Creato da: LaChambreDesAmis il 15/07/2006
Riflessioni sull'amicizia e l'amore... e non più solo

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Riflessioni mattutine

Post n°46 pubblicato il 01 Giugno 2007 da LaChambreDesAmis

Negli ultimi giorni, sta nuovamente capitandomi d’alternare toni umorali diversissimi, passando dall’eccitazione per alcuni nuovi progetti che stia intraprendendo, alla prostrazione, allorché torni a scontrarmi con una serie di difficoltà oggettive che, purtroppo, mi limitino fortemente nell’espressione della mia creatività; neanche il fatto stia approssimandosi il momento della laurea riesce sempre a rassenerarmi, anzi, vorrei che fosse risaputo dal minor numero di persone possibile e, soprattutto, che non fossero presenti i miei genitori, verso i quali non nutro più grande affetto e, quel che è più grave, stima!

Devo unicamente a me stesso il raggiungimento di quest’obiettivo e, trascurando quanto potrà servirmi sul piano professionale, sono orgoglioso di non aver demorso, tuttavia, mi mortifica enormemente il fatto non sia in condizione di festeggiare, anzi, non abbia mai potuto celebrare alcun traguardo che sia giunto a tagliare, conseguendo spesso risultati lusinghieri: ignoro cosa voglia dire poter raccogliere parenti ed amici attorno a sé e trascorrere una serata in allegria ed anche stavolta, impossibilitato a fare altrimenti, dovrò tollerare che mio padre lamenti la mancanza del denaro che servirebbe a rifarmi dell’impegno profuso.

Il fatto addebiti alla sfortuna la colpa dei guai cagionati, invece, dalla sua cattivissima gestione del denaro, finisce invariabilmente col provocare una mia sfuriata!

In compenso, i miei genitori continuano ad incontrarsi nelle aule di tribunale ed a litigare per delle cifre che sono, ormai, assolutamente al di fuori della nostra portata: l’una non si rende conto del fatto non abbia alcuna possibilità di vincere la causa, l’altro gli rimanga, presumibilmente, poco tempo da vivere e sarebbe giusto che non facesse ricadere su di me il peso di tutti i suoi errori.

La nostra piccola impresa, ormai, agonizza e l’unico rimedio sarebbe rappresentato da qualche forma di delega nella sua gestione, mentre mio padre s’ostina a comportarsi come quei monarchi assoluti che, per non accondiscendere ad un allargamento dei diritti, cagionarono il collasso della stessa istituzione che sostenessero di difendere!

Entrambi preferiscono rinfacciarsi disattenzioni e mai provati tradimenti, come se costituissero una priorità, e trascurano l’impossibilità di pagare le bollette o provvedere anche alle più elementari necessità: ecco, questa è l’aria che sono costretto a respirare a due mesi dalla laurea, mentre avrei diritto di conservare la speranza in un futuro prossimo migliore!

Ad essere sinceri, ‘speranza’ è un termine poco adatto al mio temperamento, nel senso non abbia mai atteso che, fortuitamente, si producessero delle circostanze funzionali ad un miglioramento delle mie condizioni di vita, semmai, mi sia sempre sforzato di determinarle ed anche adesso sto cercando di farlo; resta il fatto sia difficilissimo edificare qualunque costruzione sul terreno paludoso costretti a percorrere e la mia rabbia, spesso, dipenda dal vedermi sorpassare da persone che non possa paragonare a me per intelligenza, cultura e capacità, ma in possesso degli strumenti che mi manchino per cogliere altrettanto successo!

Non m’importa d’essere giudicato presuntuoso, anzi, è un’accusa sovente rivoltami: io sono consapevole delle mie qualità, mentre sarebbe ipocrita dichiarare le condizioni di partenza ed i mezzi a disposizione siano uguali per tutti e la società premi i meriti individuali; per quanti calici amari mi tocchi ancora ingoiare, devo augurarmi di riuscire a trattenere i conati di vomito e continuare a confidare nella mia determinazione a riemergere dal fango gettatomi addosso!

Alcune volte, mi vien fatto notare assuma degli atteggiamenti intransigenti e m’ostini a vivere isolatamente, ma non è così: anzitutto, non sono intransigente, ma severo e soprattutto nei miei riguardi; sono abituato ad impegnarmi al massimo delle mie possibilità in tutto ciò che faccia e, proprio per questo, non trovo nulla da rimproverarmi se e quando non raggiunga i risultati migliori in assoluto, ma soprattutto, essere così disciplinato e riflessivo, mi consente di relazionarmi proficuamente con l’esterno.

Sarebbe divertente che qualche mio lettore potesse vedermi quando esca con gli amici, perché sembrerei tutt’altro che noioso e pedante, anzi, quando mi trovi in buona compagnia, le serate scorrono piacevolmente tra risate e confidenze reciproche; resta il fatto la dipendenza affettiva rappresenti un problema per moltissime persone e siano troppi coloro che la confondano con l’amicizia o l’amore.

Chi ‘ama’ troppo, è ossessionato dall’altro e definisce ‘amore’ tale ossessione, misurando i propri sentimenti dalla profondità del tormento interiore che avverta: in realtà, queste persone non amano affatto, tanto meno se stesse, anzi, coi propri atteggiamenti insicuri e comportamenti, a volte, violenti, esprimono l’angoscia che proverebbero dopo un allontanamento od un abbandono.

Per lo stesso motivo, certi soggetti si spingono fino al punto di sopportare, e perfino giustificare, qualsiasi mancanza di rispetto che subiscano da parte altrui: accade sovente da parte delle vittime di violenza sessuale, ma l’esempio potrebbe essere esteso a chiunque colluda col proprio carnefice e si sforzi di modificarlo secondo le proprie aspettative, nell’utopica attesa di momenti migliori.

Mi rendo conto possa sembrare, spesso, che anch’io risenta pesantemente delle defezioni che subisca, ma non è così: anche quando sono stato abbandonato dall’ultimo uomo che abbia amato, ho attraversato un periodo, oltretutto, molto lungo, di sconforto, ma credo d’essermene ormai completamente affrancato, come dimostra il fatto non mi sia pesata la sua lontananza il giorno del suo compleanno.

Non sento più il bisogno che mi dedichi attenzioni o tempo e, soprattutto, non mi sforzo d’illudermi che ciò accadrà nuovamente: attendo che un altro uomo, più maturo e sensibile, mi consenta di vivere una nuova storia, e che fosse finalmente alla luce del sole!!!

Mi sembra molto importante sottolineare il fatto anche il partner che sembri interpretare il ruolo dell’aguzzino soffra: quanti tormentino l’altra persona col proprio autoritarismo, se non, addirittura, modi violenti, a propria volta, sono portatori di problemi d’espressione degli affetti, temono altrettanto gli abbandoni e cercano d’evitarli ricorrendo all’imposizione della propria presenza, delle idee o, per esempio in ambito sessuale, di talune fantasie; prima o poi, mi concentrerò su quest’ultimo argomento, poiché non si riflette mai abbastanza sul fatto i nostri comportamenti sessuali non siano interessanti di per sé, ma riflettano la complessità psicologica di coloro che v’indulgano.

Naturalmente, la misura in cui possa riuscirci d’affrancarci dalla sofferenza dipende da innumerevoli fattori e lo stesso individuo potrà farlo più facilmente rispetto a talune persone e non completamente riguardo ad altre; per quel che mi concerna, ad esempio, sono consapevole del fatto nutra ancora moltissimo risentimento nei riguardi dei miei genitori ed appaia molto più distaccato quando parli di ‘lui’!

Il modo in cui si comportano i primi è causa della difficilissima situazione economica che vivo e, dovendomi preoccupare di soddisfare i miei bisogni primari, non posso concedermi troppo tempo per analizzarne approfonditamente le ragioni: immagino che, un giorno, potrò farlo, mentre ora cedo spesso al nervosismo, alla rabbia, all’insolenza e, anche le rare volte che non c’entrino coi miei problemi, lascio che fungano da capro espiatorio; al contrario, a ‘lui’ ho modo di ripensare con calma e ciò comporta che spesso lo faccia con infinita dolcezza e maggiore indulgenza: non trascuro quanto abbia sofferto a causa sua, ma evito accuratamente di pormi nel ruolo di vittima sacrificale, che non mi s’addice e nemmeno considero giusto!

Più volte, ho spiegato abbia voluto riedificare virtualmente La chambre des amis, poiché avevo bisogno di un luogo in cui rintanarmi ogni volta che desiderassi riflettere e che mi consentisse di serbarne almeno un ricordo scevro di risentimento: onestamente, posso dire d’esservi riuscito e consideri catartica l’esperienza di tornare, sporadicamente, ad aggiungere qualche pagina al mio diario.

Le prossime volte, conto di concludere il racconto relativo ai nostri ultimi incontri dicembrini.

 
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