DREAMER
Viaggi nei luoghi più belli d'Italia e del mondo
Post n°99 pubblicato il 26 Marzo 2013 da mariselene
PIAZZA DEL CAMPO
L'attuale piazza era un terreno bonificato per il deflusso delle acque piovane, mentre la città antica sorgeva più in alto. Poi vi si tennero i mercati finchè il Governo dei Nove (1287/ 1355) decise di costruire qui il Palazzo Pubblico o Comunale, residenza del podestà e defli uffici delle magistrature. Tra la fine del Duecento e gli inizi del Trecento sorsero e si ampliarono le costruzioni private. ...
... IL PALAZZO PUBBLICO In origine il palazzo era molto piccolo: comprendeva solo arcate in pietra. Più tardi vennero aggiunti le parti laterali, i piani superiori in mattoni rossi e la corona con nove merli guelfi, uno per ogni governatore della Repubblica. ...
Nel corpo di sinistra, accanto alla Torre del Mangia, si trova il Cortile del podestà, decorato da antichi stemmi, che fa da ingresso al palazzo e alla scalinata della torre. Oggi il Palazzo ospita il Museo Civico e l'amministrazione comunale senese. Il Museo è aperto al pubblico. Le sale più importanti sono quelle del Mappamondo e della Pace. ... IL DUOMO Furono i Monaci di San Galgano a dare impulso alla costruzione del Duomo chiamando Nicola Pisano e il figlio Giovanni a scolpire la parte inferiore della facciata con i personaggi dell'Antico Testamento, i cui originali sono conservati nel museo del Duomo. Nel Trecento la pianta del Duomo venne ingrandita, abbattendo l'abside e il capodicroce, così che il tempio venne allungato fino alla fronte del Battistero. L'interno è a tre navate sostenute da pilastri polistili e archi a tutto sesto, con un transetto diviso in tre navate e un profondo coro. Le volte sono a crociera, decorate da un azzurro stellato. La struttura interna e totalmente dominata dalla bicromia bianca e nera: i colori dello stemma di Siena L'interno del Duomo ospita la Libreria Piccolomini, poi Papa Pio III (1495) per conservarvi la preziosa libreria dello zio, Papa Pio II. Il pavimento in maiolica riproduce lo stemma della famiglia. sui banchi sono in mostra preziosi corali m iniati del '400. Gli affreschi furono affidati a Bernardino di Betto, detto il Pinturicchio, che li eseguì nel 1505/1507 con la collaborazione di vari pittori. ... LE CONTRADE Ma Siena vive del Palio e lo testimoniano le sue contrade con i nomi degli animali, la chiesa e la fontana per la benedizione dei neonati. ... ... ... ... ... foto e immagini liberamente tratte dal web |
Post n°98 pubblicato il 25 Ottobre 2012 da IL_CERCHIODELLAVITA
Questo post nasce da una gita a Gardone durante la quale ho avuto modo di visitare la casa museo di d'Annunzio ... Il Vittoriale degli Italiani , cittadella monumentale ideata assieme all'architetto Giancarlo Maroni dal 1921 al 1938 costituita da diversi edifici, piazzette, perfino un teatro in stile greco , giardini, e corsi d'acqua, eretto per celebrare la vita eccezionale del poeta e le imprese eroiche degli italiani durante la prima guerra mondiale. Una casa museo dove è conservato il MAS della Beffa di Buccari, l'aereo Ansaldo S.V.A. del volo su Vienna, la prua dell'incrociatore Puglia posto a difesa della città di Fiume e rimontata al vittoriala al centro del parco. Il mausoleo dove è conservata la tomba del vate è ispirato alle tombe etrusche ed è allo stesso tempo un monumento ai caduti della prima guerra mondiale; qui sono sepolti il Comandante Gabriele d'Annunzio ed alcuni legionari che parteciparono all'impresa di Fiume. Il Vittoriale chiamata anche Prioria, è costituito da una ventina di ambienti dove troviamo una vasta biblioteca composta da volumi di letteratura italiana francese ,tedesca, storia, libri d'arte e rare edizioni antiche anche cinquecentesche . Le stanze sono caratterizzate dalla penombra, poiché la luce diretta dava fastidio al poeta che soffriva di fotofobia. Fra le stanze, arredate dal poeta va sicuramente ricordata l'assai suggestiva stanza della Musica che per favorire l'acustica e il raccoglimento ha le pareti rivestite di damaschi neri ed oro , finestre in alabastro, grandi zucche colorate e cesti di frutta in vetro di Murano. In questa sala si tenevano i concerti del “Quartetto” del Vittoriale. La Zambracca, stanza guardaroba, il cui nome deriva da un antico vocabolo provenzale che significa donna da camera. In questo ambiente egli trascorreva, negli ultimi anni,la maggior parte del tempo; è qui che d'Annunzio morì la sera del 1º marzo 1938. Sulla scrivania fra gli altri oggetti ci sono un prezioso calamaio di Mario Buccellati, la testa d'aquila in argento di Renato Brozzi ed un gesso che riproduce l'Aurora di Michelangelo. All'interno di un piccolo armadio a muro ancora oggi si possono notare le numerosissime medicine di cui l'ipocondriaco d'Annunzio faceva abitualmente uso. La stanza della Leda è la camera da letto del poeta. Prende il nome da un gesso raffigurante il mito di Leda amata da Zeus trasformatosi in cigno. Sulla porta il motto Genio et voluptati. Sul soffitto, decorato sono riportati alcuni versi danteschi tra cui: Tre donne intorno al cor mi son venute. Accanto al letto i volumi degli autori preferiti di d'Annunzio: Shakespeare, Dante, Verlaine, Stendhal. Il bagno blu, suddiviso in ritirata e sala da bagno, assume il duplice ruolo di purificazione e ricerca esasperata del sovrabbondante. Ottima è l'acqua il motto di Pindaro trascritto sul soffitto. In questa stanza circa ottocentocinquanta oggetti alimentano quel senso di horror vacui qui divenuto simbolo di superfluo e accessorio. Forse l'ambiente più suggestivo e carico di significati simbolici della casa è la Stanza del Lebbroso pensata sin dall'inizio come camera ardente dove il poeta si ritirava a meditare sulla morte e dove il corpo del poeta venne composto per la veglia privata:il letto, posto in posizione dominante, è chiamato letto delle due età, perché nelle sue forme ricorda una culla e una bara: e simboleggia la morte come fine e inizio di una nuova vita. Al piano superiore è situata l'officina dove si accede da una bassa e stretta porta costringendo il visitatore ad un inchino "all'arte", dov'è l'opera lì è il lavoro, è il motto scritto sulla trave d'ingresso. Colpisce la luminosità della stanza rispetto al resto della casa e la semplicità dei mobili di rovere chiaro. Qui D'Annunzio, operaio della parola, passava gran parte della giornata e della notte a leggere e a creare: era dunque necessario un ambiente luminoso. La stanza della Cheli è la sala da pranzo; è così chiamata da d'Annunzio per la presenza di una tartaruga a capotavola morta al vittoriala dopo una indigestione di tuberose monito per i commensali! Il Vittoriale è un luogo sicuramente suggestivo dove arte e stroria si incontrano lasciando quesi stordito il visitatore dalla ricchezza, dall'opulenza delle sale Gryllo73 |
Post n°97 pubblicato il 11 Ottobre 2012 da mariselene
Monselice, tra Padova e Rovigo, raggiungibile dalla A13, sorge attorno ad uno dei Colli Euganei, a pochi chilometri dalla più famosa Arquà Petrarca. ... LA ROCCA LONGOBARDA Il primo nucleo cittadino di Monselice risale al V-VI secolo con una fortificazione a carattere difensivo del colle da parte dei Longobardi, poi i Franchi potenziarono le strutture esistenti e attorno al Mille già sorgevano i primi nuclei abitativi e una nuova fortificazione a guardia del ponte sul fiume Vigenzone, ai piedi della collina. ... IL CASTELLO
Alla metà del XII secolo Monselice divenne Comune, sotto la giurisdizione di Ezzelino da Romano. Questi, rappresentante dell'imperatore tedesco Federico II, ampliò le mura, tutto attorno al centro abitato. Ezzelino ristrutturò il Mastio sulla sommità della Rocca, costruì la Torre civica e ill Palazzo,detto appunto "di Ezzelino", che costituisce parte importante del Castello di Monselice. la struttura medioevale del Palazzo di Ezzelino ... la Torre di Ezzelino ... Nel XIV secolo la città, dopo aspre contese, Monselice passò sotto il dominio dei Carraresi di Padova che potenziarono le strutture difensive delle mura con torri e grandi porte d'accesso. Nel XV sec. la città passò sotto la Serenissima e diventò centro di traffici e di commerci, meta turistica di nobili famiglie veneziane che qui acquistarono terre e costruirono ville dando alla città un carattere più rinascimentale. La famiglia Marcello acquistò il palazzo di Ezzelino e lo ampiò. ... VILLA DUODO
La famiglia Duodo costruì una grande villa sul lato sud della Rocca realizzando splendide architetture ancora oggi visibili.
... ... LE CHIESETTE DELLA VILLA DUODO Duodo ottenne da Papa Paolo V il permesso di erigere sei cappelle lungo il percorso per arrivare alla villa, all'interno delle quali si possono ancora ammirare gli affreschi di Jacopo Palma il Giovane. ...
CA' NANI MONCENIGO la famiglia Nani costruì nel Settecento l'omonima villa.
nano del muro di cinta della villa ... IL PALAZZO DEL MONTE DI PIETA' ... LA CHIESA DI SAN PAOLO ... CHIESA DI SANTA GIUSTINA
... PIEVE DI SANTA GIUSTINA o DUOMO VECCHIO
... PANORAMA DA VILLA DUODO
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Post n°96 pubblicato il 05 Ottobre 2012 da felisdgl0
vi presento questo bellissimo e famoso Castelpetroso Santuario della Madonna Addolorata , patrona del Molise. Castelpetroso si trova nel Molise a ca. 1ora di distanza da Campobasso.. è un comune di circa 1.600 abitanti della provincia di Isernia in Molise. La maggioranza degli abitanti di Castelpetroso vive nelle 5 frazioni: Indiprete, Guasto, Pastena, Camere e Casale. Il maestoso Santuario, poste ai piedi del Monte Patalecchia svetta bianco e leggero con le sue forme slanciate sullo sfondo della folta e verde vegetazione. Il nucleo centrale di Castelpetroso è costituito da un borgo medievale ancora intatto ma abitato solo da poche decine di persone. La chiesa è stata realizzata in stile neo gotico con migliaia di metri cubi di pietre del posto e lavorata, pezzo per pezzo, tutta a mano da valenti scalpellini molisani e toscani, veri artigiani.
Castelpetroso è conosciuta soprattutto per il famoso Santuario della Madonna Addolorata, patrona del Molise.
La storia delle contadine
Castelpetroso, ca. 130 anni fa l'apparizione della Madonna Addolorata Il 22 marzo 1888 Fabiana (Bibiana) Cicchino e Serafina Giovanna Valentino, recatesi a coltivare un appezzamento di terreno in località "Cesa tra Santi", presso Castelpetroso (paese molisano in provincia di Isernia), smarriscono una pecorella. Bibiana si mette a cercarla. Attirata dallo sfolgorio, che promana da un anfratto, si avvicina e si trova immersa in una visione celeste: la Vergine Santissima e Cristo morto disteso ai suoi piedi. Iniziano così le apparizioni.
Dieci giorni dopo, il 1° aprile, festa di Pasqua, l'apparizione si rinnova, questa volta anche per Serafina. La Madonna si presenta nello stesso atteggiamento del 22 marzo, ma in entrambe le apparizioni Lei non parla, non lascia alcun messaggio verbale.
A seguito delle Apparizioni, in prossimità dell'anfratto, scaturì una piccola sorgente d'acqua. Nel mese di novembre del 1888 si recarono sul luogo delle Apparizioni Carlo Acquaderni di Bologna con il figlio Augusto di dodici anni, malato di tubercolosi ossea. Dopo essere saliti sulla montagna, aver pregato e bevuto l'acqua, Augusto ricevette per intercessione della Vergine Addolorata il dono della guarigione.
questa capella si trova sopra la montagna dell'apparizione della madonna..dopo la fine di "Via matris" I miracoli Miracolo dell'immagine Madre addolorata. Un bambino sordomuto di 6 anni, Angelo Verna, di Fara San Martino nella Diocesi di Chieti, era stato portato da suo padre, Luigi, a Castelpetroso (Isernia), per contentare la madre del piccolo, Annantonia Tavanti, nella speranza che in quel luogo il bimbo potesse riacquistare la favella. Nella piccola cappella del Santuario, presso la "Grotta delle apparizioni" dove c'è una sorgente d'acqua, la pia donna, che aveva tanta fede, prese dell'acqua con una brocca e la fece bere al bimbo. Cappella Miracolo Addolorata,In quello stesso istante. il piccolo Angelo gridò: "mamma, mamma", e da allora la parola "gli rimase chiara e sonora per tutta la vita". Quell'evento è documentato nella dichiarazione del sacerdote Beniamino Orsatti, incaricato dal suo Arcivescovo di verificare la veridicità di quel miracolo. Quel fatto era accaduto nel 1889 ma è recente quanto é stato scritto, a testimonianza dei numerosi sordomuti che sarebbero stati miracolati dalla Madonna attorno al secolo XIII-XVI (Vedi I santuari mariani e i sordomuti, a cura di Giovanni De Carlis e Padre Adelmo Puccetti del 1974). http://www.storiadeisordi.it/articolo.asp?ENTRY_ID=21 Il papa Paolo VI a castelpetroso il citato riconoscimento vescovile e la successiva consacrazione del santuario, il 6 dicembre 1973 papa Paolo VI proclamò la Vergine Addolorata di Castelpetroso quale celeste Patrona del Molise. La presenza dei pellegrini è continua e va ricordata il 19 marzo 1995 la visita del Santo Padre Giovanni Paolo II.
Dietro al Santuario, una scalinata porta i fedeli sulla collina, fino al luogo delle apparizioni, percorrendo la cosiddetta Via Matris,, lungo il sentiero, con sette postazioni raffiguranti i sette dolori di Maria. Dal Santuario c'è anche il percorso della via "Matris" che arriva alla sorgente d'acqua, località "Cesa tra Santi" luogo dell'Apparizione del 1888. Luoghi mistici e sacri dove il silenzio è spesso "rotto" dai rumori delle automobili che passano al di sotto della SS 17. Qui alcune grandiose sculture in bronzo
Con tutto questo spero di NON avervi annoiato .. ci incontreremo al santuario... ok.. Non dimenticate di portare vestiti caldi, lì sopra fa molto freddo.. :o)) Vi auguro una bellissima splendida giornata fely |
Post n°95 pubblicato il 01 Ottobre 2012 da Springery
Questo è il Caffè Pedrocchi di Padova, davanti al quale stanno poste due statue di leoni, questi: L'importanza storica del locale è anche data dal fatto che l'8 febbraio 1848, Tra Settecento e Ottocento il consumo del caffè si è diffuso anche in Italia In questo contesto, nel 1772 il bergamasco Francesco Pedrocchi apre una Buona visita e BUON CAFFE' a tutti |
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