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DARWIN L’ASSEMBLATORE

Post n°202 pubblicato il 30 Luglio 2009 da Fratus

Pochi sanno che l’idea che l’uomo discenda da organismi di specie diversa è molto più antica della teoria di Darwin; la teoria non fu elaborata, ovviamente, in ambito scientifico ma in quello filosofico e già nell’antichità venne formulata da pensatori come: Talete, Anassimadro, Epicureo e Lucrezio. Empedocle da Agrigento (circa 490-430 a.C.) era convinto che animali e piante non fossero nate nello stesso momento e, seguendo la sua logica, gli animali comparvero molto più tardi rispetto ai vegetali. Sempre Empedocle ipotizzò “la sopravvivenza del più adatto”. Un altro grande pensatore come Anassimandro Da Mileto (circa 610 -550 a.C.) era convinto che all’inizio della storia del nostro pianeta tutte le acque fossero abitate da grossi animali simili a grandi pesci con squame e che essi si sarebbero più tardi spostati a vivere sulla terra ferma dove avrebbero perso le squame e originando gli altri animali sino agli esseri umani.

Le idee che si svilupparono in quei periodi furono decisamente influenzate dalla mitologia delle regioni asiatiche occidentali come nella cultura babilonese in cui si trovano miti sullo sviluppo degli esseri viventi.

Quindi è evidente che l’origine della teoria di Darwin non è nata con lo studioso naturalista ma ha ben radici profonde nell’antichità e soprattutto nella mitologia: la convinzione che l’uomo si sia evoluto da altre specie, non deriva da scoperte scientifiche ma da miti pre-cristiani. Le teorie evoluzioniste si ripresentarono alla luce della storia durante il periodo del Rinascimento cioè con il sorgere della cosiddetta scienza moderna; ma, così come in passato, non furono sostenute da scienziati bensì da filosofi.

Leibniz era convinto che tutte le classi animali si fossero sviluppate tra loro tramite forme intermedie. Lo stesso Kant sviluppò il pensiero che tutte le forme viventi si fossero sviluppate da forme inferiori più semplici spiegando, comunque, che la sua idea era una “audace avventura della ragione”. Molti altri pensatori come Von Schelling e Hegek manifestarono simili pensieri sull’origine dell’uomo; il naturalista J. Swammerdam spiegò che le specie animali si erano sviluppate da un unico essere vivente creato.

Sulla stessa linea di pensiero troviamo pensatori come D. Diderot, sostenitore della selezione naturale e come il suo compatriota P.L. Moreau De Maupertuis, che spiegò la teoria della “soppravivenza del più adatto” elaborando la teoria delle mutazioni. Precedentemente a Maupetuis fu B. De Maillent ad elaborare una teoria simile all’evoluzionismo molto vicina alla teoria di Lamarck.. Lo stesso nonno di C. Darwin elaborò una teoria sulla discendenza delle varie specie condizionata dall’ambiente in cui la specie viveva.
Furono moltissimi gli studiosi che prima di Darwin elaborarono idee sulla sviluppo da specie più semplici sino a quelle più complesse.

Comunque, la prima descrizione analitica della teoria evoluzionista va riconosciuta a J. Baptista Lamark, secondo cui gli organismi viventi possiedono la facoltà di evolversi verso forme più complesse; lo sviluppo degli organismi sarebbe l’effetto dell’adattamento all’ambiente in cui vivono, gli organismi viventi si modificherebbero in seguito alle trasformazioni dell’ambiente sviluppando diversi bisogni. Lamark sostenne la cosi detta “ereditarietà dei caratteri acquisiti”. Lamark non riscosse molto successo con le sue idee a causa del prestigio che in quel periodo riscuoteva il famoso Georges Cuvier, fondatore dell’anatomia comparata dei vertebrati e della paleontologia e grande sostenitore delle teorie del catastrofismo e delle teorie creazioniste.

Il termine evoluzione venne introdotto solo nella metà del XIX secolo e quindi Darwin non usò mai il termine che fu introdotto nella terminologia corrente dal sociologo Spencer.

La teoria dell’evoluzione della specie che si fa ricondurre a Darwin ha dunque origini molto più lontane: l’origine del pensiero della stessa teoria è da ricondurre a miti asiatici e non ad una tradizione della scienza moderna europea. Il successo di Darwin, capace di “assemblare” idee provenienti dalla filosofia e proporle in ambito scientifico, fu dettato soprattutto dal momento storico in cui il suo testo arrivò al grande pubblico, caratterizzato da un cambiamento di rotta a livello tecnologico (rivoluzione industriale) ed intellettuale (rivoluzione Francese). Con il libro “l’origine della specie” il pensiero che si stava imponendo voleva dimostrare che l’uomo non era stato creato da Dio ma era “solamente” il frutto di combinazioni fortunate, Dio poteva essere messo in soffitta, l’idea del caso e della selezione naturale si fondava perfettamente con il nuovo mondo che, prima in Francia e poi in tutta Europa, si voleva creare. Un mondo fatto ad uso e consumo dell’uomo, libero da ogni responsabilità e convinto di essere padrone assoluto del suo destino.

Il modello sociale nato dalla rivoluzione francese ha mostrato, oggi più che mai, il suo vero volto fatto di decadenza e degenerazione.

 
 
 
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