Creato da mfventura il 22/07/2012
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Un'antropologia celeste...

Post n°21 pubblicato il 21 Ottobre 2012 da mfventura
Foto di mfventura

Antropologia viene da anthropos, uomo, ma Tu ci hai creati maschio e femmina, dunque l'antropologia ci riguarda entrambi. Essere del Cielo è essere secondo il Cielo. Ma come è possibile immaginarlo guardando con i nostri occhi e progettando con il nostro cuore? Forse bisogna avere i Tuoi occhi e il Tuo cuore per  anelare ad un destino che supera i confini del finito e si perde in Te! Solo un desiderio dono del Cielo può animare il nostro spirito per fare di noi uomini e donne celesti, costruttori di un'ipotesi che al Cielo rimanda. I Tuoi occhi ci vedono Belli come noi non vediamo i nostri simili. Il Tuo cuore crede in noi come noi negli altri non crediamo. Tu non hai paura delle nostre rivolte e continui ad amarci mentre noi ci difendiamo in ogni modo da chiunque sia solamente diverso. Tu guardi con simpatia e amore a tutte le creature, ma noi scegliamo chi ci piace, ci alleiamo con chi è come noi. Il creato, il cosmo, è la gioia del Tuo cuore, il Tuo compiacimento, noi invece lo temiamo, lo sfidiamo, lo sfruttiamo. L'amorosa Umiltà con cui scendi verso di noi per accoglierci in Te ci trova diffidenti nel nostro autosufficiente Orgoglio: nella divisione tra noi vanamente cerchiamo e inseguiamo la Tua pace. Essere secondo il Cielo è essere per il Cielo. Se il Cielo fosse la nostra aspirazione, e non il successo e il potere,  se gli altri fossero l'oggetto del nostro Amore, e non l'ostacolo alla nostra sopravvivenza, se la solidarietà fosse il modo della nostra benevolenza, e non il peso di un obbligo di legge da evadere, se i nostri nemici divenissero per Te e con Te nostri Amici, se seguendo Te  tornassimo all' Archè, al principio da Te immaginato per la nostra felicità, se...

Se avessimo i Tuoi occhi e il Tuo cuore,  umili, miti, pacifici, assetati di giustizia, compassionevoli, senza rancori, senza vendette, puri di cuore: saremmo come Te, uomini e donne celesti. E abitando con Te il Cielo sapremmo anche costruirlo sulla Terra.

 
 
 

Cittadini del cielo...

Post n°20 pubblicato il 13 Ottobre 2012 da mfventura
Foto di mfventura

Tu che sei nei cieli ci chiami ad essere con Te nella Tua dimora per sempre. E vieni a riaprircelo, il Cielo, perchè possiamo anche quaggiù viverne la realtà e lo spirito. Passano la vita sulla terra ma sono cittadini del Cielo: duemila anni fa già l'aveva capito chi si provava a dare un risvolto concreto all'esser divenuti cristiani. Toccare il cielo con un dito, diciamo noi, nel nostro anelito all'infinito, ma lasciarsi toccare dal Cielo è un'altra cosa. "Come in Cielo così in terra": l'hai detto proprioTu. E com'è in Cielo? Il canto e la danza sulla musica della Tua volontà, volontà di Bene che si è diffusa sulla terra quando sei sceso tra noi e ci ha contagiati: quanta Bellezza abbiamo saputo cogliere e seminare attingendo agli scrigni della Tua volontà! Bellezza che è Bontà per gli altri, carta d'identità e cittadinanza del Cielo. Esser Belli come Te anticipa il Cielo qui in terra. Ben lo sappiamo quando sperimentiamo la fragilità del nostro essere creature e ci affanniamo dietro ad idoli che non lasciano segno se non il vuoto. Abbiamo visto e imparato la Tua Bellezza quando sei apparso qui come il più bello dei figli di Adamo, Tu che ci chiami Amici e non servi, Tu che dai la Tua vita per gli altri,  estrema Bontà. La Tua volontà di Bene. Imitarla, come in Cielo così in terra. Dare la vita per gli  altri, curarsi degli altri, all'unisono con Te: no alla prepotenza, no alla violenza, alla prevaricazione, all'oppressione, al potere della ricchezza, allo strapotere del potere. Costruire una convivenza umana che vada OLTRE l'affermazione di sè e dei propri, una convivenza ove ci si faccia carico ognuno dei bisogni dell'altro. Stabilire leggi superandole nell'anima. Leggi che diano da mangiare, da bere, che sappiano vestire, visitare, accogliere, alloggiare, alla luce del Tuo Amore, unica Tua Bellezza.

Quante parole di antica Bellezza diventar Nuove a far Nuovo il mondo! Stabilire leggi per la vita terrena e dar loro anima celeste. 

 
 
 

Un nuovo cielo...

Post n°19 pubblicato il 01 Ottobre 2012 da mfventura
Foto di mfventura

Sei sceso in terra e hai portato con Te il cielo. Le cose di lassù sono scese con Te mentre lasciavi sulla croce quelle di quaggiù. Chi di noi se ne è accorto?  Ci sembra sempre chiuso il cielo, anche se Ti abbiamo intravisto, se Ti abbiamo respirato, se abbiamo sentito i Tuoi passi avvicinarsi. La nostra presenza è sempre più ingombrante della Tua, la Tua luce può disegnare per noi spazi e sentieri di pace, ma preferiamo rimanere attaccati ai nostri lucignoli, a mala pena rassicurati nella nostra ombra. Eppure il Tuo cielo è intorno a noi, lo abiti Tu e sei venuto a rivelarcelo mentre riveli l'Uomo all'Uomo. Qualche volta lo percepiamo, quando seguendo la Tua voce riusciamo a scoprire il senso nascosto dietro a  a ciò che non capiamo. E non Ti accusiamo più come autore  crudele e impotente testimone di ogni forma di dolore. Riusciamo a vederlo illuminato di luce nuova, il nostro cielo... ecco, Io faccio nuove tutte le cose, hai promesso. Guardando con i tuoi occhi le cose di quaggiù, la mente si rischiara e il cuore cambia e l'anima ritrova la sua pace. Tu vieni ad interpretarcele e il Tuo cielo diffonde la Tua luce su di loro. Ed ecco che la paura smette di inseguirci, la paura di morire che ci tiene sempre sulla difensiva, contro tutto e tutti. Le nostre mani si protendono ad abbracciare, a rialzare, ad accogliere. Cittadini del cielo già sulla terra, il nostro dolore muore e risuscitiamo nell'Amore dell'Altro, le nostre lacrime sono asciugate dalla Tua Parola, non c'è più affanno perchè le cose di prima sono passate. Già quaggiù, ora, prima che si compiano, domani, lassù.

 E il morire non ci spaventa più perchè non c'è più quella porta chiusa che aspetta di aprirsi per noi sul mistero, e inghiottirci, ma è il dilatarsi all'infinito del mistero, il nuovo cielo che Tu ci hai aperto e ci hai fatto assaggiare e che ci ha accolto e avvolto. Già quaggiù.

 
 
 

Ti ho amato...

Post n°18 pubblicato il 25 Settembre 2012 da mfventura
Foto di mfventura

Torno indietro nella  memoria dei miei lunghi anni. Ti ho cercato? Da sempre appartieni alla mia vita, come un dono ricevuto alla nascita, deposto nella mia anima dal Tuo spirito e da lì disceso nel mio cuore. Ma  quando ho cominciato ad amarTi? Mi sembravi un naturale vestito di festa con cui attraversavo i tempi dell'innocenza, un Amico che mi portava per mano verso sogni nati da aspirazioni profonde e dissolti nelle brume del reale. Una roccia sicura su cui appoggiare pensieri, sentimenti e inventare la vita. Eri il coraggio della mia esistenza quando si dipanava attraverso i prati della speranza e i fili spinati del reale. Ti ho perso di vista per un po' mentre cercavo di non perderTi. Lunghi anni per riudire la Tua voce, per rivedere la Tua luce, per tornare a respirare il Tuo profumo. E' stato lungo, a volte doloroso, ma non difficile perchè Tu eri dentro di me, nascosto nelle pieghe della mia memoria. Tu mi avevi cercato quel giorno lontano, il primo della mia vita, tra le braccia di mamma e papà e mi avevi abitato da sempre. Da loro ho imparato a conoscerti e ad amarti, in modo un po'confuso ma sincero, un po' intellettuale, rigido e moralistico, ma sempre leale e fedele. La Tua Verità ha illuminato la loro difficile vita, lo sforzo di coerenza l'ha un po'irrigidita, perdendo in tenerezza,  ma ha riversato su di me un'eredità di Amore.  Volevo sapere come eri veramente. E ad un certo punto Tu ti sei presentato ai miei occhi come una Parola Bella. La Parola. Lì mi hai toccato, da lì ho cominciato ad amarTi con un crescendo che non ha fine. Non sei più cristallizzato in formule, rigoroso referente e custode della mia moralità.

Ho cominciato con Te il viaggio finale, quello dell'Incontro, quello della Pace... E la Tua Bellezza mi accompagna. Antica, sì, ma a far nuova la mia anima.

 
 
 

Non si può...

Post n°17 pubblicato il 25 Settembre 2012 da mfventura

Splende  e abbaglia la luce del potere, con il corteggio del possesso e del denaro. Allusioni e fascinazioni provocatorie, ammiccamenti e inchini adulatori. Mani protese a rapinare, cuori pronti ad inginocchiarsi: genuflettere per essere. Subdole profferte amorose come un grazie anticipato per doni impensabili altrimenti. Mammona,  lo chiamavi Tu, quasi un Tuo potente rivale con cui sono impossibili, innaturali, alleanza o accordo. Nessun compromesso con Te. Non si può. O Tu o lui. Tu sei venuto per servire, lui è per essere servito. Nessuna somiglianza può esserci tra i Tuoi seguaci e i suoi adepti.

 In un crescendo alimentato dal benessere e dall'ambizione, quando il lavoro non dà più dignità, la ricchezza è ingiustamente distribuita, l'universale destinazione dei beni da Te prevista è violata, le leggi del mercato, la finanza, l'arroganza famelica del potere annullano la vera libertà, omologando il pensiero, e impediscono di  organizzare la convivenza umana secondo giustizia, Mammona è ancora lì a tentare come  aveva fatto con Te: "... gli mostrò tutti i regni del mondo con la loro gloria e gli disse: -Ti darò tutto questo se prostrandoti mi adorerai - ". Prostrarsi, come oggi... Chi sa rispondere come hai fatto Tu: "Vattene, Satana! Sta scritto: Adora il Signore Dio tuo, e a Lui solo rendi culto!"

Quale culto? Quello reso a Te, Uno venuto Lui stesso per servire gli altri, fino a dare la Sua vita per loro, per renderli esseri liberi di offrire servizio generoso e disinteressato a Lui nel prossimo, rifiuto di servitù di schiavo inginocchiato in catene davanti a Mammona. Recuperati all'Amore antico. Servitù o servizio: o l'una o l'altro. L'una e l'altro non si può. Non si può servire a due padroni. E non si può neppure sperare di usare l'uno per servire l'altro.

 
 
 
 
 

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