene prioritaria la rimozione di ogni pregiudizio verso chi, invece, dice che la pericolosità è un problema concreto e che le normative non sono adeguate, specie per gli autori di reato, a prevenirne gli effetti nefasti. Credo che una riflessione su questi temi sia sempre utile, si parla ancora troppo poco di salute mentale di assistenza psichiatrica e, soprattutto, come è emerso dal dibattito “Forum sulla 180 “ su Quotidiano Sanità, non si è ancora trovata la giusta lucidità per capire quali sono i punti fondamentali sui quali è necessario intervenire non solo dal punto di vista normativo ma di innovazione delle pratiche istituzionali. Questa lucidità purtroppo non sembra caratterizzare né le riflessioni che hanno l’obbiettivo di difendere certe categorie (gli operatori o, in altri casi gli utenti, vittime di situazioni di violenza) né si giova di una ricerca scientifica sistematica intorno alla gestione del tema della pericolosità soprattutto se applicato al contesto dell’assistenza come viene erogata nel nostro paese. Credo che non sia stata sufficientemente valutata una delle caratteristiche della 180 (e della 833) che ha sostanzialmente affermato due principi: la necessità di non ricoverare più in ospedale psichiatrico, e su questo ovviamente non c’è discussione, ma anche che, pur formalmente superando il concetto di pericolosità, spetta in pratica alla psichiatria proporre e attuare quegli interventi coatti che si rendono necessari nelle condizioni definite dalla legge ovvero la presenza di una necessità di trattamento ospedaliero, il rifiuto delle cure da parte del paziente, la mancanza di alternative. Nella formulazione di questa triade di condizioni la pericolosità non è citata ma il TSO ha assunto, negli anni, il ruolo di un intervento coercitivo in situazioni del quale agenzie sociali (magistratura, comuni , forze dell’ordine , le stesse famiglie etc. ) fanno richiesta per risolvere situazioni a volte autenticamente tragiche , violente definite “anormali” ma di difficile inquadramento dal punto di vista psicopatologico. Come a dire che il mandato sociale nei confronti della psichiatria, pur essendo apparentemente sparito il concetto di pericolosità (ma non per la magistratura), ribadisce la responsabilità dei Servizi nell’ intervenire in situazioni nelle quali emergenze e problemi comportamentali si associano a una assenza di consenso . Una riflessione storica su come fu scritta e pensata la 180 forse potrebbe far comprendere come gli estensori materiali del testo (non certo Basaglia che impropriamente si vide attribuita la paternità di quella legge) immaginarono un dispositivo che doveva risolvere il precedente “pericoloso a sé e agli altri .. “, ma gli anni hanno dimostrato che non ci sono riusciti. Da allora sono nate e cresciute polemiche sia da parte di chi ha visto i Servizi e la Psichiatria come dei violenti persecutori e abusanti dei diritti individuali sia, al contrario, di chi li ha visti come dei burocratici sofisti che, sulla base di ragionamenti inutili si sottraggono alle loro responsabilità. Eppure, questo tema meriterebbe tutta l’attenzione e l’intelligenza dovuta a un tema complesso e profondamente legato al clima sociale dei diversi periodi storici. Oggi, in pratica, senza voler semplificare si pongono due questioni sostanziali: la prima normare un trattamento per le emergenze compresa una loro definizione; la seconda definire strategie per gli interventi senza consenso. Alla revisione della legge possono contribuire oltre a una attenta analisi e riflessione sul TSO e su come viene utilizzato in modo così difforme fra le diverse regioni (si veda il rapporto sui flussi informativi della salute mentale) anche una elaborazione sull’esperienza , sui vantaggi e sui limiti della figura dell’amministratore di sostegno e sulle esperienze internazionali che hanno risolto il problema del trattamento senza consenso e delle emergenze in modo diverso da quello del nostro paese. E’ difficile sostenere, per esempio, che la gestione dei comportamenti violenti, delle minacce etc. non sia un ambito nel quale le forze dell’ordine devono avere un ruolo più chiaro come più chiaro deve essere il ruolo della Psichiatria, come hanno sostenuto in molti in questo dibattito, nel certificare la presenza di necessità di cure. Così come è difficile negare la necessità di un maggior ruolo dei giudici nel definire, con interventi personali sui singoli individui, dei patti che concernono la loro dimensione sociale senza che questo sia confuso, a priori, con un intervento sanitario come succede nel TSO. In altre parole va cercato un ruolo dei Servizi più appropriato, va valorizzato il ruolo dei giudici quando si parla di libertà personale, perché non può mai essere che sia uno psichiatra a decidere, a priori, sulla libertà dell’individuo. Si pensi a cosa sarebbe successo se, durante la pandemia fosse stato delegato ai medici infettivologi l’onere di obbligare le persone a vaccinarsi o a curarsi. A 45 anni di distanza, quindi potrebbe esser indispensabile sostituire il TSO con percorsi e modalità più articolate, efficienti e attente alla complessità che gli interventi senza consenso. Dopo di che, forse, sarà ancora più semplice decidere quali saranno gli interventi adeguati per gli autori di reato specialmente se i Servizi per la salute Mentale, intesi in senso estensivo (minori, disabili, DSM , dipendenze ) potranno disporre di quelle risorse che oggi non hanno. Ma anche questo è un argomento che, alla fine, non sembra essere mai preso seriamente in considerazione. Gerardo Favaretto
Post n°499 pubblicato il 06 Maggio 2023 da Giuseppe_TV
Tag: Salute Mentale L’omicidio di una psichiatra a Pisa riapre il dibattito sulla norma che ha chiuso i manicomi. Ora però il Carroccio vorrebbe modificarla. Sebbene per gli esperti resti “un fiore all’occhiello” dell’ordinamento sanitario Lggi tutto l'articolo sul seguente link:
Post n°498 pubblicato il 04 Maggio 2023 da Giuseppe_TV
Tag: Salute Mentale Lettera al Direttore dello Psichiatra Andrea Angelozzi pubblicato da www.quotidianosanita.it il 3 maggio 2023. Gentile Direttore, La sua composizione snella - secondo esplicita volontà del Ministro - vede di fatto, su 11 componenti, 9 psichiatri ed una neuropsichiatra infantile. Su 11 componenti, 3 appartengono alla Università.
Non ci permettiamo di entrare nella scelta dei componenti, molti dei quali sono figure di assoluto rilievo nell’ambito della scienza e della cultura psichiatrica italiana. E’ difficile tuttavia non porsi delle domande relativamente al ruolo importante riservato alla Università, a fronte di segnali che la vedono spesso lontana dalla organizzazione effettiva dei servizi e selettivamente orientata, per quanto riguarda ricerca e formazione, ad un modello a forte impronta biologistica. Chiunque abbia seguito il forum di Quotidiano Sanità su “Oltre la 180” ha certamente notato proprio l’assenza importante della Università dalle questioni dibattute, come peraltro regolarmente avviene nei dibattiti, anche recenti su temi analoghi, ospitati da “Psicoterapia e Scienze Umane”, portando Pier Francesco Galli a parlare di “convitato di pietra”. Certo partecipare ai dibattiti non è un obbligo, ma esserne sistematicamente assenti forse ci sta dicendo qualcosa. Ma l’aspetto su cui è importante soffermarsi, relativamente alla composizione di questo tavolo, è proprio quello delle assenze. Mancano completamente riferimenti per figure professionali come gli psicologi, oltre che per le tante altre figure professionali che rappresentano il 90% effettivo dei servizi. Mancano le associazioni dei familiari, degli utenti e del volontariato; e mancano tutti i riferimenti alla rete sociale (ad esempio l’ANCI) in cui i pazienti effettivamente vivono e con cui si interfacciano in un destino di costante interazione reciproca. Questa composizione sembra dimenticare che l’OMS, nel Piano di Azione Salute Mentale 2013 -2020, ricordava al punto 26 il ruolo essenziale, per la implementazione dei programmi, della società civile, “incluse le organizzazioni di persone con disturbo mentale e disabilità psicosociali, le associazioni e le organizzazioni di utenti dei servizi e le altre associazioni e organizzazioni simili, le associazioni di familiari e di caregiver, le organizzazioni non governative che si occupano di salute mentale e di ambiti correlati, le organizzazioni territoriali, le organizzazioni in difesa dei diritti umani, le organizzazioni confessionali, le reti che operano nell’ambito dello sviluppo e della salute mentale e le associazioni di operatori sanitari e dei servizi” ed al punto 27 aggiungeva che i ruoli di questi gruppi “spesso si sovrappongono in numerosi ambiti e possono comprendere una molteplicità di azioni che attraversano le aree della governance, dei servizi sanitari e sociali, della promozione e della prevenzione in salute mentale, e dell’informazione, della produzione di evidenze scientifiche e della ricerca” A livello nazionale le stesse linee di indirizzo nazionale per la Salute Mentale del Ministero della Salute del 2008, ricordando “il ruolo di sempre maggior protagonismo esercitato dal volontariato delle associazioni di utenti e dei familiari, che hanno dato un inestimabile contributo alla definizione di pratiche e politiche di salute mentale su base nazionale e regionale”, sottolineavano che: “Tutti i livelli della pubblica amministrazione e del mondo professionale sono coinvolti: ministeri, regioni, Autonomie Locali, Aziende Sanitarie, professionisti delle agenzie sanitarie e sociali del territorio, terzo settore, volontariato ed associazioni di utenti e familiari.” Questo ruolo viene ribadito sia per quanto riguarda i Dipartimenti di Salute Mentale, sia per le stesse Aziende sanitarie, che è necessario che si dotino “ di un proprio Piano di Azione Locale per la Salute Mentale elaborato attraverso pratiche di concertazione con tutte le agenzie del proprio territorio (Distretto, Enti Locali, impresa sociale e imprenditoriale, associazioni dei familiari e degli utenti, organizzazioni del mondo del lavoro e sindacali, volontariato e organizzazioni culturali e ricreative, del mondo della formazione).
Aggiungiamo ancora che il Piano di Azioni Nazionale per la salute mentale approvato in CU in data 24 gennaio 2013 segnalava che “le Regioni sono garanti del pieno coinvolgimento degli stakeholders (pazienti e familiari) nell’intero percorso di cura”; ed anche recentemente, nell’ambito stesso della Emergenza Covid, le Indicazioni emergenziali per le attività assistenziali e le misure di prevenzione e controllo nei Dipartimenti di Salute Mentale e nei Servizi di Neuropsichiatria Infantile dell’Infanzia e dell’Adolescenza, emanate da Ministero della Salute in data 23/04/2020 sottolineano che “L’emergenza può così diventare un’occasione importante per sviluppare maggiore assunzione di responsabilità collettiva, e nuovi modi di lavorare con gli utenti e le famiglie”. È importante poi ricordare che il ruolo degli stakeholder non è riconosciuto solo per la costruzione di documenti programmatori e la gestione delle situazioni, ma anche per documenti strettamente tecnici. Infatti per quanto riguarda la produzione di Linee Guida, uno dei tre criteri per definire la qualità metodologica delle linee guida (Grilli et al., 2000) è la multidisciplinarietà del gruppo di lavoro, che serve a garantire un “sano equilibrio” nell’interpretazione delle evidenze e nella formulazione delle raccomandazioni. Nel gruppo di lavoro dovrebbero essere rappresentate tutte le figure professionali e specialistiche coinvolte nella gestione del problema assistenziale di riferimento, oltre a medici di direzione sanitaria, epidemiologi, statistici, esperti nella ricerca d’informazioni scientifiche, economisti, stakeholders. Questo aspetto assume importanza determinante del Sistema AGREE II, internazionalmente riconosciuto come griglia di valutazione della qualità delle Linee Guida, dove, su 6 dimensioni imprescindibili, la seconda è dedicata a verificare il “Coinvolgimento dei soggetti portatori di interesse (stakeholders): Verifica dell’entità del coinvolgimento di tutti gli stakeholders, oltre che il punto di vista dei potenziali utenti della LG.” In coerenza con tutto questo i Tavoli Tecnici del Ministero sulla Salute Mentale hanno sempre previsto una ampia partecipazione di tutte le varie componenti che sono direttamente coinvolte nel problema della salute mentale. La composizione attualmente indicata, di fatto, non solo identifica la salute mentale con la psichiatria, ma interpreta anche la psichiatria come una vicenda che riguarda la pura clinica medica del paziente, come se il contesto familiare e sociale non avesse un ruolo essenziale nelle dinamiche connesse alla patologia, e come se i suoi universi psicologici non meritassero attenzione. Affermare la importanza di questi aspetti non è una scelta ideologica, ma è semplicemente avere presente quello che ci dice la letteratura scientifica. E’ vero che il Tavolo potrà organizzare tutta una serie di gruppi e sottogruppi, in cui probabilmente molti stakeholders saranno accolti. Come è vero che, alla luce delle modifiche del Titolo V attualmente esistenti, e maggiormente con quello che prospetta l’autonomia differenziata in materia sanitaria, il peso effettivo di questo Tavolo sulle scelte organizzative sarà inevitabilmente modesto, a fronte del ruolo preponderante delle Regioni. Non è però modesto il riflesso di questo modo di concepire la salute mentale per quanto riguarda le scelte organizzative ed economiche nazionali e Regionali, come pure per la composizione dei vari tavoli tecnici ed organizzativi a livello regionale o dei DSM. E comunque per quella che è la scienza e la cultura sulla salute mentale in Italia.
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Inviato da: Giuseppe_TV
il 19/12/2023 alle 11:39
Inviato da: Arianna1921
il 19/12/2023 alle 11:37
Inviato da: Giuseppe_TV
il 13/10/2023 alle 08:44
Inviato da: cassetta2
il 13/10/2023 alle 08:37
Inviato da: Giuseppe_TV
il 12/08/2022 alle 09:57