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Post N° 32

Post n°32 pubblicato il 06 Novembre 2008 da la_rosa_nera1

Il suo liberatore sussurrò
qualche cosa; Simona sussultò quando una forte esplosione seguita da urla
concitate ruppe il relativo silenzio della sua prigione; guardando in direzione
della scala vide che il suo “amico” non c’era più e notò degli intensi lampi
seguiti da forti esplosioni ed il susseguirsi di molti colpi attutiti.



Tutto finì all’improvviso, come
era cominciato, dopo circa un minuto, ma continuava a sentire almeno 10 voci
che scandivano urlando la parola “LIBERO”.



Poi si accesero le luci; Simona
ebbe difficoltà a tenere gli occhi, ormai abituati all’oscurità, aperti;
nonostante ciò vide tornare quello che pensava essere il suo “amico”.



Adesso che era tutto illuminato
notava molti più particolari: era alto e atletico, indossava la mimetica e
quello che assomigliava molto a quei giubbetti che indossano i pescatori ma con
le tasche molto più ampie, aveva un’auricolare, un berretto di lana nera ed un
fucile; notò che lo strano aggeggio che l’uomo aveva sugli occhi altro non era
che una specie di piccolo cannocchiale “forse per vedere di notte” pensò.



L’uomo le fu accanto in un baleno
e le tolse subito il bavaglio: “tutto bene signorina?” disse; mentre le
toglieva le manette usando un attrezzo che Simona non poteva vedere, l’uomo
continuò “sono un incursore dell’esercito…..eravamo appostati da due giorni ad
osservare questi trafficanti d’armi; aspettavamo l’arrivo del loro contatto
quando abbiamo visto che l’avevano portata qui…..dove la tenevano prigioniera?”
chiese; “prima qui e poi mi hanno trasferita in una casa che non saprei dire
dove si trovasse” rispose Simona che cominciò a tremare leggermente “i miei
rapitori?”.



Mentre le slegava i piedi l’uomo
rispose “sono di sotto, uno è ferito, hanno fatto poca resistenza per loro
fortuna”; quando ebbe finito di slegare i piedi di Simona l’uomo l’aiutò ad
alzarsi e, presala in braccio l’accompagnò al piano di sotto.



La ragazza si guardò attorno: la
stanza era ancora piena di fumo e di un’acre odore che non riuscì a
riconoscere; c’erano una decina di uomini vestiti come il suo amico ma che
indossavano dei passamontagna. Uno di essi era chino su uno dei suoi carcerieri
che ferito riceveva le prime cure. Gli altri appartenenti alla banda erano distesi
per terra ammanettati “adesso tocca a voi “ pensò.



Chiese al suo liberatore di poter
camminare, e per prima cosa recuperò la sua borsa che vide su una cassa;
arrivarono dei paramedici che cominciarono a prendersi cura di lei cominciando
ad interessarsi della pelle che si era gonfiata leggermente in corrispondenza
delle legature…………..per tutto il periodo Simona non smise di tremare e di
ringraziare il suo liberatore che non la lasciò sola neanche per un istante.



Il ritorno a casa di Simona fu
trionfale; c’erano tutti, il suo fidanzato, i suoi genitori e tutti i suoi
amici che non avevano smesso per un secondo di cercarla. L’avevano cercata nei
luoghi sbagliati; infatti i trafficanti, avendo scoperto la sua macchina
l’avevano parcheggiata in un luogo molto lontano rispetto al capannone dove la
tenevano prigioniera.



I giorni successivi si
susseguirono con visite di conoscenti che continuavano a chiedere le stesse
cose :”come ti hanno trattata”, “hai avuto paura”, ecc.



Simona continuava a pensare alla
sua avventura e non riusciva a liberarsi di una certa sensazione di disagio,
aveva si fatto lo scoop della sua vita, ma non si sentiva completamente a posto
con se stessa. Si stupì molto quando rivelò alla sua migliore amica di quanto
eccitante fosse stato essere tenuta segregata, legata e imbavagliata in balia
di pericolosi trafficanti d’armi, che comunque non l’avevano trattata male, e
di come l’adrenalina l’avesse pervasa.



Ma Simona si stupì ancora di più
quando, dopo un po’ di tempo, chiese al suo ragazzo di comperare un paio di
manette…………………..

FINE

 
 
 
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Un blog di: la_rosa_nera1
Data di creazione: 07/03/2008
 

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