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Creato da mizomarea il 08/10/2009

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Post n°35 pubblicato il 27 Ottobre 2009 da mizomarea

 

Capitolo DUE: La notte… scorsa.



Sotto la doccia, ma bella bollente per stemperare gli affaticamenti della giornata in ufficio, dedito a scrivere un articolo sulle nuove tendenze londinesi. Belle foto, idee interessanti e qualche intervista a giovani un po’ scapestrati tra droga, vestiti usati e rattoppati da 1000 sterline, ecc… . Appena a casa, cinquanta flessioni e doccia. Mi attendeva un aperitivo con due amici al bar KISS, un locale un po’ ambiguo… e poi chissà, avremmo deciso lì, in itere, come era nostra abitudine, poiché non si può mai sapere, che cosa può accadere. La mia camicia preferita apparve nell’ armadio, nera di lino lucente, il jeans era a terra e le scarpe… le scarpe… finalmente le intravidi sotto la montagna di vestiti che sembrava crescere a vista d’occhio. “Avrei bisogno di una donna di servizio.” Pensai. Un attimo più tardi di fronte allo specchio, mi sedetti a terra e mi abbandonai un attimo: OM… respirai profondamente, OM… respirai ancora, OM… vegliai vedendomi correre libero lontano dalla città e dal resto…












CAPITOLO TRE: Due giorni dopo…



Le 7.00 di un giorno qualunque, un qualsiasi giorno… ed in quel momento la sveglia suonò!

Dov’ ero, cosa mi stringeva il petto come una morsa, non mortale. Dov’ ero stato prima di ora, ed ora perché ero lì… lì dove poi… stretto ed ancora incapace di aprire gli occhi… perché. Mi svegliai… niente è come appare… . Corsi forte dopo essermi preparato un po’ a caso un po’ per caso… faceva freddo e non me lo spiegavo…, non riuscii ad arrivare puntuale a lavoro per il breefing mattutino con Marta. C’erano già tutti ed ancora appiccicato negli occhi mi diressi alla macchinetta del caffè, evitando di astuzia l’ufficio del capo. Proprio lì, c’era Mayu intenta a farsi rendere le monetine mangiate senza niente in cambio. Molto sicuro di me le poggia la mano sulla spalla… la scostai delicatamente ed assestai un colpo sul lato sinistro della macchina infernale che d’impatto inizio a lavorare per il gusto del nostro caffè. Mi guardò un po’ stupita. I suoi occhi erano di una dolcezza morbida e quel blu un oceano dove perdersi… mi ringraziò.

A quel punto, le chiesi come fosse andato l’incontro con la sua amica, quella disperata per il, fatto accorso qualche giorno prima. Andammo nel suo ufficio. Una di fronte l’altro… lei iniziò a piangere.

Conosceva quei ragazzi, ma non da soffrirne così tanto, il suo dolore derivava dallo scambio emotivo avuto con la sua amica, la quale presa dalla disperazione peer ciò che era successo aveva tentato di uccidersi ed era stata Mayu a trovarla ed a impedire la tragedia. Lei iniziò a parlare:

Si è trattato di un omicidio passionale, forse una donna, stanno indagando ed hanno fatto molte domande a lilly che la sera prima verso le 19.00 aveva preso un aperitivo con loro e poi si erano salutati di fronte al bar del centro.” Non riuscivo bene a collegare gli eventi, ma dissi: “Hai qualche sospetto? La tua amica Lilly ne ha?” Tutto con un fil di voce.

No. Non so. Certo Tom e Kate a violte frequentavano dei locali un po’ ambigui, ma erano felici e mai mi hanno parlato di paure o ansie rispetto a chi gli stava vicino.” Continuò lei.

A volte non tutto ciò di cui si parla è in realtà ciò che ci accade.” Pensai.

Di più non so Faost e come va il tuo articolo?”

Ma direi bene, anche se sono lontano dal concluderlo e non ho più troppo tempo… e mi succedono cose strane cose come un sogno… o un sogno… o la realtà, ma nel ricordarla non mi appare mai come reale…, comunque posso accennare a ciò che mi hai detto?”

Certo Faost, ma fammi la cortesia di lasciare fuori Lilly da questa storia, ed anche me.”

Senti Mayu..”. Incantato dai suoi occhi. “Perché una sera di queste non ci andiamo a bere qualcosa insieme, senza parlare di lavoro, giuro.” La mia voce quasi tremava. “Certo mi farebbe un’enorme piacere! Perché non me lo avevi mai chiesto prima?” Rispose soave e splendida.

Arrosii… e non era facile che questo fenomeno così romantico mi prendesse il viso. “Perché? Perché non tutto quello che si desidera si riesce ad esprimere a parole.” La baciai dolce sulla guancia e me ne andai.

 

 
 
 
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