Creato da: flussodicoscienza28 il 07/06/2011
è una tecnica utilizzata nella narrativa; consiste nella libera rappresentazione dei pensieri di una persona così come compaiono nella mente, prima di essere riorganizzati logicamente in frasi.

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Occhi fissi sul mondo

Post n°15 pubblicato il 13 Luglio 2011 da flussodicoscienza28
 

Hai chiuso le porte al mondo. Come puoi credere che fuori non ci sia qualcosa adatto a te se non hai il coraggio di lanciarti?

Le parole di quella frase prendevano forma davanti ai suoi occhi. La sua scrivania era illuminata dai raggi del sole che dalla finestra disegnavano piccoli cerchi sulle sue mani, sul suo corpo. Osservava il mondo da quella piccola finestra e si chiedeva se non avessero ragione gli altri, era veramente possibile che si fosse così tanto lasciata sopraffare da quella situazione da aver rinchiuso fuori tutto il mondo?
Osservava dalla finestra il continuo movimento del mondo. Tutto  attorono a lei si muoveva. Lei, no! Lei era veramente rimasta immobile.
Le note di Yann Tiersen inondavano la stanza, attorno a lei non c'era nessuno. E questo non perchè si fosse rinchiusa in quelle 4 mura, ma perchè aveva permesso di allontanarsi dal mondo intero. Ed ora non sapeva cos'altro fare. 
Da quella finestra poteva osservare tutto, ma non se stessa.
Si alzò. Si diresse verso il grande specchio posto tra il letto e l'armadio. Si piazzò davanti. Iniziò ad osservarsi. Lei non aveva chiuso le porte al mondo, aveva fatto qualcosa di ancora più grave. Quelle porte le aveva chiuse contro se stessa. Non si riconosceva più.
Allora si sedette, con le gambe incrociate davanti allo specchio che ora sembrava immenso. Quello specchio che sembrava svelarle la sua anima. Le lacrime iniziarono a rigare il suo viso, non le trattenne. Questa volta permise a se stessa di abbandonarsi alle sue emozioni. Si guardava mentre piangeva. I suoi occhi diventavano sempre più rossi e le sue gote erano intrise di liquido salato che fuorisciva dai suoi occhi. Si passò la mano sulla guancia, ma servì a poco. Nel giro di pochi minuti era di nuovo zuppa di lacrime. Le note di Tiersen continuavano a fluttuare nella stanza. Le facevano compagnia in quel caldo pomeriggio d'estate pieno di solitudine.
Vide le sue cicatrici. Le ferite che segnavano il suo cuore. Si accorse che nessuna di quelle piccole lacerazione si era rimarginata. Erano ancora lì, aperte, fresche pronte per sanguinare ancora e ancora....e ancora.
Fece come per toccarle ma il suo cuore non glielo permise. Lui, a differenza sua non voleva più soffrire. Si era trincerato dentro una muraglia fatta di delusioni, sogni infranti, speranza senza futuro. Non permetteva più a   nessuno, nemmeno a lei  di continuare quello strazio .

Mi dispiace...

Furono le uniche parole che riuscì a pronunciare tra le lacrime. Le dispiaceva perchè tutto quel dolore lo provava anche lei, ma si era così abituata che quasi lo aveva dimenticato. Per lei era normale. Per il suo cuore no. E allora le ricordò tutti quei momenti che lei avrebbe voluto dimenticare. Le portò alla mente quelle frasi, quelle sere, quelle situazioni che lei aveva semplicemente messo da parte. Ignorandole, credendo che un giorno avrebbe potuto dimenticarle.

Forse gli altri avevano ragione. Forse aveva veramente chiuso sè stessa fuori dal mondo. Ma era l'unico modo per poter sopravvivere. Almeno credeva fosse così. 

 Si chiedeva perchè per lei felicità fosse una meta così difficile da raggiungere. Lei non aspirava alla felicità eterna, sapeva benissimo che non esisteva. Desiderava semplicemente la felicità di un attimo. Era stanca si valicare montagne immense , per trovarci dietro, poi cosa? Altre montagne. Non si era mai arresa, ma ora era stanca. Voleva che per una volta qualcuno le dicesse non preoccuparti ci sono qui io. Non c'era nessuno, almeno nessuno che lei volesse. Avrebbe voluto, almeno per una volta, riposarsi. 

Non aveva più voglia di scalare montagne. Aveva deciso di rimanere lì, ferma, immobile ad osservarle. Sapeva che era sbagliato, sapeva che ciò che desiderava si trovava esattamente dietro quegli immensi cumuli di pietra. Ma non voleva muoversi. Non ne aveva più le forze. se continuo così, finirò per perderlo. Non puoi perdere qualcosa che non hai. Anzi, qualcosa che non hai mai avuto. Lei lo sapeva. 
Perchè non posso rimaere qui, a terra? Voglio solo riposare, dormire e magari svegliarmi domani con le forze necessarie per affrontare ciò che mi si presenta davanti! Ma lei aveva dormito così tanto che non aveva più voglia di svegliarsi. Si era abituata a vivere nel limbo delle emozioni, e quel "sentire/non sentire" la faceva stare bene, o meglio, non le provocava quel senso di chiusura alla bocca dello stomaco. 

e allora per una volta , lasciatemi perdere. Non ditemi cosa devo fare. Non ditemi cosa sia giusto o sbagliato. Lasciatemi in silenzio. Un giorno mi rialzerò, ve lo prometto.

 

 
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Commenti al Post:
wonderful.life_83
wonderful.life_83 il 13/07/11 alle 21:17 via WEB
molto bello, in queste parole mi ci rivedo un po...strano ma vero...è come guardarmi un po allo specchio...
(Rispondi)
 
flussodicoscienza28
flussodicoscienza28 il 13/07/11 alle 21:54 via WEB
grazie... credo che siano pensieri che almeno una volta, tutti hanno provato...
(Rispondi)
 
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