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Post n°88 pubblicato il 21 Settembre 2012 da osservando.le.stelle
“La semplicità é la sola strada che conduce al vero e al sublime”: con queste parole si delinea la personalità di un artista isolato, che non ebbe né maestri, né seguaci, ma dipinse con sobrietà e naturalezza, guidato dal solo sentimento. suo padre era un mercante di stoffe e sua madre una rinomata modista. disegno, intuendo di non essere portato per una vita dedita al commercio e ai suoi “trucchi d’affari”. appoggiano la sua scelta artistica, fornendogli uno stipendio; Corot, infatti, non ebbe mai problemi finanziari ed egli dipinse sempre per proprio diletto. del paesaggismo francese; in seguito si iscrisse al laboratorio di Jean Bertin, troppo accademico per Corot, perché di stampo prettamente neoclassico. Corot quindi sviluppò lo studio dal vero e una maggior consapevolezza del proprio spirito, che anelava alla libertà di espressione, riscontrata soprattutto nell’osservazione dei paesaggi. da un lato produceva i dipinti "ufficiali", solitamente paesaggi, che sottoponeva ai giudizi dei contemporanei, dall’altro amava dipingere vedute più "spontanee" e quelle che lui chiamava "figure", che non espose mai, riservandosi di mantenere un filone intimo e segreto. e per il senso di assorta contemplazione della natura. secolo, risvegliarono l’entusiasmo dei cubisti e degli artisti delle altre correnti d'avanguardia. In queste opere ogni traccia di eclettismo si perdeva nell’unità profonda e misteriosa del suo stile spontaneo; nelle sue "figure" emergono gli studi compiuti sui valori psicologici ed emotivi. Tra queste: ritratti di famiglia e figure di giovani pensose, come La dama in blu, del 1874. maturazione stilistica. Ammirò città come Roma, Narni, Tivoli, ove rimase estasiato non tanto dalle opere che si potevano contemplare, quanto dalla differente luminosità, che le attorniava. nomadismo pittorico e un’instancabile ricerca dell’attimo di eternità, contenuto in un paesaggio. momento le Tele di Volterra (1834). Al ritorno dalla Toscana, si spostò in Lombardia, dove, venne ammaliato dalle misteriose suggestioni dei paesaggi avvolti nella nebbia del Lago di Como. luminosità, i paesaggi erano circondati da aloni di poesia; questa nuova sensibilità lo pervase a tal punto, che rivisitò i propri quadri precedenti e li propose al pubblico, un esempio é Souvenir de Riva. applicò coscienziosamente a rendere la realtà trasposta e ricreata dalla sua sensibilità, come in Un mattino, noto anche come La danza delle ninfe. confermò nella scelta di paesaggi placidi e tranquilli, come soggetti delle sue opere, focalizzandosi sui minimi particolari della natura, per esempio uno specchio d’acqua che riflette un angolo cielo, che lo porta a opere come La chiesa di Marissel, del 1866. realismo sembrano ricomporsi, in una sintesi nuova. La sua pittura, alle soglie della ribelle modernità, offre un atto di adorazione e di umiltà verso la natura e di devota partecipazione alla vita del creato. B. Pacchioni Bibliografia:
Approfondimenti:Corot, paesaggio, figura, natura, . Stile:Ottocento. Per saperne di più sulla città di: Parigi
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