ETICA e MORALE

Certo, dire che è più povero rispetto al passato suscita una giustificata ilarità. Eppure il presidente del consiglio, Silvio Berlusconi, sembra proprio aver lasciato per strada qualche milione di euro. La sua ultima dichiarazione fiscale, infatti, parla di un reddito imponibile 2008 di 23.057.981 euro. Una cifra monstre, assolutamente inarrivabile se guardata dal punto di vista degli altri componenti del suo governo. E ancora più cospicua se paragonata a quella dichiarata dal premier l'anno precedente, ovvero 14 milioni e 532 mila euro. Se però si fa un balzo indietro nel tempo, e si arriva al 2005 (dichiarazioni 2006 rese pubbliche a suo tempo dall'Agenzia delle entrate), si scopre che per quell'anno «di grazia» Berlusconi dichiarò redditi pari alla bellezza di 28.033.122 euro. Insomma, qualche anno più tardi il presidente del consiglio ha lasciato sul terreno 5 milioni di euro. Che poi il motivo sta tutto nella fluttuazione delle risorse che di anno in anno sono in grado di distribuire la varie holding del capo del governo. Ora come allora, infatti, la sua dichiarazione fiscale riporta redditi classificati all'interno del quadro RL, ossia quello dedicato ai redditi di capitale.

Dalle dichiarazioni fiscali del 2009 (relative ai redditi 2008) rese pubbliche ieri, a ogni modo, spunta fuori una sorpresa relativa al ministro dell'economia, Giulio Tremonti. Nel governo, infatti, il modello fiscale «più povero» è proprio quello che fa capo al titolare del dicastero di via XX Settembre. Nel 2009 ha dichiarato 39.672 euro, con un'apparente caduta verticale rispetto ai 4,5 milioni del 2007. Come si spiega questo andamento? Innanzitutto con il fatto che, ritornato al governo, Tremonti ha lasciato ogni ruolo nello studio tributario Vitali Romagnoli Piccardi e associati, fondato a suo tempo dallo stesso ministro. Un'operazione che, naturalmente, gli ha impedito di incassare redditi derivanti dall'attività di tributarista. Ma va anche detto che i quasi 40 mila euro di Tremonti rappresentano un reddito netto. Il suo lordo, in realtà, è stato nel 2008 di 176.897 euro. Il fatto è, come hanno spiegato ieri dal Tesoro, che il ministro ha dovuto pagare contributi molto sostanziosi alla cassa forense. Si tratta di ben 137.225 euro, cifra corposa perché calcolata in porporzione al reddito dell'anno precedente, che era appunto stato di 4,5 milioni di euro. In ogni caso, facendo il paragone tra redditi lordi, anche Tremonti ha lasciato per strada qualcosa rispetto al 2005, quando faceva sempre parte del governo e aveva dichiarato 190.892 euro.

Al secondo posto, nella compagine governativa, si è piazzato il ministro della sanità Ferruccio Fazio, che ha dichiarato un reddito 2008 di 634.968 euro, mentre nel 2005 (non era ministro) si era portato a casa 722.340 euro. Terza piazza per il ministro della difesa Ignazio La Russa, con 517.078 euro (nel 2005 si era fermato a 446.924).

Tra i ministri che hanno perso reddito, rispetto alla precedente esperienza di governo, si segnala il titolare del welfare Maurizio Sacconi, che nel 2009 ha dichiarato 155.915 euro, mentre nel 2005, quando era sottosegretario allo stesso dicastero, ne dichiarò 268.692.

Per quanto riguarda i non parlamentari membri del governo, il più ricco è il sottosegretario Gianni Letta, forte di 1.315.186 euro. Nel 2006, sempre a stare ai modelli fiscali pubblicati a suo tempo dalle Entrate, il sottosegretario dichiarò «solo» 180.661 euro.

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