Creato da Desperation4 il 03/04/2012

LICKIN' LOLLIPOPS

Love & Sex

 

 

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CLIMAX Pt.2

Post n°14 pubblicato il 04 Novembre 2012 da Desperation4

Arrivai nell'ufficio del mio Master trafelato. Avevo corso, ero eccitato all'idea di raccontargli le mie scoperte. Di narrargli quelle sensazioni mai provate. Quella fu una situazione indescrivibile. Spero di fargli capire il meglio possibile.
Il Master stava li in piedi, nn aveva fatto caso al mio arrivo. Era girato di spalle e ammirava quel cielo ricoperto di polvere di stelle dall'enorme vetrata del suo ufficio. Le luci dei palazzi, le insegne e le stelle creavano un bellissimo panorama sullo sfondoormai nero del cielo. Il resto dell'ufficio era immerso nella luce artificiale rilasciata dai grandi lampadari che scendevano dal soffitto, e questa luce, rimbalzava su tutte le superfici in vetro che arredavano la stanza. Nonostante fosse tarda notte, l'ufficio era illuminato a giorno.
Guardavo la schiena perfetta del Master, chiara e possente. Seguivo la linea della sua  spina dorsale fido ad arrivare al suo culo. Sembrava tonico, morbido e succulento. Da prendere a morsi. Mi sorpresi fare questo tipo di pensieri sul Master, sul suo corpo. Non era mai successo. Ero imbarazzato ed eccitato. Sentivo il sangue scorrere dentro di me, il calore ed il mio pene che stava crescendo. Dovevo smetterla e concentrarmi sull'esito della mia missione e sul resoconto da fare al Master.

Per evitare il flusso dei miei strani pensieri, lo chiamai. Lui si voltò. Aveva capelli castani leggermente lunghi tirati indietro. Occhi scuri profondi ed un viso perfetto e liscio. Il petto era ampio e ben definito, gli addominali si vedevano chiaramente ed il suo pene stava li a riposo. La cappella chiusa dentro la pelle e le due palle liscie al suo posto. Non aveva l'aspetto volgare e selvaggio come i cazzi dei due terrestri, ma in me creava comunque attrazione. Avrei voluto far indurire quel cazzo e strofinarmelo su tutto il corpo, leccarglielo e succhiarglielo. Volevo soddisfare il mio Master.

Evidentemente stavo impazzendo, quei pensieri insani si infiltravano nella mia testa all'improvviso. Erano sbagliati, contrari alla nostra natura di essere superiori perfetti. Quel viaggio tra gli uomini selvaggi mi aveva deviato la mente. Dovrei essere rinchiuso in una gabbia come gli animali. Che mi era preso? Sentivo addirittura il mio pene indurirsi. Dovevo placcare il tutto prima che il Master se ne accorgesse.

Iniziai a parlargli del mio progetto, del mio viaggio, di quei due uomini strani, dei loro corpi ed i loro modi di riprodursi. Ero entasiasta delle mie parole, dellle mie scoperte ma il Master sembrava non comprendere, Cercai di descrivergli le azioni e le sensazioni il più realisticamente possibile. Non ci credeva, metteva in dubbio la mia parola e le mie esperienze. Sembrava scettico e per niente incuriosito. Avevo il cazzo duro ripensando alla mia avventura terrestre. Non sapevo più che altro dire per convincerlo sulla verità delle mie parole. La mia mente era anche traviata dal suo corpo.
Poi un idea.
Mi inginocchiai davanti al suo cazzone floscio, lo presi in mano e con la lingua iniziai a leccarglielo. Lui mi guardava sbalordito dall'alto. Lo scappellai ed cominciai a succhiarglielo cn forza. Il Master mi minacciò se non avessi smesso subito di far ciò che stavo facendo. Disse che mi avrebbe fatto imprigionare. Io insistevo nello spompinare. Sentivo che il suo uccello si stava indurendo dentro la mia bocca. Le sue parole cattive pian piano scemarono e furono sostituite da un ansimare timido. Evidentemente stava dando credito alle mie parole. Disse che non aveva mai provato emozioni simili ed un tale piacere. Era confuso ed estasiato. Io succhiavo con vigore inginocchiato davanti a quell'uomo. Al mio Master. Mi piaceva aver ragione e mi piaceva quel cazzone. Non aveva lo stesso gusto selvaggio di quello dei terrestri, ma era comunque eccitante.

Quando fu abbastanza mi alzai, lo fissai e gli dissi che avevo anche altro da fargli provare. Incuriosito seguì le mie direttive e si sedette sulla sedia della scrivania. Presi in mano il suo cazzone duro e mi misi a cavalcioni sopra di lui. Mi infilai due dita in bocca e con la saliva mi bagnai il buchetto del culo. Ripresi in mano quel cazzone e inizia a strofinare la cappella bagnata sul mio buchetto. Strinsi le chiappe e gli feci una spagnola. Poi gli dissi che la porticina del mio paradiso era stata già aperta e poteva entrare. Non capiva. Presi in mano la situazione e mi ci sedetti sopra. In un attimo il suo cazzo fu inghiottito dal mio culo ancora ingordo di minchia. Saltavo su di lui come un matto. Quel palo duro mi stava riaprendo il buchetto. Lui gemeva dal piacere e mi guardava senza sapere che dire. Gli avvicinai la testa ai capezzoli e gli dissi di succhiarmeli mentre io pizzicavo i suoi. Eravamo entrambi in estasi, avremmo dovuto scoprire questi piacere tempi indietro. I nostri corpi emanavano calore ora. Erano sensazioni strane. Piacevoli. Confondevano e mandavano in tilt la nostra mente. 

Mi fece alzare. Mi fece mettere davanti alla vetrata a fissare il cielo mentre da dietro sentivo che mi baciava il collo, mi accarezzava tutto il corpo. Mi strizzava i capezzoli come poco prima io avevo fatto a lui. Appoggiai entrambi le mani alla vetrata e sporsi il mio culo verso di lui. Recepì subito il messaggio questa volta. Con una mano mi premette più in basso la schiena per farmi mettere a novanta mentre con l'altra infilò la sua minchia nel mio culo ed iniziò a spingere. Uno spirito selvaggio si era impossesato di lui, mi stava sfondando il culo con una foga impressionante. Non aveva mai provato quelle sensazioni e ora stava impazzendo, avaro, ne voleva sempre più. Godeva. Gridava quanto stava godendo senza un freno. La timidezza iniziale era sparita ed ora aveva il controllo di tutto. Avevo le mani e la faccia completamente schiacciate su quella vetrata. Vedevo di sfuggita le luci della città sottostante e le stelle nel cielo. Stavo godendo come un animale. Quelle primitive forme terrestri erano esperti nell'arte del godimento. Perchè il mio popolo ne era estraneo? che ne sarebbe stato di me se non avessi scoperto questi piaceri? credo nn riuscirò più a vivere senza quello che i terrestri chiamano sesso.

Ad un tratto mi sento venire. La sborra calda fluiva fuori dal mio cazzo e veniva schizzata a terra sul pavimento lucido. Ad ogni schizzata il mio buchetto si stringeva ed il piacere del Master aumentava mentre mi fotteva. Non sapeva fermarsi. Poi dei versi che sembravano quasi animali uscirono dalla sua bocca. Aveva il fiatone, i suoi colpi erano diminuiti e si stavano per placare. Estrasse il suo cazzone dal mio culo ed una colata di sborra usci dal mio buco con esso. La sborra calda del Master stava ora colando lungo le mie cosce. Lui era esausto e si sedette  a terra. Io mi voltai a guardarlo ancora bagnato. Era sbalordito. Cose mai provate. Mi chiese scusa per non avermi creduto e poi mi chiese riuscivo a portarlo sulla Terra per fargli studiare ancora più da vicino questo pianeta con le loro usanze.
Credo non ci siano problemi a fare un altro viaggio. Ma ora era meglio andare a farsi una doccia e riposare. E' stata una giornata devastante. Anche per il mio culo. 

 
 
 
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