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Post n°94 pubblicato il 27 Settembre 2012 da IL_CERCHIODELLAVITA
Luigi Vanvitelli architetto dell'imponente complesso aveva progettato di distribuire nel piano reale otto appartamenti: uno per il re, uno per la regina, due per le principesse reali, due per i principi secondogeniti ed uno ciascuno per il principe e la principessa ereditari.durante la costruzione del palazzo, la famiglia reale abitava nel palazzo baronale, oggi sede della prefettura. all'incirca nel 1780 fu terminato l'appartamento dei secondogeniti, per cui i sovrani vi si trasferirono; nel 1783 fu terminato un altro appartamento ed il re, per accelerare i lavori, ordinò che le pitture fossero simili a quelle esistenti nell'appartamento delle principesse: questa parte del palazzo prende il nome di appartamento vecchio, per distinguerla da quella realizzata successivamente, definita appartamento nuovo, che fu completato solo durante il regno di Francesco II. Le vicende della reggia sono strettamente collegate con gli eventi che si verificarono in successione nel regno delle due sicilie: la partenza per la spagna di Carlo rallentò i lavori, non solo per l'impulso che il re sapeva dare alla fabbrica, ma anche perché Tanucci, reggente di Ferdinando II, tendeva a ridurre le spese. Fu così che, mentre in vent'anni si innalzarono 45000 metri quadrati di superficie con 1200 stanze, 56 scale, una cappella e un teatro, si costruì un parco di cento ettari e si portò l'acqua a Caserta con una conduttura di 40 chilometri attraverso sei monti e tre viadotti,ci vollero altri venti anni per approntare i due appartamenti, innalzare le fontane, la castelluccia e creare il giardino di passaggio. Dall'inizio del XIX secolo fino al 1845, attraverso cinque regni, furono terminate solo tre sale dell'appartamento delle feste e sei dell'appartamento del re.Gli appartamenti reali cominciano dalla sala degli alabardieri, le cui pareti sono decorate da leggeri pannelli di stucco; la luminosità della sala fa risaltare il bruno della pietra, l'oro delle corone, dei festoni e dei gigli borbonici, e i toni caldi della tela nella volta centrale decorata da Domenico mondo nel 1785,rappresentante il trionfo delle armi borboniche. I lavori nella parte del palazzo che Vanvitelli aveva destinato al re cominciarono solo nel 1806 con la direzione dell'architetto Giovanni Patturelli: da qui la definizione di "nuovo" per questo appartamento formato da tre sale che conducono nell'appartamento del re, sistemato solo dopo il 1816. ASCOLTATE LA VOCE NARRANTE DEL VIDEO A CORREDO DEL POST, VI CONDURRA' ALLA SCOPERTA DELLA REGGIA E NEL SOGNO DI LUIGI VANVITELLI. |
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