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Nessuno RossoBlù

Tutto sulla Pieralisi Volley Jesi

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CHI SONO?

Sono un semplice tifoso della Pieralisi Volley, la squadra di pallavolo femminile di Jesi, la mia città; quella che una volta era chiamata Monte Schiavo e giocava in serie A1. Altri tempi ma la passione per questi colori e per queste ragazze è rimasta la stessa. In questo scalcinato blog cerco di raccontare la mia passione per le "prilline" (così venivano chiamate ai tempi dell'A1) e le loro imprese. Perché il nome "Nessuno Rossoblù"? Perché una volta qualcuno disse che nessuno seguiva la Pieralisi. Buona lettura! Nessuno

 

IL MERCATO ROSSOBLU'

CHI RESTA

Sofia Belen QUINTEROS S '05 

Glenda GIRINI L '06

Benedetta CECCONI L '96

Agnese PEPA P '06

Erica PAOLUCCI S '00

Ilenia PERETTI P '97 

Alessia CASTELLUCCI S '96 

Alessia POMILI C '00 

TALITA MILLETTI C '02

Sofia MORETTO O '95 

Luciano SABBATINI

Tommaso VALERI

CHI ARRIVA


CHI PARTE

Valeria MARCELLI C '03 -> Isernia (B2)

Caterina MIECCHI S '01 -> Sant'Elia Fiumerapido (B2)


In ROSSO i movimenti ufficiali. 

 

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Messaggi di Novembre 2020

Numerologia rossoblù: 1

Post n°2063 pubblicato il 19 Novembre 2020 da iamnobody2011
 

Tempo fa, scrivendo di Agnese Pepa e della sua "promozione" in prima squadra, mi ero soffermato sulla scelta della giovane giocatrice del numero di maglia, l'uno anziché il 14, da me definito "iconico" perché in passato indossato da grandi registe come Manù Benelli (probabilmente la più forte palleggiatrice italiana di tutti i tempi) ed Eleonora Lo Bianco, campionessa del mondo azzurra nel pomeriggio berlinese del 2002. Agnese neppure era nata quando "Leo", Manu Leggeri, la Toga e le altre vincevano il Mondiale. Da qui la domanda: ma le attuali giocatrici della Pieralisi conoscono le ragazze che prima di loro hanno indossato il loro numero? 

lorena diazQuesta è una particolarità di un club come quello rossoblù, che può vantare una lunga storia passata anche per i campi di serie A e che può annoverare fior di campionesse, italiane e straniere. Pensare che - faccio un esempio - il nove l'abbiano portato in momenti differenti giocatrici come Marcela Ritschelova, Heather Bown ed ora sia sulle spalle di un talento come Erica Paolucci, lo trovo molto significativo: ogni ragazza che si avvicina alla pallavolo sogna di emulare le gesta della sua giocatrice preferita, anche indossando il suo numero. 

Si parte ovviamente dal numero 1, proprio quello scelto dalla giovanissima Agnese Pepa. Premetto che prenderò in considerazione gli ultimi venti anni, dal 2000 ad oggi. Non ci tengo a fare un mero elenco di giocatrici ma preferisco segnalare quelle che secondo me, sono state le più forti e soprattutto, hanno lasciato un segno. Ad aver sicuramente lasciato un segno è stata Keba Phipps, la "Pantera Nera" del volley, che nell'estate del 2002 scelse proprio la Monte Schiavo del suo mentore Malinov. Su di lei a Jesi se ne sono dette tante, che spaccò lo spogliatoio, che faceva la bella vita; io in campo ho visto sempre una giocatrice che ha dato tutto. In gara 4 di semifinale play-off a Novara fu l'ultima a mollare, mentre altre erano da tempo con la testa sotto la doccia. La sua fuga in Brasile fu l'ultimo capitolo della sua avventura jesina. 

Per trovare un'altra stella con la maglia numero 1 della Monte Schiavo bisogna arrivare al 2008, quando a Jesi sbarca la talentuosa regista serba Maja Ognjenovic. Con lei al timone, il club di via Ancona vincerà la Challenge Cup e Maja sarà proclamata miglior palleggiatrice delle finali, organizzate a Jesi. Giocatrice non molto espansiva, poco "personaggio", la Ognjenovic dimostrerà anche alla Monte Schiavo le sue enormi capacità ma il successo europeo (ed i tagli al budget rossoblù) non basterà per garantirle la conferma: se ne andrà in Turchia all'Eczacibasi. 

Dalla Decisione in poi, il numero 1 è finito spesso sulle spalle di Lorena Diaz (nella foto Giglietti x Pieralisi Volley). Lei era a Castelfidardo, quando la prima Monte Schiavo di coach Luciano debuttava in B2, e c'era anche quando la Pieralisi vinse il campionato di serie C nel 2016, nella bellissima notte di Monte San Giusto. Di quella squadra ed anche nelle due stagioni successive, Lorena fu capitano, proprio lei cresciuta nel settore giovanile del club. FORZA JESI! Nessuno

 
 
 

L'errore di Gennaro

Post n°2062 pubblicato il 16 Novembre 2020 da iamnobody2011
 

Sono sempre i migliori quelli che se ne vanno. Sarà pure un vecchio detto però, a leggere tutti i commenti ed i ricordi su Gennaro Pieralisi che ho postato qui su questo infelice blog e che ho letto sui vari siti di informazione locale, pare proprio che nella sua vita l'Ingegnere non abbia mai sbagliato un colpo sia nella gestione della Nuova Maip, di cui è stato definito innovatore ed imprenditore lungimirante, sia da presidente della Monte Schiavo Volley, che ha portato fino alla serie A1 ed al palcoscenico europeo. L'azienda e la squadra di pallavolo erano le sue due passioni, lo ha anche sottolineato Henriette Weersing nell'intervista di giovedì scorso: "A Gennaro piaceva paragonare il meccanismo all'interno dell'azienda con quelli della squadra".

monte schiavo in A1Sulla gestione della Nuova Maip non mi azzardo a fare commenti perché non ho né le competenze né le capacità per giudicare il suo operato ma sulla Monte Schiavo Volley qualcosa posso dire, avendo seguito la parabola del club di via Ancona fin dal lontano 1997, quando Jesi era un club tornato da poco in A2, con un budget normale, un tecnico giovane e giocatrici che si chiamavano Toso, Romanin, Marinelli, Cerioni, Luciani e Banchieri, giusto per citare le più famose. Da quella stagione, che per la cronaca si chiuse con una sconfitta in semifinale play-off contro Sesto Fiorentino, ne è passato del tempo e sono cambiate molte cose, in casa rossoblù, le ambizioni sono cresciute e sono arrivate ogni anno giocatrici più forti per tentare il salto di categoria. La storia dal fatico 2001, anno della promozione, la conosciamo un po' tutti. (foto LVF). 

Cosa si può rimproverare, a livello pallavolistico, al presidente Gennaro Pieralisi al timone del club negli anni della serie A? A freddo mi viene da dire nulla, perché se per nove anni a Jesi sono passate tantissime campionesse e se abbiamo avuto la fortuna di vedere una pallavolo di altissimo livello (roba che altrove se la sognavano...) lo dobbiamo solo ed esclusivamente a lui ed alla sua passione. Qualcuno direbbe alla sua sua "tigna". Senza Gennaro ed i suoi soldi non credo che la Monte Schiavo sarebbe mai arrivata in A1, di sicuro non ci sarebbero state giocatrici come Togut, Phipps, Kilic, Lo Bianco e Ognjenovic, per citare quelle più forti. 

Eppure per alzare le coppe e vincere gli scudetti non basta avere il budget più alto degli altri e noi di Jesi lo sappiamo bene. Occorre anche saper spendere bene i soldi; anche nella pallavolo come nelle aziende, contano la competenza e l'esperienza. Su questi due aspetti credo che l'Ingegnere e tutta la famiglia Pieralisi abbiano commesso un grande errore, che è poi costato carissimo: quello di non essersi mai affidati a chi conosceva il settore, a chi della gestione di una squadra faceva un mestiere. In una parola, hanno sempre rifiutato l'idea di nominare un direttore sportivo, come c'era nella maggior parte del club di A1, ed hanno sempre seguito loro il mercato con tutti i pro ed i contro. 

Ho sempre avuto questo dubbio, che purtroppo non vedrò mai sciolto: se Gennaro avesse nominato un diesse, tipo Giovanni Panzetti (al tempo a capo della Foppapedretti Bergamo) o Massimo De Stefano, direttore generale dell'Asystel, cosa sarebbe successo? Forse sarebbe bastato un diesse cresciuto dietro casa, come Marco Oggioni, jesino appassionato e competente, direttore sportivo della Monte Schiavo degli anni della serie A2, quando i soldi erano pochi ma c'era un ambiente bellissimo, molto familiare e più umano, con le giocatrici meno super star e più avvicinabili?  

Chissà se la Monte Schiavo avrebbe vinto qualche scudetto o una Coppa Italia? Oppure sarebbe rimasta ugualmente con "zero tituli"? Non lo saprò mai. Di sicuro, questo fatto di non aver mai voluto chiedere aiuto a degli esperti e di aver voluto fare tutto da soli, senza raccogliere mai dei successi, ha esposto la famiglia Pieralisi alle critiche degli addetti ai lavori e dei tifosi. Questo è l'unico rimprovero che posso muovere al buon Gennaro, presidente comunque, appassionato e presente. La speranza è che Gabriele, che ha raccolto l'eredità sportiva del padre, faccia tesoro di questo errore e si lasci guidare nel suo ruolo da chi ha più competenze ed esperienza di lui. Perché dagli errori si può sempre imparare. FORZA JESI! Nessuno

 
 
 

Giallo, arancione e rosso

Post n°2061 pubblicato il 15 Novembre 2020 da iamnobody2011
 

Avrei voluto scrivere questo post almeno una settimana fa, appena uscito il Dpcm del 4 novembre, quello per interderci che divideva l'Italia (foto Corriere Adriatico) in tre colori, dal giallo, colore delle aree a rischio medio-basso, all'arancione (dove siamo finiti ora noi marchigiani), zone di livello medio-alto, fino alle rosse, quelle col rischio più altro, che adotttano misure di contenimento del Covid-19 molto simili all'Isolamento della scorsa primavera. La scomparsa di Gennaro Pieralisi però, non poteva lasciarmi indifferente, non potevo limitarmi ad un semplice saluto come hanno fatto altre pagine Facebook: chiamiamolo senso di gratitudine per questo bel passatempo chiamato Pieralisi Volley.

mappa italiaAd almeno dieci giorni dall'uscita del decreto, che ha creato non poco scompiglio in tanti settori del paese, sport compreso, ho sempre più la sensazione che siamo tutti costretti alla navigazione a vista. Ciò che si decide oggi potrebbe non valere domani. Anche la pallavolo femminile ovviamente, ha accusato il colpo. I Dpcm di ottobre avevano imposto misure sempre più stringenti ma i campionati di serie B si erano sempre salvati, grazie alle "precisazioni" della Federvolley, che si era affrettata a chiarire lo svolgimento dei tornei a carattere nazionale, quindi serie A, B ed addirittura la serie C, che molti credevano (me compreso) un campionato di tipo regionale. 

Proprio la divisione dell'Italia in zone con differenti misure e criticità ha però, dato il colpo di grazie alle speranze di veder partire la stagione 2020/21, già "scivolata" di due settimane. La domanda che mi sono fatto anche io, leggendo tutti i divieti delle varie aree: come può una qualsiasi squadra della Puglia (regione arancione) uscire dal proprio comune per andare a giocare una partita? Per non parlare dell'uscita dalle regioni rosse! Il volley rientra nei "comprovati motivi di lavoro, studio, salute e necessità"? Magari per uno come me, che ama i colori rossoblù, vedere la Pieralisi giocare oramai è diventato quasi un bisogno, vista l'assenza di gare ufficiali dallo scorso 22 febbraio ma non credo valga per tutti.

Una risposta l'ha data proprio la Federvolley con la nota federale del 5 novembre: "L'ultimo DPCM anche alla luce della divisione del territorio nazionale in fasce differenti, non consente il regolare svolgimento dell'attività ed un'ottimale programmazione della stessa da parte delle società". Da qui dunque, la decisione di rinviare l'inizio dei campionati a gennaio, una scelta direi inevitabile con la speranza di avere tra due mesi una situazione migliore. Al momento dell'uscita del decreto le Marche erano zona gialla, così come Abruzzo, Umbria, Emilia-Romagna e Lazio, ovvere le regioni delle squadre del girone D di B1, quello della Pieralisi. Oggi solo il Lazio è rimasto tale, le altre sono passate all'arancione, cioé zone a rischio medio-alto, dalle quali è vietato l'ingresso e l'uscita. Cosa succederà tra due settimane?

Nella nota federale c'è inoltre, un altro aspetto, che è forse passato in secondo piano: il nuovo format dei campionati. Da qualche giorno sul sito internet della Fipav nella sezione Campionati compare questa scritta: "Il Settore Campionati, alla luce del Dpcm del 4 novembre 2020 e della Nota Federale del 5 Novembre 2020, nei prossimi giorni comunicherà le nuove formule valide per i campionati di Serie B, Maschile e Femminile". Ma già sulla nota si annunciava questa decisione: "Tale sospensione, che si aggiunge a quella precedentemente decretata relativa all'attività di interesse regionale e promozionale, avrà validità, come detto, fino al mese di gennaio, entro il quale verrà rimodulata necessariamente l'attività". FORZA JESI! Nessuno

 
 
 

Weersing: "Era sempre un piacere parlare con Gennaro e scambiare idee sulla gestione"

Post n°2060 pubblicato il 12 Novembre 2020 da iamnobody2011
 

E' stata la prima stella internazionale a scegliere l'allora matricola Monte Schiavo appena sbarcata in A1 ed a Jesi, Henriette Weersing, ha iniziato la sua avventura da dirigente, ricoprendo il ruolo di direttore sportivo dal 2005 fino al 2010. In queste due vesti, da giocatrice prima e dietro la scrivania poi, "Harry" ha avuto modo di conoscere il presidente Gennaro Pieralisi. Ora l'ex opposto olandese collabora con la Teodora Ravenna, club di A2, dove è iniziata nel 1991 la sua avventura italiana. Ecco il suo ricordo dell'Ingegnere, personaggio carismatico che l'ha aiutata nei primi passi da diesse. (foto Henriette Weersing). 

Sei stata la prima campionessa di livello internazionale a scegliere Jesi. Ricordi come fu il vostro primo incontro?

henriette weersing"Quando sono venuta a Jesi da giocatrice nella stagione 2001/02, parlavo sopratutto con Andrea Pieralisi, allora general manager. Da Gennaro ci si andava praticamente per due motivi: o perchè le cose non andavano bene, quindi si andava di lunedì o martedi, oppure perchè lui voleva dare qualcosa in più alla squadra e ci parlava della famosa "tigna". A Jesi ho imparato che cosa voleva dire questa parola. Lui ne parlava sempre e quando lui parlava alla squadra ne aveva da vendere di tigna. Non ricordo bene il primo incontro ma mi ricordo benissimo le volte che ci parlavo".

Gennaro non mancava mai alle partite. E' venuto a trovarvi durante gli allenamenti, magari prima di un match importante?

"Poche volte veniva durante gli allenamenti ma quando sapevamo che doveva venire, eravamo tutti molto attenti perchè sapevamo che era importante la sua visita durante l'allenamento. Quando entrava "Il presidente" entrava una persone di un certo calibro. Lui trasmetteva qualcosa. Mi piaceva molto quando parlava perchè comunque era una persone ragionevole, molto intelligente e capiva bene il meccanismo all'interno della squadra".

Sei tornata a Jesi da dirigente nel 2005. Il vostro rapporto è cambiato?

"Si, il rapporto era un po' cambiato. Era ben chiaro che ormai ero un dirigente ma avendo smesso di giocare da poco ero ancora molto vicino alle giocatrici e lo staff. Mi ha sempre detto di aver fiducia in me come direttore sportivo. A lui piaceva parlare e paragonare il meccanismo all'interno dell'azienda alla squadra. Lui ascoltava. La squadra veniva in gran parte gestita da suo figlio, Gabriele, come general manager e poi c'ero io come direttore sportivo. Ma Gennaro sapevo tutto quello che succedeva in palestra, nonostante fosse un uomo molto impegnato con il lavoro in azienda. Lui si informava e alle partite, se non era all'estero per lavoro, c'era sempre. Ogni tanto mi chiamava in ufficio per sapere le cose direttamente da me, ma era sempre un piacere parlare con lui e scambiare idee sulla gestione. Da lui ho imparato che in fondo, tra la gestione di una grande azienda e una squadra di serie A ci sono tantissime cose in comune". Nessuno

 
 
 

Vasconi: "L'Ingegnere veniva tra noi per incoraggiarci e spronarci a dare sempre il massimo"

Post n°2059 pubblicato il 10 Novembre 2020 da iamnobody2011
 

Allenatori, giocatrici, dirigenti, tutti quelli che hanno fatto parte del mondo rossoblù hanno voluto ricordare a modo loro Gennaro Pieralisi, scomparso nella mattinata di venerdì 6 novembre. Chi lo ha fatto sui social, postando magari la notizia presa dalla pagina Facebook della Pieralisi Volley, chi attraverso i media tradizionali. Tra quelli che hanno voluto salutare l'Ingegnere ci sono due allenatori, di epoche molto distanti tra loro: Luciano Sabbatini, attuale coach della Pieralisi in A1, e Gabriele Vasconi, storico vice fin dai tempi della serie A2 fino alla stagione 2004/05.

Gabriele Vasconi e Atanas Malinov"Sono arrivato alla Pieralisi in un momento particolare, subito dopo la rinuncia alla A1. - racconta coach Luciano - Ho in mente, nelle occasioni in cui ho avuto l'occasione di vederlo, la sua autorevolezza e il massimo rispetto che suscitava in tutte le persone che incontrava. Mi piace citare la frase che ripeteva a tutti gli allenatori negli anni della serie A1:"Non dobbiamo vincere il campionato, voglio che vinciate tutte le partite".

Gabriele Vasconi ha vissuto dalla panchina rossoblù tutta la scalata verso il sogno chiamato serie A1 e gli anni della Monte Schiavo ai vertici del volley nazionale. "La mia esperienza con la" Giannino Pieralisi" e il grande e appassionato presidente Gennaro Pieralisi, inizia a cavallo degli anni '70 e '80 come giocatore nella squadra di pallavolo maschile e continua come allenatore delle squadre giovanili femminili dall'anno 84/85. - dice - Dallo stesso anno inizia la mia avventura come secondo allenatore della prima squadra che milita in A2 con allenatore Picarelli, poi con Franca Ventura e Guilherme Guimaraes. Nella stagione 89/90, la squadra che era retrocessa in B1, ricomincia l'avventura per la promozione sempre con Guimaraes, poi con Maurizio Moretti dall'anno seguente fino al 95/96 con la promozione il A2. Sempre con Maurizio Moretti fino al 99/2000 si sfiora la promozione in A1 con la disputa dei play off. Promozione che arriva nel 2000/2001 con Volpicella come allenatore".

Grazie alla passione del "tifoso" Gennaro Pieralisi a Jesi dal 2001 arrivano grandi giocatrici ma anche, grandi allenatori. "Gli anni seguenti hanno visto a Jesi susseguirsi grandi tecnici: Atanas Malinov, Giuseppe Cuccarini e Jenny Lang Ping, con i quali ho avuto il privilegio di collaborare. - continua "Vasco" (nella foto con Atanas Malinov) - Al nostro fianco sempre un appassionato "tifoso", il nostro presidente che ci seguiva con passione e competenza. Devo molto a questa esperienza che mi è servita non poco nel mio lavoro. Ricordo sempre con affetto l'Ingegnere che veniva tra noi per incoraggiarci e spronarci a dare sempre il massimo. Buon viaggio Presidente!". Nessuno

 
 
 

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