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GITA A ORROLI

Post n°81 pubblicato il 30 Maggio 2011 da ninolutec
 
Tag: Gite

                                                                    

La giornata di ieri, 29 maggio 2011, è stata tutta dedicata a una bellissima gita. Nella mattinata il nostro gruppo ha partecipato a una escursione in battello nel lago artificiale del Medio Flumendosa (Consorzio Turistico dei Laghi). E, dopo il pranzo in un'azienda agrituristica, si è svolta la visita guidata ad un interessantissimo reperto preistorico della Sardegna, il Nuraghe Arrubiu. Alle 7.30 siamo partiti a bordo di un comodo autobus, noleggato per l'occasione, avendo come meta la località  Villanova Tulo (Biddanoa de Tulu in sardo) è un comune italiano di circa 1160 abitanti della provincia di Cagliari, nella regione del Sarcidano. Il paese si trova a 570 metri sul livello del mare. Ad attenderci nella zona dell'imbarco abbiamo trovato il battello , stile Mississippi, a bordo del quale abbiamo trascorso, tra andata e ritorno, ben due ora e trenta di tranquilla navigazione.  

Il territorio di Villanova Tulo fu frequentato sin dal periodo nuragico. Il paese medievale si formò verso la metà del XIV Secolo, quasi certamente per popolare il territorio di un antico paese chiamato Tulo. Tra il 1365 e il 1409, a causa della guerra tra il Regno di Aragona e il Regno di Arborea, Villanova Tulo assunse la fisionomia curatoriale arborense e infine tornò ad essere compreso nella contea di Mandas, di cui erano titolari i Carroz. A questi succedettero i Maza, i Ladron, divenuti nel 1614 duchi di Mandas e gli Zuniga. Infine dal 1777 il feudo passò ai Tellez Giron fino al suo riscatto avvenuto nel 1843. Villanova Tulo fece parte prima della Diocesi di Dòlia, poi dal 1503 dell'Archidiocesi di Cagliari.

Il Flumendosa, uno dei maggiori fiumi della Sardegna, nasce nel Gennargentu dalla Punta Perdida de Aria a 1270 metri. Il suo percorso è interrotto da due grandi dighe. Il primo sbarramento è costituito dalla diga principale in cemento armato di Bau Muggerris con cui si forma il Lago dell'Alto Flumendosa, il più importante dell'Ogliastra. Il secondo sbarramento, a Nuraghe Arrubiu, forma il bellissimo e grande lago del Medio Flumendosa. Il Lago, oltre ad essere un'attrattiva turistica di incantevole bellezza, costituisce un' importante risorsa perché le sue acque vengono sfruttate per la produzione di energia elettrica e per la pesca di trote, persici, tinche e carpe.

Le acque invasate nel lago del Flumendosa a Nuraghe Arrubiu hanno raggiunto e superato la quota di 267 metri sul livello del mare. Per la prima volta dopo più di 40 anni, è stato attivato lo scarico di superficie libera che indica l’avvenuto completo riempimento del serbatoio. La quota di 267 metri è quella di massima regolazione di progetto. Si tratta del raggiungimento del traguardo finale di un percorso operativo di grande complessità che ha risolto con tecniche di avanguardia gli originali problemi strutturali che si erano mostrati dopo la costruzione di una delle più importanti dighe di sbarramento d’Italia. Il percorso si era concluso tecnicamente nel mese di marzo, quando il Registro Dighe (Ufficio periferico di Cagliari), in risposta della richiesta dell’Ente di autorizzazione al raggiungimento della quota massima di regolazione, ha autorizzato il raggiungimento della quota di 267 metri sul livello del mare, consentendo così, dopo oltre 40 anni, la piena utilizzazione della capacità di regolazione del serbatoio di Nuraghe Arrubiu, che è pari a 299 milioni di metri cubi.
Oggi questa utilizzazione si realizza compiutamente: i recenti apporti naturali hanno consentito il pieno riempimento sia del serbatoio di Nuraghe Arrubiu e sia di quello interconnesso del Mulargia a Monte su Rei. Nei due laghi del medio Flumendosa sono oggi accumulate risorse idriche per poco più di 600 milioni di metri cubi.
La diga sul Flumendosa a Nuraghe Arrubiu fu concepita nell’ambito del progetto di massima, redatto nel 1948 dagli ingegneri Sensidoni e Manfredi del Ministero dei Lavori Pubblici per l’utilizzazione a scopo multiplo delle acque del medio Flumendosa ai fini di promuovere lo sviluppo socio economico della Sardegna centro meridionale.
Il progetto esecutivo fu redatto nel gennaio 1953 dall’ingegner Sante Serafini e da Filippo Arredi e presentato alla Cassa per il Mezzogiorno e approvato con voto (il 26.03.1953) dal Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici – Delegazione Speciale per la Cassa del Mezzogiorno.

DATI PRINCIPALI DELLA DIGA

Tipologia: ad arco gravità a doppia curvatura:

- altezza della diga 119,00 metri
- altezza di massima ritenuta 109,00 m
- quota coronamento 270,00 m sul livello del mare
- sviluppo del coronamento 316,00 m
- volume della diga 322.000 metri cubi


DATI PRINCIPALI DEL SERBATOIO

- quota di massimo invaso 269,00 m sul livello del mare.
- quota massima di regolazione 267,00 m s.m.
- quota minima di regolazione 213,10 m s.m.
- volume utile di regolazione 262,66 milioni di metri cubi
- volume di laminazione 17,15 milioni di metri cubi
- portata di massima piena di progetto 4320,00 metri cubi/s

Alle tredici ci siamo recati per il pranzo in un'azienda agrituristica locale, "Saxrola Antiga", in una zona caratterizzata dalla tipica macchia mediterranea ricca di lecci e sugherete. L'azienda dispone di 85 ha, con seminativi, frutteto, orto e allevamento di bovini, ovicaprini e suini. L'agriturismo, raggiungibile da Cagliari in 50 minuti, è dotato di 6 camere per un totale di 12 posti letto
Indirizzo: Loc. Is Arrius – 08030 Villanovatulo (NU) – m 700 s.l.m. - Villanova Tulo  (Sardegna - Italia)
Attività ricreative: Campo giochi, bocce, ping pong; pesca sportiva (Km 4), lago Flumendosa (Km 5), reggia nuragica di Barumini (Km 25)
Contatti: Paolino Boi – Tel. 0782/813046; 368/7194573; 340/8048294

 

Il rito del pranzo si è prolungato parecchio e solo alle 18 siamo riusciti a presentarci presso la sede della cooprerativa  Is Janas, dove abbiamo trovato ad attenderci la guida che ci avrebbe accompagnato nella visita del Nuraghe Arrubiu, il più imponente complesso monumento megalitico fra tutti quelli presenti nell'Isola e fra i più importanti di tutto l'occidente europeo. Il nuraghe Arrubiu (o Orrubiu), nome che significa “Rosso” per la colorazione dei licheni,  è stato definito “Il gigante Rosso” a causa delle sue dimensioni, che gli attribuiscono il primato del più grande tra tutti i nuraghi ed i restanti monumenti megalitici della Sardegna preistorica. L’Arrubiu vanta diversi records tra i quali quello di essere stata la più alta costruzione in pietra del Mediterraneo protostorico  (quindi prima dell’Età Classica), ad eccezione – naturalmente - delle piramidi! Il monumento è, inoltre, l'unico nuraghe attualmente noto con un bastione pentalobato (ossia con cinque torri addizionate intorno al mastio secondo una disposizione pentagonale). La planimetria generale del monumento è assai complessa e consta di almeno 19 torri articolate intorno a diversi cortili; partendo dal centro si hanno in successione le seguenti strutture: mastio (o torre maggiore, centrale); bastione - dal profilo retto-curvilineo - con 5 torri ai vertici di un pentagono; antemurale (cinta esterna), con ulteriori 7  torri, che racchiude diversi cortili intorno al bastione; altra cortina muraria esterna con 5 torri; infine altre 3 probabili torri, non raccordate con quelle precedenti, potrebbero portare a 21 il numero totale di queste strutture.  Le costruzioni del nuraghe occupano una superficie di circa 3000 mq. escluso il villaggio che si trova al di fuori delle cinte murarie. Il nuraghe Arrubiu è frutto di una progettazione unitaria per quanto attiene mastio e bastione pentagonale, realizzati nella medesima fase nel XIV secolo a.C. Non sia hanno ancora elementi certi per stabilire che anche l’antemurale e la cinta più esterna fanno parte di questa fase e rientrano anche loro nell’originaria idea progettuale. La realizzazione unitaria di questo impianto è provata dal ritrovamento dei frammenti di un vaso per unguenti - alabastron,  di produzione micenea (ossia proveniente dalla Grecia dell’Età del Bronzo) - distribuiti nei livello di fondazione del mastio, del bastione e del cortile; il contenitore, - risalente appunto al XIV secolo a.C., venne forse frantumato ritualmente  proprio per propiziare il buon esito della costruzione del monumento. L’abbandono delle strutture avvenne invece intorno al X-VIII secolo a.C. a causa di un improvviso e rapido crollo che provocò la distruzione totale di tutta la parte alta delle diverse parti del bastione, crollo causato forse dal cedimento del basamento geologico di roccia sul quale l’imponente monumento poggia. I rovinosi crolli riempirono per molti metri i cortili interposti tra le torri e le cortine murarie, impedendo l’accesso diretto alle camere e la funzionalità originaria delle architetture. In età romana (dal II secolo a.C. al V d.C.) sulla sommità dei crolli furono realizzati due veri e propri “laboratori enologici”, strutture articolate consistenti in manufatti in pietra per la pigiatura dell’uva. Questi due impianti sono stati scavati scientificamente, documentati, smontati e ricomposti all'ingresso dell'area archeologica.
Il mastio - o torre centrale – comprende una camera coperta a tholos alta circa 11 metri, ancora perfettamente intatta. Originariamente altre due camere ed una terrazza finale si sovrapponevano al vano del piano terreno fino a raggiungere un’altezza compresa tra i 25 ed i 30 metri ; questa quota è stata calcolata con l’applicazione di softwer informatici elaborati per schedare tutti i blocchi di pietra dei crolli, studiare le dinamiche del crollo medesimo  e ricostruire virtualmente le strutture originarie. Di fronte alla torre centrale è presente uno spazioso cortile - sul quale si affacciano gli ingresso ad alcune torri del bastione - nel quale venne scavato un canale per il drenaggio delle acque piovane ed un pozzo per la loro raccolta. Le altre torri del complesso, che in origine avevano altezza digradanti  dal centro verso l’esterno del complesso, sono ancora parzialmente in corso di scavo. Lo spazio tra il bastione e l’antemurale è diviso in quattro ampi cortili oltre i quali si estende il villaggio consistente soprattutto in capanne di pianta circolare. Lo scavo del villaggio e’ giunto ad una fase preliminare che ha appurato il massiccio riutilizzo di  alcune strutture in età romana e medievale.
Lo scavo archeologico del complesso dell’Arrubiu  ha restituito una gran mole di reperti in corso di studio; tra i più significativi - oltre al citato alabastron – un’olla con quattro anse rinvenuta entro una fossa praticata negli strati più antichi della camera inferiore del mastio, dove venne calata durante una cerimonia compiuta in un momento già avanzato della vita nel nuraghe.

 

Il progetto "Arrubiu, il Gigante Rosso", è un incredibile connubio tra una approfondita indagine archeologica durata più di vent'anni e la capacità comunicativa più accattivante offerta dall'utilizzo delle nuove tecnologie di computer grafica. Attraverso una rigorosa analisi dei dati scientifici si è potuto creare l'ipotesi ricostrutiva dell'intero complesso e dell'ambiente circostante, che sono poi stati resi fruibili attraverso un "engine grafico" di ultima generazione che consente la visita virtuale interattiva e di un documentario di approfondimento. Il progetto ha dunque una duplice valenza: strumento di verifica delle ipotesi scientifiche e prodotto di comunicazione per il vasto pubblico.
Non dimentichiamo che il "Nuraghe Arrubiu" è la più imponente struttura architettonica finora scavata della civiltà nuragica e di tutta l'area del Mediterraneo.

 

 

Orroli-Il paese p.Prima              Orroli-Il paese p.Seconda

 

  

     Orroli-Il paese p.Terza                   Sul Lago del Medio
                                                                   Flumendosa

 
 
 
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