“Inutile approvare impegni di spesa se manca la copertura finanziaria”. Così il Presidente della Camera Fini ha sospeso i lavori della Camera tre giorni fa, rinviando tutti al 9 novembre prossimo. In pratica ha detto agli onorevoli in Parlamento: è inutile che stiamo qui a chiacchierare, non abbiamo più un euro da spendere, andiamocene a casa. In una parola... bancarotta! L’Italia è fallita, si chiude, i dipendenti a casa, anche i parlamentari in cassa integrazione ormai. E’ la prima volta dal 1946, da quando c’è la Repubblica in Italia, che si interrompono i lavori parlamentari per mancanza di fondi per qualsiasi cosa. Il povero Tremonti in questi giorni si è sentito tirare la giacchetta da tutte le parti, i ministri chiedono più “collegialità” nelle scelte. In pratica hanno i ministeri al collasso nonostante i tagli e chiedono più quattrini. Ma da dove prenderli se non ci sono? Addirittura il nostro eroe si è inventato novello Robin Hood, rubando ai ricchi della Svizzera per dare a noi poveri italiani, e ha escogitato il piano diabolico dello scudo fiscale per far rientrare i capitali dall’estero. Poco importa se poi quei soldi siano frutto di guadagni illeciti, di mafiosi, delinquenti che se va bene sono degli evasori. I soldi non puzzano, soprattutto in un periodaccio come questo (nota bene: lo scudo è passato anche per le assenze tra i banchi della sinistra, quindi consenziente). Quando c’è Tremonti al Tesoro va sempre qualcosa storto, fateci caso, non è mai colpa sua. O è l’eredità della sinistra (la banda del buco per capirci) o è la congiuntura internazionale. A voi trarne le conseguenze. Sta di fatto che non troverete una sola legislatura con lui al Tesoro in cui il debito pubblico e il rapporto deficit Pil non siano schizzati in alto. Un professionista del debito, insomma, un debito che grazie a lui adesso sta viaggiando verso il 120%: è record! Vabbeh, è il commercialista di Berlusconi, direte voi. Il Cavaliere di hardcore invece continua a fare proclami nonostante tutto. Qualche giorno fa all'assemblea della Cna (la confederazione nazionale degli artigiani) fa l’ultima sparata: la diminuzione dell’Irap fino alla sua completa eliminazione. Applausi scroscianti e Confindustria che si spertica in lodi per la geniale pensata. Peccato che a Ballarò pochi giorni dopo alla domanda di Floris che gli chiedeva quando e come pensasse di attuare questo piano di riduzione dell’Irap il Cavaliere ha dovuto aggiungere un piccolo dettaglio: “Non si possono fissare dei tempi perché dipende dall'andamento della crisi"; si opererà quindi "entro i tempi possibili, e questo dipende da come si evolverà la crisi, e nessuno al mondo lo sa". Capito: lui non lo sa. Domani andrà alla riunione del comitato per la liberazione dei bagnini della Riviera Romagnola e annuncerà scooter d’acqua per tutti. Agli aspiranti suicidi ha annunciato invece la costruzione di ponti più alti e di treni più veloci. Tutto poi si farà quando passerà la crisi ovviamente. Domani alla Caritas sul menù servono: lasagne ai quattro formaggi, zucchine alla Scapece e cotolette alla milanese... ma da consumarsi dopo la crisi, cercate di non morire prima. pubblicato su http://www.tuttiinpiazza.it/articoli/politica_interna/bancarotta_di_stato/bancarotta_di_stato.asp |
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il 25/01/2015 alle 21:55
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il 26/06/2010 alle 13:52
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il 17/05/2010 alle 17:09
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