A me piace pensare, invece, ai vari Doctor Faustus di Marlowe e Goethe, dove l’uomo si perde a causa di una insaziabile sete di conoscenza, o al Cuore di tenebra di Conrad, dove l’agente Kurtz concepisce l’orrore come ultimo gradino prima di giungere alla conoscenza ultima (e si noti che il suo sodale si chiama Marlow, proprio come l’autore inglese del Faustus!). Se Dio è conoscenza pura, vale la pena di dannarsi per questo? Io preferirei farlo per amore, un amore eterno, che non ha confine, e che trova in se stesso la ragione ultima del suo progredire sulle vie della “visio” ultraterrena. Ma io sono io, altri sono altri. Lei parlava di dubbi. “Ma talora è giusto dubitare! Non ne vedo la ragione!”: ecco uno scambio di battute fra due personaggi del Nome della Rosa di Umberto Eco, laddove il secondo – il monaco demoniaco Jorge da Burgos – riconosce che il dubbio è fomite d’incertezza e di tentazioni diaboliche (“ […] se i martiri avessero dubitato della loro fede, dove saremmo noi?”), e che gli stimoli dell’intelletto, per quanto impellenti, non possono venir sanati che dalla luce e dal consiglio di chi ne sa più di noi….
Inviato da: dolceamore.maria
il 24/12/2012 alle 11:00
Inviato da: The_Blue_Pearl
il 17/12/2012 alle 16:29
Inviato da: hastalavista1965
il 13/12/2012 alle 20:32
Inviato da: Balcan1
il 13/12/2012 alle 20:29