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da aprile del 2006 a marzo 2007 ho avuto la possibilità di lavorare con un'associazione dominicana, Oné Respe, che opera nelle baraccopoli di Santiago e di Haina in Repubblica Dominicana. Durante questo periodo ho scritto su questo blog ciò che vedevo e osservavo, qui trovi i post più rilevanti in ordine cronologico.
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116 blog contro il decreto anti-ambiente

116 blog si sono incatenati qui ed hanno vinto: l'articolo 29 del decreto anti-crisi è stato stravolto e sono tornate le detrazioni del 55% per chi realizza lavori di ristrutturazione a favore dell'efficienza energetica! Grazie a tutti.
 

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Creato da: kudablog il 27/10/2005
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Haiti: Inizia l'era Martelly

Post n°1774 pubblicato il 20 Aprile 2011 da kudablog
 

Oggi, a meno di rinvii dell'ultimo minuto, verranno ufficializzati i risultati delle elezioni presidenziali haitiane, processo lungo che avrebbe dovuto compiersi nel febbraio 2010 ma che ha subito continui rinvii a causa del terremoto prima e delle accuse di brogli poi. Michel "Sweet Micky" Martelly sarà ufficializzato presidente, senza alcuna esperienza politica, il cantante si appresta a giocare un ruolo molto delicato, ovvero dare ad Haiti un governo capace di interloquire con le organizzazioni internazionali, le ONG e, soprattutto gli haitiani.

In molti si chiedono che linea terrà Martelly di cui si conosce molto poco. La cosa certa è che oggi, nel giorno dell'ufficializzazione dei risultati non sarà ad Haiti, ma negli USA ad un incontro bilaterale con la Clinton.

Una prima questione che ha iniziato a trattare nei giorni scorsi riguarda le presenze ingombranti di due ex-presidenti da poco rientrati nel paese, l'ex-dittatore Jean-Claude Duvalier e l'ex-prete Jean-Bertrand Aristide. La sua apertura mira a una riconciliazione nazionale che però mette sullo stesso piano un figura responsabile di decine di migliaia di vittime e del furto di ingenti beni dello stato (Duvalier) con un presidente legittimamente eletto ed estromesso dal potere con un golpe militare (Aristide, 2004). La sua proposta di amnistia mal si concilia con le richieste delle organizzazioni civili che chiedono un processo contro Duvalier: Human Rights Watch e Amnesty international hanno prodotto centinaia di pagine di documenti chiedendo l'incriminazione dell'ex-dittatore, fino ad oggi esule in Francia, per tortura ed omicidio.

Ambiguo è il rapporto tra Martelly e gli autori del golpe contro Aristide. Guy Philippe, leader della rivolta del 2004, ha affermato che nonostante abbia sostenuto la candidatura di Martelly alla presidenza, non ha stretto alcun accordo o allenaza.

Il ruolo della Francia, già colonizzatrice di Haiti e stato responsabile dell'imposizione di una grande ammenda al momento dell'indipendneza, è altresì ambiguo. L'ambasciatore francese in Repubblica Dominicana ha infatti comunicato che la Francia, dal terremoto ad oggi, avrebbe speso 486 milioni di euro a favore della ricostruzione, ma dall'analisi dei conti pubblici si scopre che sommando i soldi stanziati realmente tra il 2010 e il 2011 non si arriva a 200 milioni e che delle scuole, ospitali e centri pubblici di cui parla l'ambasciatore non vi sia alcun riscontro. Il rapporto con questo stato sarà particolarmente delicato per il nuovo presidente.

Il governo di Martelly, che sarà nominato presidente il 14 maggio, appare però già minato alla nascita. Il presidente eletto, infatti dovrà fare i conti con almeno quattro elementi di debolezza:

- dal processo elettorale è stato escluso, già alla fine del 2009, il partito di Aristide, Fanmi Lavalas, e questo ha lasciato molte persone che ancora credono nel processo di rinnovamento a suo tempo iniziato dall'ex-presidente, senza una rappresentanza politica;

- al ballottaggio per le presidenziali l'affluenza è stata tra il 23 e il 30%, ciò vuol dire che Martelly è stato scelto da meno di un quinto della popolazione;

- il Parlamento è controllato quasi completamente dal partito del presidente uscente Preval, che, accusato di brogli durante il primo turno, ha dovuto cedere ed accettare l'esclusione del suo candidato alla presidenza, ma ha tenuto duro per quel che riguarda deputati e senatori;

- ultimo, ma forse primo problema, in questo momento Haiti non ha una politica indipendente, ogni azione deve essere concordata con stati esteri, Nazioni Unite e con le grosse ONG e ciò lascia davvero pochi margini di manovra.

Il rischio che a breve monti un malcontento nei confronti del presidente e che qualcuno pensi di approvittarne rinnovando la tradizione dei colpi di stato è reale. Per evitare ciò sarà fondamentale l'aiuto politico di Stati Uniti, Brasile e Europa che dovranno sostenere, senza limitarne l'indipendenza, il nuovo presidente.

In questi giorni, infine, il Servizio Gesuita Rifugiati denuncia le deportazioni che gli USA stanno perpetranno a danni degli immigrati haitiani, ancora un paio di giorni fa un gruppo di 19 persone è stato rimpatriato. Davanti alle proteste, il Dipartimento di Stato afferma che il problema della loro qualità di vita riguarda il governo haitiano, non quello statunitense.

Per approfondire: Haiti: l'isola che non c'era.

 
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Quanta energia "nucleare" compra l'Italia dalla Francia?

Post n°1773 pubblicato il 18 Aprile 2011 da kudablog
 

nucleare francese italia energiaI sostenitori del nucleare nostrano, spesso, quando si parla di energia ribatto spesso che "l'Italia, che rifiuta il nucleare, acqusita energia nucleare dalla Francia". Ma quanto è vera questa affermazione?

Credo che il modo migliore sia andare a vedere i dati del fabbisogno lordo. Gli ultimi dati disponibili, forniti da Terna, risalgono al 2009. Il fabbisogno è stato pari a circa 317.602 Gwh (Gigawatt/ora all'anno), di questi, circa 278.880 Gwh (87,81%) sono stati prodotti internamente in Italia. In tutto, nel 2009 abbiamo acquistato dall'estero circa 44.000 Gwh di energia: 10.701 Gwh ce li ha ceduti la Francia, 24.473 la Svizzera e 6.712 la Slovenia. Questi paesi producono energia anche attraverso centrali nucleari (la Francia produce il 75,17% dell'elettricità con il nucleare, la Svizzera il 39,50% e la Slovenia circa il 38%).

Facendo quindi i conti dell'energia importata in relazione a quella prodotta con il nucleare si scopre che importiamo circa 8.000 Gwh di energia elettrica prodotta dalle centrali nucleari francesi, 9.700 Gwh dalle centrali svizzere e 2.550 Gwh dall'unica centrale slovena. Si scopre così che solo il 2,5% del fabbisogno nazionale è coperto dal nucleare francese, il 3,05% dal nucleare svizzero e lo 0,8% da quello sloveno.

Questo in chiave teorica, ma se si guarda la tabella che il Gestore Servizi Energetici pubblica ogni anno per indicare la composizione del Mix Medio Nazionale utilizzato per la produzione dell'energia elettrica (ivi comprese quella importata dall'estero), l'energia nucleare è pari solo al 1.5% poichè l'energia elettrica importata è identificata dal GSE per il 69,2% come fonte rinnovabile. (qui i dati)

Ma c'è un'altro dato da considerare. Consultando i dati pubblicati da Terna si scopre infatti che l'Italia dal punto di vista energetico è tecnicamente autosufficiente. Le nostre centrali (termoelettriche, idroelettriche, solari, eoliche, geotermiche) sono in grado di sviluppare una potenza totale di 101,45 GW, contro una richiesta massima storica di circa 56,8 GW (picco dell'estate 2007). Perché allora importiamo energia dall'estero? Perché conviene. Soprattutto di notte, quando l'elettricità prodotta dalle centrali nucleari, che strutturalmente non riescono a modulare la potenza prodotta, costa molto meno, perché l'offerta (che più o meno rimane costante) supera la domanda (che di notte scende).

fonte: Il Fatto Quotidiano

 
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L'inquinamento offusca la mente

Post n°1772 pubblicato il 15 Aprile 2011 da kudablog
 

Commentando una qualsiasi delle iniziative senza senso (vedere alla voce "distributore di idrogeno in Bicocca") si legge:

"Milano, già città pilota in Italia nelle politiche ambientali, - dichiara Maurizio Cadeo, Assessore all'Arredo, Decoro Urbano e Verde del Comune di Milano - pone tra i suoi prossimi primari obiettivi la sensibilizzazione e l'offerta concreta di un trasporto pubblico sempre più attento all'eco sostenibilità.

Città piolta nelle politiche ambientali? La città che nei primi 38 giorni dell'anno riesce ad esaurire i 35 giorni di sforamento concessi dalla UE per il PM10? Quella che ha costruito l'ultima linea della metro per i mondiali del '90? Quella città?

O forse si riferisce alla Milano che costruì la rete dei tram perchè dopo quell'idea poco si è visto di politiche ambientali.

 
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Ucciso Vittorio Arrigoni

Post n°1771 pubblicato il 15 Aprile 2011 da kudablog
 
Tag: asia

vittorio arrigoniUno che ci mette la faccia, con tutto il corpo. Uno che non fa impegno part-time. Ha scelto di vivere a Gaza, ha scelto di condividere. L'ultimo sms, qualche giorno fa. ''Vado a comprare il pane, hermano, che bombardano''. Mi ha colpito, perché è la frase di chi condivide, è la frase che mi avrebbe detto qualunque palestinese che ho conosciuto nei miei reportage in Palestina. Quei viaggi dove vai e, se tutto va bene, torni. Prima di un altro viaggio e di un altro racconto. Vittorio ha scelto di restare. E non è facile.

Lo aspettavamo in redazione, in questi giorni. Un visita alla famiglia, dopo mesi, una chiacchiera di lavoro. Quello di Vittorio, prima di tutto, è lo scudo umano. Proprio così. Con l'International Solidarity Movement Vittorio è con il contadino che tentava di badare al suo campo senza lasciarci le penne, con il pescatore mitragliato dalla marina israeliana, con la donna palestinese che tenta di raccogliere il prezzemolo sotto il fuoco dei cecchini di Israele.

(Peacereporter)

Questa era la sua pagina Facebook, questo il suo blog.

Se cercate su internet sono moltissime le pagine che lo attaccano per le sue posizioni, per la sua volontà di dare un messaggio non mediato, per non essersene andato via da Gaza sotto il Piombo Fuso istraeliano. Era una persone da seguire, mentre era in vita.

 
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Cosa succede se vincono i sì al referendum sull'acqua?

Post n°1770 pubblicato il 13 Aprile 2011 da kudablog
 
Tag: acqua

acqua saponaro referendum effettoSul tema c'è un po' di confusione perchè da una parte di parla di Acqua pubblica, dall'altra si dice che verrebbe esclusa l'opzione privata. Per capirci Marcello si esprime così:

La vittoria del SI al Referendum (la ristatalizzazione) sarebbe invece un disastro.

Ma ecco gli effetti che produrranno i due quesiti referendari se dovessero passare:

Se passa il primo questio, a livello immediato, attraverso l'abrogazione dell'art. 23 del Decreto Ronchi, gli enti locali (comuni) potranno recuperare l'autonomia politica di decisione sui servizi pubblici locali e sull'acqua, e avranno la responsabilità della loro gestione, rispettando, naturalmente, la normativa comunitaria. Ciò avrebbe due effetti immediati:

 

  • Il primo. Il territorio nazionale è diviso in 92 "ATO" (Ambito territoriale ottimale). Si tratta di assemblee di sindaci che cogestiscono il servizio idrico. Oltre la metà di questi, 64 su 92, non ha ancora proceduto ad alcun affidamento o gestisce il servizio idrico attraverso società a totale capitale pubblico. Composti da città capoluoghi o di grandi dimensioni, i comuni degli ATO vedrebbero decadere l'obbligo di indire le gare entro il 31 dicembre 2011, conservando così la facoltà di continuare a gestire direttamente acqua, rifiuti e trasporti pubblici locali, cioè i tre servizi pubblici locali oggetto dell'art. 23. 
  • Il secondo. I comuni che sono azionisti di società miste a cui hanno delegato in precedenza la gestione dell'acqua, vedrebbero decadere l'obbligo di cedere ai privati le loro partecipazioni azionarie, che entro il 2013 dovranno ridursi a non oltre il 30%. Oggi la partecipazione azionaria oscilla tra il 51 e il 70%, cosa che consente a questi comuni-azionisti di esercitare un minimo di controllo sulle politiche di gestione dei servizi locali. Scendendo la quota di partecipazione al 30% gli enti locali verrebbero a trovarsi in minoranza. Questa tipologia interessa la maggioranza dei comuni di importanti regioni come la Toscana (Acquapublica), l'intera Emilia Romagna (Hera) e il Lazio (Acea).

 

Il successo del secondo quesito referendario, determinerebbe l'abrogazione del comma 1 dell'art. 154 e come effetto immediato comporterebbe una riduzione del 7% delle tariffe dell'acqua ma, soprattutto determinerebbe una riduzione dell'interesse da parte delle principali imprese multinazionali a partecipare alle gare di appalto indette da amministratori locali. In questo quadro, infatti, non verrebbe assicurata la possibilità di avere per legge un profitto garantito. La scomparsa della remunerazione minima garantita comporterebbe inoltre la revisione dei piani di investimento.

Questi sono gli effetti reali, quindi, nessun obbligo di gestione pubblica, nessuna statalizzazione, nessuna esclusione dal mercato del privato, nessun impedimento di fare porfitto. Ma un ritorno ad un'autonomia decisione da parte degli enti locali, se qualche politico vorrà presentarsi alle elezioni del suo comune dicendo che l'acqua va affidata ad un ente privato e verrà eletto potrà farlo, ma sarà vero anche il contrario.

 
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Torino, Fassino, Verdi - Verdi e Bonelli

Post n°1769 pubblicato il 12 Aprile 2011 da kudablog
 

Che a un mese dalle elezioni si sia ancora a decidere chi sostiene chi è una schifezza ma che ci si batta per una lista civetta è davvero il massimo.

verdi verdi cotaA Torino, Fassino, vincitore delle primarie, sembra abbia chiuso un accordo con la lista Verdi-Verdi, quelli dell'Orso che Ride. Una lista civetta di destra che alle ultime regionali si presentava con Cota e ha raccolto 6.000 voti a Torino. Ecco il loro simbolo un anno fa.

Oggi il loro padre padrone Lupi, 190 preferenze alle Regionali a Torino, si vuole accoppiare con Fassino nonostante un ricorso contro di loro presentato dai Verdi del Sole che Ride un anno fa.

Monica Frassoni, presidente dei Verdi Europei, si indigna, Bonelli si arrabbia, ma Fassino dice che Verdi - Verdi e Verdi hanno un accordo.

verdi fassino bonelli cota

Chi mi spiega come stanno le cose?

 
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L'evoluzione di Alaska (e del web)

Post n°1768 pubblicato il 12 Aprile 2011 da kudablog
 
Foto di kudablog

Alaska è una trasmissione di Radio Popolare condotta da Marina Petrillo dal settembre 2009. Nasce con l'idea de seguire in modo attento le discussioni che si sviluppano sui blog italiani, ma soprattutto stranieri ma nel corso di meno di due anni ha dovuto cambiare ed adattarsi alla nuova forma di internet.

Nel 2009 siamo al culmine dell'esperienza dei blog, internet ha trovato un suo precario equilibrio nei contenuti creati da, in qualche modo, nuovi o vecchi, personaggi di riferimento che riescono a comunicare ad un grande pubblico anche svincolandosi dai media tradizionali. I commenti ai post sono il luogo principe della discussione on-line ed hanno soppiantato i vetusti forum.

Alaska, nei primi mesi, è un rassegna di ciò che c'è di interessante in giro per il web, forse un po' nerd, attenzione ai fumetti, all'arte di nicchia, ai libri, all'arte, alle nuove trovate tecnologiche. Si tratta per lo più di commenti e recensioni. Ma siamo anche all'inizio dell'era Obama, c'è il forum di Copenhagen sull'ambiente, si cercano in rete le risposte alle domande di energia pulita e stile di vita sostenibile.

Il primo scossone arriva a gennaio 2010 con il terremoto di Haiti. L'attualità sta trovando una nuova forma di comunicazione Twitter e Flickr diventano mezzi fondamentali per raccontare l'oggi. Alaska inizia ad interessarsi alle notizie user genered, anche con riferimento all'Italia, alla rivolta di Rosarno, alla ricostruzione dell'Aquila. Si inizia la collaborazione con Global Voices e si apre una finestra sull'Iran, paese con forse il maggior numero di blogger pro capite.

Lentamente Alaska inizia a diventare una finestra aperte sulle crisi dimenticate, oltre ad Haiti, si parla di Cina, di acqua. Il mese d'aprile è quasi dedicato al vulcano Eyjafjallajokull con le notizie dal posto, ma soprattutto le foto e i commenti degli abitanti.

A maggio, con la crisi della BP e della marea nera c'è un nuovo salto, ormai anche i blog appaiono lenti rispetto alla necessità di velocità delle informazioni, a allora ci si butta su Twitter. Il microblogging, il re-twitting, sono gli strumenti che più facilmente permettono di seguire l'attualità. Alaska da blog che parla di blog diventa anche twitter che selezione e rilancia le notizie prima ancora dei lanci di agenzia.

Dopo la pausa estiva, ad ottobre, Alaska sembra tornare alle vecchie tradizioni, sgurado su blogger famosi e molta America. Ma è solo una breve parentesi. Con gennaio 2011 avviene la trasformazione definitiva, sono le rivolte nel mondo arabo a segnare il definitivo crollo del sistema blog per informare a favore di Twitter, Alaska seleziona di volta in volta le voci da seguire dall'Egitto, dall'Algeria, dalla Tunisia e dalla penisola arabica e le rilancia, le contestualizza le commenta. I blog sono solo lo spazio dove questi twit e le loro foto vengono legati insieme e contestualizzati. Le crisi si inseguono, e il tempo per capirle è poco.

La fase di marzo, poi, è forse quella più difficile, inizia ad essere un triste bollettino delle voci che si spengono o spariscono, i twitter del nord africa vengono arrestati, rapiti turturati, inizia il bollettino degli scomparsi, degli account violati e delle voci libere in difficoltà. Mentre si parla sui media della guerra in Libia, si cerca ad Alaska di seguire le molte piazze in rivolta, attraverso i 140 caratteri di Twitter e le poche informazioni che altri blogger tentano di organizzare.

Alaska, ottima Marina Petrillo, ha saputo leggere il cambiamento di internet come pochi media in Italia, lasciando perdere i gruppi "scandalo" di Facebook ma andando a cercare là dove le notizie si creano e dove le persone comunicano. Grazie, continua così.

 
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Michel "Sweet Micky" Martelly ha vinto le elezioni presidenziali ad Haiti

Post n°1767 pubblicato il 06 Aprile 2011 da kudablog
 

Martelly, cantante haitiano conosciuto come Sweet Micky, ha ottenuto il 67,57% dei voti alle elezioni tenutesi il 20 marzo passato, contro 31,74% dell'ex-fist lady Mirlande Manigat, l'intellettuale che era arrivata prima al primo turno.

I dati annunciati oggi dal Consiglio Elettorale Provvisorio devono essere confermati il 16 aprile.

Martelly era rimasto escluso al primo turno ed è stato riammesso solo dopo le proteste di piazza. Martelly non ha nessuna esperienza di governo.

 

 
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Diritti dei disabili e guerrilla marketing

Post n°1766 pubblicato il 06 Aprile 2011 da kudablog
 

Ieri si è chiusa una campagna informativa partita come campagna virale per parlare del diritto al lavoro delle persone disabili.

L'idea è nata qualche mese fa quando stanchi di continuare a parlare delle possibilità di inserimento al lavoro dei disabili a chi queste cose le sapeva già, e stanchi di essere ignorati dalla stampa troppo attenta a parlare dei gruppi facebook contro i down per accorgersi di chi tutti i giorni lavora e lotta per superare discriminazioni e pregiudizi, stanchi di questo abbiamo deciso di spiazzare e giocare pesante.

Ecco l'articolo che ho scritto per Peacereporter per spiegare tutta l'iniziativa:

Per qualche giorno un gruppo di "imprenditori meritocratici" ha portato avanti una campagna fortemente discriminatori su internet, nei social network e con manifesti in provincia di Milano. Chiedevano di escludere i lavoratori disabili dalle loro aziende, in fondo, affermavano, "le aziende sono fatte per produrre, per garantire lavoro ai propri dipendenti, per dare stipendio a chi se lo merita. Con la scusa degli obblighi di legge hanno riempito le aziende di persone che non rendono come le altre.". Insomma: fuori i disabili dalle aziende!.

Si trattava però di una sapiente e attenta campagna di guerrilla marketing sociale commissionata dal Consorzio Sociale CS&L e finanziata dal Piano EMERGO della Provincia di Milano. L'iniziativa degli "imprenditori", infatti, non ha mancato di far parlare su blog e forum portando anche alla reazione dell'ex Ministro Antonio Guidi che ha commentato proponendo un parallelo fra il gruppo di opinione che un anno fa attaccava le persone con sindrome di Down e l'attività della sedicente "Tavola della meritocrazia".

Gli estensori della campagna hanno monitorato il diffondersi delle discussioni on-line su varie piattaforme riscontrando come la posizione degli "imprenditori meritocratici" non fosse così lontana dal pensiero di alcuni. Questo un esempio dei commenti apparsi: "Penso che sia diritto di ognuno di poter assumere (e quindi pagare) chi ne ha voglia; questo cari ragazzi fa parte della cosidetta "libertà di impresa" senza che nessuno debba essere costretto ad assumere chicchessia non per merito delle sue capacità ma solo in base di assurde "affirmative action". E' per questa motivazione che solidarizzo al 100% con questi imprenditori".

Un'osservazione accurata è stata fatto anche prendendo in considerazione i commenti di persone che, giustamente, condannavano gli "imprenditori". Il termine disabile porta con se un'accezione negativa, anche nelle persone più aperte e sensibili. Uno degli insulti che più è stato rivolto agli Imprenditori Meritocratici è stato: "i disabili siete voi". È paradossale come in un discorso nel quale si vuole illustrare il fatto che le persone disabili hanno tutte le capacità, oltre che il diritto, per lavorare in modo proficuo in un'azienda contribuendo così alla creazione di ricchezza, si utilizzi la parola disabile come un insulto per indicare una persona, o un gruppo di persone, in questo caso i nostri imprenditori, per il quale non si nutre alcuna stima e, anzi, si ritiene incapaci di formulare un pensiero civile.

Ma l'azione non è stata solo di denuncia ed analisi del fenomeno, è stato infatti presentato un sito www.situabile.org che raccoglie le storie di inserimenti di successo raccontate dalla viva voce degli imprenditori che hanno accettato di confrontarsi con la disabilità e dai loro dipendenti, disabili e non.

"Non abbiamo voluto offendere la sensibilità di nessuno", dichiarano i responsabili della campagna, "ma abbiamo fatto emergere le situazioni di discriminazione con cui bisogna fare i conti. Vedere scritto, nero su bianco, le affermazioni che spesso sentiamo rivolgerci dalle aziende urta la nostra sensibilità e scatena anche della giusta rabbia, ma adesso che abbiamo catturato un po' di attenzione vogliamo raccontarvi che ci sono anche storie positive e, soprattutto, che se vogliamo fare giustizia alle persone disabili dobbiamo smettere di considerarle come persone sfortunate che vanno aiutate, ma come come lavoratori che, al pari di tutti gli altri lavoratori, contribuiscono al successo di un'impresa e alla creazione della sua ricchezza."

Per chi volesse capire qualcosa di più del mio lavoro, abbiamo provato a spiegarlo in questo video:

Qui il report con tutti i risultati dell'azione.

 
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Tutte le fonti di energia godono di sussidi, ma il petrolio 12 volte di più delle rinnovabili

Post n°1765 pubblicato il 04 Aprile 2011 da kudablog
 

sussidi fossili

New research from Bloomberg New Energy Finance reveals that despite many platitudes and pledges, governments of the world are spending substantially more on subsidizing dirty forms of energy than on renewables and biofuels. In fact, support for cleaner sources is dwarfed by the help the oil, coal, and other fossil fuel sectors receive.

Ovvero: secondo i dati di Bloomberg il sussidio totale in tutto il mondo per i combustibili fossili (Fossil Fuels) è stato di 557 miliardi di dollari per il 2008, contro un sussidio di circa 45 miliardi per le rinnovabili (renewables). Ovvero, per i sussidi ai fossili si spende più di 12 volte di quello che si spende per le rinnovabili.

Per non parlare del nucleare. Solo una domanda: chi pagherà l'intervento a Fukushima? Il privato o il pubblico?

 
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Orgoglioso della mia città quando prende queste decisioni

Post n°1764 pubblicato il 02 Aprile 2011 da kudablog
 

L'amministrazione comunale di Cernusco sul Naviglio ha messo a disposizione un'area comunale a 3 famiglie Rom con 10 minori che da oltre 2 settimane, dopo lo sgombero avvenuto a Segrate, vagavano senza un posto fisso dove dimorare. I ragazzi frequentano la scuola e i padri lavorano. L'area consentirà alle famiglie di far stazionare le 3 roulotte che il Segretariato Sociale San Riccardo Pampuri ha destinato loro.

Più notizie qui.

 

 
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La Regina Rania di Giordania offesa a Studio Aperto

Post n°1763 pubblicato il 31 Marzo 2011 da kudablog
 
Tag: asia

Un amico mi ha segnalato un servizio andato in onda su Studio Aperto qualche giorno fa. Eccolo:

Un servizio sulle mogli dei dittatori arabi che si apre con Rania di Giordania. Non ho la capacità di illustrare cosa vuol dire il lavoro di Rania per la Giordania, spero che IlDerviscio mi venga incontro.

L'unica cosa che posso fare per provare a far capire chi è e cosa rappresenta la Regina Rania è proporvi questo suo intervento al David Letterman Show.

Se leggi la nota su Facebook vedi il video di Studio Aperto qui e quello del Letterman Show qui.

Aggiornamento: ecco il contributo de IlDerviscio

Ciao Kuda.

Tiranno???

Evviva l'informazione e l'obiettività di Mediaset.

Dunque, la Giordania è una monarchia istituzionale.

Il Parlamento, molto sul modello inglese, è composto di una Camera dei "Lords" eletti dal Re e in carica per quattro anni e da una Camera dei Deputati eletti (120 uomini e donne). Il suffragio è universale e la maggior età è di diciotto anni. Oltre agli eletti, la Camera ha dodici posti riservati di diritto a sole donne, due posti riservati alla città di Amman, un posto riservato rispettivamente alle città di Zarqa e alla città di Irbid, nove posti sono riservati ai cristiani, nove alle tribù beduine, e tre a cittadini giordani con ascendenti Ceceni o Circassi.

A noi può sembrare strano, ma i giordani Hascemiti (tribù del Profeta Mohammed dalla quale discende la famiglia reale) hanno un sacro rispetto degli ospiti e il rispetto degli equilibri interni fra gruppi religiosi, etnici e tribali è il vanto di questa tribù dalle origini (secondo la tradizione araba) nobilissime.

Sono stato in Giordania nel 1994 e l'ospitalità dello Sceicco Hascemita Khaled nella città di Mahan nei confronti del gruppo di venticinque persone di cui facevo parte, è ancora un ricordo magnifico e indimenticabile.

Sicuramente nel Paese ci sono tensioni. La Giordania non è ricca, non ha il petrolio, l'acqua è scarsa ed è soggetta a una forte immigrazione palestinese senza avere risorse sufficienti per un'assistenza soddisfacente e capillare.

Rania di Giordania stessa è palestinese e ha portato una forte ventata di novità nel Paese.

Rania è molto attiva soprattutto nel campo dell'assistenza ai bambini di famiglie povere, alla divulgazione di scuole nei villaggi, al sostentamento di piccole iniziative manifatturiere gestite da donne e molto altro. Rania è quindi molto amata, specialmente negli strati sociali più poveri. Sicuramente ai ricevimenti internazionali non si presenta in jeans e maglietta come durante l'organizzazione degli aiuti per Gaza, ma le buffonate diffamatorie di studio aperto non sono altro che l'immagine riflessa dello squallore dei conduttori di questo "giornale" che assomiglia di più alle manipolazioni alla "Forum" di Rita della Chiesa che non a una testata d'informazione degna di questo nome.

Ciao

Un abbraccio

Il Derviscio

 
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Scontro Rubbia - Veronesi sul nucleare

Post n°1762 pubblicato il 30 Marzo 2011 da kudablog
 

Oggi il Giorno pubblica questo schema:

veronesi rubbia nucleare

Se dovessi farti operare per un tumore andresti da un fisico nucleare o da un oncologo? e se dovessi prendere decisioni in tema di energia?

Spero che ciò che c'è scritto non sia vero perchè se Veronesi avesse detto davvero che in Italia si costruiranno reattori di quarta generazione sarebbe la prova che non sa assolutamente di cosa sta parlando.I reattori a fissione finora installati nelle centrali nucleari sono di seconda generazione. Adesso in Francia e in Finlandia si stanno costruendo i primi due della Terza generazione avanzata noti con la sigla EPR (Enhanced Pressurized Reactor) su progetto dalla società francese Areva e tedesca Siemens.

I reattori nucleari di IV generazione sono oggetto di ricerca della comunità scientifica internazionale da più di un decennio ma a tutt'oggi nessuno dei numerosi progetti allo studio è stato ancora realizzato. Anche le previsioni per il loro futuro sviluppo sono incerte si parla del 2030/2040.

Veronesi lo preferisco quando parla di tumore, come su Wired.

 
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82 centesimi per ogni litro di benzina

Post n°1761 pubblicato il 30 Marzo 2011 da kudablog
 
Tag: energia

caro benzinaIl Post pubblica un interessante schemino per leggere il prezzo della benzina:

In questo momento, il prezzo di un litro di benzina comprende tra gli altri:

- 0,001 euro per la guerra di Abissinia del 1935;
- 0,007 euro per la crisi di Suez del 1956;
- 0,005 euro per il disastro del Vajont del 1963;
- 0,005 euro per l’alluvione di Firenze del 1966;
- 0,005 euro per il terremoto del Belice del 1968;
- 0,051 euro per il terremoto del Friuli del 1976;
- 0,039 euro per il terremoto dell’Irpinia del 1980;
- 0,106 euro per la missione in Libano del 1983;
- 0,011 euro per la missione in Bosnia del 1996;
- 0,020 euro per il rinnovo del contratto degli autoferrotranvieri del 2004.

In totale fanno 0,25 euro, a cui si aggiungeranno i 0,02 euro destinati al Fondo Unico per lo Spettacolo. Su queste cifre bisogna calcolare l'IVA al 20% e si arriva così tranquillamente sopra i 30 centesimi.

Mettendo tutto in ordine, quindi: stando ai dati forniti dal ministero dello Sviluppo Economico, il 21 marzo un litro di benzina senza piombo costava in media 1,527 euro. Di questi, 0,709 euro erano il costo netto del carburante; 0,564 euro erano il costo delle accise; 0,255 euro erano il costo dell'IVA.

Ecco magari qui Calderoli trova qualche legge da bruciare, tipo le imposte inserite prima del 2004 si potrebbero togliere, vorrebbe dire abbassare il prezzo della benzina di 0.28 euro al litro, ovvero, per 35 litri di un pieno medio di un'utilitaria un risparmio netto di quasi 10 €.

 
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Giapponesi si nasce, Paolo lo è diventato e destina un euro a copia per le vittime del terremoto

Post n°1760 pubblicato il 28 Marzo 2011 da kudablog
 
Tag: asia

Paolo Soldano è un amico, il direttore del Bivio, un giornalista che dopo aver girato per il mondo si è stabilito a Tokyo, città che guarda e che racconta in un bel libro "Giapponesi si nasce" che lui presenta così:

"Giapponesi si nasce" raccoglie esperienze, visioni, frammenti di vita quotidiana di un giornalista nella terra del Sol Levante, un mondo in cui ogni giorno non è mai uguale al precedente: testi brevi e curiosi, istantanee divertenti, per chi ha voglia di scoprire un po' di più il Giappone, le sue contraddizioni e le sue peculiarità.

Mi sono limitato a guardare, osservare e cercare di capire senza troppe pretese: perché il Giappone è un insieme di luoghi nei confronti del quale esistono solo diversi gradi di ignoranza.

Dopo le scosse che hanno sconvolto il Giappone ha lavorato non poco per provare a mitigare il catastrofismo che capeggiava nei titoli dei media italiani provando a riportare ciò che avveniva in città, mica tanto fantasma... Poi ha deciso che per un anno a partire dal 20 marzo 2011, per ogni copia venduta - in qualsiasi forma - di "Giapponesi si nasce" sarà devoluto 1 euro ai terremotati giapponesi.

Il libro merita, ora c'è un motivo in più per comprarlo.

 

 
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