Un week end gimkana. Eludere, schivare. Sguscio via dalla stanza delle pessime abitudini. E spengo la luce prima di uscire. Chiudo la porta, non a chiave e senza sbatterla. Dovrei, poi, buttarla. Sono andata a cercare il sole ovunque, al mattino presto. Ho cercato il profumo delle cose, quando sono irrorate dalla rugiada e danno il meglio di sè. Telefono spento. Non ci sono per nessuno, se non per colei che chiama, dal profondo, come in un lamento straziato, come in una preghiera necessaria. Come fosse la prima volta, ma anche l'ultima. Definitiva. Lo sono sempre stata. O me ne sono solo convinta.
Con gli occhiali scuri, e un cappello a falde larghe, da quaggiù, punto d'osservazione che anela alla bellezza, che necessita di nutrirsene, che desidera elevarsi. Bici colorate e risa leggiadre, mi passano davanti, mentre io, sul ciglio della strada armeggio con la mia macchina fotografica. Poi il volo di un giovane falco su di me e qualche nuvola da cacciare. O ricacciare dentro, semmai.
Quest'anno non sono ancora andata a trovare le cicogne. Quest'anno non sono ancora andata al mare. Quest'anno non ho ancora trovato nulla. Non ho cercato nulla. Ho lasciato scorrere le lancette, ho indugiato poco fra volti nuovi, ho guardato, senza mai vedere, perchè non ho mai guardato veramente.
E' una domenica di caccia, questa. Catturare emozioni, dove ne intuirò la veridicità. E sorrisi veri, scovati e rubati, come quello del nonno accanto al nipotino sull'altalena, che mi guarda con una strana espressione sul volto, quasi fosse pietà, quasi sapesse della mia valigia, quasi mi leggesse in trasparenza. O è solo il tempo ad avere disegnato , impietosamente, quell'espressione fatta di rughe e vita che è trascorsa attraverso, la mappa di anni in cui ci sono dentro incontri, cambiamenti, esperienze.
Ricomincio il mio viaggio, ancora una volta, l'ennesimo che non vuole una meta, ma spera nell'approdo. Ricomincio a guardare intorno, solo ciò che non oscura la mia vista, solo ciò che non mi espone a brutture, solo ciò che mi regala un istante che non voglio dimenticare. Il resto scorre, scorre lo stesso, scorrerebbe comunque. Mi lambisce questo fiume, senza trascinarmi con sè. E va bene così.