Smisurata preghieraVita di un aspirante filosofo, disputazioni e dialoghi, alla ricerca costante di verità e virtù, viaggiando in direzione ostinata e contraria |
SCUOLA DI ATENE
La Scuola di Atene, di Raffaello, ovvero il massimo elogio alla filosofia greca, massimo grado della conoscenza umana. Al centro Platone ed Aristotele, l'uno col dito al cielo e il "Timeo" sotto il braccio, l'altro che indica il suolo. A destra Socrate, che parla con Critone ed Alcibiade. Sulla scalinata, sdraiato, Diogene il Cinico. Vicino al blocco, svogliato, Eraclito di Efeso. Alla sua destra Epicuro, Zenone, Avveroè, Pitagora, Empedocle. Alla sinistra di Diogene, Tolomeo, Talete.
CI DEVE ESSERE DELL'ALTRO, AL DI LÀ DELL'UOMO...
Ci sarà un tempo in cui l'uomo sarà superato... in cui l'istinto e la passione domineranno... in cui non ci sarà bisogno di difendere la propria individualità... ma il tempo è ancora lontano... e gli uomini, sì, loro, ripugnanti e abietti, corrompono le menti di coloro, che, fragili, vogliono ergersi al di là del bene e del male...
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I held your hand
And when I woke
And felt you warm and near
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With my grateful tears
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Oh I love you
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"Waiting for the wind of change"
Rush, da "2112"
Vecchio compagno,
fedele amico nella buona e nella cattiva sorte, fratello di sventure e attimi magici, guarda dove sei arrivato! 18 anni, stenti ancora a crederci, di' la verità. Pare ieri che venivi al mondo. Pare ieri che entravi a scuola, tutto orgoglioso col tuo zaino delle "tartarughe ninja". Pare ieri che giocavi con Jacopo, che poi è andato a Padova perché "la mamma ha cambiato lavoro". Pare ieri cheti trasferivi, lasciavi la tua città natale, verso dove non si sa. Pare ieri che papà ti lasciava, per scoprire cosa c'è dopo la morte. Pare ieri che andavi alle medie, il più alto di tutti. E pare ieri che iniziavi a raderti, ché non sopportavi che il bidello ti chiamasse "baffo moretti". Pare ieri che sceglievi il classico, ché "la matematica non mi piace, e lì se ne fa poca". Pare ieri che scoprivi quel libro blu, Così parlò Zarathustra, che da qualche parte avevi già sentito. E poi iniziano i dubbi, ma si stava tanto bene prima, senza tutti quei libri che inondano la stanza e alleggeriscono il patrimonio. Ma tu, ascoltare mai, perché voglio sbagliare io. Pare ieri che scoprivi che le persone non sono proprio tutte uguali. Pare ieri che ti sentivi vivo solo perché lei ti sorrideva.
Pare ieri che eri religiossisimo, e si andava a messa 3/4 d'ora prima per stare con Signore. Che poi, in cambio, ti ha portato via il papà. Pare ieri che papà ti portava a destra e a manca, e tu lo prendevi in giro per la sua misera pancetta. Pare ieri che chiedeva alla Signora Mayer se ti avesse fatto la sacher, che a lui piace tanto. Pare ieri che hai scoperto i Floyd e la musica "seria". Pare ieri che passavi le tue "adolescenti sere" solo a guardar le stelle, in compagnia della tua amata, la luna. Pare ieri.
Vecchio mio, ieri sei diventato maggiorenne. Lo senti il vento? Sta cambiando. Non sei più Giovannino ora, dopo l'1 ora c'è un 8. Sei grande.
Ma forse testardo, strambo e Giovannino lo sarai per sempre. Ché io so come sei: tu sei indefinito. Cambi. Muti forma. Ieri eri piccolo, oggi sei grande. Vedi di non farmi pentire di esser venuto sin qui con te.
Lo sai che il vento soffia in faccia al tempo. Ora è il tuo tempo ad essere scosso. Sei tu, in prima persona, che sei scosso dal vento. Il vento del cambiamento. The wind of change.
SMISURATA PREGHIERA (DA “ANIME SALVE”, 1996)
Alta sui naufragi
dai belvedere delle torri
china e distante sugli elementi del disastro
dalle cose che accadono al disopra delle parole
celebrative del nulla
lungo un facile vento
di sazietà di impunità
Sullo scandalo metallico
di armi in uso e in disuso
a guidare la colonna
di dolore e di fumo
che lascia le infinite battaglie al calar della sera
la maggioranza sta la maggioranza sta
recitando un rosario
di ambizioni meschine
di millenarie paure
di inesauribili astuzie
Coltivando tranquilla
l'orribile varietà
delle proprie superbie
la maggioranza sta
come una malattia
come una sfortuna
come un'anestesia
come un'abitudine
per chi viaggia in direzione ostinata e contraria
col suo marchio speciale di speciale disperazione
e tra il vomito dei respinti muove gli ultimi passi
per consegnare alla morte una goccia di splendore
di umanità di verità
per chi ad Aqaba curò la lebbra con uno scettro posticcio
e seminò il suo passaggio di gelosie devastatrici e di figli
con improbabili nomi di cantanti di tango
in un vasto programma di eternità
ricorda Signore questi servi disobbedienti
alle leggi del branco
non dimenticare il loro volto
che dopo tanto sbandare
è appena giusto che la fortuna li aiuti
come una svista
come un'anomalia
come una distrazione
come un dovere
Fabrizio Dé André
DORME, DORME PLACIDO SULLA COLLINA
“… E dov’è Jones, quel vecchio suonatore
che giocò con la vita per tutti i suoi novant’anni,
affrontando la tormenta a petto nudo,
bevendo e facendo chiasso,
senza mai un pensiero né a moglie, né a parenti,
non al denaro, non all'amore, né al cielo?
Eccolo! Ciancia ancora delle porcate di tanti anni fa
delle corse bel boschetto di Clary
di ciò che Abe Lincoln disse una volta a Springfield”
(da “La Collina” di E.L. Masters)