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Post n°769 pubblicato il 24 Settembre 2010 da killerbee73
Credo che il corso che ho appena finito possa aiutarmi un pochino a prendere coscienza dei mie pregi e dei miei difetti, a capirmi insomma. E' stato sicuramente costruttivo e inizio a vedere un raggio di sole in lontananza. Tra le diverse argomentazioni trattate, ci è stato illustrato anche il lavoro di Byron Katie, una donna che intorno ai trentanni cadde in forma grave di depressione e che ne uscì quando comprese che: quando credeva che qualcosa dovrebbe essere diversa da com’è soffriva, e quando invece non credeva a tali pensieri si sentiva in pace. Sul sito thework.com si parla del suo lavoro e dei suoi scritti. Vorrei citare un estratto del suo libro più famoso "Amare ciò che È" (Loving What Is). Ciò che è è L’unico caso in cui soffriamo è quando crediamo a un pensiero che si oppone a ciò che è. Quando la mente è perfettamente chiara, ciò che è è ciò che vogliamo. Volere che la realtà sia diversa da quella che è, è come pretendere d’insegnare ad un gatto ad abbaiare. Puoi provare quanto vuoi, ma alla fine il gatto ti guarderà e dirà: “Miao”. Volere che la realtà sia diversa da come è, è irrealizzabile. Eppure, se ci fai attenzione, ti accorgerai che decine di volte al giorno pensi pensieri come “La gente dovrebbe essere più gentile”, “I bambini dovrebbero comportarsi bene”, “Mio marito (mia moglie) dovrebbe essere d’accordo con me”, “Dovrei essere più magra (o più carina, o avere più successo”). Questi pensieri sono tutti modi per volere che la realtà sia diversa da come è. Se pensi che sia deprimente, hai ragione. Tutto lo stress che proviamo deriva dal contrastare ciò che è. Le persone nuove del Lavoro, mi dicono spesso: “Potrei perdere potere se smettessi di oppormi alla realtà. Se accettassi completamente la realtà diventerei passivo, perderei addirittura la volontà di fare”. Io rispondo con una domanda: “Puoi sapere con assoluta certezza che è vero?” Che cosa ti dà più potere: “Vorrei non aver perso il lavoro” oppure “Ho perso il lavoro; che cosa posso fare ora?”. Il Lavoro rivela che quello che pensavi che non sarebbe dovuto accadere doveva accadere. Doveva accadere perché è accaduto, e niente al mondo può cambiarlo. Ciò non significa condonarlo o approvarlo. Significa soltanto riuscire a vedere le cose senza resistenza e senza la confusione della lotta interiore. Nessuno vuole che i figli si ammalino, nessuno vuole avere un incidente d’auto; ma se accade, a cosa serve opporsi mentalmente? Sappiamo che è inutile, eppure lo facciamo, perché non sappiamo come smettere. Io sono un’amante di ciò che è, non perché sia una persona spirituale, ma perché contrastare la realtà fa male. Possiamo scoprire che la realtà è buona così com’è perché, se la contrastiamo, proviamo tensione e frustrazione. Non ci sentiamo naturali o in equilibrio. Quando smettiamo di opporci alla realtà, l’azione diventa semplice, fluida, dolce e priva di paura. |
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