« Non ritorni | Ennesimo ritorno » |
Si potrebbe dire che io torni a scrivere qui quando è tardi per vivere *fuori,
quando le situazioni sono degenerate, arrivate al punto di non-ritorno.
Forse le mie sempre più rare apparizioni, quindi, lasciano buone nuove: meno disastri.
In realtà non è proprio così.
I [miei] rapporti si sono dimezzati, diradati, per noncuranza e negligenza mie immagino,
e peggio, non sento dispiacere, né sconforto, né tristezza e senso di fallimento: non sento.
E da una parte, follemente, vorrei tornare a qualche anno fa,
quando paure e sentimenti c'erano, benché altalenanti e spesso contrastanti,
ma mi sentivo *viva, percorsa da brividi e sensazioni che ora rimpiango, un po'.
Non riesco a tenere le fila di questo sopravvivere in cui non sembra esserci scopo,
necessito di certezze e di sicurezze, di prove certe che qualche capacità l'ho anch'io, in fondo.
Ci sono cose di cui vorrei-dovrei parlare-scrivere [e non sarebbe ancora sufficiente],
ma nemmeno questo posto sembra più adatto. Nessuno lo sarebbe, temo.
Di una gelosia acquisita che credevo non mi appartenesse, e che invece ora è viscerale,
che mi fa temere la *sua perdita più di tutto, il suo concedere ad altri ciò che è stato nostro.
L'amore è un gioco da bambini, bisognerebbe astenersi da esso accumulando anni.
Necessita di una cura e di un'attenzione, di un'ingenuità e di un coraggio da bambini,
tipici di chi non teme e non prevede conseguenze tragiche e immancabili.
Di chi non teme giudizi, di chi non racconta bugie a sé e a chi ama
convinto di risparmiare dolore, e invece si abbona ad esso e ai rimpianti.
L'amore non fa [più] per me, temo.
Non ora che dentro me è silenzio e buio.
Yann Tiersen, "Summer 78"