Creato da: lorenzo_na il 05/08/2008
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I 150 anni dall'invasione padana al sud

Post n°162 pubblicato il 09 Settembre 2010 da lorenzo_na
 
Foto di lorenzo_na

Il 7 settembre del 1860 Garibaldi entrava a Napoli. Cominciava il declino per il sud Italia derubato dai Savoia e lasciato in mano alla criminalità. Il Laboratorio Insurgencia ha rinominato le strade e le piazze della città dedicate agli eroi dell'Unità d'Italia con i nomi dei partigiani e delle vittime di mafia.

“L´ingresso nella grande capitale ha più del portentoso, che della realtà. Accompagnato da pochi aiutanti, io passai frammezzo alle truppe borboniche ancora padrone, le quali mi presentavano l´armi con più ossequio certamente, che non lo facevano in quei tempi ai loro generali. Il 7 settembre I860! E chi dei figli di Partenope non ricorderà il gloriosissimo giorno? Il 7 settembre cadeva l´aborrita dinastia che un grande statista inglese aveva chiamato "Maledizione di Dio"! e sorgeva sulle sue ruine la sovranità del popolo, che una sventurata fatalità fa sempre poco duratura....”. Così descriveva Garibaldi nelle sue Memorie l’arrivo a Napoli. Sono passati 150 anni esatti da allora e, siamo sicuri, se Garibaldi avesse saputo come sarebbe poi andata a finire per il sud del paese avrebbe girato il suo cavallo e se ne sarebbe tornato indietro. Chi lo accolse festante per le strade di Napoli credette in una liberazione e invece si trattava dell’inizio del declino del mezzogiorno d’Italia. Ma Garibaldi non c’entra, anche lui fu usato e raggirato. Nelle stesse Memorie dava sfogo all´amara constatazione dell´avversione irriducibile di Cavour e del partito dei moderati cavouriani, fautori dell´indirizzo che si sarebbe nei fatti affermato e che avrebbe orientato la storia del Sud e della Italia tutta sui binari del centralismo monarchico sabaudo e della "piemontesizzazione". Napoli ed tutto il Regno delle due Sicilie furono letteralmente saccheggiate dai Savoia, e poi lasciate in mano ai briganti dei quali si servirono per organizzare le sommosse contro i borboni. La criminalità organizzata (camorra, mafia, ndrangheta) ed il divario tra nord e sud del paese nasce allora. E “l’aborrita dinastia” non era in realtà quella che per oltre un secolo i libri di storia ci hanno raccontato. L’idea che il Regno delle due Sicilie fosse arretrato e povero è un falso storico messo su ad arte per legittimare un Risorgimento che di risorgimento non ha proprio nulla.. almeno per il sud. I Borboni erano la dinastia più ricca e potente d’Europa e Francischiello quando andò via da Napoli lasciò tutto il tesoro dello stato e le ricchezze personali alla città perché riteneva che quei tesori appartenessero al suo popolo. Il sud Italia era all’avanguardia nella scienza, nell’industria, primeggiava nella cultura. La prima ferrovia d’Italia fu la tratta Portici-Napoli, altro che regno arretrato! I libri di storia non raccontano nemmeno che dopo un anno dalla “liberazione” dai Borboni i meridionali iniziarono a ribellarsi contro i Piemontesi e alle loro false promesse. Iniziò così  una vera e propria pulizia etnica: solo nel 1862 si contano 20.000 fucilati, 2000 imprigionati, 1500 uccisi durante le sommosse, 20.000 meridionali emigrati  (l’emigrazione verso il nord o all’estero nasce allora) per sfuggire alle repressioni Sabaudiche e alla fame (i dati sono presi da una relazione alla Camera di Torino sulla situazione del ex regno delle Due Sicilie, quindi dati ufficiali). Il 1863, se possibile, fu anche peggio: 6.000 condannati a morte, 60 paesi rasi al suolo con un milione di morti, circa 100.000 persone costrette a lasciare la loro terra e rilocate forzatamente in altre regioni d'Italia. E per ultimo, la strage piu' efferata:  circa 30.000 soldati ed ufficiali della Guardia Regia borbonica, che si rifiutarono di prestare giuramento al nuovo re Sabaudo e che furono deportati nelle zone montagnose del Nord Italia e lasciati a morire di freddo e di fame nei lager.

Questo è stato il Risorgimento italiano per noi del sud e per ricordarlo degnamente qualcuno stanotte ha cambiato il nome ad alcune strade ed ad alcune piazze in città: piazza Garibaldi è diventata per un giorno piazza Michela De Cesare “partigiana del Sud”, la Galleria Umberto è diventata Galleria del Mediterraneo, Piazza Plebiscito Piazza Magna Grecia. Onore anche alle vittime di mafia come Peppino Impastato e Pio La Torre che hanno pagato con la vita dopo oltre un secolo gli errori e gli orrori di allora e che ancora tutti continuiamo a pagare. Inoltre sono state messe delle bandire della padania tra le mani delle statue di Vittorio Emanuele a Piazza Plebiscito, di Garibaldi e del gruppo dei Mille nell’omonima piazza. Chi l’ha fatto conosce bene la storia d’Italia e del suo sfortunato e derubato meridione.

 

pubblicato su
http://www.tuttiinpiazza.it/articoli/dall_italia/i_150_anni_dall_invasione_padana_al_sud/i_150_anni_dall_invasione_padana_al_sud.asp

 
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