Creato da Fratus il 08/08/2006
Commentiamo la società
 

 

Valzer di corte

Post n°390 pubblicato il 11 Gennaio 2011 da Fratus

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di Andrea Carbone


Tutte le Corone del mondo in inverno danno un ballo a palazzo, per permettere a se’ ed affini di sfoggiare gli imbellettamenti e il bon ton che altrimenti sarebbe difficile sfoggiare: e ora che l’Italia è un grande Paese, forse possiamo deficitare di una real casata, ma di un evento così interessante certamente no.

Perchè non fare dunque le cose in grande? Da noi le danze sono già iniziate, e non sembra termineranno molto
presto: non basta certo una serata a esaurire tutta l’italica spinta alla teatralità, e l’energia degli invitati, che
quasi non si contano. Al sottofondo musicale non può che provvedere l’orchestra del Festival di San Remo a parer mio, in modo da aver la possibilità di iniziare a tendere gli archi e umettare la ance, magistralmente guidata dal Cavaliere nazionale ovviamente che deve, o meglio vorrebbe, dettare i movimenti di ogni ballerino. Ma si sa che il ballo è così, sai dove inizi, ma non sai nè dove finisci, nè quando, nè con chi hai ballato nel frattempo: e sarebbe molto brutto, per chi ha organizzato gruppetti ben coesi, vederli tutti mischiati allo stop della musica.

Immaginiamocelo allora, questo valzer della politica italiana. C’è il pienone, perchè tutti sono interessati ad avere un po’ di luce su di sè, a essere coccolati, o nei casi migliori a vedere come evolvono le coreografie: c’è un crocchio appena formato, dove alcuni guardano in cagnesco, passatemi il termine evocativo, il maestro d’orchestra, e altri, quanti ancora non si sa, tentati di unirsi alle danze, quelli invitati all’ultimo momento e che non avrebbero voluto esserlo affatto perchè ce l’hanno contro quello che agita la bacchetta da tempo immemore, e sono venuti più per tener d’occhio i compagni che per muoversi un po’.

Un gruppetto è il più scatenato, e si muove tanto dal centro verso destra e sinistra, come quasi lo facesse da sempre… la compagine continua con un foltito, ma si sarebbe detto di più, stuolo di ammiratori del Premier, intenti insieme ad osannare lui e rivolgersi con fare quasi sirenesco, tentatorio agli altri convenuti (una decina di loro parrebbe che con una leggera spintina entrerebbero in pista, dicono voci malevole nel corridoio). Certo c’è chi non balla, forse perchè di queste cose non è interessato, forse perchè non vuole ostentare troppo le pochette verdi tanto care. Si, l’ambiente è elegante, formale, certo, ma cubiste-accompagnatrici-signorine ci sono lo stesso, perchè qualcuno sostiene piacciano a tutti… Fuori dalla porta della sala sono rimasti in pochi, e con tutta sincerità, non si direbbe neanche buoni, ma visti i tanti Toni Manero improvvisati, verrebbe da chiedersi quanti siano gli imbucati.

Tre domande per concludere: a musica ferma, si trasformerà forse questo show da valzer di corte a legislatura corta? Quanto siamo disposti a vedere questo singolare teatrino? E, soprattutto, voi i biglietti li avete già comprati?

 
 
 

Chi è senza peccato scagli la prima pietra, di Vincenzo Sofo

Post n°389 pubblicato il 28 Dicembre 2010 da Fratus

 

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Mi inserisco in punta di piedi nell’interessantissimo confronto tra il professor Roberto Verolini e il dott. Fabrizio Fratus sul tema dell’evoluzione. Lo faccio innanzitutto perché, proprio con Fratus, ormai da alcuni anni mi occupo del dibattito sulla teoria di Darwin nonché sulle implicazioni che essa comporta in ambito sociale… seguendo degli studi ed elaborando ipotesi sul motivo per cui questa teoria è così accanitamente difesa nonostante le sue evidenti falle. Da profano, sia chiaro (i miei studi universitari riguardano ambiti ben diversi), ponendomi quesiti su punti che proprio non mi risultano chiari e approfondendo per trovare risposte convincenti. Giustificazioni plausibili per rattoppare la groviera dell’evoluzionismo. Giustificazioni che però, la maggior parte delle volte, non trovo. 

Ma se ho deciso di scrivere questo pezzo è soprattutto per un altro motivo: nelle conversazioni intercorse tra di noi, Fratus mi ha sempre parlato di Verolini come una persona amabile e seria, oltre che competente… uno di quelli che, a prescindere dalle posizioni, con la sua disponibilità al dialogo contribuisce in ogni caso ad arricchire il dibattito scientifico/culturale. Proprio per questo motivo ho seguito con interesse il botta e risposta tra Fratus e Verolini, rimanendo stupito dal sentimento risentito di quest’ultimo. 

Sono e siamo (mi permetto di usare il plurale, facendo parte del Comitato Antievoluzionista) contenti che Verolini non abbia intenzione di essere incluso nella nomenclatura evoluzionista: a conferma del fatto che la persona in questione si distingue per capacità di instaurare un dialogo e una discussione che forse, in questo caso, si è spostata su argomentazioni di diverso tipo. Cercherò, da  terzo incomodo, di rispondere alle varie questioni sollevate, in modo da sgombrare il campo da incomprensioni e riportare il dibattito sui temi più importanti e più interessanti per chi in queste settimane ha seguito il vostro “duello”. 

Non posso certo negare, per onestà intellettuale, che l’atteggiamento provocatorio o comunque “d’assalto” è intrinseco nella personalità del dott. Fratus, almeno per quanto mi è dato conoscerlo. Per taluni è un pregio, per altri un difetto. Non tutti lo capiscono, alcuni fraintendono. E’ altresì vero che, come si suol dire, quando si litiga si è sempre in due. A mio avviso il primo a lanciare la pietra è stato il prof. Verolini, quando nel suo primo pezzo ha cercato di bollare come stupidi gli antievoluzionisti e i creazionisti. Può darsi che non se ne sia accorto e che non fosse sua intenzione, ma questo è trapelato e tanto basta. 

Per lo specifico riferimento alla questione Catalano e Verolini, Fratus è stato sicuramente attento, facendo riferimento in modo generale alla questione dell’informazione e non ricordando che - dopo che Verolini si alzò spiegando la questione come descritta nel suo post - lo stesso Catalano lo corresse. Ma Fratus, rispettoso di Roberto Verolini, non ha specificato questo passaggio, ritenendolo penso un gesto poco garbato. 

Venendo a questo punto alla sostanza, Catalano spiegò che l’informazione ha necessità di intelligenza, poi intervenne Verolini e a seguire ancora Catalano che con l’ausilio di un ragazzo in prima fila fece notare l’impossibilità di avere ordine e informazione senza una intelligenza. Non fece seguito la replica di Verolini.  La questione è nota e gli evoluzionisti non sono in grado di dare risposte basate su fatti: da dove nasce l’informazione? 

L’arroganza e la presunzione nascono ogni qualvolta si afferma qualcosa che non è possibile avvalorare con fatti oggettivi. La questione è stata sollevata e spiegata in molteplici articoli di Fratus, con cui mi trovo d’accordo: l’evoluzione della specie non si basa su prove scientifiche ma sull’interpretazione di dati. A dimostrazione di quanto dico, gli studiosi a favore della teoria di Darwin hanno dovuto falsificare molte prove, che ancora oggi troviamo sui libri di scuola e persino nei testi universitari… a tal proposito invito a leggere “Le balle di Darwin”, ottimo libro di J. Wells, biologo ricercatore, pubblicato anche in Italia da Piemme edizioni. 

Un esempio che spiega come l’interpretazione degli evoluzionisti ha creato danni all’uomo è quello degli oltre 180 organi “vestigiali” elencati oltre 100 anni fa - al contrario di ciò che sostenevano i creazionisti, cioè che tutti gli organi del corpo umano hanno uno scopo. Oggi cosa è rimasto di tale interpretazione? Nulla, sappiamo che non esistono organi vestigi ali. Come sostenevano i creazionisti, ogni organo ha uno scopo e quindi tonsille e appendice, per fare due esempi noti a tutti, sono importanti e hanno uno scopo specifico nella complessità del nostro organismo. 

L’impressione è che – probabilmente per convenienza - si faccia finta di non capire la differenza tra antievoluzionismo e creazionismo: il primo mette in risalto la mancanza epistemologica sostenendo che, non essendo scienza sperimentale, la teoria di Darwin non va insegnata in ambito scientifico ma in altro ambito (teoria filosofica e Fabrizio Fratus  si spinge a definirla una religione vera e propria). Il creazionismo e l’Intelligent Design invece si pongono come alternativa scientifica, sostenendo che - se la teoria di Darwin è da ritenere una teoria scientifica - lo possono essere anche creazionismo e Intelligent Designer. Vi è una sostanziale differenza tra le posizioni, peraltro facilmente comprensibile… non comprendo come sia possibile continuare a commettere l’errore di mischiare le tre posizioni insieme. 

Fratus ha risposto con due articoli alle considerazioni di Verolini: un pezzo sulle questioni scientifiche (http://www.ariannaeditrice.it/articolo.php?id_articolo=35925) e un altro direttamente a Verolini (http://iltalebano.wordpress.com/2010/11/25/scontro-du-darwin-roberto-verolini-attacca-a-i-s-o-e-harun-yahya/), quindi non si comprende a cosa faccia riferimento il prof. Verolini. 

Interessante è il passaggio sul signor Marco Ferrari e la questione “evoluzionisti = biologi”: Ferrari dovrebbe spiegare come mai, a questo punto, i due referenti più conosciuti in Italia che spiegano l’evoluzione della specie sono un filosofo della scienza e un matematico (Pievani e Oddifreddi), facendo presente al signor Ferrari che il prof. Pievani è anche il “presidente” del portale dell’evoluzione a cui fa riferimento lui stesso… 

Riguardo all’accusa di ateismo mossa da Fratus all’evoluzionismo, mi permetto di dire che la risposta di Verolini – che rivendica l’agnosticismo della scienza - non regge. O meglio, non dubito che questo sia l’approccio di Verolini e concordo che il cosiddetto “agnosticismo” dovrebbe essere l’atteggiamento ideale in certi ambiti. Chi lavora per scoprire la verità non può evitare di mettere tutto in dubbio, comprese le sue convinzioni, perché ogni preconcetto costituisce un ostacolo verso la conoscenza. Ma purtroppo è facile leggere o sentire dichiarazioni di scienziati più o meno autorevoli che, ad esempio, rivendicano per la scienza il compito primario di escludere Dio. Un punto di partenza per una missione che, così impostata, lascia pochi sbocchi… e spiega come mai ci si ostini a difendere anche ciò che è stato palesemente sconfessato.

Verolini dice di non far parte di questa cricca e non si può non credergli: ma proprio per questo, ha il dovere di combattere “dall’interno” questo atteggiamento, così da liberare finalmente la scienza da falsi dogmi. Perché arrivare alla Verità, qualunque essa sia, conviene a tutti. A prescindere dalle posizioni di partenza. 

Sulla questione Harun Yhaya, di cui Fabrizio Fratus è stato il portavoce del convegno tenutosi a Milano il 21 ottobre, è evidente che Roberto Verolini non ha compreso la sostanza. La questione non credo che sia di tipo economico, ma di altro genere. Se Verolini ha sollevato questioni specifiche può benissimo scrivere al centro di ricerca scientifica del gruppo di Harun Yahya, composto da oltre 300 studiosi che tengono conferenze in tutto il mondo. Però, tornando ai pregi e ai difetti caratteriali di ognuno, faccio notare che lo stesso Verolini nella sua risposta ammette di usufruire di metodi provocatori per sollevare alcune questioni. Ecco perché non dovrebbe aversene così a male se lo stesso trucco viene adottato da Fratus.

Diamo atto a Verolini di essere uno dei pochi studiosi evoluzionisti che legge e studia anche i testi di professori e scienziati che lo avversano. Persino degli stupidi e bigotti antievoluzionisti riconoscono e apprezzano le qualità di questo loro “avversario”. Quindi lo invitiamo a studiarsi anche il manuale di biologia di Junker e Sherer (scritto da 14 scienziati tedeschi), il testo di Dr.J.C.Sanford genetista ad Havard, l’ottimo libro di M. Georgiev. 

Le qualità e la pacatezza del professor Roberto Verolini ho potuto constatarle nei due contradditori ai quali ho assistito. Probabilmente non si è reso conto di come si è posto inizialmente; né sulle reali intenzioni dell’articolo di risposta di Fratus. Ma testimonio che la sua stima per Roberto Verolini è tanta, soprattutto per il coraggio la disponibilità manifestate in occasione dei due contraddittori organizzati da A.I.S.O. Questo mi sono sentito ripetere tante volte e questo riferisco ora. 

Se così non fosse, essendo evidentemente stati tratti in inganno sia il sottoscritto sia il prof. Verolini, garantisco personalmente a quest’ultimo che otterrà soddisfazione per il torto subito. Come collaboratore del Comitato Antievoluzionista ho a disposizione un nucleo di primati specializzati in operazioni squadriste (solitamente li utilizziamo per uccidere gli scienziati neodarwinisti). Non esiterei a scagliarlo contro il dott. Fratus… perché, se c’è qualcosa che noi ignoranti e stupidi antievoluzionisti non sopportiamo, sono le bugie. Comprese quelle sull’evoluzionismo.

 
 
 

Silvio, Gianfranco ed Umberto, errori sulla pelle della PATRIA

Post n°385 pubblicato il 15 Dicembre 2010 da Fratus

Silvio porta a casa la vittoria di “PIRRO”, 3 voti non servono a nulla se non a confermare che molte persone si possono comprare. Dopo il voto, il Silvio, ha subito chiarito che la maggioranza verrà allargata e che pensa a “a singoli deputati che non condividono piu’ la linea dei loro partiti”… tradotto a chi vuole una poltrona. La vera questione non è Fini o Silvio ma “ITALIA”. La situazione è gravissima e non bastano i sorrisi felici di un uomo alla fine del suo tragitto politico. Le responsabilità della deriva che ci accingiamo a raggiungere, come nazione, sono tutte di coloro i quali non contribuiscono ad un vero allargamento della maggioranza per un governo di responsabilità.
La Germania è stufa di pagar i conti dell’EUROPA e quindi anche dell’ITALIA. Pensiamo alla situazione economica dell’Italia se non ci fosse l’EURO trainato dai tedeschi…
Ieri si è consumato un atto contro il popolo italiano; andare allo scontro e vincere con tre soli voti che arrivano da un deputato del PD e due dell’IDV non fa onore al SILVIO e al contrario umiliano la politica. Se poi verrà confermato che i tre deputati sono stati lautamente remunerati, allora, oltre all’umiliazione, vi sarà pure la certezza che il nostro sistema è MARCIO.
SILVIO, per il bene dell’ITALIA, doveva dimettersi e poi, quindi, aprire all’UDC. Si sarebbe aperto un nuovo percorso governativo che avrebbe, forse, riacceso il motore della nostra economia.
Al contrario, oggi, siamo al punto di partenza, cioè cercare di “acquistare” altri parlamentari per tentare di governare. Fini, come molto spesso ha fatto nella sa lunga carriera di Leader, ha commesso dei “grossolani” errori, dettati dal suo modo arrogante e presuntuoso di porsi. E’ risaputo, nel mondo della DESTRA, che Gianfranco ha questa speciale capacità, perdere le battaglie (L’elefantino, i referendum, le scelte politiche) perché troppo arrogante. Ma sicuramente, al contrario delle precedenti occasioni, ha saputo “combattere” una battaglia per L’ITALIA.
Ci chiediamo se la LEGA NORD è certa della strada che sta percorrendo, cioè quella di sostegno ad oltranza di un governo con le PEZZE. La Lega NORD ha necessità di organizzarsi per il dopo BERLUSCONI, è evidente che il declino è iniziato e quindi che nei prossimi anni ci vorranno altre forze per cambiare lo stato e renderlo di tipo federalista. Come pensa di fare l’UMBERTO se non alleandosi con un patto di sviluppo alle forze del FLI?
Anche ieri si è dimostrato che l’italiano medio ha una sola logica: correre in soccorso del vincitore.
Restiamo convinti che la soluzione doveva essere quella di un accordo tra LEGA e FLI per poi costituire un nuovo governo che fosse guidato dal cavaliere. Un patto tra i due movimenti in prospettiva di un nuovo centro destra che prepari il passaggio al dopo SILVIO.

 

 
 
 

Neurolandia

Post n°384 pubblicato il 10 Dicembre 2010 da Fratus

di Eugenio Benetazzo - 10/12/2010

Sono pazzi questi europei: non ci sono più tante giustificazioni a cui aggrapparsi, ormai l’Europa è fallita platealmente, sepolta dal peso insostenibile dei suoi debiti sovrani. La colpa dovrebbe essere tutta addossata ai germanesi, una popolazione che si è sempre contraddistinta in passato per una spiccata etica ed efficienza sul lavoro, quella che purtroppo sembra essere mancata alla stesura embrionale dell’Europa unita concepita oltre dieci anni fa.  Non si possono lasciare fallire paesi come Grecia, Portogallo ed Irlanda in quanto i principali detentori dei titoli di stato di questi paesi sono proprio banche e fondi pensione della nazione germanese. Le comunità finanziarie non guardano ad altro, le scommesse su quanto potrà ancora durare questa farsa sono i temi principali dei grandi opertaori di borsa.

Quando allora si inizierà a parlare di fallimento della moneta unica ?

Che futuro può avere un’unione forzata di stati (accomunati dal nulla) il cui delicato equilibrio si basa sulla detenzione del debito dei paesi periferici (leggasi più deboli) da parte dei paesi cosidetti virtuosi (Germania, Francia & Company) ? L’euro tecnicamente è già una moneta fallimentare: non si può obbligare ad usare una divisa troppo forte a paesi che hanno un economia debole (per questa ragione stanno saltando tutti i PIGS).  Che senso ha una politica monetaria accentrata per tutti gli stati europei a fronte di oltre una dozzina di tassi di interesse diversi ? Pensateci un momento: quello di cui avevamo veramente bisogno erano questi famigerati Euro Bond ovvero obbligazioni comunitarie emesse dalla BCE ad un unico tasso di interesse, il ricavato del quale sarebbe andato a finanziare i rispettivi paesi, i quali invece devono andare ciascuno singolarmente sul mercato proponendo tassi di interesse il più allettanti possibile.

 

Sono stati proprio i germanesi di recente che hanno posto il veto agli Euro Bond aprendo nuovamente le scommesse su quanto potrà reggere ancora l’Europa così come la conosciamo. Persino Zingales adesso parla della spaccatura valutaria dell’euro (quando invece ne parlavo io nel 2008 tutti mi davano del catastrofista finanziario). Studiare un sistema economico non è poi così difficile, ogni sistema reagisce agli stimoli esterni come un organismo vivente: pertanto ad ogni azione corrisponde un azione uguale e contraria. Le conseguenze dalla sua introduzione non hanno tardato ad arrivare. L’euro ha limitato la crescita e danneggiato la competività di alcuni paesi europei (Italia, Spagna, Grecia, Portogallo, Irlanda e Grecia) che avevano intensi e prosperosi rapporti con l’estero al di fuori dei confini europei (pensiamo oltre all’export manifatturiero anche tutto l’indotto turistico).


Le divise rappresentano delle valvole di sfogo per ogni paese nei momenti di tensione economica: pretendere di assoggetare una dozzina di stati al dictat egemonico dei germanesi è stata una manovra da ricovero psichiatrico. L’euro ha consentito infatti ai precedenti governi dei paesi PIGS di attuare poltiche di bilancio che producessero costanti defit annui (tanto il costo del rifinanziamento era molto contenuto), il quale si è poi riflesso sulla massa totale del debito pregresso. Nelle epoche precedenti paesi come l’Italia hanno superato momenti di contrazione economica proprio grazie alla svalutazione, quello che invece impedisce oggi la moneta unica.  Senza euro avremmo avuto i tassi di interesse molto più alti e questo avrebbe obbligato la nostra classe politica a intraprendere manovre di risanamento dei conti pubblici per contenere l’onere degli interessi sul debito pubblico. 

Senza l’euro non avremmo avuto la bolla immobiliare alimentata dai mutui farlocco ad intervento integrale. Senza l’euro avremmo avuto maggiore sicurezza e solidità per le nostre banche. Adesso di sicurezza ne rimane veramente poca, addirittura se parafrasiamo la stessa Merkel ci dovremmo aspettare almeno il default parziale su una parte di emissioni dei titoli di stato anche di paesi virtuosi: la classifica soluzione  a colpo di spugna. Di certo non è più consigliabile detenere debiti di stato al momento, siano essi BUND oppure OAT. Se il tutto verrà salvato, grazie magari ad una superpatrimoniale, preparatevi perché in ogni caso perderete denaro, anche detenendo il vostro caro ed amato «pagherò nazionale» infatti nell’ipotesi più accreditata faranno partire una inflazione a due cifre per ridimensionare in qualche anno i debiti degli stati. La Fed insegna. Mala tempora currunt, sed peiora parantur.

 

 
 
 

ROBERTO VEROLINI ATTACCA A.I.S.O. E HARUN YAHYA

Leggendo le consistenti “fatiche” che hanno occupato Roberto Verolini in questi giorni, mi sono chiesto quali possano essere le sue motivazioni nell’attaccare così accanitamente A.I.S.O.; premetto che Roberto mi è molto simpatico, è una persona gentile ed educata. Con lui mi sono sempre trovato bene nelle occasioni in cui ci siamo incontrati, l’anno scorso a Milano quando l’ho conosciuto, e quest’anno durante il contraddittorio di Roma. Con Roberto abbiamo spesso sorriso in quest’ultima occasione e, certo, non me ne vorrà se in questo mio breve scritto gli dimostrerò un pochino di disapprovazione.

La prima domanda riguarda il perché si sia posto in modo così presuntuoso ed arrogante.

La mia risposta è, in mancanza di altre spiegazioni, che voglia entrare a far parte del circuito della “nomenclatura evoluzionista”, simpatici professori, studiosi e giornalisti che fanno riferimento al portale dell’evoluzione, PIKAIA. Questi hanno un grande potere e abbiamo potuto constatarlo in occasione dell’intervento sull’Università di Bergamo lo scorso anno; sono riusciti a sostenere che il Prof. Lonning, genetista del Max Planck Institute, non fosse competente riguardo all’evoluzionismo.

Lo scorso anno, in occasione del nostro incontro a Milano, raccontai la vicenda a Roberto, il quale rimase stupito ed incredulo dal mio racconto tanto che, il giorno seguente, fui costretto a portargli l’articolo di Libero nel quale si narrava la circostanza. La risposta di Roberto, allora ed anche lo scorso ottobre in occasione del convegno di Roma, fu che secondo lui quello non fosse il metodo corretto; gli evoluzionisti, infatti, avevano deciso di non partecipare ai dibattiti organizzati da chi non la pensava come loro. Cosa dire? Forse ha cambiato idea! Forse la sua intenzione è quella di accreditarsi in quel mondo, per ottenere maggiore spazio ed attenzione.

Caro Roberto non hai letto quello che dice di te Marco Ferrari? Per assicurarsi che tu e Aldo non facciate fare figuraccie agli amici di Darwin scrive che VOI non siete propriamente degli evoluzionisti (sai le figuraccie le fa R. Dawkins  davanti alle telecamere, pensa, nella sua logica, cosa avreste potuto combinare voi!). Caro Roberto, sai bene che la mia logica, come quella antievoluzionista e del presidente di A.I.S.O. non è quella dello scherno ma quella del dialogo; il percorso, come ci siamo confidati a Roma, non è solamente difficile e tortuoso ma purtroppo anche soggetto a giochi “politici”. Mi rincresce apprendere la tua volontà di far parte di quel mondo, un mondo che osteggia la vera ricerca ed il contraddittorio; un mondo dogmaticamente chiuso, arrogante e presuntuoso che si regge sulle amicizie altolocate ed i ricatti.

In occasione di una recente intervista rilasciata dal sottoscritto nelle vesti di organizzatore del convegno “SCIENCE RESEARCH FOUNDATION”, tenutosi recentemente a Milano, sostenevo che il prof. Telmo Pievani mi risultava essere un ottimo professore, simpatico e notevolmente preparato, proprio per questo non comprendevo come potesse essere così “antipatico” negli scritti pubblicati da giornali come Micromega o la Repubblica…ma la motivazione si intuisce chiaramente leggendo le testate sulle quali scrive!

Veniamo ora alla richiesta fatta da Roberto agli amici islamici del gruppo di Harun Yahya (SCIENCE RESEARCH FOUNDATION); per prima cosa invito Roberto ad andare da un notaio e versare la somma 14 milioni di euro da consegnare a colui il quale dimostrerà quello che tu chiedi, altrimenti le tue sono solo chiacchiere… e sei in ottima compagnia! Solo dopo aver versato questa somma potrai eventualmente lanciare la sfida. In secondo luogo, ribaltando il discorso, è il mondo evoluzionista che deve ancora provare la validità dell’ipotesi di “trasformazione” delle specie, siete voi della teoria preponderante, non i creazionisti, a doverne dare la prova… ma continuate inesorabilmente a produrre falsi, come il periodico ritrovamento di fantomatici anelli mancanti, cioè fossili che rappresenterebbero la transizione tra due specie diverse.

Noi però sappiamo che ciò non corrisponde al vero, e su questo eri d’accordo con me non molto tempo fa, caro Roberto! Ma per voi evoluzionisti è conveniente diffondere queste menzogne, siete maestri nei falsi (evito l’elenco lungo ed estenuante delle menzogne che, il vostro modo di fare ricerca, produce; una su tutte: i famosi embrioni di Haeckel).

Il gruppo di studio che fa capo a Harun Yahya è composto da oltre 300 scienziati, professori e medici, che, in questi mesi girano il mondo per partecipare a convegni e dibattiti. Nell’ultima settimana si sono tenute, solo in Inghilterra, sei conferenze ed in primavera il dott. Babuna sarà nuovamente in Italia, a Roma, per un importante convegno. I creazionisti non sostengono di poter dimostrare l’esistenza di Dio tramite la scienza ma sostengono che i dati siano maggiormente compatibili con l’ipotesi la quale prevede l’esistenza di Dio, il Creatore di tutto ciò che esiste; una verità alquanto differente da quella che vogliono farci credere i materialisti. 

Caro Roberto, la prossima questione ha carattere puramente retorico: perché Darwin è così importante? Non è nemmeno il padre della teoria dell’evoluzione così come è stata divulgata al mondo… un certo signor H. Spencer è stato il primo ad usare il termine “evoluzione” e per primo ha coerentemente presentato al mondo la teoria, poi accreditata a Darwin.

L’importanza di Darwin è forse dovuta al fatto che il padre era un Pastore studioso di teologia? Che lui stesso aveva studiato teologia?... è forse dovuta anche al momento storico, quello del “Positivismo”?

Neppure la selezione naturale è un concetto da attribuire alle sue scoperte, se ne parlava molto prima; come abbiamo già avuto modo di dire, a prescindere dalla validità scientifica dell’ipotesi neo-darwiniana, fu il momento storico a concedere la vittoria alla corrente naturalistica della scienza, quel positivismo imperante in tutta Europa che oggi, scientismo di massa, crea numerosi limiti allo sviluppo coerente con la natura.

Il mondo di Harun Yahya, se vuoi, è disponibile ad incontri in tutta Europa; hanno invitato più volte Dawkins  offrendogli anche un milione di euro per un convegno pubblico ma… nulla… e sappiamo che Dawkins ha simpatia per il denaro, probabilmente il deterrente consiste nella paura di fare altre brutte figure, come nel video.

Se tu, però, fossi in grado di dimostrare da dove nasca la complessità della cellula, stai certo che sarebbero lieti di riconoscerti la stesse cifra.

Dal mondo evoluzionista stiamo attendendo le informazioni relative alla “creazione” di nuove informazioni, di vedere mutazioni “positive” che sviluppino nuovi organi… sapete anche voi qual’é l’aspettativa del mondo intero nei confronti della scienza.

Come sai non ho mai detto che gli evoluzionisti ci snobbano per i motivi che tu adduci, la verità è un'altra e potrò sicuramente spiegarla alla prossima occasione. Voglio invece, in questa sede, spiegare come sia normale usare la “strategia del cuneo” ossia come l’ipotesi si sviluppi su presupposti e non su fatti, su una visione filosofico/religiosa più che su dati sperimentali ed empirici.

Un professore evoluzionista, tra i più importanti in Italia, con cui ho avuto modo di scambiare diverse lettere, mi ha spiegato con molta semplicità che la teoria di Darwin è inattaccabile in quanto non vi possono essere alternative, la scienza non può accettare un’ipotesi di indagine al di fuori dal campo del naturalismo.

Detto questo abbiamo detto tutto, non è importante se l’ipotesi dell’evoluzione della specie sia veritiera o no, l’importante è che ad oggi è l’unica ammessa.

La questione delle pubblicazioni è veramente una baggianata da bambini piccoli, è come sostenere che Feltri, il direttore del quotidiano “Il giornale”, non fa scrivere sul suo quotidiano Eugenio Scalfari perché non ha argomenti validi. Non credo vi sia difficoltà nel comprendere l’analogia.

Caro Roberto, spero sinceramente che la tua intenzione non sia quella di entrare nella “lobby” evoluzionista, tra qualche anno sarà superata e screditata, sarà fuori dai giochi, il vento della rivolta scientifica al neo-darwinismo si sta sviluppando in tutto il mondo.

In Italia, onestamente, siamo ancora un po’ indietro ma, dal lontano 2003, quando lanciai la prima settimana antievoluzionista, la strada è stata lunga ma soddisfacente, ad oggi le pubblicazioni, anche di case editrici importanti, si sono moltiplicate.

Procedi per la tua strada, continua con la battaglia del dio laico, è un percorso che ti fa onore e dimostra la tua capacità di sviluppo di differenti modelli interpretativi.

Con sincera simpatia,

 

 
 
 

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