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KOSOVO, ABKHAZIA E OSSEZIA DEL SUD, CHE CI ASPETTAVAMO? ___________________ Argomenti (tags) dell'articolo: RUSSIA 5 - GEORGIA 1 _________________ Non dite che almeno Geopoliticando non l'aveva detto (vd. artt. "Serbia 6 - Kosovo 3" e "Serbia 7 - Kosovo 4"), l'illegale secessione del Kosovo poneva grandissimi rischi all'ordine internazionale. Un concetto banale, volutamente trascurato. Ora è venuto il momento di pagare il conto con la secessione di questi territori ex georgiani. L'unico modo per impedirlo sarebbe militare, ergo, la Georgia deve ridisegnare i confini. E' da tempo che la Russia manda segnali di insofferenza che sono stati comletamente trascurati, pare persino chiaro la volontà degli Stati Uniti di allontanare la Russia dall'Europa altrimenti non si capirebbero le continue ultime provocazioni (Kosovo, appunto, ma anche scudo spaziale in Polonia). L'inesistente Europa, come sempre, non guarda al proprio interesse o sono i singoli Paesi europei a farlo, oguno per la sua strada. La follia, l'indecenza e l'assoluta illegalità dell'indipendenza del Kosovo ha aperto una ferita che speriamo si chiuda solo con la questione georgiana. Non credo chei Russi supereranno questo limite, ma sul Kosovo dovevano farla pagare all'Occidente, in qualche modo. Urlare ora all'illegalità sulle due regioni ex georgiane sa di beffardo quando si è accettata, anzi spinta, l'illegalità del Kosovo. Che questo serva di esempio a tutti, il diritto inetrnazionale non può essere violato a seconda delle convenienze, oggi può far comodo, ma domani può accader qualcosa che non ci piace. Per ora siamo uno pari, speriamo che le parti tornino a ragionare, ma come per la Serbia, anche la Georgia deve certamente rassegnarsi. |
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"Principio di autodeterminazione" VS "Integrità territoriale", un dilemma cornuto su cui, il diritto internazionale, si conferma una variabile strettamente dipendente dagli interessi geostrategici in gioco e giocata sul filo, ipocrita e prestestuoso, dei genocidi, delle ingerenze umanitarie e delle missioni di pace.
Ho scritto anch'io un post su quest'argomento sottolineando quello che, a mio modesto avviso, è il punto chiave di tutta la vicenda e che, a 3 settimane dallo scoppio della crisi, rimane avvolto nel mistero.
Saakasvili ha agito di testa sua o su input statunitense?
La domanda non è di poco conto: generalmente i burattini hanno i fili e non un cervello, ma l'amministrazione Bush mi è sembrata spiazzata, come se fosse stata sorpresa o dalla mossa del suo uomo a L'Avana (in questo caso a Tbilisi) o, nel caso il presidentissimo georgiano abbia semplicemente ubbidito agli ordini, dalla pronta reazione russa.
Analizzerei separatamente i 2 scenari perchè diversa potrebbe essere l'evoluzione della crisi.
Nel caso di un colpo di testa, o di agostano sole caucasico, Mikheil Saakasvili potrebbe essersi lasciato ingolosire dalla prospettiva di una sua personale "Operazione Oluja", mentre il mondo guardava le cerimonia di apertura olimpica, cercando di occupare la provincia sudosseta dopo aver tenuto i suoi alleati occidentali all'oscuro dei suo piani.
Di fronte al fatto compiuto sarebbero stati i suoi potenti padrini a sostenerne la posizione in ogni sede.
L'attacco militare è stato improvviso ma la sua preparazione avrà richiesto settimane o mesi:
davvero può aver portato avanti tutto questo senza avvertire la Casa Bianca delle sue intenzioni?
e possono, i consiglieri militari a stelle e strisce presenti in Georgia, non accorgersi di cosa sta bollendo in pentola?
Se le cose stanno così c'è poco da dire: il leader georgiano si è dimostrato un irresponsabile avventurista che intendeva forzare la mano ai suoi protettori infischiandosene delle imprevedibili conseguenze.
Rebus sic stantibus Washington dovrebbe lasciare il quarantenne leader georgiano al suo destino ed imparare a scegliere meglio i fantocci per le prossime rivoluzioni colorate in agenda.
Se invece il presidentissimo caucasico ha agito su precisi input da oltreoceano resterebbe da stabilire qual'è lo scopo che si prefiggeva chi gli ha commissionato quest'attacco.
Intimorire i vicini della ex-U.R.S.S. per cooptarli nella NATO o per firmare a tamburo battente gli accordi sulle installazioni polacche o ceke?
Provocarne la reazione per metterla in cattiva luce sui media ed allontanarla dalle organizzazioni internazionali di cui fa parte?
L'unica cosa certa è che questa brillante idea estiva, chiunque l'abbia avuta, si è trasformata in un boomerang.
Proprio come il Kosovo...
Un caro saluto