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Agguato a Caldoro

Post n°148 pubblicato il 12 Luglio 2010 da lorenzo_na
 

E' stato scoperto un piano all'interno del Pdl per screditare l'attuale Presidente della Regione Caldoro prima delle elezioni ed avvantaggiare la candidatura di Cosentino.

 
Fa proprio caldo in questi giorni, non si respira, all’improvviso l’afa non da tregua.
Palazzo Santa Lucia, sede della Regione, è praticamente deserto sabato e domenica. Tranne al terzo piano dove Caldoro  cammina nervosamente su è giù per la stanza, bruciando una sigaretta dopo l’altra. Sta aspettando Ernesto Sica, l’assessore all’Avvocatura della Regione, ed in serata il coordinatore regionale del Pdl l’on. Cosentino. Ha scoperto da qualche settimana un complotto alle sue spalle all'interno del partito, volevano fargli fare la fine si Marrazzo. “Certo, dà fastidio vedere tanti avvoltoi in giro. Hanno diversi colori, diverse razze. Ma sempre avvoltoi sono", ha commentato l’assessore Taglialatela.
Non si aspettava si arrivasse a tanto il neo Governatore. Lui in quel “laboratorio dell’alternativa” dopo sedici anni di strapotere bassoliniano in Campania ci credeva davvero. Ma dopo pochi mesi dal suo insediamento si ritrova al vertice di un Pdl campano infestato di veleni e travolto la blitz giudiziari. L'intera linea di comando con i suoi gerarchi appare sotto inchiesta o già inviata a processo. Il Pdl è diventato il Partito della Libertà vigilata tra inquisiti, presunte connivenze criminali e manifeste faide politiche. Eccoli gli uomini che con Caldoro avrebbero dovuto imprimere la svolta della regione: Nicola Cosentino, Mario Landolfi, Luigi Cesaro e Vincenzo Nespoli.
Le avventure giudiziarie del primo sono arrivate alla ribalta nazionale. Per lui è stato chiesto l’arresto dalla Procura per concorso esterno in associazione mafiosa. Il deputato e vice coordinatore del Pdl Mario Landolfi è invece inviato a processo per corruzione aggravata dal condizionamento mafioso  ( a settembre affronterà l'udienza preliminare ). Sul neo presidente della Provincia di Napoli Luigi Cesaro si indaga per presunti rapporti con la camorra, che coinvolgerebbero anche i suoi facoltosi fratelli. Ultimo della lista Vincenzo Nespoli, vicecoordinatore provinciale del Pdl, nonché senatore, sindaco di Afragola e vicecoordinatore nazionale del dipartimento elettorale Pdl. Anche per lui, come per Cosentino, il Parlamento non ha concesso i domiciliari, ma è accusato di concorso in riciclaggio e bancarotta fraudolenta. Tutti galantuomini insomma.
Il faccia a faccia tra Caldoro e Sica si è consumato nel giro di dieci minuti:”Guarda che io sono il più fesso, là in mezzo” ha detto, ma ha ricevuto solo un sarcastico commento dal Presidente: "Suggerirei di dirlo al magistrato. Questo non è argomento che può interessare un governatore". Ma Caldoro sa bene che la questione da risolvere è ben altra, ed ha un nome è cognome:” Chi è questo Sica? Perché è entrato in giunta? Non l'avevamo mai visto prima. È diventato assessore in modo misterioso, poi abbiamo capito dalle indagini quale fosse il suo ruolo. Adesso si è dimesso, ma anche Cosentino deve farsi da parte. Non può rappresentare il Pdl” parola di Bocchino, giurato nemico di Nick ‘o merican. 
Il
 piano per screditare Caldoro è spiegato nei minimi dettagli in un’ordinanza di sessanta pagine. Siamo nel gennaio-febbraio scorso e si preparavano le candidature per la guida della Regione Campania. Cosentino è oggetto di una richiesta d’arresto da parte della Procura anticamorra di Napoli. La strategia all’inizio puntava a far naufragare davanti alla Suprema Corte le accuse mosse nei confronti del principale candidato alla nomina di Governatore. Scrivono i giudici :”In vista delle Regionali Carboni, Martino e Lombardi si sono fortemente impegnati al fine di ottenere la candidatura alla presidenza della regione di una persona a loro gradita individuata nell'onorevole Nicola Cosentino. Dopo l'adozione di un'ordinanza cautelare nei suoi confronti, hanno cercato di favorire un rapido accoglimento del ricorso proposto contro tale misura, grazie al rapporto esistente fra Lombardi e il presidente della Corte di Cassazione, nel tentativo di recuperare la candidatura di Cosentino. Dopo il rigetto del ricorso e dopo che i vertici del partito avevano individuato come proprio candidato Stefano Caldoro, il gruppo ha iniziato un'intensa attività diretta a screditare il nuovo candidato così da escluderlo dalla competizione elettorale tentando di diffondere, all'interno del partito, e a mezzo internet, notizie diffamatorie sul suo conto”. Quindi l'operazione-discredito scatta in un secondo momento, quando è fallito il primo tentativo di riabilitare la figura di Cosentino. Entra quindi in gioco l’assessore Sica, l'uomo ombra voluto dal premier Berlusconi nella giunta Caldoro. E’ lui il regista del dossieraggio su uno scandalo sessuale, fatto "di incontri con trans e coperture di camorra", che avrebbe dovuto mettere fuori gioco l’antagonista di Cosentino alla poltrona di Governatore della Regione. Uno scandalo alla Marrazzo insomma, che i protagonisti di questa storia intercettati al telefono dagli inquirenti citano espressamente.
“Ciò che appare dalle carte è che sono così maldestri, così inaffidabili e megalomani, che si sarebbe tentati di non prenderli neanche sul serio. Allontanarli certo dai posti di responsabilità, ma non dedicargli neanche un sentimento di riprovazione” ha detto Caldoro. Ma Cosentino voleva a tutti i costi per se la presidenza della Regione e tuttora si sente il governatore-ombra e non manca di farlo notare in pubblico. Non si è dimesso da sottosegretario nemmeno dopo che la Procura ne ha chiesto l’arresto per camorra, ma, dopotutto, nessuno nel governo glielo ha chiesto da Berlusconi in giù (nemmeno a Sica è stato chiesto dal partito di dimettersi dalla giunta dopo quello che è accaduto). Continua a fare il coordinatore e, nonostante sia l´unico beneficiario del complotto ordito ai danni di Caldoro, sabato è salito a Palazzo Santa Lucia e si è professato estraneo. “Sica tu me lo hai portato in giunta: tu lo devi far dimettere” ha sibilato Caldoro “Se non sei tu dentro il complotto, devi chiedergli di farsi da parte perché tu me lo hai portato, è una nomina politica. Se non sei in grado, ho già pronto l´ordine di revoca. Ma a quel punto, dove sarebbe la guida del Pdl in Campania?”. Qualche ora dopo questa conversazione, l´introvabile assessore Sica detta alle agenzie la sua “disponibilità a rassegnare le dimissioni”. Ora è fuori dalla giunta, ma per Caldoro la resa dei conti all’interno del Pdl sembra solo all’inizio, costretto a dialogare ogni giorno con chi ha tentato di distruggerlo.

pubblicato su

http://www.tuttiinpiazza.it/articoli/regione/agguato_a_caldoro/agguato_a_caldoro.asp

 
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