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« Messaggio #117Messaggio #119 »

S T O P

Post n°118 pubblicato il 19 Novembre 2007 da jamesmarshall.c

I wanna go home

Take off this uniform

And leave the show

I’m waiting in this cell

Because I have to know

 

Have I been guilty all this time?

 

A volte mi capita di sentirmi come intrappolato in una ragnatela, come in stallo: non posso andare su, non posso andare giù.

 

Ieri è stato uno di quei giorni. Un giorno stranissimo. Come altrimenti definire un giorno in cui la persona a cui tieni più al mondo ti dice che ultimamente ti ha visto distante, e che di conseguenza si è allontanata da te, fino a dubitare del suo stesso amore?

            Come definire tale giorno, specialmente quando tu ritenevi di esserle stato vicino come non mai, e pieno di attenzioni, e quando sai che gli occhi ti brillavano al solo pensiero di quell’essere accanto a te, e la convinzione di stare assieme per sempre era più forte che mai?

 

            Come se nulla fosse successo, poi, sentirle dire di voler fare l’amore per lasciarsi tutto alle spalle, e che non ci saranno più problemi, che è stato solo un momento passeggero.

 

            Per me è stato come se qualcuno mi uccidesse, perché ritenevo di averle dato tutto, soprattutto nei mesi appena trascorsi, i mesi in cui, tra le altre cose, abbiamo deciso che presto andremo a vivere assieme. I mesi in cui stavamo pensando a come rifinire ed arredare il nostro nido d’amore. I mes…

 

Mi mancano le parole. Adesso lei mi chiama, mentre è al lavoro, e mi dice di amarmi tantissimo, che è tutto passato, che si ha dubitato del nostro amore, ma solo per un attimo.

E perché?

            Il sangue mi confluisce alla testa, mi impedisce di ragionare. Non vorrei vederla più , per chissà quanto tempo, fino a smaltire la rabbia, o forse solo fino a che riterrò di averla punita abbastanza per aver rifiutato tutto quello che ritengo di averle dato in tutto questo tempo.

 

            Mi viene in mente la metafora del padre irlandese di sette figli che fa di tutto per sfamarli, e solo per sentirsi dire che hanno ancora fame, e aspettare impotente i servizi sociali che li porteranno lontano da lui, via.

            Lei, per contro, mi ha visto più come l’uomo della mensa che a Oliver Twist negò un altro mestolo di minestra, dando piuttosto a quest’ultimo una mestolata in testa.

           

            Stamattina, al risveglio, mi sono sentito come un naufrago alla deriva su una zattera, come un cane abbandonato. Perché è questo che è stato fatto al mio amore. Una pugnalata in pieno petto senza nessun apparente motivo.

            E adesso, come puoi pretendere che tutto vada al suo posto senza conseguenze? Come, quando io non ritengo di aver cambiato nulla nei miei comportamenti, eppure tu mi descrivi come perfetto adesso, e un completo disastro qualche tempo fa? 

 

            E, ancora, perché quella tremenda pugnalata in un momento così dolce?

 
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